giovedì 31 dicembre 2020

Una riflessione sul cambiamento climatico e le risorse idriche che scarseggiano

Domani sarà il primo giorno del nuovo Anno che auguro sereno a tutti quelli che mi hanno fatto gli auguri via mail e anche ai miei lettori. Un anno, soprattutto, che porti via la minaccia della pandemia, con tutta la popolazione vaccinata entro l'estate (e pochi e isolati no vax). Lascio indietro il più che pessimo 2020 con le considerazioni che vi propongo in questo post, anche in considerazione del fatto che come blogger mi sono sempre proposta quale critica della (in)civiltà dei consumi e come fautrice di un modo più equilibrato di lasciare la nostra impronta sul pianeta che ci ospita (e che adesso non ce la fa più). 

Il surriscaldamento globale, con le conseguenze sul meteo, come l’aumento di CO2, il buco nell’ozono e la tropicalizzazione del clima, ha effetti nefasti non solo per l’aria che respiriamo e sulle specie viventi, ma anche sulla nostra principale fonte di sostentamento: la terra.

In questo quadro è cosa nota la corsa alla de carbonizzazione dell’energia. Che in Italia si prevedeva avvenire entro il 2025, poi il 2030 e adesso il 2050. Così la terza rivoluzione industriale è affidata al New Green Deal. Che parte dalla consapevolezza dei Paesi a vocazione agricola ed esportatrice. Come il nostro. Che con la sua grande biodiversità, con il primato nel biologico, seconda solo agli Usa, e con le sue oltre 200 Dop e Igp nei prodotti alimentari, può fare la differenza nell’ Unione Europea.

Al cui interno, con lo scambio  di conoscenze anche in campo energetico, si è arrivati a produrre energia alternativa. Proveniente da fonti rinnovabili non fossili: “energia eolica, solare, aerotermica, geotermica, idrotermica, oceanica, idraulica, biomassa, gas di discarica, gas residuati dai processi di depurazione e biogas”, come si legge sul sito www.enea.it. Anche se non tutta di questa è pulita: gas di discarica e gas residuati dai processi di depurazione, per esempio, sono la nuova frontiera delle ecomafie.

In base a teorie ormai largamente condivise, verificate con metodo sperimentale, la temperatura sul nostro pianeta si sta alzando di qualche grado di troppo. Per esempio in Australia e in Siberia, quest’ultima simbolo, quando se ne deportavano gli oppositori di Stalin, di temperature più che ampiamente sotto lo zero, e che adesso stanno letteralmente bruciando.

Si alzano così i livelli dei mari, scompaiono larghi tratti di costa, laghi e fiumi diventano salati. Il Mediterraneo, culla della nostra civiltà, esonda. Sarà arrivato il momento di prefigurare un “nuovo comunismo della solidarietà”, invocato dal filosofo cristiano ateo come me, Slavoj Zizek in Virus, Ponte alle Grazie, 28 pp., 3.99 euro, e-book, 2020, dettato anche dalla necessità di combattere il Covid-19? Esempi di conversione ad un’economia verde già esistono.

Come quelli, oltre ai pannelli solari e le contestatissime pale eoliche, dei sottoprodotti dell’ agricoltura. Mentre l’azienda del pomodoro Mutti, per esempio, ha inaugurato nei mesi scorsi la sua Instafactory, un impianto mobile di lavorazione sui campi del prodotto che lo coglie nell’istante esatto della sua maturazione.

Mentre però si stanno sperimentando tutte queste soluzioni intelligenti per un’agricoltura più sana, si dimentica, o si fa finta di dimenticare che i prodotti che portiamo in tavola sono raccolti dagli “ultimi della terra”. Immigrati che vivono in condizioni insostenibili e vengono pagati pochissimo, mentre il frutto del loro sudatissimo e non riconosciuto a livello sindacale lavoro, ma solo dalle leggi del caporalato, viene rivenduto nella grande distribuzione organizzata e dall'e commerce, da cui adesso siamo dipendenti perché il cibo è l’unico acquisto essenziale che ci fa uscire di casa anche con la pandemia, a prezzi molto più alti del costo. Il ricavato va a rimpinguare le loro casse e mette poveri contro poveri. Cioè gli immigrati sottopagati contro i pensionati che si possono permettere solo prodotti sottocosto. 

 

 

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I tanti perché del calo del vino spumante

Con il crollo dell’horeca causa lockdown e Brexit, l’anno 2020 del vino italiano si sta per chiudere con il risultato economico peggiore degli ultimi 30 anni, dopo gli ultimi 6 di grande crescita soprattutto per le bollicine made in Italy, diventate le più prodotte, le più esportate e le più consumate nel mondo. Furono 75/76 mln i tappi volati lo scorso anno, saranno 66/67 oggi (-11,8% in media).

Secondo il direttore di Osve Ceves, Osservatorio Vini Spumanti, Giampietro Comolli oggi, e ancor più con la Brexit, molti sono i temi da dirimere sul tavolo della ministra del Mipaaf Teresa Bellanova. “Per il vino in particolare – dice – è fondamentale che tutti i decreti legge leghino in modo indissolubile l’erogazione di fondi alla certificazione, alla designazione in etichetta, al controllo qualità, alla sostenibilità di impresa”. Che è quanto dire fare dell’economia circolare anche sui vini. E continua: “qualsiasi euro pubblico erogato deve essere garantito dalla eco sostenibilità produttiva, di trasformazione, industriale, dei trasporti e della distribuzione commerciale, previo recupero dei fondi elargiti più una mora-sanzione alta.”

“Per esempio – osserva ancora - perché i 10 mln di euro che saranno destinati alla conservazione in botte, non vengono collegati con fattori di sostenibilità in cantina e in vigna e assegnati in base ai volumi delle certificazione Dop e Igp, rispettivamente denominazione e indicazione di origine protetta, e alla corretta dicitura in etichetta, invece che solo per l’ unica finalità aperta anche a chi acquista vino sfuso?”

Il brindisi di questo fine anno sarà virtuale, con consumi che abbandonano l’horeca, il più colpito dalla pandemia, mentre le bollicine domestiche non crollano. Oltre ai consumi tra le mura di casa, visto che non ci si può spostare, gli spumanti tengono anche come regalo. 

Diverse motivazioni, oltre ai lockdown, hanno inciso in modo determinante sul crollo di volumi e valori, pur facendo registrare nei primi 2 mesi dell’anno un risultato eccezionale con un +13% in valore e un +9% in volumi nell’export (anche in Uk). Purtroppo i dati relativi alle spedizioni e distribuzione in Italia degli ultimi mesi di consegne (ottobre-novembre) sono i più bassi di sempre. La previsione di un semi lockdown , si è avverato. Con le chiusure, seppur mirate, il settore horeca resta il più colpito, subito dopo il turismo e l’arrivo di stranieri in Italia, anche per le feste di fine anno, in grandi città d’arte e nelle stazioni sciistiche.

Solo negli ultimi 30 giorni dell’anno,” registriamo – conclude Comolli - un danno alla produzione di vini spumanti di € 60 mln/euro e un danno al consumo di oltre € 150 mln/euro. Un gap così alto fra produzione e consumo che deve far riflettere. Da qui il dato della perdita di circa 5 mld/euro di mancata spesa degli italiani e dei turisti che non ci sono, che vengono in Italia (2 su 3 adulti) soprattutto per l’enogastronomia. Un asset nazionale, quello eno-alimentare-gastronomico, che forse non è stato ancora collocato nella giusta dimensione e valore per il Paese Italia. Un danno reale che va ben oltre i ristori promessi e non ancora arrivati. Boom solo per l’e- commerce e la Gda, dove però sono stati svelati alcuni “trucchi”: per esempio perché la stessa bottiglia costava 19,90 euro prima del lockdown e 9,90 oggi che se ne vende meno? 

 

 

 

 

 

 

  

giovedì 24 dicembre 2020

Menu per le Feste facili e leggeri

Ormai abbiamo tutti poco tempo per stare in cucina ed è anche difficile che le ricette si tramandino di nonni in nipoti. Così furoreggiano i blog di consigli gastronomici. Io mi limito a considerare che questo Natale tanto difficile causa Covid, con tante famiglie che hanno perso i propri cari non sia proprio il caso di festeggiare. Quindi avrò con me solo due persone e soltanto per un veloce tè con panettone e tiramisù il pomeriggio del 25. Per il resto mi limiterò, la sera della vigilia, a qualche tartina con gamberetti e gelatina e insalata russa (il tutto già pronto), e una spaghettata con aglio, olio e acciughe sottolio con secondo di formaggio gorgonzola e noci. Più la per me classica fetta di pandoro che preferisco al panettone. Come si vede una cena vegetariana che mette d'accordo tutti. A pranzo il giorno dopo consiglio un lesso di pollo con maionese, mostarda e senape. E di primo il brodo con tortellini ripieni di carne. Non vegetariano o vegano ma leggero. Come frutta secca, le noci, che secondo alcuni farebbero bene al cervello (avete mai notato come un gheriglio di noce assomigli alla struttura del nostro cervello?). La sera di Capodanno riciclerò tutti questi avanzi e il primo dell'anno mi limiterò al cotechino con lenticchie (le lenticchie secondo me vanno cotte in poco olio con un soffritto di cipolla, carota e sedano, senza pomodoro e sale qb.). Il tutto innaffiato con spumante dolce perché il dolce va con dolce e non con i vari brut, sec, demi sec etc. Buone Feste e un Anno Nuovo da vaccinati e sereni. 

venerdì 18 dicembre 2020

Ricette natalizie con il pecorino Dop

Quasi inutile dirvi che il pecorino è il formaggio per eccellenza. Non per niente si chiama volgarmente cacio ed è noto il detto: "come il cacio sui maccheroni". Quando le famiglie italiane erano povere e vivevano alle estreme periferie delle città, la pasta condita con pomodoro e formaggio era quasi l'unico piatto da mettere in tavola. Famosa a questo proposito la gag di Totò in Miseria e Nobiltà. Oggi che ci siamo scrollati di dosso l'appellativo di confini dell' Impero, possiamo permetterci ricette elaborate e nutrienti, come queste che il Consorzio della Dop, Denominazione di origine protetta, vi propone.

Antipasto: Pecorino Sardo Dolce DOP grigliato, miele e noci

INGREDIENTI PER 4 PERSONE

·         6 fette di Pecorino Sardo Dolce DOP

·         miele di acacia q.b.

·         gherigli di noci q.b.

·         pane rustico a fette

 PREPARAZIONE

Tostate il pane in padella o in forno a 200°.

Tagliate a fette o spicchi il formaggio pecorino, poi cuocetele sulla griglia calda. Quando le fette inizieranno a filare, trasferitele sul pane. Irrorate con miele e distribuite i gherigli di noci.

 Primo: Crêpes con arcobaleno di verdure e Pecorino Romano DOP

INGREDIENTI PER 4 PERSONE

Per le crêpes:

·         120 g di farina

·         40 g di burro fuso

·         2 uova

·         200 g di latte

Per la farcia:

·         200 g di ricotta

·         200 g di carote

·         150 g di zucchine

·         200 g di patate

·         100 g di piselli

·         100 g di piselli

·         80 g di Pecorino Romano DOP

·         panna da cucina q.b.

·         sale, pepe

·         30-40 g di burro

 PREPARAZIONE

Crêpes: sbattete le uova con la farina e 3 cucchiai di latte, poi, quando la pastella sarà liscia, aggiungete il resto del latte. Salate e lasciate riposare il composto per 30-40 minuti.

Scaldate una padellina antiaderente con poco burro, versate due mestolini di pastella, ruotate la padella per far scivolare l’impasto su tutto il fondo e cuocete la crêpe da ambo i lati. Proseguite nella cottura delle crêpes fino ad esaurire la pastella.

Farcia: tagliate a cubetti le verdure e cuocetele a vapore.

Lavorate la ricotta con il Pecorino Romano, unite qualche cucchiaio di panna, controllate la sapidità e pepate a piacere. Aggiungete le verdurine (a parte un cucchiaio) e miscelate.
Allineate le crêpes sul piano di lavoro e farcitele. Arrotolatele e adagiatele in una teglia da forno imburrata. Distribuite qualche fiocchetto di burro, le verdurine tenute da parte, una spolverata di Pecorino Romano grattugiato e cuocete in forno preriscaldato a 190° per 20-22 minuti circa.

 

Secondo: Fonduta al Fiore Sardo DOP

INGREDIENTI PER 4 PERSONE

·         300 g di Fiore Sardo DOP grattugiato

·         140 g di panna fresca

·         100 g di latte

·         noce moscata, pepe nero

·         2 tuorli

·         pane tostato per servire

PREPARAZIONE

Ponete per 4 ore il Fiore Sardo grattugiato a bagno nel latte con 100 g di panna. Trasferite il composto in una casseruola con la panna rimasta, poi su fiamma moderata fondete il formaggio mescolando continuamente. Appena la fonduta sarà omogenea, allontanate dal calore, aggiungete i tuorli e versate la fonduta nell’apposito pentolino. Profumate con la noce moscata e un pizzico di pepe e servite con i crostini di pane tostato.





Ricette con la mortadella Igp per Natale

Non occorre essere un'attivista militante come me contro le sofferenze inflitte agli animali negli allevamenti intensivi, per disdegnare di assaggiare ogni tanto una buona fetta di mortadella Igp. Faccio infatti un atto di fede nel credere che questo salume, che si fregia dell'Indicazione geografica protetta, sia allevato nel più pieno rispetto dei diritti degli animali. E vi propongo queste sue ricette natalizie.   

ALBERO DI NATALE CON MORTADELLA BOLOGNA

Ingredienti:

Pasta sfoglia, 1 confezione 

Mortadella Bologna IGP, 200 g 

Pomodorini, 500 g 

Formaggio a fette, 100 g

Preparazione: 

Stendete la pasta sfoglia e rivestitela con la mortadella ed il formaggio. Tagliatela a strisce

alte circa 3 centimetri ed avvolgete con ciascuna striscia un pomodorino.

Disponete i rotolini che avrete ottenuto in una teglia, posizionandoli in modo da ottenere la forma di un alberello. Mettete in forno preriscaldato a 200 gradi e cuocete per circa 20 minuti o fino a quando non risulterà ben dorato.

 

TRONCHETTO DI NATALE CON MORTADELLA BOLOGNA IGP

Ingredienti: 

Pane a fette da tramezzini senza crosta,

500 g 

Mortadella Bologna IGP, 300 g 

Formaggio spalmabile, 500 g 

Pepe rosa e pistacchi per guarnire

Preparazione: 

Affiancate le fette di pane per tramezzini per ottenere una superficie unica, spalmatela con il formaggio e adagiatevi le fette di Mortadella Bologna. Arrotolate ottenendo un cilindro. Spalmatelo con il formaggio e decorate con il pepe rosa ed i pistacchi.

  

ROLLE’ DI TACCHINO CON MORTADELLA BOLOGNA IGP

Ingredienti: 

Fesa di tacchino in una fetta, 600 g

Mortadella Bologna IGP, 300 g

Castagne lesse, 1 confezione 

Formaggio grana, 100 g

Preparazione:

Stendete la fesa di tacchino su un tagliere, adagiatevi le fette di Mortadella Bologna, il formaggio grattugiato e le castagne, conservandone alcune.

Arrotolate con cura e legate il rotolo ottenuto con spago alimentare. Mettete dell’olio in una padella con una foglia di alloro e fate rosolare il rotolo di tacchino da tutti i lati. Stufate con vino bianco e cuocete per circa 50 minuti.



lunedì 14 dicembre 2020

La torta caprese

La torta caprese è un dolce molto goloso quanto (relativamente) poco calorico perché non contempla tra i suoi ingredienti la farina (come la torta di cioccolato del dottor Mozzi). Ed è per questo adatta anche ai celiachi, cioè agli intolleranti al glutine contenuto nelle proteine del grano. Prende il suo nome dall’isola di Capri dove fu inventata dal pasticciere Cosimo di Fiore negli anni Venti del secolo scorso. Le uniche sue fonti altamente caloriche sono le mandorle sgusciate e finemente tritate (200 g) da mescolare con 200 g di burro ammorbidito (tenetelo fuori dal frigorifero per mezz’ora), 150 g di cioccolato fondente, i tuorli di 4 uova e 150 g di zucchero extrafino, più un pizzico di sale. A parte montate gli albumi delle 4 uova a neve e incorporateveli delicatamente lavorando con il mestolo da sotto in su, senza far sgonfiare troppo l’impasto. Imburrate e infarinate una tortiera di 18-10 cm e infornate a forno già caldo a 180°C per 45 minuti. Mettete a raffreddare su una graticola: questo è l’ultimo tocco perché la torta non si inumidisca. Coprite di una manciata di mandorle tritate e sgusciate e di zucchero a velo. 

giovedì 10 dicembre 2020

Polletti amburghesi e cavoletti di Bruxelles

Oggi vi propongo una ricetta che ha il sapore di altri tempi. Chi si ricorda infatti i galletti amburghesi e i cavoletti di Bruxelles? I poletti sono ottimi arrosti, il procedimento è quello del pollo arrosto, o fritti, idem. Oppure alla cacciatora, preparando un fondo di olio aglio, sedano, cipolla, carota tritati. Si fanno poi rosolare e si aggiunge un cucchiaio di polpa di pomodoro. Lasciare cuocere fino a cottura ultimata perché la carne bianca va cotta bene. I cavolini di Bruxelles vanno ripassati in una padella al burro, dopo averli mondati e lavati. 

mercoledì 9 dicembre 2020

Prezzi al rialzo per il cibo

In questi tempi di lockdown gli italiani hanno speso di più generi alimentari, cibo e bevande. Soprattutto pasta e ortofrutta. Secondo una ricerca Enpaia e Censis la spesa domestica alimentare è  crescita del 2,3% con il traino di alcuni prodotti: pasta (+12%), riso (+16%), birra (+16,2%). E sono tornati alla ribalta i piccoli negozi di prossimità, con il + 31%. Per i ristoranti si è registrato invece un crollo del 40%. Tutto questo induce alcuni a pensare che il governo non abbia fatto abbastanza o si sia mosso in modo sbagliato. Ma una pandemia è una pandemia e, al netto di quanto ci dicono i virologi che spuntano da ogni dove, non si scappa. Piuttosto dovremmo considerare il fatto che i generi alimentari sono molto cresciuti di prezzo e la grande distribuzione se ne è forse approfittata. E che i ristoranti non hanno forse guadagnato abbastanza negli anni addietro, senza in tanti casi fatturare, da non poter adesso far fronte per un po', con quello che hanno incassato prima, a questa catastrofe?  

martedì 1 dicembre 2020

Raro impollinatore lucertola scoperto in Sudafrica

Già nel 2017,  due scienziati, frequentando un seminario sulle montagne in Sudafrica si erano imbattuti in un fiore estremamente denso di profumo e nettare. E si erano chiesti, saranno uccelli, saranno api ad impollinarlo? Quest’anno, a tarda notte, mentre scaricavano i dati dalle trappole fotografiche per una ricerca sulle birre, la candidata al dottorato Ruth Cozien e suo marito Dr Timo van der Niet hanno visto una lucertola falesia di Drakensberg (Pseudocordylus subviridis) visitare questo fiore noto con il nome di Guthriea capensis, e comunemente conosciuto come "il fiore nascosto". Nei giorni successivi, hanno catturato altri filmati di lucertole che infilavano i loro beccucci in profondità nei fiori per il nettare. Questa è la seconda pianta al mondo conosciuta per usare i rettili come impollinatori primari, e la prima a farlo in Africa. "Molta scienza è solo una gran fatica. Ma momenti come questo rendono tutto utile", ha affermato dopo la scoperta la scienziata botanica Sandy-Lynn Steenhuisen.