Una rondine non fa primavera, certo, ma io oggi ne ho vista una, posata al suolo forse stanca del lungo viaggio. Ed è solo il 20 febbraio. Si vede che la siccità e il lungo inverno senza pioggia né neve al Nord hanno rivoluzionato anche le migrazioni. La mia rondine era proprio bella, col petto bianco e la lunga coda nera all'insù. Adesso aspetterà le sue compagne e si farà un nido tra gli alberi. A me piacerebbe comprare una casettina da mettere sul balcone perché gli uccellini vi trovino riparo, come mi era successo tanti anni fa con un nido di merli che avevano fatto le uova in una pianta sul mio balcone, si erano dischiuse e tutti i giorni il padre o la madre venivano a portare i vermi per pranzo. Un'eperienza davvero commovente di cui ho anche le foto che adesso non trovo più, ma appena le rintraccio le posterò su questo articolo.
"diario sul cibo per chi non crede che il cibo sia cultura ma nutrimento e garantirlo a tutti sarebbe già un bel passo avanti...esistono 'il pane e le rose'…assicuriamo il pane a tutti perché tutti possano avere anche le rose…"
martedì 20 febbraio 2018
martedì 13 febbraio 2018
Crolla il prezzo del riso per gli agricoltori
Il
prezzo del riso resta stabile al dettaglio, ma scende all’ingrosso. Il
Carnaroli perde addirittura il 57%, secondo dati Coldiretti. Pare di essere
tornati al film sulle mondine con Silvana Mangano e al “Signur dalli belli
braghi bianchi fuori li palanchi, fuori li palanchi” la canzone ripresa da
Milva, cantante che ha ricevuto il premio alla carriera in questo ultimo
Festival di Sanremo.
L'ortofrutta italiana guadagna posizioni all'estero
Secondo i dati Coldiretti le
esportazioni di ortofrutta italiana sono cresciute del +2% nell’ultimo anno
raggiungendo quota 5,2 mld. L’aggregazione
per competere sui mercati internazionali ha dato i suoi frutti. Oltre la metà
delle OP (Organizzazioni professionali) nel settore dell’ortofrutta, sono
riunite nello stand - 1.200 mq per più di 50 imprese- di Cso (Centro servizi
ortofrutticoli di Cesena) alla Fiera di Berlino (Fruitlogistica). L’obiettivo è
esportare sempre di più, visto che in questo campo siamo dietro a Spagna e
Olanda. Ma il trend in questi ultimi mesi del 2017, e a partire dal 2014, si è
dimostrato positivo. Il fatturato delle nostre esportazioni è oggi vicino alla
soglia dei 5 mld di euro. Gli acquisti di ortofrutta in Italia fino a novembre
2017 si sono posizionati su circa 7,8 mln di tons, +3% sullo stesso periodo del
2016 per un valore complessivo di 13 mld di euro, anche grazie all’aumento dei
vegani (il 7% della popolazione). L’occasione per confrontarsi e guardare alle
prospettive dell’annata appena iniziata è data dal Fruit&Veg Experience
2018 presentato a Berlino dall’Istituto per il commercio estero (ICE). Unico
dato non positivo è che il volume totale del commercio digitale italiano della
frutta e verdura pesa solo per il 4%, ma la tendenza è espansiva se guardiamo
agli altri mercati. Un settore in cui invece noi italiani andiamo bene è quello
del recupero (550mila tons) di derrate altrimenti destinate al macero.
La grande distribuzione italiana
Cresciuta del +50% nell’ultimo
anno, la vendita 4.0 del food online non decolla e vale solo lo 0,5% del
settore. Anche se grandi catene come Esselunga e Conad si sono attrezzate per
la consegna del cibo a casa. Il boom lo fanno invece i discount come Lidl
(+46%) ed Eurospin (+34%). Crescono anche Conad, Selex ed Esselunga, ai vertici
mondiali per efficienza. Questo secondo un rapporto Mediobanca, ripreso da
Affari e Finanza di Repubblica, che analizza il periodo di grande difficoltà
2012-2016. Nonostante ciò i gruppi della Gdo (grande distribuzione organizzata)
sono ancora indietro come dimensione rispetto per esempio a Francia e Germania.
venerdì 9 febbraio 2018
Chiacchiere per il Carnevale Ambrosiano
Il Carnevale di rito
Ambrosiano a Milano dura fino a sabato grasso. Carnevale in latino voleva dire
carnem levare, cioè levare la carne dai banchetti per prepararsi al successivo periodo di Quaresima. L’Italia è
ricca di dolci per questa festa e ne ha quasi uno per regione. Ecco una ricetta delle chiacchiere del produttore
di farine Molino Pasini .
Ingredienti:
Farina
Chiacchiere Molino Pasini
g 300
Zucchero a velo
g 40
Burro
g 20
vino bianco
ml 25
Marsala
ml 25
Uova
g 120 (2)
Vaniglia
½ stecca
Sale
Chiacchiere Molino Pasini
g 300
Zucchero a velo
g 40
Burro
g 20
vino bianco
ml 25
Marsala
ml 25
Uova
g 120 (2)
Vaniglia
½ stecca
Sale
Olio di arachidi
l 2
l 2
Preparazione:
Su
una spianatoia di legno disporre la farina a fontana, aggiungere il burro a
temperatura ambiente, lo zucchero a velo, le uova, la polpa della
vaniglia o la scorza grattugiata della mezza arancia, il vino, il Marsala e un
pizzico di sale.
Impastare tutti gli ingredienti fino ad ottenere una massa compatta e liscia. Lo stesso procedimento si può ottenere mettendo tutti gli ingredienti in una ciotola e impastando con le fruste elettriche o nell'impastatrice fino a che gli ingredienti non saranno ben amalgamati. Avvolgere il panetto con della pellicola e trasferirlo in frigorifero a riposare per circa 1 ora.
Impastare tutti gli ingredienti fino ad ottenere una massa compatta e liscia. Lo stesso procedimento si può ottenere mettendo tutti gli ingredienti in una ciotola e impastando con le fruste elettriche o nell'impastatrice fino a che gli ingredienti non saranno ben amalgamati. Avvolgere il panetto con della pellicola e trasferirlo in frigorifero a riposare per circa 1 ora.
Trascorso
il tempo stabilito stendere la pasta fino ad ottenere una sfoglia sottile con
spessore di un paio di millimetri, poi tagliare con una rotella ricavando tanti
rettangoli di 8 x 4 cm e praticare due piccoli tagli paralleli al centro di
ciascuno.
Friggere le chiacchiere in olio ben caldo a 175 °C circa, da ambo i lati, fino a che non risulteranno ben dorate. Passarle su carta da cucina. Lasciar raffreddare e disporle su un piatto da portata spolverandole con abbondante zucchero a velo.
Friggere le chiacchiere in olio ben caldo a 175 °C circa, da ambo i lati, fino a che non risulteranno ben dorate. Passarle su carta da cucina. Lasciar raffreddare e disporle su un piatto da portata spolverandole con abbondante zucchero a velo.
giovedì 8 febbraio 2018
I primi 30 anni di Slow Food
Slow Food, il cibo buono,
equo e giusto, arrivato ai 30 anni di vita traccia un bilancio della sua
attività che è avvenuta i primi anni sotto la direzione del fondatore, Carlo
Petrini. L’obiettivo di acquistare cibo dai Paesi terzi, il Sud del mondo, per
aiutarli ad emanciparsi e venderli qui attraverso un circuito di cooperative e
poi pian piano anche attraverso la grande distribuzione – soprattutto caffè,
the e cioccolato – ha dato i suoi frutti ma solo in parte. Un’economia
veramente solidale in pratica non esiste. Europa ricca con orti in città e
resto del mondo con le sue monocolture non reggono l’impatto: adesso abbiamo
Paesi poveri i cui abitanti mangiano hamburger ed esportano i cibi che noi
consideriamo buoni ed equi a prezzi elevatissimi e non solo per il consumatore
finale ma anche a prezzi sociali che significano drenare e inquinare acqua
della foresta amazzonica. E rendere “ricchi” i Paesi del sud est asiatico
soltanto nel risvolto peggiore della postmodernità e cioè inquinamento di aria,
acqua e drenaggio di tutte le risorse disponibili per inviare qui da noi
prodotti esotici e anche quelli che noi chiamiamo nutraceutici ma lavorati a
caro prezzo.
Il braccialetto di Amazon...
... e la perdita dei diritti dei lavoratori. Una volta erano le mamme dei
bimbi a doversi incaricare di portare la carta igienica a scuola e di pensare
anche alla mensa, dando ai bambini la “schiscetta”, come si chiama in Lombardia
la vaschetta contenente il pranzo non fidandosi delle cucine interne. Adesso
tocca agli adulti, che sul posto di lavoro sembrano non avere più niente, se
non il braccialetto elettronico escogitato da Amazon per controllare le ore
effettivamente lavorate e i robot per colleghi. Peggio di così …
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