lunedì 29 ottobre 2018

I drink dei mesi freddi


Con i primi freddi, arriva la stagione dei cocktail corroboranti, con sostanze caloriche, o anche caldi, come punch e grog, a base di alcol messo a scaldare con spezie, zucchero e limone. E la montagna è il luogo ideale dove degustarli.

Composti in genere da un liquore e un’altra sostanza, alcolica o analcolica, che ne trasforma colore e sapore, i cocktail classici si dividono in pre e after dinner, cioè aperitivi e digestivi, in quelli che vanno bene a qualsiasi ora della giornata - cioè sono slegati dal momento del pasto - e infine in dissetanti e in corroboranti.

I cocktail dei mesi freddi sono principalmente anche se non esclusivamente, miscelati corroboranti, ossia sufficientemente calorici - con l’aggiunta di panna, creme, tuorlo d’uovo oppure vini dolci scaldati con zucchero e spezie - da apportare un supplemento di energia. La loro gradazione alcolica non è troppo elevata, ma il sapore è forte e caratteristico dell’ingrediente usato insieme al liquore principale. Esempi noti di questa categoria di drink sono il Brandy Egg Nog (whisky con uova), il Bullshot (con brodo), l’Irish Coffee (con caffè e panna).

I grog e punch sono a base di rum, o di vino, e vengono serviti caldi, in bicchieri di vetro resistente e con manico e struttura metallici, per consentire un’impugnatura sicura anche in presenza di liquidi bollenti. In alternativa si può utilizzare anche il bicchiere per Irish Coffee, che è un calice leggermente bombato, della capacità di circa 180 ml e il cui gambo consente una presa ottimale senza scottarsi.

Il punch (una parola che nell’inglese di tre o quattro secoli fa vuol dire cinque, come il numero dei suoi ingredienti: erbe aromatiche, frutta, zucchero, alcol e fetta di limone) è un digestivo caldo. ll punch di frutta è una bevanda classica dei Paesi delle zone, come quelle di montagna, dai climi freddi che unisce il vino alla frutta secca e ad alcune spezie come la cannella e i chiodi di garofano.


giovedì 25 ottobre 2018

La ricetta del cacciucco


Per fare un buon cacciucco ci vogliono 5 tipologie di pesce, come 5 sono le “C” che compongono il suo nome: pesce da taglio senza spine, pesce da zuppa con lisca, molluschi con conchiglia, quelli con i tentacoli e i crostacei.

Preparazione:

Pulire e sfilettare i pesci e puoi cuocerli in un brodo composto da un fumetto fatto con gli scarti dei pesci, un fondo di cottura dei molluschi e un altro dei crostacei. Tritare rosmarino, aglio, sale, pepe e un filo d’olio. Passare delle fette di pane nel trito aromatico pressandole con le mani e passandole in forno per 6-7 minuti. Ridurle poi a pezzettini e versarvi sopra il pesce.

Caffè e zucchero ridotti a commodity


I raccolti record dei principali produttori, Brasile e India, fanno scendere i prezzi di caffè e zucchero nel mercato mondiale. Ridotti a commodity, come faranno a fare di Starbucks un posto alla moda? Perché è un luogo di consumo “esperienziale”, con tanto di wireless e innumerevoli modi di declinare la bevanda in oggetto, facendone una sosta di puro piacere, con lo zampino di Nestlé che vi vende il suo Nespresso. Ma le marche di caffè italiane, come per esempio Segafredo Zanetti, rilanciano nei centri commerciali aprendo delle piccole caffetterie all’interno dei grandi spazi, anche se il servizio spesso non è all’altezza del brand.  

mercoledì 24 ottobre 2018

Ricetta della cheesecake


La cheesecake, letteralmente torta al formaggio, è un dessert semplice ma molto goloso. 

Ingredienti per 2 bicchieri:

2 fette di pan di spagna o di biscotti al frumento

2 uova per la crema

150 g di zucchero

Latte per la crema al latte qb

4 cucchiai di maizena

150 ml di panna fresca

Marmellata di fragole o nutella o cioccolato per la ricopertura

Preparazione:

Formate la base per la crema sbattendo le uova con lo zucchero. Mettetele in un pentolino con il latte e la maizena e mescolate con un cucchiaio di legno fino ad ottenere una crema densa. Incorporatevi la panna. Nei bicchieri preparate la base mettendovi il biscotto o la fetta di pan di spagna, poi la crema e infine la guarnizione di marmellata, nutella o cioccolato. Mettete in frigo e servite freddo.



 

Ricette con gli asparagi


Alla Fiera di Cesena, dal 16 al 18 ottobre, sarà l’ora dell’asparago, coltivato in campo o in serra. Gli asparagi si dividono in bianchi (veneti), verdi di Altedo (Bo) e asparagine che crescono anche spontanee. Quest’anno le previsioni commerciali sono di un aumento delle vendite, rispetto allo stesso periodo del 2016, piuttosto consistente. Nell’ultimo anno, infatti, il consumo di asparagi è stato di oltre 24mila tonnellate. Un dato destinato a crescere perché da gennaio ad agosto siamo già a 22mila 895. Gli asparagi si consumano in genere in due ricette molto conosciute. Quella con l’uovo all’occhio, dove si intinge la punta dell’asparago nel rosso dell’uovo oppure con sopra il burro e formaggio grana o parmigiano fusi. Ma l’asparago bianco è ottimo anche con una salsa di maionese.

La "campagna" delle pere


Nell’aprile scorso, con decreto del Mipaaf è stato riconosciuto il Consorzio di Tutela della Pera dell’Emilia Romagna Igp ai sensi della Legge 526/99. E nel mese di luglio è partita la campagna con la commercializzazione di Carmen e Santa Maria, le due varietà estive.

Il Consorzio ha acquisito così funzioni di controllo e vigilanza istituzionali, con attività di assistenza tecnica, di proposta, di studio, di valutazione economico-congiunturale dell’IGP (Indicazione di origine protetta), nonché ogni altra attività finalizzata alla valorizzazione del prodotto sotto il profilo tecnico e dell'immagine.

Collabora, secondo le direttive impartite dal Ministero, alla tutela e alla salvaguardia della IGP da abusi, atti di concorrenza sleale, contraffazioni, uso improprio delle denominazioni tutelate e comportamenti comunque vietati dalla legge.

“Siamo già nel pieno dell’attività commerciale –  dice il Presidente del Consorzio Piergiorgio Lenzarini – proseguendo con la William e con tutte le varietà autunnali e la sensazione è quella che ci sia una rinnovata richiesta del prodotto a origine certificata che si avvantaggia, tra l’altro, della possibilità messa a punto dal Consorzio, di realizzare azioni di co-labelling sia con brand dei produttori sia con i distributori.”

Prodotti "puliti"


E’ grande l’interesse oggi per i prodotti responsabili, equi, etici, ecologici, biologici e sostenibili. Secondo un rapporto Nielsen effettuato sui beni di largo consumo statunitensi, i consumatori si orientano preferibilmente su queste scelte soprattutto per cioccolato, caffè, e prodotti per la cura della persona. Tutti prodotti, non ultimi i bagnoschiuma e le creme con l’aloe vera, una pianta dagli effetti medicinali, che provengono dal Nuovo Mondo. L’attenzione è rivolta soprattutto verso i prodotti “puliti”, cioè quelli con il minor imballaggio possibile, per la riduzione dei rifiuti che a volte vengono sversati in mare e altre inceneriti, con le relative problematiche ambientali. Ma si è attenti anche alle diciture sulle etichette, che i consumatori richiedono più esaustive possibili, con la lista di tutti i prodotti contenuti e la loro provenienza, per evitare di andare incontro alle allergie e intolleranze sempre più diffuse. Ma c’è anche chi chiede sempre di più di mettere in etichetta, per i nostri prodotti, “made in Italy” anziché un riferimento alla Comunità europea (Ue).

venerdì 19 ottobre 2018

Cibo ordinato sul web


Secondo dati Coldiretti discussi al Forum Internazionale dell’agricoltura e dell’alimentazione, un italiano con  su tre ordina cibo dal web con un aumento del 47% rispetto all’anno precedente. E secondo un’indagine Coldiretti/Censis cambiano anche le abitudini in famiglia dove, nel 20% dei casi, scompare la tradizione della ricetta unica per lasciare spazio a vere e proprie pietanze personalizzate a seconda dei gusti o delle esigenze di salute legate a diete e intolleranze. E la sottoscritta lo può confermare avendo a cena alla stessa tavola chi mangia il pollo e l’insalata e chi la sogliola con la ratatouille. In occasione del Forum, consegnati anche gli Oscar Green per le idee più innovative; tra i progetti premiati quelli dei pelati di mare, le agribibite, le case di paglia e i tappeti green per gli amici a quattro zampe.  Intanto è pronta la legge antiplastica, la Salvamare, operativa dal 2020, con incentivi a chi riduce gli imballaggi, aiuti ai pescatori che recuperano la spazzatura e alt a piatti, posate e cannucce monouso.
E last but not least, cresce l’export di cibo italiano nel mondo, con l’ortofrutta in testa (4 mld e 660 mln a valore), seguita da vino, carni e salumi, formaggi e pasta con vendite nei primi otto mesi del 2018, pari a 28 miliardi.

giovedì 18 ottobre 2018

Ricette con le castagne


Sono tornate nei boschi dopo 10 anni di penuria causa un batterio. Adesso si trovano belle e sane e adatte alla cucina creativa.

Gnocchetti di patate con farina di castagne

Ingredienti per 4 persone:

700 g di patate

150 g di farina di castagne

50 g circa di farina 00 più quella per infarinare

7 porri di Cervere

80 g di Raschera

50 g di Grana

1 uovo e 1 tuorlo

4 cucchiai di latte

1 noce di burro

4 cucchiai di olio

Sale, pepe, noce moscata

Tipo di portata: primi

Esecuzione: facile

Preparazione: 40 minuti

Cottura:  40 minuti

Preparazione:

Lessate le patate con la buccia poi sbucciatele ancora calde e schiacciatele con lo schiacciapatate. Appena tiepide impastatele con le due farine, l’uovo, il tuorlo, il Grana, sale, pepe e noce moscata. Suddividete l’impasto in diversi  pezzi, fate rotolare ognuno sotto i palmi delle mani sulla spianatoia infarinata in modo da formare dei cordoncini poco più grandi di un dito mignolo, poi tagliateli a tocchetti lunghi 1-1,5 cm. Passateli poi tra i palmi delle mani in modo da formare tante palline. Trasferite le palline su un vassoio infarinato utilizzando un raschietto in plastica. Mondate i porri, lavateli, divideteli in metà e affettateli molto sottili. Fateli appassire nell’olio a fiamma bassa in un tegame coperto. Scaldate il burro in una larga padella poi aggiungete il formaggio tagliato a lamelle sottilissime e il latte. Quando il formaggio inizierà a sciogliersi iniziate a mescolare con un cucchiaio di legno con movimenti trasversali e non rotatori per evitare che il formaggio inizi a filare formando una palla. Intanto, cuocete gli gnocchi in 3-4 tornate in abbondante acqua salata scolandoli man mano che salgono a galla e mettendoli nella padella contenente il formaggio fuso. Aggiungete i porri stufati e saltate il tutto.

Riso, latte e castagne                                       

Ingredienti per 4 persone:

300 g di castagne bianche

4 pugni di riso

1 l di latte

acqua qb

sale

Tipo di portata: primi

Esecuzione: facile

Preparazione: 30 min.

Cottura: 30 min.

Predente le castagne bianche e mettetele a bagno per 12 ore. Toglielete dall’acqua e e mondatele. Mettetele in una casseruola con mezzo litro d’acqua e portatele a ebollizione per alcuni minuti. Spegnete il fuococ e. con un cucchiiaio schiacciate parte delle castagne (contribuiranno a rendere il brodo più denso). Versate nella casseruola un litro di latte e lasciatelo sul fuoco basso finché non comincia a bollire. Versatevi il riso  e salate a piacere. Avvenuta la cottura del riso togliete dalla fiamma e servite.

 

Tartufo: Bianco o Nero e i suoi sapori


Ci hanno provato anche con il Nero Pregiato, proponendolo in aprile in una serie di ristoranti di qualità tra le Langhe, il Monferrato e il Roero, tramite l’iniziativa pubblicizzata sul sito www.torinopiupiemonte.com. Ma il dibattito resta aperto: meglio Nero o Bianco? Stiamo parlando naturalmente, spostandoci ad Alba dove tra ottobre e fino al 25 novembre si celebra la sua Sagra con la consegna del premio dell’anno al tubero più grande, di un altro tesoro del bosco, il tartufo. Che quest’anno nasce sotto il segno della luna e grazie alle piogge abbondanti si raccoglie in quantità più abbondanti dell’anno prima con prezzi inferiori del 40-50% rispetto alo scorso anno (250 euro al chilo).


Quello Bianco si usa a crudo, soprattutto spolverizzato su risotti alla parmigiana e uova al tegamino, mentre quello Nero si può anche cuocere, e conservare. Inoltre il primo, che si presta solo ad utilizzi gastronomici più selettivi, è anche molto più caro. Ma si sa, il tartufo è sempre il tartufo, e se ne siete estimatori siete in buona compagnia: Rossini, lord Byron e Alexandre Dumas se ne inebriavano anche a scopi creativi.


Ma in realtà, in tempi molto antichi il tartufo Bianco non si usava, e forse anche per questo il Nero è diventato così versatile in cucina. In tutti i casi si tratta di ottimi prodotti della natura che, sia crudi, sia con una leggera cottura (in Piemonte del Nero Pregiato ne fanno una crema da servire con i raviolini al formaggio seiras, una ricotta del luogo) sono capaci di deliziare i palati più difficili.


Quest’anno le previsioni della raccolta del tartufo di Alba si presentano particolarmente buone. Secondo Coldiretti, le abbondanti piogge estive hanno permesso una corretta maturazione del prezioso tubero sotterraneo, anticipando un raccolto da record, con conseguente diminuzione dei prezzi. Complice quest’ottima annata, figlio dell’estate piovosa e del sole autunnale, secondo Coldiretti il prezzo del carissimo tubero è “sceso” a  250 euro l’etto. Ed è anche in arrivo un bollino a garanzia della sua origine.


Ricette con i funghi


Autunno, tempo di funghi, eccovi 2 ricette.

Funghi fritti



Ingredienti: funghi porcini grossi, uova, sale, pepe, pangrattato, farina bianca.



Separare i cappelli dai gambi. Pulirli con uno straccio bagnato. Tagliarli a fette di 1 cm. Sbattere le uova, salarle, peparle. Aggiungere il pangrattato e un poco di farina bianca. Friggere le fette in olio bollente. Togliere l'eccesso di olio appoggiandole su carta assorbente da cucina. Salare e servire calde.





Risotto ai porcini




Ingredienti per 4 persone: 350 g di riso, 15 g di funghi secchi, 50 g di burro, 50 g di parmigiano grattugiato, mezza cipolla tagliata sottile, 1 litro e 1/2 di brodo bollente, pepe bianco macinato.



Lavare i funghi secchi in acqua corrente, metterli in una ciotola, coprirli a filo con acqua tiepida e lasciarli per circa un’ora. Sciogliere 40 g di burro in una tegame, far rosolare la cipolla e quindi unire il riso. Mescolare in continuazione aggiungendo a mano a mano un mestolo di brodo bollente. A metà cottura strizzare i funghi secchi, tenendo l'acqua di ammollo, e aggiungerli al riso continuando a rimestare fino a cottura ultimata. Aggiungere infine l'acqua dei funghi, 10 g di burro, il formaggio grattugiato e il pepe bianco. 

Ricette creative



Ad Altissimo, in provincia di Vicenza, c’è un angolo di Veneto dove si può degustare la vescia gigante (un fungo autoctono molto gustoso) con uova, porcino crudo, zabaione salato e santoreggia. Oltre alle crudità di ovoli con tartufo nero, zucchine cremose e profumi agrumati o il budino di foie gras e porcini tiepidi al vermouth. Ma il piatto storico del locale in questione, il Casin del Gamba, sono le pappardelle con porcini delle Vezzene e burro di Altissimo. Quindi i bottoni ripieni di piccione, foie gras, finferli e lampone. Altro classico il capriolo con bacche e aromi, finferli, confettura di sorbo e insalata di germogli. Ottimi anche i finferli con uovo cotto medio.




La giornata mondiale della pasta


Oggi è il World Pasta Day, la Giornata Mondiale della Pasta, voluta ai tempi da Guido Barilla per celebrare la regina, insieme alla pizza (patrimonio Unesco dell’umanità) dei cibi italiani, anche nel mondo. In una dieta equilibrata, la pasta non deve mai mancare, di preferenza a pranzo e con un sugo leggero. La sera poi ci si potrà dedicare a formaggi, carne e pesce soprattutto (ricco di grassi omega 3, quelli buoni) con verdure di stagione (fonti di vitamine). In questo momento storico poi si trovano sempre più in commercio paste biologiche e integrali, a ulteriore testimonianza che la pasta può giovare anche ai celiaci (intolleranti al glutine) e a coloro che intendono mangiare sano a tutto tondo. Anche se come abbiamo visto in un altro post, una filiera integralmente sicura, biologica e a km0 in pratica non esiste.   

mercoledì 17 ottobre 2018

Salute e benessere


I reparti salute e benessere dei supermercati sono sempre in più larga espansione. Dopo i due ultimi sostituti dello zucchero, un mercato che per molte ragioni in Italia sta crollando, la stevia e il frutto del monaco, un posto di rilievo occupano la curcuma, un potente antinfiammatorio e lo zenzero, un attivatore del metabolismo. Secondo una ricerca Nielsen condotta negli Usa, gli acquirenti passano molto tempo  a cercare nel loro supermercato prodotti cosiddetti ayurvedici perché capaci di nutrire e curare nello stesso tempo. Quelli che in Italia sono chiamati nutraceutici. Cresce così il biologico e uno stop è invece messo alle bevande contenenti più zucchero che frutta. Invece sono sempre più ricercate le erbe per tisane dalle più svariate proprietà.

Gnocchi di spinaci


Ecco un primo piatto semplice e gustoso che ci accompagna verso i primi freddi autunnali. Gli spinaci si possono acquistare freschi al mercato, ma allora bisognerà dedicarci molto tempo a pulirli e lavarli per eliminare la terra. Oppure surgelati, la soluzione più semplice. Ma c’è anche la via di mezzo dei supermercati che li offrono già lavati e pronti all’uso in comode buste di plastica da mezzo chilo (ma qui c’è sempre il problema che troppa plastica inquina e non andrebbe incrementato il suo utilizzo).

Ingredienti per 4 persone:

750 g di spinaci

1 uovo

3 cucchiai di parmigiano

150 g di pangrattato

Pepe e sale qb

Preparazione:

Mondare e lavare gli spinaci in acqua fredda. Cuocerli e strizzarli bene. Mescolarli con 1 uovo, il parmigiano e il pangrattato il pepe e il sale. Formarli a forma di gnocchi oblunghi e passarli in un velo di farina. Cuocerli in acqua bollente e salata finché non vengono a galla. Scolarli e condirli con burro e pangrattato, oppure burro e salvia, o con il sugo di arrosto di vitello.


L'etica vegana presuppone una filiera non sostenibile

Spiace precisare alcune cose con cui Slow Food non sarebbe d'accordo, ma purtroppo l'etica vegana presuppone una filiera non sostenibile. Da quando negli ultimi anni la parola etica è diventata universale e significa soprattutto non uccidere gli animali, intere filiere alimentari sono cambiate. Nei Paesi poveri è diventato più conveniente mangiare hamburger ed esportare i propri prodotti vegetali e perciò "etici". Per molte persone definirsi persone con etica significa mangiare vegano e hanno pure creato un Parma Etica Festival, tre giorni di talk, workshop e seminari sull'etica vegan e vegetariana.
Altro esempio di questa tendenza è la "bibbia" della comunità vegana italiana: "La cucina etica", con lo scopo di fornire ricette legate allo sviluppo sostenibile. A proposito delle quali sarà utile ricordare come molti vegetali quali anacardi, mandorle, avocado, quinoa e prodotti come soia e tofu richiedono enorme impiego d'acqua per essere coltivati e il sacrificio dei contadini del Sud del mondo. Oltre alla scomparsa di riserve idriche e campi grandi quanto Germania e Italia. Quello che dai vegani viene chiamato cruelty free è anche la raccolta degli anacardi nel Sud Vietnam a prezzi di immensi sacrifici dei contadini pagati pochissimo. Gli anacardi vengono poi processati in India con metodi di produzione più disumani di quelli della Apple. C'è poi tutto il capitolo della deforestazione a causa delle colture intensive come quelle della soia. E anche se  questa serve perlopiù da mangime per gli animali, " sostituire carne e latte con analoghi alimenti raffinati come il tofu, potrebbe aumentare la quantità di fabbisogno alimentare". Una vasta quantità di alimenti consumati dai vegani richiede quindi una lunga filiera di lavorazione poco remunerata. Una cucina interamente vegana, come quella a km0, praticamente non esistono.     

martedì 16 ottobre 2018

Giornata mondiale dell'alimentazione


Una volta si parlava di ecologia, ambientalismo, biodiversità, agricoltura biologica o biodinamica. Oggi “Giornata mondiale dell’alimentazione”, Slow Food rilancia, nell’ambito del suo programma “Food for change”, con l’agroecologia. Che è il punto nodale per arrestare un fenomeno che ci tocca da vicino tutti.

E che è il legame tra cibo e cambiamento climatico. Il riscaldamento globale, se non fermato con azioni drastiche, porterà un miliardo di persone a rimanere senza acqua e due miliardi a soffrire la fame, e la produzione di mais, riso e grano crollerebbe del 2% ogni 10 anni.

“La produzione di cibo, - dicono a Slow Food, - è responsabile di un quinto dei gas serra, mentre la produzione di mangimi occupa il 40% della produzione agricola mondiale. Da sempre sosteniamo e condividiamo i tre pilastri della Fao per il progetto #FameZero: contrastare lo spreco di cibo che ogni anno raggiunge 1,3 milioni di tonnellate nel mondo; favorire un approccio integrato in agricoltura, l’agroecologia che si basa sul rispetto delle biodiversità e sull’interazione tra colture, allevamento e suolo. Terzo elemento, alla base dell’attività di Slow Food: seguire una dieta sana e sostenibile.” Proprio a questo proposito Slow Food ha condotto una ricerca con Indaco2 (spin off dell’Università di Siena) analizzando l’impatto di una dieta sana e sostenibile con una che non lo è. Il risultato è che quest’ultima genera quasi il triplo dei gas serra.

Il consumo settimanale di prodotti non sostenibili comporta una produzione di gas serra pari a  37 kgCO2 eq, mentre con una sana siamo a 14 kg CO2eq. “Un anno di buone abitudini – conclude Petrini – ci farebbe risparmiare CO2 pari alle emissioni di un auto che percorre 3.300 km”.

Un interessante studio  ha analizzato l’impatto di singoli alimenti, dalle mele al latte, dalla carne al formaggio. Prendendo ad esempio le uova, si calcola che il risparmio realizzato da un allevamento all’aperto che rispetta ambiente e animali, rispetto a uno industriale, corrisponde al risparmio delle emissioni di un auto che percorre 30.200 km.

Chi nel Sud del Mondo, vive allevando capre, pecore e cammelli, è stato colpito, causa il cambiamento climatico, da siccità e inondazioni e trovare l’acqua per gli animali è la più grande sfida che deve affrontare.

lunedì 15 ottobre 2018

Bourdain, addio

61 anni, come me, una vita da nomade del cibo, sempre in giro a cercare sapori nuovi, senza indietreggiare davanti a qualsiasi stranezza, nemmeno agli insetti fritti, Anthony Bourdain si è suicidato. Formidabili le sue "dritte" su come scegliere e "fare" un ristorante. Meglio andarci di martedì, perché la spesa è stata appena fatta dal cuoco il lunedì, e non credere che cucinare sia un'arte perché comporta una fatica immensa, come aveva scritto in un suo libro. Instancabile e curioso ha firmato successi televisivi televisivi sulla Cnn di cui ho seguito con molto piacere «No Reservations», una serie che lo ha consacrato come cuoco-viaggiatore. Anche Barack Obama in una puntata aveva mangiato con lui un ristorante familiare di Hanoi, in Vietnam, assaggiando il Bun Cha, una zuppa di maiale tradizionale.

mercoledì 10 ottobre 2018

Come mettersi, e restare, in forma


Curcuma, zenzero, pepe in grani, peperoncino rosso piccante: le tisane, che sono sempre esistite, ma che ora per ragioni di marketing “devono” essere bio, contenenti questi principi attivi, regolarizzerebbero il metabolismo. Apportando i benefici che ormai tutti sappiamo: abbassamento della pressione, più facile digestione, regolarizzazione di diverticolite e gastrite, dimagrimento. Ma un regime dietetico  sano, mi azzardo a dire mettendomi, me ne rendo conto, contro l’industria che si regge su questi prodotti, si basa su poche e chiare regole che vanno comunque chieste al nutrizionista. Cinque pasti al giorno (più volte si mangia più si attiva il metabolismo): colazione (caffellatte con biscotti o fette biscottate integrali e una tazza di bastoncini integrali con latte o yogurt); pranzo (70 g di pasta con sugo di pomodoro e poco olio oppure una minestra di verdure); merenda del pomeriggio (un frutto di stagione da alternare a una banana ricca di magnesio e potassio, attivatori del cuore); cena (un pesce bollito o al cartoccio con pomodorini o cinque fette di bresaola con succo di limone e olio e verdure cotte o crude di stagione). Mi rendo anche conto che queste cose sono state già dette da illustri nutrizionisti e dietologi, e io non aggiungo nulla di nuovo. Solo che ci vuole una volontà di ferro nel seguire i precetti. E, una volta la settimana, licet insanire (darsi alla pazza gioia con impepata di cozze, spaghetti alle vongole, arrosto con patate, brasato, baccalà fritto e ripassato nel pomodoro, wurstel alla piastra e anche, perché no?, un panino all’hamburger, ma di razza chianina però …).

lunedì 8 ottobre 2018

Gnocchi di prugne

Ingredienti per 4 persone:
1 kg di farina più una manciata per infarinare la tavola
1 uovo
450 g di prugne secche 
zucchero
cannella
pangrattato
sale qb

Preparazione:
Formare una fontana di farina entro la quale mettere un uovo e sale qb. Impastare con la farina sul tavolo quanta ne prende. Far riposare e poi stendere con le mani dei cilindri con la pasta che andranno poi tagliati in tanti piccoli gnocchi e riempiti di prugne, secche o anche fresche e precedentemente bollite, senza nocciolo e con un po' di zucchero all'interno, e poi chiusi. Cuocerli nell'acqua bollente salata togliendoli man mano che salgono in superficie.  Servire caldi nei piatti conditi con burro e pangrattato passato sul fuoco nello zucchero e nella cannella.

Cellule staminali&Co, cosa mangeremo in futuro?


Tra poco mangeremo hamburger fatto con carne di cellule staminali, prodotto dall’azienda Beyond Meat che sta interessando i grandi investitori, dai fondi Blackrock a Bill Gates, e sarà distribuito dalla catena bolognese Welldone. Naturalmente la Coldiretti protesta per i capi di bestiame che non si venderanno più causa questa concorrenza. Sempre dalla stessa parte nascono i Pastafariani, per ora 300 adepti della pasta con 8 condimenti in Italia. Ma anche Pietro Leemann, l’unico ristorante vegano di Milano con il riconoscimento Michelin, che spiega che così rispetta gli animali: “Siamo quello che mangiamo - ( Feurbach ) - con il cibo possiamo migliorarci.” Senza tanta carne sembrano poi pensare anche coloro che pensano che le noci stimolino la creatività, i formaggi favoriscano il relax, il cioccolato faccia sorridere e le mele agevolino la concentrazione.

Bene, ammettiamo pure che questi nutrienti abbiano tali proprietà, ma una dieta senza carne è una dieta che sconvolge l’intero sistema alimentare e della natura. Riflettiamoci un attimo. Senza latte e senza formaggio, come fanno i vegani, in Italia in aumento ma adesso un po’ meno (crescono di più i vegetariani), le mammelle delle vacche e degli ovini restano piene e gli animali ne soffrono. Senza carne, quel che resta di questi animali dopo il loro sfruttamento per il latte, perirebbe senza nessuno scopo. La carne resta comunque il maggiore apporto di proteine, che sono necessarie al’organismo per crescere e restare sano.

Basti pensare, come fanno a Slow Food, che la malnutrizione, mancanza di latte per i bambini e di carne per quelli più cresciuti, in Africa e nel Sudamerica è la maggiore causa di mortalità. Ma tutto ciò si scontra, non dimentichiamolo, contro gli interessi delle multinazionali, della chimica e della farmaceutica in primis.