Questo che oggi ci lasciamo alle spalle è stato davvero un annus horribilis, funestato da tante morti di personaggi famosi, attori, registi, scrittori, e da tanta mala politica. Va beh, direte voi, gli anni per i personaggi c'erano, erano tutti nati i primi del Novecento, ma con questo noi baby boomers stiamo preparandoci a dire addio, per chi non lo avesse già fatto, ai nostri genitori, anch'essi dei primi del secolo scorso. Poi c'è la politica e l'economia. Negli Usa pur di non eleggere un presidente donna, la Clinton, hanno preferito un Trump impresentabile che con il suo "American first" sta danneggiando l'economia di tutto il mondo, a cominciare dal confinante Messico da dove non vuole più che entrino dei profughi che ne avrebbero tutto il diritto, anche perché il Cartello di Medellin (quello della coca) è stato sconfitto. Stessa cosa accade nel cuore del Mediterraneo, dove dimentichi di tutta la cultura che ci ha portato l'Arabia nel Medioevo, il governo sovranista giallo verde, di fatto guidato da Salvini più che da Conte e Di Maio, ha intimato a tutte le organizzazioni non governative che si occupano dei barconi del Nord Africa di non farne entrare più nemmeno uno. Intanto l'Europa dell'Est non è più soltanto Austria e Germania e Paesi Scandinavi, ma si è divisa in tanti staterelli a cominciare da Lettonia, Lituania, Estonia, Bielorussia, Moldova, Polonia, Ucraina, Repubblica Checa, Slovacchia, Romania, Bulgaria, Albania. Da dove arrivano le badanti che hanno cura dei nostri vecchi (l'Italia con il Giappone è il Paese più anziano del mondo) in un momento in cui non si fanno più figli. Questo è l'anno di denatalità più elevata dall'Unità d'Italia. Poi mettiamoci pure che la Turchia di Erdogan vuole entrare in Europa, dopo aver sterminato gli Armeni e che con la Siria, Israele, l'Iraq e la Giordania, l'Iran, l'Afghanistan e il Pakistan è il "teatro di guerre senza fine", come titolava negli anni Novanta un libro profetico di Michael T. Klare. Metteteci pure che nei confinanti di questi ultimi Paesi citati ci sono l'Arabia Saudita, lo Yemen e l'Oman dove i diritti delle donne sono negati, tranne che per guidare la macchina in Arabia (potere del petrolio), e abbiamo il quadro di un mondo allo sfascio. In Africa i bambini muoiono come le mosche, i nostri giornalisti vengono rapiti in cambio di riscatto, ma poi spesso torturati e uccisi. La giustizia in Italia, vedi il caso Cucchi, è lentissima e ingiusta. Per tornare ancora in Italia l'economia langue, il cuneo fiscale è troppo alto, l'unico settore al quale ci si può aggrappare è l'enogastronomia e il turismo gastronomico, ammesso che tanti studenti abbiano voglia di intraprendere questa strada, che difatti spesso è il ripiego di persone in età adulta che cercano di rifarsi una vita, lasciate le professioni troppo tassate, dedicandosi alla cura della terra e del mare con i loro prodotti. Infine c'è tutto il capitolo delle frodi alimentari che i cinesi che si sono riversati in massa nel nostro Paese fanno uscire i Nas per controlli ripetuti su partite di cibo avariato. Per tornare alla nostra politica interna, nemmeno il ministro dell'economia Tria e soprattutto Savona che aveva un piano keynesiano (grandi opere per mettere al sicuro il territorio e far lavorare gli operai) ed è stato messo da parte, sembrano poter incidere sulle sorti del presente governo. Con la flat tax non ci guadagna nessuno perché ci saranno più condoni che altro. L'Imu, l'imposta sugli immobili di proprietà sale e ci sono in vista multe per chi non fa in maniera corretta la raccolta differenziata. In più si mette l'Ires non solo sulle aziende ma anche sulle associazioni no profit che dividono i loro utili solo per reinvestirli senza guadagnarci. Se siete avvezzi alla cultura di internet, fatevi un giro in rete: ne leggerete delle belle. Per conto mio, un anno peggiore di questo non l'avevo mai vissuto, ho anche perso il lavoro a causa di una malattia, e vivo di una pensione minima. Se dovessi chiedere qualcosa all'anno che verrà (come cantava Lucio Dalla) è quella di riavere un lavoro (sono una giornalista enogastronomica) e che ne trovi uno anche mia nipote, una dei millennials ai quali vengono offerti solo stage senza stipendio. E c'ero passata anch'io con uno stage ad Affari Italiani, il primo giornale soltanto online, di tre mesi e non pagato. Poi certo, ho lavorato per un foglio di enogastronomia e pubblicato articoli firmati su Agricoltura Oggi di Italia Oggi. Ma oggi sono una giovane pensionata con l'hobby della scrittura. Difatti continuo a scrivere su questo blog sperando in un futuro migliore. Happy New Year a tutti.
"diario sul cibo per chi non crede che il cibo sia cultura ma nutrimento e garantirlo a tutti sarebbe già un bel passo avanti...esistono 'il pane e le rose'…assicuriamo il pane a tutti perché tutti possano avere anche le rose…"
lunedì 31 dicembre 2018
martedì 25 dicembre 2018
Cala il mais a favore della soia
Condizioni climatiche sempre
meno favorevoli e alti costi di produzione hanno indotto gli agricoltori a
ridurre la produzione di mais, utile per
il settore zootecnico (il foraggio). Sono 614mila, secondo L’Istituto per i
mercati alimentari (Ismea) gli ettari investiti oggi a mais in Italia, una
riduzione che va a favore della soia. Vent’anni fa le superfici del grano turco
interessava 1 mln di ettari e garantiva una produzione di circa 10mln di tons
coprendo il 90% del fabbisogno nazionale. Oggi produciamo, secondo stime Ismea,
poco più di 6 mln di tons di mais con un aumento di importazioni più che
quadruplicato (dall’11% al 47%). Nello stesso periodo la produzione di soia è
aumentata del 20%, crescita che comunque non ha consentito di soddisfare la
crescente domanda interna, da parte di vegani e vegetariani, il cui fabbisogno
ha portato ad una crescita delle importazioni di quasi l’80% in 20 anni.
venerdì 21 dicembre 2018
Natale: regali e viaggi
Altra tendenza segnalata per il
Natale in questi periodi di crisi, che ho letto su un quotidiano e vi riporto
qui è quella di come scegliere i regali. Si tratterebbe di optare per regali piccoli, poco costosi e
simbolici, e lasciare il resto per i bambini. Ma, attenzione, non trascurare il
cane di casa cui riservare il regalo più grande. Poi ci sono le vacanze, e
quest’anno la meta preferita pare sia proprio il nostro Paese, scelto dalla
maggior parte degli italiani e anche dai soliti tanti turisti stranieri. Se poi
Milano è stata messa in graduatoria quest’anno dal Sole 24 Ore come la città
più vivibile d’Italia, che prima era sempre Bolzano, sarà sicuramente la meta
di tanti viaggiatori.
Panettone o Pandoro?
I segreti per scegliere un buon
Panettone o Pandoro? Intanto quest’anno si potrebbe optare per la ditta
Melegatti che era sull’orlo del fallimento ed è stata salvata dall’intervento
dei suoi operai. Una bella storia da raccontare ai bambini sotto l’Albero al Presepe.
Leggere poi le etichette: più glifosati ed emulsionanti ci sono vuol
dire che sono meno genuini, ma in compenso durano di più perché sono prodotti
industriali fatti apposta a lunga scadenza (per esempio per le lunghe tratte
commerciali che devono attraversare: il panettone è una specialità milanese e
il pandoro veronese). Se volete però fare migliore figura scegliete un prodotto
artigianale che è composto unicamente da farina, uova, burro, zucchero e
lievito madre che una volta si rinnovava manualmente e adesso si fa con
macchine apposite. Nel Panettone ci sono
poi uvette e canditi, ma c’è chi lo preferisce senza e l’industria lo
accontenta, e nel Pandoro la classica bustina di zucchero a velo da mettere
dentro l’involucro di plastica, chiudere e sbattere per ottenere una copertura
uniforme del dolce. Ma queste sono cose che sanno tutti. La notizia più
importante sarebbe piuttosto che alcune aziende hanno tentato una
destagionalizzazione dei dolci natalizi, proponendoli molto prima delle Feste in
diverse varianti (ce n’è anche una ricoperta di cioccolato) e tante Regioni
hanno il loro dolce natalizio tradizionale: uno su tutti, gli struffoli
napoletani, sorta di mini bignè vuoti
ricoperti di miele. Qualsiasi sia la vostra scelta Buon Natale e Felice Anno
Nuovo a tutti.
mercoledì 19 dicembre 2018
Meno zucchero nelle bibite per i bimbi
Modificare la ricetta delle bibite
zuccherate, per ridurne il contenuto di zucchero, questa l’ultima proposta di
Slow Food per invitare le mense scolastiche ad educare al gusto i più piccoli. “La
sugar tax” – dicono all’associazione - inizialmente
inserita nella prossima legge di bilancio e a oggi scomparsa tra i
provvedimenti in discussione, avrebbe potuto essere un tentativo di approccio
alla questione, anche se non risolutivo. Provvedimenti dello stesso
tenore sono già applicati in altri Paesi
tra cui Messico, Irlanda, Francia e Gran Bretagna, dove, ad esempio, già prima
dell’entrata in vigore della legge (aprile 2018) oltre il 50% dei produttori
aveva modificato la ricetta, determinando una riduzione dello zucchero pari a
circa 45 milioni di chili l’anno. Slow Food si impegna a livello
internazionale per favorire stili di vita sani e comportamenti consapevoli,
orientati a prediligere i cibi poco raffinati, ricchi in fibre e con un apporto
calorico moderato, la verdura, la frutta, i legumi, i cereali integrali e a
ridurre il consumo di proteine di origine animale.”
Corsi per idrosommelier
Riprendono anche quest’anno i
corsi per la formazione di idrosommelier, il degustatore delle acque minerali
che le abbina con i cibi secondo rigorosi parametri di effervescenza e sapore che
verranno appunto spiegati durante le lezioni in aula alla Fiera di Rimini
sabato 26 e domenica 27 febbraio. I corsi prevedono due livelli di
apprendistato e i loro contenuti sono così spiegati da Giuseppe Amati, l’ideatore
della scuola. Primo livello: conoscere l’acqua; classificazione delle acque; i
principi alimentari e salutistici delle acque minerali; introduzione alla
degustazione: primo riconoscimento delle acque minerali; verifica e approfondimento.
Secondo livello: i principi dell’analisi sensoriale; la percezione sensoriale;
le qualità sensoriali dell’acqua; introduzione alla degustazione; verifica e approfondimento.
La quota di partecipazione è di
130.000 euro per ogni livello (260.000 in totale) da versare in contanti al
momento della registrazione. La quota comprende: quota sociale A.D.A.M. 2019,
tessera e distintivo, attestato di frequenza ai corsi, volume del primo e
secondo livello, pranzo didattico delle due giornate, ingresso gratuito in
Fiera.
martedì 18 dicembre 2018
Meno kiwi ma più buoni
Se avete pensato di metterli nei cesti regalo natalizi, quest'anno troverete in vendita meno kiwi verdi rispetto all'anno scorso, ma di maggiore qualità e quindi anche di prezzi più elevati. Il dato è stato reso noto da Cso (Centro servizi ortofrutticoli) Italy: "la produzione commercializzabile di kiwi verde (di cui come è noto siamo i maggiori produttori) destinata al mercato del fresco, è risultata pari a 333mila tons, su livelli molto simili a quelli del deficitario 2017 (+1%) e inferiori del 30% alla media del quadriennio 2013-2016/…/Il mercato si sta comunque vivacizzando con ritmi di vendita in linea con il periodo di riferimento" ha fatto sapere Elisa Macchi, direttore di Cso Italy.
lunedì 17 dicembre 2018
Spumanti: un Natale con il botto
In
quest’ultimo decennio di crisi, la destagionalizzazione dei consumi di vini
effervescenti che si era tentata prima, lascia il passo ad una concentrazione
delle vendite nel periodo festivo di fine anno con 90-92 mln di bottiglie, poco
più del 50% di quanto consumato durante l’anno. Bene anche la produzione al
valore e le etichette “nuove” di Sud e Isole.
L’Osve, Osservatorio dei
vini effervescenti diretto da Giampietro Comolli traccia il trend dei consumi
degli spumanti per le prossime festività natalizie 2018-2019. Il ritorno alla
concentrazione dei consumi per tipo di evento contro la destagionalizzazione
che aveva caratterizzato gli anni passati pre crisi è un segnale di tendenza da
sottolineare. Come il fatto che il consumatore è più avvertito: il turismo
enogastronomico ed enologico che è cresciuto molto in questi ultimi anni, porta
i visitatori in cantina facendo loro sapere quanto costa effettivamente una
bottiglia di spumante o di vino. Quindi occhio ai ricarichi durante la filiera,
dal produttore, al distributore, al dettaglio (specializzato, horeca, Gdo e
Gda), osserva Comolli. Che però non è per niente pessimista circa i consumi dei
30 giorni di feste di fine anno, tanto è il periodo in cui si stappano le
bottiglie. Poco più di 3 mln al giorno con punte di 10-12 e 28-30 nei giorni
canonici Con 90-92 mln di totale, poco più del 50% di quanto consumato durante
l’anno cui aggiungere 3,5 mln di bottiglie straniere di cui 3,1 di solo
champagne. Che significa un valore alla produzione nazionale di 370 mln di euro
all’origine in cantina che la consumo è un giro d’affari record di 860 mln di
euro: un grande business per la filiera produttiva e commerciale.
Rispetto
all’anno scorso i volumi crescono del +4,9% (erano 86 mln di bottiglie); il
valore all’origine cresce meno per circa il 3% (erano 356 mln di euro); il giro
d’affari al consumo o fatturato cresce del 6,3% (erano 805 mln di euro). Forse
un eccesso di ricarico, una speculazione? “Lo spread – ironicamente ma con dati
certi alla mano, osserva Giampietro Comolli presidente di Osve Ceves - non
incide sulle spese durante questo fine inizio d’anno in tutti i settori e
comparti, dalla ristorazione alla vacanza, soprattutto per le bollicine”. Cresce il consumo in strada, off-premise. E si registra un forte
incremento delle scelte di etichette di territorio: cibo-bollicine di
territorio è il must del 2028-2019 grazie soprattutto a due fattori: la ricerca
di “prossimità” dei consumi volendo brindare con vini nuovi e locali e la
novità di etichette regionali e provinciali di piccole aziende, soprattutto
nel centro-sud Italia: i leader tengono le posizioni anche nella Penisola,
ma crescono le etichette locali. Ormai, è questo un dato su cui riflettere le
bollicine non sono solo un consumo occasionale. Franciacorta, leader indiscusso
del metodo tradizionale nazionale, è stabile a conferma di una scelta fedele e
un target consolidato. Un discreto exploit riguarda il Trentodoc che cresce ed
esce da un consumo interregionale e cresce di prezzo all’origine e al consumo:
circa una media del 5-6% in più per tutta la gamma. Molto bene i millesimati, i
pas dosé e anche i biologici che risultano i più inseriti tra i regali.
Le feste 2018-2019 saranno ricordate anche per
l’exploit delle bollicine metodo tradizionale regionali, quelle autoctone,
quelle legate alla vicinanza fra luogo di produzione e luogo di consumo,
da valersi per Alta Langa, Alto Adige, Durello, benissimo i millesimati brut e
bolle di vitigni locali, compreso il Lambrusco, i Nebbioli e quelli del sud
Italia. Oggi ci sono 160-180 etichette di bollicine, metodo tradizionale e
metodo italiano di ottima qualità prodotte nelle regioni del centro-sud,
tradizionalmente legati a vini rossi anche importanti e a bianchi fermi e corposi.
La diversificazione parte dai menù natalizi creati solo con bollicine a
tutto pasto. “Anche in Italia sta finalmente avvenendo quello che in Francia
e in Inghilterra esiste da due secoli, dice Comolli” . Per Ovse è un grande
segnale di arricchimento e diversificazione qualitativa e anche gustativa per
il consumatore. Questo dimostra che il mercato italiano è ancora ricettivo,
pronto a crescere in volumi, purché con bolle di qualità, speciali, diverse nei
gusti e sapori, altamente legate al territorio. Resta l’incognita degli
spumanti dolci metodo italiano, tipo Asti e Bracchetto d’Acqui, scesi negli
anni ora stabili, ma senza grandi prospettive. Molto interessanti i dati
di appeal, interesse, acquisti, curiosità e consumi (la così detta visione
mercantile) per le 150-180 etichette di bollicine che sono disponibili
quest’anno da Firenze fino alle isole, prodotte
nelle regioni del centro-sud Italia. Una eccezionalità tutta italiana: poche
bottiglie per azienda e con una sola massimo due etichette (da 3.500 a 12.000
bottiglie la media) ma fortemente agguerrite e presenti.
giovedì 13 dicembre 2018
Ricetta della scaloppine di vitello
Le scaloppine sono sempre un ottimo piatto. Al supermercato si trova il sottofiletto di vitello ottimo per questa ricetta. Ma siccome è piuttosto alto, va per prima cosa tagliato in due parti in orizzontale, così che da due fette se ne ricavino 4. Queste vanno leggermente infarinate e poi messe a cuocere in padella con un filo di olio extra vergine di oliva e un pezzetto di burro. Poi vanno rigirate e sfumate con mezzo bicchiere di vino bianco oppure di limone. Terminata la cottura si possono spolverizzare con del prezzemolo e servite calde con patate al forno. Le patate al forno si fanno pelandole e tagliandole a spicchi abbastanza grossi e bollendole per un po' nell'acqua salata. A cottura non ultimata passatele al forno nel grill ventilato per 10 minuti a 150° gradi.
Il sale marino italiano (s)venduto ai francesi
Il
nostro sale marino, dal demanio che ne aveva il monopolio, passa oggi in mani
straniere, con un’operazione finanziaria condotta da Mps (banca finanziata
dallo Stato sotto il governo Renzi). La più grande società di estrazione si
trova in Puglia (800mila tons anno) e va a una multinazionale del sale europea
e mondiale, la francese Salins Spa, leader europea e co leader mondiale nella
commercializzazione di sale industriale, sale stradale e sale alimentare. Un’asta
svoltasi in assoluta forma riservata e a chiamata ha assegnato a Salins spa
tramite la controllata Cis (Compagnia italiana Sali) oltre 500 ha di sale
inseriti in 4mila ha di parco e riserva, in zona turistica. Salins spa ha vinto
l’asta offrendo 5,4 mln di euro come valore cash/reale di acquisto del totale
debito di 16,7 mln . Quindi Mps ci perde inoltre 11,3 mln. I sindacati dei
lavoratori, gli ex titolari di Atisale-Salapia Sale spa detentori della
concessione demaniale fino al 2029 e
autori del forte crack debitorio che ha portato l’impresa al concordato e alla
cessione del 100% del pacchetto azionario, al pegno fideiussorio delle azioni a
alla garanzia delle proprietà personali dei soci tutti verso Mps, hanno scritto
lettere di protesta e le maestranze sono entrate in sciopero. Il Ceves,
l’osservatorio sui prodotti agroalimentari di Giampietro Comolli diffondendo la
notizia “chiede al governo di attivarsi per una verifica delle procedure e
delle azioni avviate, affinché il sale, un prodotto strategico per il Paese
possa essere riconosciuto made in Italy e alcuni siti e saline diventare Igp,
senza fare la fine di quella dello zucchero negli anni ’80-‘90”. Il sale
italiano “purissimo, bianco, grosso a fiocchi o a chicchi made in Italy ha un
prezzo medio al consumo di 2-3 euro al chilo nel migliore dei casi, mentre
tutti i sali di importazione partono da 5 euro per arrivare fino a 40”. “Mps – continua Comolli – ha fatto la banca,
compresa la scelta opinabile di un offerente rispetto ad un altro che sembra
abbia offerto di più, ma senza considerare la sostanza reale del bene oggetto
della collettività nazionale, senza garanzie per il territorio locale, le
maestranze, lo sviluppo imprenditoriale per il quale ci vorrebbe almeno
un’etichetta parlante sulle confezioni e certificare altri siti produttivi
nazionali meritevoli del riconoscimento Dop, Igp o Presidio come oggi avviene
per solo due parti ristrette delle saline di Trapani e di Cervia”. Le Rsu degli
stabilimenti interessati intanto hanno mandato una lettera di protesta al
ministro dell’economia e a quello delle finanze.
martedì 11 dicembre 2018
La ricetta dell'ossobuco
Ci fu un periodo in cui
l’ossobuco non si voleva più mangiare perché era stata diffusa la notizia della
nocività del midollo contenutovi (un po’ come lo scandalo del vino al
metanolo). Certo non era la carne di origine italiana, ma quella importata, e
la legge sull’origine in etichetta non era ancora in vigore. L’ossobuco resta e
rimane comunque un caposaldo della cucina italiana che io preparo così.
Infarinate 4 ossibuchi per 4
persone e poneteli in una pentola larga in cui avrete fatto scaldare dell’olio
extravergine di oliva. Sfumate con un bicchiere di vino bianco e salate. Poi
coprite con acqua e lasciate cuocere per circa un’ora (mezz’ora se usate la
pentola a pressione). Quando l’acqua si sarà asciugata e la carne si rivelerà
tenera, cospargetela con un trito di
scorza di limone non trattato grattugiata e prezzemolo, la cosiddetta cremolada
. Servite caldo un ossobuco per piatto anche con contorno di verdura cotta
(spinaci, patate, erbette, cicoria o altro a vostro gusto) ma il contorno
migliore resta quello dei carciofi.
venerdì 7 dicembre 2018
Cavolfiori fritti
I cavolfiori sono un ottimo ortaggio invernale da preparare in molti modi. Si possono consumare semplicemente bolliti, ma non troppo cotti pena la perdita delle loro proprietà salutari, e conditi con olio extravergine e sale. Oppure, dopo averli cotti, passati al forno con besciamella (farina, latte, burro fino ad ottenere una consistenza liscia e omogenea) e il grana padano o il parmigiano reggiano grattugiati (nella modalità grill ventilato per 10 minuti a 150°). Oppure fritti nella pastella. Quest'ultimo modo giunge a puntino per quei fiori che siano avanzati dal pranzo e non li si voglia consumare la sera freddi. La pastella si prepara con acqua fredda, sale e farina mescolate fino ad ottenere un composto quasi liquido, ma comunque abbastanza consistente. Lasciata riposare, si rinforza con un rosso d'uovo e un albume montato a neve. Fatto ciò, si passano ad uno ad uno i fiori del cavolo nella pastella e si gettano nell'olio di semi di arachidi bollente, senza che però questo abbia raggiunto il punto di fumo. A cottura ultimata, cioè quando saranno dorati, si tolgono dalla padella per asciugarli in una carta casa. Salate e servite caldi.
mercoledì 5 dicembre 2018
Stopsoilpollution
Oggi è la giornata mondiale del
suolo che Slow Food, l’inventore dei Presìdi alimentari, cioè dei cibi buoni,
puliti e sani da difendere, declina in “Suolo sano per un cibo sano”. Secondo
uno studio recentemente pubblicato da questa associazione emerge che:
Pochi
grassi, poco sodio, molte proteine: sano per me.
Biologico,
tutto naturale, Ogm free, niente ingredienti artificiali, libero da parabeni:
sano per me e sano per l’ambiente.
Libero
da crudeltà sugli animali, amico della natura, carbone neutrale, riciclabile:
sano per l’ambiente.
Ma
c’è una ma. Queste scelte costano, non sono sempre convenienti e nemmeno troppo
conosciute. Vanno ad intaccare la capacità di spesa in questi lunghi anni di crisi
economica.
Nonostante ciò c’è una vasta
gamma di tendenze di vendita a livello mondiale che dimostrano come i
prodotti “sano per me e in salute per il mondo” siano in crescita. Ciò
riguarda soprattutto il biologico, ma anche i cibi senza glutine, senza
lattosio e quelli vegani.
Slow Food rilancia così la sua
lotta contro il consumo di suolo, dell’agricoltura intensiva e della monocoltura
ricordando come ogni anno nel mondo di sacrificano milioni di ettari a causa di
un consumo eccessivo.
martedì 4 dicembre 2018
Ricette con il radicchio rosso
Il futuro, o il presente, della
comunicazione è lo story telling. Così d’ora in poi vi racconterò ricette
narrate, senza la dose degli ingredienti prima e la preparazione dopo, anche
per aiutarvi a fare ad occhio, come facevano un tempo le nostre mamme che
compravano alimenti senza tanti impacchi da buttare, come facciamo oggi a
detrimento dell’ambiente. Inizio questa narrazione con i due radicchi, tondo e
oblungo, ed entrambi rossi, che sono degli ottimi ortaggi da consumare in
autunno-inverno. Si trovano freschi nei banchi dei mercati e anche a peso nei
supermercati ed ipermercati, nonché nei discount, con le differenze di prezzo
che queste tipologie di dettaglio alimentare comportano, ma che comunque sono
minime. Il radicchio lungo lanceolato si può cuocere in forno grigliato o ai
ferri o anche, dopo averlo sbollentato per toglierne l’amaro, si può cuocere in
padella con aglio, olio, sale e pancetta. Al forno nella modalità grill cuoce
nella carta forno opportunamente inumidita, dopo averlo spennellato con olio,
sale e pepe, per 15 minuti a 180°. Con il tondo si può ottenere un ottimo
risotto, con un soffritto di olio, sedano, prezzemolo, cipolla e carota nel
quale tufferete il radicchio tagliato a listarelle sottili e lo farete
soffriggere. Aggiungete poi il riso e mano a mano il brodo vegetale fino a fine
cottura. Come finitura, una spolverata di grana padano o parmigiano reggiano.
E' già tempo di panettoni e pandori?
Si avvicina il Natale ed è già
tempo, addirittura un mese prima, di panettoni e pandori. Il panettone è il
tipico dolce milanese della festa, chiamato così da “pan de Toni”, un certo
toni che alla corte medicea ne sbagliò la ricetta ottenendo questo dolce che
poi si diffuse in tutta la Penisola. Il pandoro è invece il tipico dolce
veronese che però si consuma dappertutto. Il panettone è ottimo ripieno di
gelato. Con gli avanzi di pandoro si possono ottenere ottimi dolci, con il
cioccolato o la crema di nocciole per fare solo due esempi. Davide Oldani, ai
suoi tempi, lanciò una singolarissima ricetta di risotto con fette di panettone
e oggi lo fa anche Daniel Canzian al Marchesino alla Scala. Davide Paolini, il
Gastronauta del Sole 24 Ore, tanto tempo fa lanciò l’idea del panettone tutto
l’anno. Non so se queste idee furono poi un vero successo, ma continua l’usanza
di tenere via una fetta di panettone per San Biagio, da consumare in febbraio,
a protezione del mal di gola. Molti supermercati li hanno già adesso sugli
scaffali, mentre un tempo uscivano l’8 dicembre, alla Festa dell’Immacolata
Concezione. Ma oggi, si sa, è il tempo degli acquisti sfrenati. Crisi che si
trascina da dieci anni permettendo.
Superalimenti per una dieta bilanciata
Secondo il nutrizionista Giorgio
Calabrese è utile alla dieta quotidiana fare il pieno di Scaf, i superalimenti
che combattono celiachia, diabete, infarto e persino i tumori. E’ importante
seguire una dieta corretta e bilanciata con gli acidi buoni che attivano nell’intestino
una serie di processi salva vita.
Italia, Paese della birra
L’Osservatorio Birra della
Fondazione Birra Moretti, ha raccolto i dati sulla filiera della birra
italiana, che sarà protagonista alla Fiera di Rimini del prossimo 16 febbraio.
Il suo valore in due anni è cresciuto di 1 mld di euro (+12,9%) passando da
7.834 mld a 8.863 mld di euro, equivalenti allo 0,51 del Pil.
giovedì 29 novembre 2018
Vino alla spina e doggy bag
La battaglia contro i rifiuti che non si sanno più dove mettere, passa anche attraverso il ritorno del vino sfuso nelle enoteche e nelle vinerie. Il vino così servito, viene spillato dalla botte come si fa per le birre e per le grappe, con il risultato di evitare di portare in tavola una bottiglia che poi andrebbe buttata. Altra tendenza contro lo spreco alimentare è la doggy bag, il sacchettino da riportare a casa dal ristorante con gli avanzi da scaldare e consumare a casa. Ma un altro espediente che andrebbe reintrodotto è quello di permettere ai clienti di portare la loro bottiglia da casa.
Carciofo superalimento
I carciofi sono ottimi anche
tagliati a metà, impanati con farina, uovo e pangrattato e fritti nell’olio di
semi di arachide. Oppure alla romana, le mammole, quelle grandi e tonde, da
mettere a testa in giù nel tegame con olio, aglio e prezzemolo. O anche in
pinzimonio, da tuffare da crudi tagliati a listarelle, in una tazzina
contenente aglio tritato, prezzemolo, e acciughe sott’olio sfilettate. In ogni
preparazione, secondo i nutrizionisti, i carciofi sono l’unico ortaggio
invernale capace di mantenere inalterate le proprietà nutritive depuratrici del
fegato e immuno depressive di colesterolo e diabete, anche da cotti. Mentre per
le altre verdure, le brassicacee in particolare (cavoli, cavolfiori, broccoli,
radicchio rosso, cavolo nero, cicorie) meglio una bollitura breve e consumarle
appena scottate per non interferire con
la loro caratteristica di superalimenti. Infine, una scoperta per me è stata
sapere che la frutta e la verdura in scatola, la cosiddetta appertizzazione frutto alla fine del Settecento dell'invenzione del francese Appert, mantengono le stesse capacità
nutrizionali di quelle fresche. Lo pensavo solo per i surgelati, invece vale
anche per le lattine tanto è vero che in Germania tanti anni fa ci fu un
tentativo di vendere Prosecco in questo modo.
Il turismo enogastronomico
L'Italia è il luogo dove più si gusta il cibo da strada anche da parte degli stranieri. Che ormai affollano ogni angolo della nostra Penisola a caccia di specialità alimentari. E' il turismo enogastronomico, che traina i viaggi nel nostro Paese anche se non sempre e non dappertutto l'origine dei prodotti è davvero italiana. Occhio quindi alle etichette.
mercoledì 28 novembre 2018
Vino, questo (s)conosciuto
Ho letto in questi giorni su internet e giornali interessanti articoli sui consumi di questa fine di un anno difficile per l'economia italiana. L'unico dato che conforta è l'aumento dei turisti esteri che visitano tutte le nostre città d'arte, compresa Milano. Per il resto vi è un leggero aumento dei consumi al dettaglio alimentari, come è logico in un periodo prefestivo, anzi il momento prefestivo per eccellenza: il Natale. Ma c'è totale confusione per esempio sui vini. Nonostante ci sia chi si occupa del mercato dei vini spumanti, per i quali sotto le feste aumentano le vendite, secondo autorevoli osservatori che oggi "lanciano le loro bottiglie" sul web, non è ancora chiara né la loro situazione né quella dei vini fermi. Sia per l'import che per l'export, per il quale è sempre più importante il mercato cinese. A tutt'oggi c'è chi osserva che a vendemmia ormai finita da due mesi, non ci sia un dato certo per gli ettolitri che se ne sono ricavati. Ma intanto i vini siciliani vengono pubblicizzati anche in tv e sempre in tv c'è un autorevole testimone che si è prestato allo spot per il vino in cartone. Bah ...
lunedì 26 novembre 2018
Una ricetta del carciofo
Un ortaggio invernale dalle numerose
proprietà salutari, contro i calcoli e per la depurazione del fegato, è il
carciofo. Esiste in diverse varietà: le mammole romane, i carciofi viola con le
spine liguri, per citarne solo due. Ed esistono anche diverse modalità di
consumo, ovvero diverse ricette: alla romana, alla giudea, tagliati sottili senza
cuocerli ma con delle fettine di grana padano o parmigiano reggiano e un filo
di olio di oliva extravergine sopra. Come prima ricetta vi propongo questa:
Ingredienti per 4 persone:
4 carciofi
Una manciata abbondante di
pangrattato
2 spicchi di aglio privati del
loro interno verde
Sale e olio di oliva extravergine
qb.
Preparazione:
Private i carciofi del gambo
(che cucinerete nella stessa pentola ma a parte) e delle foglie esterne più
dure. Tagliate la parte inferiore per renderla capace di stare in piedi. Lavate
i carciofi sotto l’acqua corrente e allargatene la sommità in modo da potervi
farvi entrare il composto di pangrattato, aglio tritato, olio e sale. Premete
questo composto con la parte interna della mano in modo che non fuoriesca troppo dal carciofo. Cuocete
i carciofi per mezz’ora in un tegame largo dove li avrete messi in piedi, insieme
con i gambi (da consumare a parte o tenere via per farne un risotto) e con
acqua fino a metà della loro altezza. A cottura ultimata sistematene uno per
piatto e consumatelo prendendo una foglia alla volta con la forchetta e pulendola
del suo interno con il coltello (naturalmente la polpa della foglia così
ricavata andrà posta sulla forchetta per portarla alla bocca, mai con il
coltello!). Prese quasi tutte le foglie, mangiate il ripieno e infine il cuore
del carciofo.
sabato 24 novembre 2018
Gnocchi di pane
Gli gnocchi di pane sono un
tipico piatto dell’Alto Adige, da gustare con i primi freddi. Eccone la ricetta.
Ingredienti per 4 persone:
500 g di pane raffermo
2 bicchieri di latte
1 etto di prosciutto tagliato a
dadini o pancetta non affumicata
Sale qb
Farina
Preparazione:
Lavorare il pane raffermo con il
latte fino a che diventi una pasta omogenea. Mescolarvi dentro il prosciutto o
la pancetta e salare. Ricavare dall’impasto gli gnocchi di grandezza media.
Infarinarli e gettarli nell’acqua bollente salata. Scolarli non appena salgono
in superficie e condirli con burro sciolto in padella e formaggio oppure con il
sugo dell’arrosto, oppure ancora accompagnarli al goulasch. In Sud Tirolo sono
chiamati canederli, si ricavano dall’impasto più piccoli e si servono solitamente
in brodo.
venerdì 23 novembre 2018
Polenta ai funghi
Quest’anno
il raccolto è stato buono e i prezzi di conseguenza più abbordabili. Ma si può
anche puntare sulle buste di funghi secchi da far rinvenire il mattino per la
sera in acqua tiepida (non troppo abbondante).
Ingredienti
per 4 persone:
4 funghi porcini
Olio
extravergine di oliva
2
spicchi di aglio
Prezzemolo
1
busta di polenta da 500 g a cottura rapida (8 minuti)
3
bicchieri di latte
1 l
d’acqua
Sale
qb
Preparazione:
Mondate
i funghi dalla terra senza lavarli. Tagliateli a fettine sottili, passateli
nell’olio e aglio caldi e salate. A cottura ultimata aggiungete una spruzzata
di prezzemolo. In una pentola alta da polenta versate l’acqua, salate e fate
bollire. Aggiungete la farina a pioggia mescolando bene perché non si formino i
grumi. Continuate la cottura mescolando e aggiungendo il latte se la polenta
risultasse troppo fissa. Versate la polenta cotta in una ciotola di cotto e
servite e i funghi a parte con cui i commensali la condiranno.
Rinunciare alla stella Michelin e vivere felici
In
un mondo in cui l’apparire conta più dell’essere c’è anche chi dice addio alle
stelle Michelin, ma l’aveva fatto Gualtiero Marchesi per primo. L’inglese The Checkers
punta su colazioni, pranzi di lavoro e qualche serata a tema. I titolari di
questo ristorante hanno abbandonato così le cene gourmet per dedicarsi di più
alla famiglia.
giovedì 22 novembre 2018
La ricetta dei cardi fritti al pomodoro
Il
cardo è una tipica verdura autunno-invernale e questa è una ricetta molto
golosa.
Ingredienti
per 4 persone:
4
gambi di cardo da pulire
Acqua
per la pastella qb
Farina
00 per la pastella qb
Sale
Olio
di semi di arachide per la frittura
1
scatola di pomodori pelati
1
cipolla
Olio
extravergine di oliva
Preparazione:
Lavate
e pulite i cardi delle foglie più dure. Preparate la pastella con farina e
acqua e sale fino ad ottenere una pasta liscia e morbida. Tuffatevi dentro i
cardi tagliati a pezzi grossolani e poi friggeteli. A parte preparate un sugo
con una cipolla tritata finemente soffritta nell’ olio extravergine e con il
pomodoro. A cottura ultimata, mettetevi i cardi fritti e mescolate.
mercoledì 21 novembre 2018
Una piccola variazione sul tema
Da quando esistono i social,
ognuno si sente autorizzato a postare le sue foto private e a scrivere di
qualunque cosa, anche se non ne conosce esattamente i termini. Per carità, in
giro per l’Italia, la nazione che più ha dato in termini di Umanesimo e Rinascimento,
ci sono un sacco di persone colte ma anche semplicemente interessate agli
accadimenti quotidiani che seguono attraverso i giornali, la radio e la
televisione (do you rembember: The video
killed the radio star?). Ecco non è andata esattamente così, ma quasi. Il
web ci ha colti di sorpresa e ha rivoltato tutte le carte in tavola. Così
abbiamo assistito alla meteora Renzi, all’arrivo dei 5stelle e al nuovo premier
che abbiamo adesso. Ce la caveremo? C’è chi ne dubita. Ma in fondo non siamo il
popolo di santi, eroi, poeti e navigatori? Ecco, bene, adesso navighiamo in
internet ed è facendo questo che dovremmo stare attenti a scansare le fake
news. Siamo martellati da una valanga di informazioni, vere e o false che
siano, ma ne sappiamo meno di prima. E poi, ci avete fatto caso? Nelle
pubblicità televisive compaiono sempre i bambini, anche se l’Italia invecchia velocemente,
allevando così i consumatori di domani. Alla faccia del Moige e del telefono azzurro.
Piccola postilla: se la Ue non
accetta la nostra manovra non ci comprano più i bond, lo spread sale, le
banche alzano gli interessi e famiglie e imprese non hanno accesso al credito,
se non a costi proibitivi.
lunedì 19 novembre 2018
Insalata di finocchi e arance
Questa è una tipica insalata invernale, adatta a chi vuole non eccedere nelle calorie durante il pranzo di Natale. Io la consiglio al posto dell'insalata di rinforzo della tradizione napoletana, anche se questa è buonissima e ne troverete in rete tante ricette. Questa è più leggera.
Ingredienti per 4 persone:
2 finocchi maschi (quelli tondi adatti ad essere consumati crudi)
2 arance
una manciata di olive nere
olio extravergine di oliva
sale qb
Preparazione:
Mondate e tagliate a listarelle sottili i finocchi. Metteteli in una ciotola capiente ed aggiungetevi le arance sbucciate e tagliate a fette. Denocciolate con l'apposito utensile le olive nere e aggiungetele.
Condite infine con olio e sale.
Risotto al radicchio rosso
In inverno crescono due tipi di radicchio rosso: quello rotondo chioggiotto, della provincia di Venezia (Mestre, Chioggia) e quello lungo e lanceolato di Treviso. Con entrambi si può preparare un ottimo risotto.
Ingredienti per 4 persone:
1 cespo di radicchio (a scelta tra i due)
1 cipolla bianca
sedano
carota
prezzemolo
olio di oliva extravergine
1 bicchiere di vino bianco
2 cucchiai di parmigiano o grana
acqua
1 dado
2 riccioli di burro
Preparazione:
Fate soffriggere nell'olio la cipolla, il sedano, la carota. Aggiungetevi il riso e sfumate con il vino. Mescolate e aggiungetevi il radicchio lavato e tagliato a listarelle sottili. Aggiungetevi il dado e acqua se si è ristretta. Andate avanti a mescolare e ad aggiungere acqua finché il riso sarà cotto e l'acqua del tutto asciugata. Spegnete il fuoco, lasciate riposare. All'ultimo, prima di servire cospargete di burro, prezzemolo e formaggio grattugiato.
Dna del tartufo e riso amaro
Un team di ricercatori ha svelato il Dna del tartufo bianco. Si potranno così svelare le truffe, e anche pensare a coltivarlo. Ma è crisi per il piatto più adatto ad essere condito con una grattata del prezioso tubero: il riso. Questo soffre della concorrenza dei Paesi dell'estremo Oriente, Cambogia ed ex Birmania, da dove arriva a dazio zero. La filiera del riso italiano denuncia le condizioni di lavoro che danno origine ad una forma di sfruttamento che danneggia con concorrenza sleale il prodotto italiano. Il presidente di Coldiretti Moncalvo sarà dunque in questi giorni a Bruxelles per fare pressioni in vista del voto sui dazi del 4 dicembre. Intanto sempre dietro suggerimento di Coldiretti è stato girato il documentario "Rice to love" sullo sfruttamento in Cambogia.
giovedì 15 novembre 2018
La zuppa di cavolo nero
Siamo alle porte dell'inverno ed è tempo di brassicacee, cioè tutte le verdure come cavoli, cavoletti e broccoli, amiche della salute. Una ricetta con una di queste verdure, tanto buona, quanto salutare è la zuppa di cavolo nero.
Ingredienti per 4 persone:
1 cavolo nero
1 busta di minestrone surgelato
1 dado vegetale
10 fette di pane toscano
olio extravergine di oliva
4 cipolle rosse piccole
Preparazione:
Mettere sul fuoco nell'acqua con un dado vegetale un minestrone di verdure surgelato (cercate di scegliere tra quelli in commercio quello più ricco di verdure: fagioli, fagiolini, ceci, carote, sedano, piselli ecc.) insieme al cavolo nero tagliato a pezzetti. Fate cuocere una ventina di minuti. Preparate poi sui piatti una fetta ciascuno di pane toscano (quello senza sale) e versatevi sopra la minestra; ripetete l'operazione per tre strati. Alla fine mettetevi un filo d'olio e mangiate con una cipolla rossa pelata a morsi. Questa zuppa è buona anche il giorno dopo ripassata in padella finché il pane sotto faccia una crosticina e , se ci riuscite, rivoltatela anche in padella come fosse una frittata.
mercoledì 14 novembre 2018
Sicurezza e sostenibilità del cibo
Secondo una recente ricerca Nielsen l'81% dei consumatori ricerca sicurezza, sostenibilità e responsabilità delle aziende che producono prodotti alimentari. In questo senso si stanno muovendo molte società, anche quelle più importanti, per certificare il loro grado di aderenza a questi parametri. E anche gli agricoltori non sono da meno.
Agli inizi di questo mese si è tenuto a Lima, in Perù, il Summit internazionale di GLOBALG.A.P: sicurezza e sostenibilità per più di 400 professionisti del settore agricolo. Per la prima volta in America Latina, vi ha partecipato anche una delegazione italiana, composta da Alessandro Dalpiaz, direttore di Assomela e membro del Board di GLOBALG.A.P, Federico Passarelli, di CSO ITALY e rappresentante del tavolo nazionale di lavoro e Giulia Montanaro del settore melicolo e dell’Associazione Nazionale Le Donne dell’Ortofrutta. Temi discussi: uso dei fitofarmaci, produzione integrata, controllo dei residui, sostenibilità ambientale e sociale delle produzioni, sinergia tra diversi sistemi di certificazione. Per il 2019, l’Italia è stata tra i Paesi più proattivi nella ideazione di proposte di semplificazione dello standard GLOBALG.A.P. (qualità dell’acqua, utilizzo di agrofarmaci e altri monitoraggi). Nella sessione “Women Leadership in Agriculture”, l’ esperienza dell’ Associazione Nazionale Donne dell’Ortofrutta ha alimentato il dibattito sull’empowerment delle donne in Egitto sostenuto dall’USDA (Dipartimento dell’Agricoltura degli Usa) e sui progetti finanziati da grandi aziende del settore agricolo mondiale in diversi Paesi.
Agli inizi di questo mese si è tenuto a Lima, in Perù, il Summit internazionale di GLOBALG.A.P: sicurezza e sostenibilità per più di 400 professionisti del settore agricolo. Per la prima volta in America Latina, vi ha partecipato anche una delegazione italiana, composta da Alessandro Dalpiaz, direttore di Assomela e membro del Board di GLOBALG.A.P, Federico Passarelli, di CSO ITALY e rappresentante del tavolo nazionale di lavoro e Giulia Montanaro del settore melicolo e dell’Associazione Nazionale Le Donne dell’Ortofrutta. Temi discussi: uso dei fitofarmaci, produzione integrata, controllo dei residui, sostenibilità ambientale e sociale delle produzioni, sinergia tra diversi sistemi di certificazione. Per il 2019, l’Italia è stata tra i Paesi più proattivi nella ideazione di proposte di semplificazione dello standard GLOBALG.A.P. (qualità dell’acqua, utilizzo di agrofarmaci e altri monitoraggi). Nella sessione “Women Leadership in Agriculture”, l’ esperienza dell’ Associazione Nazionale Donne dell’Ortofrutta ha alimentato il dibattito sull’empowerment delle donne in Egitto sostenuto dall’USDA (Dipartimento dell’Agricoltura degli Usa) e sui progetti finanziati da grandi aziende del settore agricolo mondiale in diversi Paesi.
martedì 13 novembre 2018
Gli effetti del surriscaldamento del clima
Il surriscaldamento globale ha
effetti nefasti anche sull’agricoltura. Ne ha parlato La Stampa sottolineando
come le aringhe siano in fuga dal sud del Baltico mentre a Colonia (Germania)
si coltivano ulivi e i vigneti arrivano anche all’estremo nord, a Postdam. Per
quanto riguarda l’Italia, in Piemonte questa è stata un’annata scarsa per grano
e orzo, e un calo di nocciole e castagne, mentre ottima è l’annata per vino e mele.
lunedì 12 novembre 2018
"Reporter del Gusto"
Si è conclusa la tredicesima edizione della gara "Reporter del gusto", promossa dall'Istituto Valorizzazione Salumi Italiani. Sette i giornalisti vincitori tra cui due tedeschi (la Germania è infatti il nostro maggiore acquirente estero con un giro d'affari di 160mila mln di euro - +4%- e oltre 16.829 tons). I giornalisti italiani premiati sono Francesco Bianco, Radio Lattemiele; Federica De Denaro, Rai Uno; Angela Frenda, Corriere della Sera; Sonia Peronaci, www.soniaperonaci.it; Andrea Radic, Ansa. Per la stampa estera: Fabian Horac, Merum; Brigitte Menge, Top Magazine. La cerimonia di premiazione si è tenuta presso il ristorante Morelli e per l'occasione lo chef Giancarlo Morelli ha interpretato i salumi italiani con creazioni molto originali: Mini Mac di pasta di salame e composta di cipolla rossa; Casoncello con Branzi, castagne e pancetta dolce; Cappuccino di zucca, spuma di mortadella e mostarda; Cappasanta, lattughino alla brace, limone e salsa alla carbonara; manzo al fieno, scorza nera e prosciutto crudo. Il premio di quest'anno rientra rientra nell'ambito di "Autentico Piacere Europeo", progetto di promozione dei salumi Made in Italy cofinanziato dall'Unione Europea.
giovedì 8 novembre 2018
La ricetta dell’hummus
Questa è una ricetta di origine mediorientale con i ceci.
Ottima dunque per vegani e vegetariani ma non solo.
Ingredienti per 4 persone
400 g di ceci lessati e scolati
1 o 2 cucchiai di succo di limone
6 cucchiai di tahina (semi di sesamo tostati con olio di
sesamo a filo)
1 ciuffetto di prezzemolo
3 spicchi di aglio schiacciati
4 cucchiai di olio extravergine di oliva
Pepe nero
1 pizzico di paprika
Sale qb
Preparazione
Lavate e tritate il prezzemolo. Tagliate a metà gli spicchi di aglio
e privateli della parte interna verde. Schiacciate il tutto e unitelo ai ceci
anch’essi schiacciati. Unite il succo di limone, la tahina, l’olio, la paprika
e il pepe e mescolate bene fino ad ottenere una pasta morbida e liscia. Da servire con
fette di pane azimo o arabo.
Il cambiamento climatico
Se consumassimo per il 90%
della nostra dieta quotidiana legumi come ceci, fagioli, lenticchie (tra poco
più di un mese è Natale), ricchi di proteine, e cereali (come mais, avena,
sorgo), ricchi di carboidrati, abbandonando per 6 giorni alla settimana la
carne e sostituendola anche con del buon formaggio di malga e semi oleosi
(arachidi, noci, nocciole), ne gioverebbe la nostra salute, mettendosi al
riparo dalla obesità e dal colesterolo “cattivo”, ma non solo. Si salverebbero
interi ecosistemi e biodiversità. E forse non dovremmo più assistere a
catastrofi come quelli dell’alluvione di questi giorni nel bellunese. Perché
capre, pecore e vacche lasciate libere di pascolare sulle montagne sono un
ottimo deterrente a questo tipo di eventi e danno un latte, e quindi un
formaggio, migliori, contribuendo a tenere “puliti” i nostri boschi. La pianura
padana è una delle zone più a rischio idrogeologico perché iper antropizzata e più inquinata. E l’inquinamento
non deriva solo dagli scarichi delle automobili e dal riscaldamento delle
caldaie domestiche. Ma anche e soprattutto dai liquami degli allevamenti suini
e dalle emissioni gassose delle mucche. In più, la produzione di una sola bistecca
impiega moltissima acqua. Il cambiamento climatico che ne deriva è uno degli
allarmi più sentiti. Anche e soprattutto dai Millennials e dalla generazione Z,
che esigono prodotti puliti, responsabili della salute dell’uomo e dell’ambiente,
e certificati. Come confermato anche da una ricerca Nielsen che ho già
ricordato su queste pagine.
martedì 6 novembre 2018
Petto di pollo al limone
Ecco una ricetta semplice e poco calorica, ma gustosa, per tutti coloro che vogliono mantenersi in forma senza rinunciare al piacere di un buon piatto.
Ingredienti per 4 persone
2 petti di pollo
1 manciata di pangrattato
1 manciata di grana grattugiato
1 cucchiaio di limone spremuto
sale e olio evo qb
Preparazione
Pulite il pollo e tagliatelo a listarelle. Scaldate in una padella larga un po' di olio di oliva extravergine. Aggiungetevi il pollo e salate. Lasciate cuocere. Aggiungete alla fine il grana, il pane, e il limone e mescolate finché il tutto non sarà amalgamato. Servite caldo come secondo o piatto unico.
Aumenta l'obesità
Quasi il 40% degli italiani
adulti è obeso. Una percentuale molto vicina a quella americana. E ciò
nonostante tutte le campagne a favore di un’alimentazione sana basata sulla
piramide nutrizionale (alla base frutta e verdura da mangiare 5 volte al
giorno, sopra carne bianca e di pesce, e
solo dopo carne rossa -2 volte la settimana – e di suino, compresi gli
insaccati, -1 volta la settimana -, e poi il pane e la pasta). Ma forse i
burger e gli hot dog con patatine piacciono di più.
Zucchero in crisi
L’industria dello zucchero,
scrive La Repubblica, è in crisi. Il mercato è in mano a tre gruppi stranieri.
Quattro pacchetti su cinque vengono dall’estero e ciò mette in pericolo un settore con 3mila
aziende agricole che impiegano 25mila persone. Dopo la fine delle quote, il
prezzo è sceso del -30%, a causa delle importazione dall’estremo oriente. Secondo il nutrizionista Giorgio Calabrese,
e contrariamente a quanto scritto da Milena Gabanelli sul suo Data Room, lo
zucchero non sarebbe nocivo. Una ricerca americana compiuta su 80mila donne
assolve il “grande inquisito” dei tempi moderni dall’accusa di avere una
relazione con obesità, diabete e infarti. A determinare queste malattie
conterebbe di più l’eccesso di calorie.
Gelati proteici ed etichetta trasparente
Come vi sarete accorti anche
voi, comprando al supermercato e guardando la tv, noi consumatori siamo sempre
più attratti da prodotti con attributi specifici. E ciò è confermato anche da
una ricerca Nielsen sul mercato statunitense. L’estate appena trascorsa, per
esempio, ha visto preferire i gelati proteici, specialmente nelle famiglie con
figli da 6 a 10 anni, e i prodotti “puliti”
con etichette trasparenti. Le sole categorie che hanno aumentato i ricavi, di
fronte ad una situazione di crisi globale.
lunedì 5 novembre 2018
Il "prezzo" delle promozioni
Ve ne siete mai accorti? Allora
prendete del tempo per leggere le offerte 3X2 dei volantini pubblicitari dei
supermercati. Penna e carta alla mano fate un raffronto con uno scontrino
vecchio o con quel che vi ricordate di aver pagato in offerta un certo prodotto
e vi renderete conto che i prodotti che sembrano dati in omaggio in realtà non
lo sono del tutto. Perché in occasione di queste offerte, a parità di peso, il
prezzo del prodotto di queste promozioni varia leggermente all’insù. Non faremo
nomi, a voi il piacere (o dispiacere) di scovare i 3X2 in questione J
venerdì 2 novembre 2018
Ricetta pere cotte al cioccolato
Ricetta pere cotte al cioccolato
Questa è la stagione delle pere (e si può scegliere tra williams,
abate, conference, per citare solo le più note). Una ricetta molto golosa per
scaldarci in questo primo autunno già freddo è quella delle pere caramellate riempite di cioccolato e granella di nocciole.
Ingredienti per 4 persone:
4 pere dalla buccia ruggine
Acqua
4 cucchiai di zucchero
cannella
4 cucchiaini di cioccolato fondente fuso in un po’ di latte
Granella di noci
Preparazione:
Lavate le pere e fatele cuocere nell’acqua, zucchero e
cannella. Toglietele dalla pentola rivestite dal manto della caramellatura,
ponetele in un piatto e tagliatele a metà in verticale. Privatele del torsolo
al posto del quale metterete il cioccolato fondente precedentemente fuso nel
latte (ma vanno bene anche la nutella e similari) e sopra cospargete di
granella di noci. Servite tiepide e quelle che restano conservate in frigo per 1 giorno.
La ricetta del castagnaccio
Ingredienti:
300 g di farina di castagne
4 cucchiai di zucchero
1 bicchiere di acqua
2 cucchiai di olio extravergine di oliva
una manciata di uvetta ammorbidita in acqua tiepida
pinoli
noci
mandorle e qualche aghetto di rosmarino
Preparazione:
Impastare la farina di castagne con lo zucchero, incorporandovi l'acqua e l'olio fino ad ottenere una pasta liscia. Stendere su una teglia unta d'olio e cospargere di pinoli, uvetta, mandorle e rosmarino.
Infornare in forno ventilato a 180° per 30 minuti. Servire tiepido.
La farina di castagne all'inizio del secolo scorso era un cibo povero, e così anche il castagnaccio. Oggi, non più: se ne fanno dolci dai costi proibitivi. La crisi della castanicoltura a causa di un cinipide infestante negli ultimi 10 anni ne ha ridotto drasticamente le quantità. Con la lotta integrata biologica si è riusciti poi a far sì che le castagne tornassero nei nostri boschi. Ma la quantità è sempre scarsa, quindi il prezzo è salito.
lunedì 29 ottobre 2018
I drink dei mesi freddi
Con i primi
freddi, arriva la stagione dei cocktail corroboranti, con sostanze caloriche, o
anche caldi, come punch e grog, a base di alcol messo a scaldare con spezie,
zucchero e limone. E la montagna è il luogo ideale dove degustarli.
Composti in genere da un liquore e un’altra sostanza,
alcolica o analcolica, che ne trasforma colore e sapore, i cocktail classici si
dividono in pre e after dinner, cioè aperitivi e digestivi, in quelli che vanno
bene a qualsiasi ora della giornata - cioè sono slegati dal momento del pasto -
e infine in dissetanti e in corroboranti.
I cocktail dei mesi freddi sono
principalmente anche se non esclusivamente, miscelati corroboranti, ossia
sufficientemente calorici - con l’aggiunta di panna, creme, tuorlo d’uovo
oppure vini dolci scaldati con zucchero e spezie - da apportare un supplemento
di energia. La loro gradazione alcolica non è troppo elevata, ma il sapore è
forte e caratteristico dell’ingrediente usato insieme al liquore principale.
Esempi noti di questa categoria di drink sono il Brandy Egg Nog (whisky con uova), il
Bullshot (con brodo), l’Irish Coffee (con caffè e panna).
I grog e punch sono a base di rum, o di
vino, e vengono serviti caldi, in bicchieri di vetro resistente e con manico e
struttura metallici, per consentire un’impugnatura sicura anche in presenza di
liquidi bollenti. In alternativa si può utilizzare anche il bicchiere per Irish
Coffee, che è un calice leggermente bombato, della capacità di circa 180 ml e
il cui gambo consente una presa ottimale senza scottarsi.
Il punch (una parola che nell’inglese di tre o quattro secoli fa vuol
dire cinque, come il numero dei suoi ingredienti: erbe aromatiche, frutta,
zucchero, alcol e fetta di limone) è un digestivo
caldo. ll punch di
frutta è una bevanda classica dei Paesi delle zone, come quelle di montagna,
dai climi freddi che unisce il vino alla frutta secca e ad alcune spezie come
la cannella e i chiodi di garofano.
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punch
giovedì 25 ottobre 2018
La ricetta del cacciucco
Per fare un buon cacciucco ci
vogliono 5 tipologie di pesce, come 5 sono le “C” che compongono il suo nome:
pesce da taglio senza spine, pesce da zuppa con lisca, molluschi con
conchiglia, quelli con i tentacoli e i crostacei.
Preparazione:
Pulire e sfilettare i pesci e
puoi cuocerli in un brodo composto da un fumetto fatto con gli scarti dei pesci,
un fondo di cottura dei molluschi e un altro dei crostacei. Tritare rosmarino,
aglio, sale, pepe e un filo d’olio. Passare delle fette di pane nel trito
aromatico pressandole con le mani e passandole in forno per 6-7 minuti. Ridurle
poi a pezzettini e versarvi sopra il pesce.
Caffè e zucchero ridotti a commodity
I raccolti record dei principali
produttori, Brasile e India, fanno scendere i prezzi di caffè e zucchero nel
mercato mondiale. Ridotti a commodity, come faranno a fare di Starbucks un posto
alla moda? Perché è un luogo di consumo “esperienziale”, con tanto di wireless
e innumerevoli modi di declinare la bevanda in oggetto, facendone una sosta di
puro piacere, con lo zampino di Nestlé che vi vende il suo Nespresso. Ma le
marche di caffè italiane, come per esempio Segafredo Zanetti, rilanciano nei
centri commerciali aprendo delle piccole caffetterie all’interno dei grandi
spazi, anche se il servizio spesso non è all’altezza del brand.
mercoledì 24 ottobre 2018
Ricetta della cheesecake
La cheesecake, letteralmente torta al formaggio, è un dessert
semplice ma molto goloso.
Ingredienti
per 2 bicchieri:
2
fette di pan di spagna o di biscotti al frumento
2 uova per la crema
150 g di zucchero
Latte per la crema al latte qb
4 cucchiai di maizena
150 ml di panna fresca
Marmellata di fragole o nutella o cioccolato per la ricopertura
Preparazione:
Formate la base per la crema
sbattendo le uova con lo zucchero. Mettetele in un pentolino con il latte e la
maizena e mescolate con un cucchiaio di legno fino ad ottenere una crema densa.
Incorporatevi la panna. Nei bicchieri preparate la base mettendovi il biscotto
o la fetta di pan di spagna, poi la crema e infine la guarnizione di
marmellata, nutella o cioccolato. Mettete in frigo e servite freddo.
Ricette con gli asparagi
Alla Fiera di Cesena, dal 16 al
18 ottobre, sarà l’ora dell’asparago, coltivato in campo o in serra. Gli
asparagi si dividono in bianchi (veneti), verdi di Altedo (Bo) e asparagine che
crescono anche spontanee. Quest’anno le previsioni commerciali sono di un
aumento delle vendite, rispetto allo stesso periodo del 2016, piuttosto
consistente. Nell’ultimo anno, infatti, il consumo di asparagi è stato di oltre
24mila tonnellate. Un dato destinato a crescere perché da gennaio ad agosto
siamo già a 22mila 895. Gli asparagi si consumano in genere in due ricette
molto conosciute. Quella con l’uovo all’occhio, dove si intinge la punta dell’asparago
nel rosso dell’uovo oppure con sopra il burro e formaggio grana o parmigiano fusi. Ma
l’asparago bianco è ottimo anche con una salsa di maionese.
La "campagna" delle pere
Nell’aprile scorso, con decreto del
Mipaaf è stato riconosciuto il Consorzio di Tutela della Pera dell’Emilia
Romagna Igp ai sensi della Legge 526/99. E nel mese di luglio è partita la
campagna con la commercializzazione di Carmen e Santa Maria, le due varietà
estive.
Il Consorzio ha acquisito così funzioni
di controllo e vigilanza istituzionali, con attività di assistenza tecnica, di
proposta, di studio, di valutazione economico-congiunturale dell’IGP
(Indicazione di origine protetta), nonché ogni altra attività finalizzata alla
valorizzazione del prodotto sotto il profilo tecnico e dell'immagine.
Collabora, secondo le direttive
impartite dal Ministero, alla tutela e alla salvaguardia della IGP da abusi,
atti di concorrenza sleale, contraffazioni, uso improprio delle denominazioni
tutelate e comportamenti comunque vietati dalla legge.
“Siamo già nel pieno dell’attività
commerciale – dice il Presidente del Consorzio Piergiorgio
Lenzarini – proseguendo con la William e con tutte le varietà autunnali
e la sensazione è quella che ci sia una rinnovata richiesta del prodotto a
origine certificata che si avvantaggia, tra l’altro, della possibilità messa a
punto dal Consorzio, di realizzare azioni di co-labelling sia con brand dei
produttori sia con i distributori.”
Prodotti "puliti"
E’ grande l’interesse oggi per
i prodotti responsabili, equi, etici, ecologici, biologici e sostenibili.
Secondo un rapporto Nielsen effettuato sui beni di largo consumo statunitensi,
i consumatori si orientano preferibilmente su queste scelte soprattutto per
cioccolato, caffè, e prodotti per la cura della persona. Tutti prodotti, non
ultimi i bagnoschiuma e le creme con l’aloe vera, una pianta dagli effetti
medicinali, che provengono dal Nuovo Mondo. L’attenzione è rivolta soprattutto
verso i prodotti “puliti”, cioè quelli con il minor imballaggio possibile, per
la riduzione dei rifiuti che a volte vengono sversati in mare e altre
inceneriti, con le relative problematiche ambientali. Ma si è attenti anche
alle diciture sulle etichette, che i consumatori richiedono più esaustive
possibili, con la lista di tutti i prodotti contenuti e la loro provenienza,
per evitare di andare incontro alle allergie e intolleranze sempre più diffuse.
Ma c’è anche chi chiede sempre di più di mettere in etichetta, per i nostri prodotti, “made in Italy”
anziché un riferimento alla Comunità europea (Ue).
venerdì 19 ottobre 2018
Cibo ordinato sul web
Secondo dati Coldiretti
discussi al Forum Internazionale dell’agricoltura e dell’alimentazione, un italiano
con su tre ordina cibo dal web con un
aumento del 47% rispetto all’anno precedente. E secondo un’indagine Coldiretti/Censis
cambiano anche le abitudini in famiglia dove, nel 20% dei casi, scompare la
tradizione della ricetta unica per lasciare spazio a vere e proprie pietanze
personalizzate a seconda dei gusti o delle esigenze di salute legate a diete e
intolleranze. E la sottoscritta lo può confermare avendo a cena alla stessa
tavola chi mangia il pollo e l’insalata e chi la sogliola con la ratatouille.
In occasione del Forum, consegnati anche gli Oscar Green per le idee più
innovative; tra i progetti premiati quelli dei pelati di mare, le agribibite,
le case di paglia e i tappeti green per gli amici a quattro zampe. Intanto è pronta la legge antiplastica, la
Salvamare, operativa dal 2020, con incentivi a chi riduce gli imballaggi, aiuti
ai pescatori che recuperano la spazzatura e alt a piatti, posate e cannucce
monouso.
E last but not least, cresce l’export di cibo italiano nel mondo, con
l’ortofrutta in testa (4 mld e 660 mln a valore), seguita da vino, carni e
salumi, formaggi e pasta con vendite nei primi otto mesi del 2018, pari a 28
miliardi.
giovedì 18 ottobre 2018
Ricette con le castagne
Sono tornate nei boschi dopo 10 anni di penuria causa un batterio. Adesso si trovano belle e sane e adatte alla cucina creativa.
Gnocchetti
di patate con farina di castagne
Ingredienti per 4 persone:
700 g di patate
150 g di farina di castagne
50 g circa di farina 00 più quella per infarinare
7 porri di Cervere
80 g di Raschera
50 g di Grana
1 uovo e 1 tuorlo
4 cucchiai di latte
1 noce di burro
4 cucchiai di olio
Sale, pepe, noce moscata
Tipo di portata: primi
Esecuzione: facile
Preparazione: 40 minuti
Cottura: 40 minuti
Preparazione:
Lessate le patate con la
buccia poi sbucciatele ancora calde e schiacciatele con lo schiacciapatate.
Appena tiepide impastatele con le due farine, l’uovo, il tuorlo, il Grana,
sale, pepe e noce moscata. Suddividete l’impasto in diversi pezzi, fate rotolare ognuno sotto i palmi
delle mani sulla spianatoia infarinata in modo da formare dei cordoncini poco
più grandi di un dito mignolo, poi tagliateli a tocchetti lunghi 1-1,5 cm.
Passateli poi tra i palmi delle mani in modo da formare tante palline.
Trasferite le palline su un vassoio infarinato utilizzando un raschietto in
plastica. Mondate i porri, lavateli, divideteli in metà e affettateli molto
sottili. Fateli appassire nell’olio a fiamma bassa in un tegame coperto.
Scaldate il burro in una larga padella poi aggiungete il formaggio tagliato a
lamelle sottilissime e il latte. Quando il formaggio inizierà a sciogliersi
iniziate a mescolare con un cucchiaio di legno con movimenti trasversali e non
rotatori per evitare che il formaggio inizi a filare formando una palla.
Intanto, cuocete gli gnocchi in 3-4 tornate in abbondante acqua salata
scolandoli man mano che salgono a galla e mettendoli nella padella contenente
il formaggio fuso. Aggiungete i porri stufati e saltate il tutto.
Riso, latte e castagne
Ingredienti per 4 persone:
300 g di castagne bianche
4 pugni di riso
1 l di latte
acqua qb
sale
Tipo di portata: primi
Esecuzione: facile
Preparazione: 30 min.
Cottura: 30 min.
Predente le castagne bianche
e mettetele a bagno per 12 ore. Toglielete dall’acqua e e mondatele. Mettetele
in una casseruola con mezzo litro d’acqua e portatele a ebollizione per alcuni
minuti. Spegnete il fuococ e. con un cucchiiaio schiacciate parte delle
castagne (contribuiranno a rendere il brodo più denso). Versate nella
casseruola un litro di latte e lasciatelo sul fuoco basso finché non comincia a
bollire. Versatevi il riso e salate a
piacere. Avvenuta la cottura del riso togliete dalla fiamma e servite.
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