giovedì 21 marzo 2013

A Milano, si apre Convivium Lab

Tra ieri e oggi si inaugura a Milano, in Corso Magenta 46, Convivium Lab, nuovo spazio per eventi, set fotografico, studio per la realizzazione di video, dedicato alla cucina. La scelta della sede non e' casuale, visto che a quell'indirizzo si trova Magentabureau, l' ufficio stampa delle pierre Elisa Zanotti ed Elisa Pella, che si occupa da tempo di celebri protagonisti dell'area gourmet, rappresentando soprattutto le relazioni esterne di Identità Golose, il Congresso di cucna d'autore ideato, e portato avanti dal lontano 2005 ogni anno nelle più prestigiose sedi fieristiche milanesi, da Paolo Marchi. Queste le foto scattate ieri, dopo il buffet, che è stata l'occasione per una dimostrazione pratica di cucina dello chef Enrico Cerea, del ristorante stellato "Da Vittorio" di Brusaporto (Bg), e che ripeterà la sua performance anche oggi. Alle amiche i nostri auguri di riuscita della loro, e di tutto lo staff, iniziativa. Un Convivium Laboratorio di Cucina, aperto da un'associazione culturale, ma da non confondere con Convivium Lab, è attivo a Civita Castellana (Vt) ed è questo che trovate ora in rete se googlate Convivium Laboratorio, nell'attesa che  il nuovo spazio milanese trovi i suoi spazi in internet, oltre che sul sito dei fondatori stessi, www.identitagolose.it, dove ora trovate illustrata la sua organizzazione in corsi di cucina con il valore aggiunto dell'alta tecnologia.





venerdì 8 marzo 2013

8 marzo: il dolore delle donne

Quando studiavo storia della nascita del capitalismo e del movimento operaio che ne seguì, due furono i passaggi che mi colpirono. La teoria del pluslavoro di Marx e il momento storico, diverso nei vari Paesi europei (da noi fu solo dopo la seconda guerra mondiale) in cui le donne ottennero il diritto di voto. Grazie alla lotta delle "suffraggette", movimento borghese attivo in Inghilterra, la più antica democrazia del mondo, e la nascita del proletariato femminile, con il lavoro anche delle donne nelle fabbriche.
Alle operaie di quell'epoca è dedicata la Festa delle Donne, oggi, 8 marzo, giorno in cui più di cento anni le fabbriche fecero le prime vittime sul lavoro su "scala industriale" (c'è chi ricorda un incendio in una fabbrica in Inghilterra, chi in America, chi 19 donne morte, chi più di cento ecc.). Ma il ricorrere di qusti eventi assunse valore simbolico presso il proletariato e  fu l'Internazionale Socialista a istituire questa giornata. Da lì e fine all'estensione del diritto delle donne al voto e di partecipare alla vita politica, cioè fino al secondo dopoguerra, la questione femminile fu quella dei diritti civili (e di quelli familiari riguardo alla possibilità di ereditare in maniera uguale rispetto ai fratelli).
Con la nascita del femminismo alla fine degli anni Sessanta si pose la questione dell'eguaglianza rispetto ai mariti e in Italia intervenne a definire la questione il nuovo Diritto di Famiglia del 1975 che sancì la parità dei due genitori nell'educazione dei figli e nella possibilità, anche per la donna, di diventare capofamiglia. La legge sul divorzio, inoltre, tutelava la parte debole con il diritto della donna a salvaguardare dopo la separazione lo stesso tenore di vita che aveva durante il matrimonio.
Oggi in Italia siamo arrivati al punto che sappiamo: il femminicidio. Ogni altra mia parola su questa attuale situazione sarebbe superflua. Tutti ne parlano da anni e oggi ne sentiremo parlare ancora di più. Ma non si sa ancora come metterne un argine. Contiamo sull'alta percentuale, oltre il 30%, di donne nel nuovo Parlamento. Da tenere d'occhio, mi dice una mia amica insegnante di lettere nella scuola superiore, il movimento Femen, ma io non ne so molto. Certo è che le atrocità cui è giunta la violenza sulle donne, e che le ha escluse storicamente da sempre dalla parità sul lavoro,  ha assunto porporzioni enormi. Più che tenere d'occhio, urge non distogliere entrambi gli occhi.