martedì 30 aprile 2013

Il mio 25 aprile con gli amici degli orti solidali di IncontRho


Queste sono le foto scattate giovedì da Francesco Tirrito nella piazza dei Caduti di Arese (Mi) dove si sono svolte le celebrazioni del 25 aprile, con gli interventi di un rappresentante dell’Anpi (Associazione nazionale partigiani italiani) e del Commissario della città, Anna Pavone. Al centro delle foto, con la bandiera dell’ Anpi di Arese, Alberto Savoia, presidente dell’Associazione IncontRho (www.incontrho.it), che si occupa dell’inserimento sociale di persone con disabilità emotive. All’ attività dell’Associazione si deve, tra l’altro, la coltivazione terapeutica di orti urbani (in via Montegrappa ad Arese e a Rho), patrocinata da Comune di Arese e Provincia di Milano, e messa in opera con la collaborazione della garden community Il Giardino degli Aromi. Le cui volontarie hanno prodotto un interessante volumetto sulle pratiche agricole, Un cerchio che unisce. “Facciamo insieme un orto del benessere”, intese come modo per far crescere la solidarietà.

lunedì 22 aprile 2013

Supermilano chiude con Verdi e un buffet parmense


Una Settimana a Supermilano, la sette giorni di eventi culturali alla scoperta del territorio della provincia del Nord- Ovest milanese, si è chiusa ieri, domenica 21 aprile. Il weekend precedente, quello d’apertura, con due magnifiche giornate di sole, era stato inaugurato ad Arese dalla mostra-mercato di prodotti naturali Naturbio a Villa La Valera. Molti gli stand del benessere, con l’offerta di prova di massaggi shiatsu e di ginnastica Pilates, ma con la tendenza a una minore esposizione di prodotti alimentari (abbiamo contato solo 2 banchi di miele biologico, uno di marmellate fatte in casa, e lo stand del Gelato Naturale).
 
Sabato 20, presso la Biblioteca Comunale di Via Dei Platani ad Arese, Ruggero Cioffi ha condotto una conferenza-concerto su Giuseppe Verdi, nell’anno del suo bicentenario, cui hanno partecipato il tenore Andrea Semeraro, corista della Scala,  la mezzo soprano Elisa Pacorig e la soprano Lorena Balbo che, accompagnati al pianoforte dal maestro Jader Costa, della Filarmonica della Scala, hanno proposto al pubblico tre arie dal Rigoletto, Trovatore e la Traviata. Il buffet parmense che ha chiuso il pomeriggio è stato allestito dalla Cooperativa Altrove, socia di CTM Altromercato (www.coopaltrove.org).
 
 
 
 
 

mercoledì 17 aprile 2013

A.A.A. pizzaioli cercansi


In Italia esistono 25mila pizzerie con servizio al tavolo, più altrettante al taglio. Il settore, secondo dati Fipe (la Federazione Pubblici Esercizi aderente a Confcommercio Imprese per l’Italia), genera un fatturato di nove miliardi all’anno. Che non accenna a diminuire, soprattutto a pranzo, perché, anche con la crisi, si riescono ancora a spendere appena dai 7 agli 11 euro per una pizza e una bibita. La pizzeria media si estende su 126 metri quadrati, ha 67 coperti all’interno e 23 all’esterno, se dotata di un dehor, e un volume d’affari di 260mila euro l’anno, resta aperta 280 giorni su 365 e impiega 6,5 dipendenti.  La forza lavoro complessiva arriva a 240mila pizzaioli occupati, ma se ne cercano altri seimila, qualificati. Si rende così necessaria la loro formazione e se ne è parlato a Fiera Parma, ieri 16 aprile, durante “Pizza World Show”, il Salone Internazionale della Pizza, che ha ospitato una  tavola rotonda sull’argomento con molti relatori esperti. L’80% del fabbisogno di pizzaioli specialisti riguarda le piccole imprese e oltre un’assunzione su due tra quelle non stagionali – assicura Fipe - è a tempo indeterminato. Per ora sono i pizzaioli esperti che assumono a trasmettere agli altri le necessarie nozioni, e i più interessati al mestiere a Milano sono per esempio gli egiziani, dove sono già 100 in forze al settore.
Ma l’occasione dovrebbe fare gola anche a molti giovani italiani, anche perché diventare un bravo pizzaiolo è un trampolino di lancio per sviluppare affari nel mondo delle pizzerie per happy few, il regno della pizza gastronomica dove la fantasia di chi la crea e l’attestata qualità superiore delle materie prime impiegate per realizzarla garantiscono guadagni superiori (qui  la sola pizza può costare anche 12 euro). Anche se per la verità, alcuni critici gastronomici storcono il naso di fronte alla definizione “pizza gourmet” e asseriscono che la pizza è un alimento semplice che deve restare tale a patto di saperlo realizzare ai massimi livelli, senza fronzoli. Altri vedono invece nella sua evoluzione la massima espressione della creatività e del genio italiano in cucina, dato che la pizza l’abbiamo solo noi, e certi prodottini dop specialità del territorio, anche. Seimila posti di lavoro in più, data l’attuale situazione occupazionale in Italia, non saranno un granché, comunque, ragazzi, se vi interessa, fatevi avanti, che un posto di lavoro ancora sicuro vi aspetta.

venerdì 12 aprile 2013

Un weekend per Castelli in Friuli e Una Settimana a Supermilano


La primavera atmosferica si fa ancora attendere, ma stanno partendo le iniziative ad essa legate, quando, con il risveglio della natura, e le prime, per ora molto sospirate, giornate di sole, si fa vivo il desiderio di una gita fuori porta, magari mettendo insieme visite culturali e iniziative enogastronomiche, anche se il turismo di questo tipo (5 mln di euro il suo fatturato annuo fino al 2012), che è stato negli ultimi anni il più dinamico dell’intera offerta di viaggi e vacanze, potrebbe subire una battuta d’arresto determinata dal perdurare della crisi economica.
Due comunque le occasioni di muoversi in questo fine settimana del 13 e 14 aprile che vi vogliamo segnalare. La prima è Castelli Aperti in Friuli Venezia Giulia. Questa regione, all’estrema propaggine orientale dei nostri confini, è tra quelle italiane dove sorgono più castelli, circa 100, risalenti all’epoca medievale del feudalismo, per poi passare ad essere dimore di principi, duchi e signori, e adesso, in qualche caso, proprietà privata. 16 di questi apriranno i battenti per consentirne la visita guidata in questo secondo weekend di aprile. I castelli da visitare sorgono nelle province di Trieste, Udine, Gorizia e Pordenone. Noi, per esperienza diretta, consigliamo quelli di Duino, dove sorge un’Università per studenti internazionali, il Castello di San Giusto a Trieste, che domina la città e a partire da questa, per raggiungerlo a piedi, si percorre il Parco delle Rimembranze, con le croci per i Caduti della Prima Guerra Mondiale; e il Castello di Miramare, una costruzione turrita bianca a picco sul mare, che fu la dimora di Massimiliano d’Asburgo, morto in Messico alla metà dell’Ottocento durante la rivoluzione di quella nazione, e sua moglie Carlotta. Il Castello di Miramare, oltre ad essere una perla in sé, lo è anche per i due parchi che lo circondano: un Parco acquatico marino protetto e un Parco terrestre ricco di vegetazione mediterranea e di canali e laghetti con cigni, anatre e ninfee d’acqua.  
La seconda iniziativa, che inizia sabato 13 e continua fino a domenica 21, è Una Settimana a Supermilano: ville, chiese e cascine aperte alla scoperta di un territorio di solito non al centro di visite turistiche, la provincia del nord ovest milanese, 16 Comuni – Arese, Baranzate, Bollate, Cesate, Cornaredo, Garbagnate Milanese, Pogliano Milanese, Rho, Senago, Settimo Milanese, Solaro, Vanzago – che, insieme ai Comuni di Paderno Dugnano, Cesano Maderno, Desio e Limbiate, propongono un fitto cartellone di appuntamenti, tra i quali anche alcuni dedicati ai sapori e alle tradizioni culinarie del territorio.
Il calendario di entrambe le iniziative, con maggiori informazioni, è in rete agli indirizzi: www.consorziocastelli.it e www.supermilano.org (altre info sul nord ovest della provincia di Milano sono reperibili su: www.insiemegroane.it).  La scoperta della gastronomia del Friuli Venezia Giulia, con le sue tantissime specialità, parte dai vini come Sauvignon, Merlot, Cabernet, Friulano (una volta Tocai), Ribolla Gialla, Picolit, Pinot di produttori di fama internazionale quali Attems, Felluga, Russiz, e dal loro abbinamento con prodotti e pietanze tipiche: formaggio montasio, prosciutto San Daniele, il pitina, altro formaggio, il toc in braide, polenta e crema di formaggi, il frico, frittata con formaggio. La visita in Friuli è ricca di spunti culturali: tra i borghi storici più rinomati ricordiamo Maniago, la Toledo del Friuli, in provincia di Pordenone, e L’Aquileia, conosciuta come la “seconda Roma”, per un patrimonio archeologico secondo solo alla capitale dell’Impero. Da qui, è doveroso spostarsi per una visita a Grado, il suo porticciolo e i suoi arenili di sabbia, una località di vacanza estiva che è un piccolo gioiellino. Lo spunto da cui prende il via invece la proposta gastronomica della Settimana a Supermilano è il risotto, pietanza tipica milanese, qui declinato in tante versioni quanti sono i ristoranti della zona che partecipano all’evento.     

mercoledì 10 aprile 2013

La Dalmazia ci voleva copiare con il Prosek


Veramente quasi uguale a quella delle bollicine venete, scelte quest’anno per il brindisi inaugurale di Vinitaly a Verona, e al centro di un boom, negli ultimi anni, produttivo e di vendite che non ha eguali nel mondo degli spumanti. L’Unione europea ha bloccato quindi la richiesta della denominazione di Prosek per un vino passito dalmata (la Dalmazia è la regione balcanica le cui coste adriatiche fanno parte della Croazia, dal prossimo 1° luglio 28° Stato della Comunità). Il quotidiano “Il Piccolo” di Trieste ha dato la notizia il 29 marzo, accostandola alla questione del “parmezan”, altro italian sounding prodotto anche in Croazia. “Ventisette i produttori di questo vino da dessert, dal gusto simile al marsala e al vermouth e ottenuto da uve dalmate essiccate sui graticci, che non potrà essere venduto con questo nome né sul mercato europeo né in Croazia.” ha precisato “Il Piccolo”. La questione del Prosek ricorda quella del Tocai, un bianco autoctono friulano la cui denominazione esclusiva è stata riservata, già parecchi anni fa, al solo vino ungherese. In Italia adesso si chiama Friulano, mentre in Croazia stanno pensando di ripiegare su Suze Dalmacije (Lacrime dalmate) oppure Vino dalmata, nella dicitura italiana (e infatti in Italia, precisamente in Toscana, esiste un passito chiamato Lacrimae Christi e saremmo daccapo con la questione dell’imitazione del nome).

Premio Agrifood-Golosario: non solo vino a Vinitaly


Golosario. Che cos'è? Una Guida al gusto delle Cose Buone d'Italia (Comunica Edizioni, 25 euro) che recensisce le specialità di nicchia, divise per regione, con i loro territori, i prodotti tipici, i volti e le storie di chi le produce. Ve la segnaliamo perché i suoi curatori, i fondatori del Club Papillon Paolo Massobrio e Marco Gatti, che la redigono già da 14 anni, oggi, ultimo giorno di Vinitaly, hanno assegnato il Premio Agrifood-Golosario a tanti artigiani dei sapori italiani segnalando le novità presenti quest'anno nella sezione dei prodotti della terra della maggiore Fiera del Vino a carattere internazionale. 15 i produttori che hanno ottenuto il riconoscimento di Veronafiere e Club Papillon. 
Fra questi, per la categoria sfiziosità: l'azienda Pinna di Ittiri (Ss) con carciofini in olio extravergine di oliva denocciolato di bosana, l'azienda Surianoli di Amantea (Cs) con la salsa al peperoncino, e l'azienda agricola 2M di Cilavegna (Pv) con il paté di fegato di lumache. Per la categoria dolci e cioccolati hanno ricevuto il riconoscimento la pasticceria Loison di Costabissara (Vc) con la colomba la mandarino Tardivo di Ciaculli, la pasticceria Avidano di Chieri (To) per il rustico con amarena e cioccolato, e la pasticceria Pellegrini Fausto dell'Isola del Giglio (Gr) per il panficato gigliese. Nella categoria formaggi ha vinto il riconoscimento il Caseificio di Roncade (Tv) per il rondò fatto con latte vaccino. 
Il capocollo di Francesco Carriero dei Salumi Martina Franca (Ta) e Magrì Prosciutti di Ancona sono stati premiati nella categoria salumi e carni; per la categoria birre il riconoscimento va all'azienda Birrone di Isola Vicentina (Vc) per la birra Gerica, al birrificio Maltovivo a Ponte (Bn) per la Noscia Ambrata, e al birrificio Sora Lama' di Torino per la slurp 10 luppoli. Il liquorificio Bernard di Pomaretto (To) per il serpoul vince nella categoria liquori. Per pane e paste i premiati sono Danieli il forno delle Puglie di Bitonto per i taralli al finocchio,  e la Fabbrica della Pasta di Gragnano (Na). Nella foto, i produttori premiati.
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

Cucina d'autore tra "mito" e realtà


Cosa significa oggi cucina d’autore? E’ notizia di questa settimana sul “Corriere della Sera” che alcuni tra i più quotati ristoranti d’élite francesi hanno adottato un bollino di qualità che certifica la loro adozione di sole materie prime fresche, ossia niente cibi precotti da riscaldare dei rivenditori all’ingrosso, pratica non si sa quanto seguita anche dall’alta ristorazione italiana, ma che stava evidentemente diventando un problema per quella francese. I ristoranti aderenti a questo marchio da esporre in vetrina accettano anche il verdetto delle recensioni dei loro clienti e di essere espulsi dal circuito se questo è inferiore ad una percentuale di gradimento del 75%.

Per quanto i bollini, i marchi, le certificazioni, possano essere aleatori e a un certo punto anche ridondanti e ingeneranti confusione nel consumatore, c’è da chiedersi, dopo circa vent’anni di continui successi della ristorazione stellata, e del grande parlare che se ne fa su tutti i principali media, cosa ci sia dietro i suoi tanto celebrati, e sicuramente molto costosi piatti (un menu degustazione, che non è à la carte, cioè non si sceglie, può arrivare fino ai 250 euro, e le porzioni non sono certo abbondanti ). Anche perché le casalinghe negli stessi anni, e anche da molto prima, hanno imparato a sapere quanti siano i cibi surgelati e precotti in vendita nei supermercati (tanto che adesso ci si stupisce che con la crisi si sia tornati, in casa, a cucinare come si faceva una volta, cioè a partire da farina, uova, latte, verdure fresche ecc.).

Cosa fanno invece gli chef stellati? E cosa c’è da imparare dalla loro cucina, visto che adesso per esempio un importante produttore di elettrodomestici sta pubblicizzando in televisione fornelli elettrici costruiti per le esigenze di costoro e finalmente disponibili anche nelle case degli italiani? Quali i vantaggi, per esempio, delle piastre a induzione di calore? E dei forni per la cottura sottovuoto? Sempre a monitorare la pubblicità televisiva (cioè a fare zapping davanti alla tv), sembrerebbe a lanciare surgelati che si cuociono direttamente nel microonde in un comodo sacchetto, completi di condimento.

Tutto molto comodo, certo, soprattutto per chi lavora e non ha tempo, e non siamo più ai tempi dell’Artusi, inizi del secolo scorso, in cui la buona cucina stava diventando sì apparenza, bella tavola, (come spiega il sociologo Tito Vagni nell’ultimo numero di Quaderni d’Altri Tempi: www.quadernidaltritempi.eu), ma nel pieno rispetto della materia prima e delle ricette che se ne potevano ricavare direttamente. Ma siccome è proprio  questo il discorso che ho sempre sentito fare dagli chef stellati intervistati per il mio lavoro di giornalista in alcuni periodici del settore, mi sto organizzando per risentire alcuni di loro e scrivere su questo blog quello che mi diranno su cosa bolle veramente nelle loro pentole.

Nadia Santini sul podio del World's Best Restaurant

A proposito di donne, sulle quali mi sono concessa una digressione con un post dell'8 marzo, una di esse, italiana, Nadia Santini, del Ristorante Il Pescatore di Canneto sull'Oglio (Mn), ha conquistato quest'anno il premio internazionale World's Best Female. La migliore cuoca al mondo secondo questa classifica è dunque una chef italiana, autodidatta, stellata, capace di raggiungere i vertici della sua professione grazie ad una dedizione autentica. Speriamo di poterla intervistare e raccontare di lei in occasione di un prossimo approfondimento sul Convivium di Stelle, di cui abbiamo già dato conto su queste pagine e argomento sul quale ritorneremo per la prossima tappa di maggio ad Ancona.