martedì 19 aprile 2011

Noma ancora il migliore secondo il S.Pellegrino World’s Best Restaurant

Il Noma di Copenhagen è stato eletto il miglior ristorante del mondo 2011 dal S.Pellegrino World’s Best Restaurant, l’Oscar della ristorazione mondiale. Con l’uscita di scena di El Bulli di Ferran Adrià, che ha temporaneamente chiuso,  dietro il Noma si schierano gli spagnoli El Celler de Can Roca e Mugaritz, rispettivamente in seconda e terza posizione. E, nonostante gli straordinari concorrenti di tutto il mondo, soprattutto da Perù e Russia, i ristoranti britannici sono presenti in classifica con The Fat Duck di Heston Blumenthal che occupa la posizione numero cinque.  L’Osteria Francescana di Modena conquista il quarto posto e Massimo Bottura, già miglior cuoco dell’anno secondo l’Accademia Internazionale della Cucina, ottiene lo “Chef’s Choice”, ossia il riconoscimento attribuito dai colleghi stessi. Insomma, a parte il ristorante brasiliano D.O.M., che ha compiuto una vera e propria scalata, salendo di 11 posti e piazzandosi alla posizione numero sette, nella classifica dei premiati troviamo molte più conferme che novità, con l’eccezione  dell’ “One to Watch” ovvero il ristorante da tenere d’occhio, scelto tra quelli dal 51 al 100 posto in graduatoria. Quest’anno il riconoscimento è stato attribuito allo svedese Frantzen/Lindeberg. Aperto nel 2008, con appena 16 coperti, è tra i ristoranti più piccoli presenti in classifica; cenare qui è stato definito uno “spettacolare show”, con escargot e caviale di escargot serviti su un piatto con carillon, erba gatta, violette, polline e semi di colza. Non vorremmo sembrare troppo tradizionalisti, ma se questa è la novità... (i giurati l'avranno assaggiato il caviale di escargot, citato nel comunicato stampa? Ed erba gatta e semi di colza vanno intesi come decorazioni o contorno?).

mercoledì 6 aprile 2011

Al debutto il catering della verdura (bio)

Aspettiamo di vedere l'esito dell'esordio del vecchio “cestino da viaggio”, ma con verdure bio, ora recapitato in ufficio per una pausa pranzo pronta e veloce,  l’ultima novità di Almaverde, brand che riunisce produttori di verdura e frutta, anche secca, carni, succhi, marmellate, pescato, sottoli, sottaceti e uova biologici, venduti nei supermercati per un fatturato in costante aumento (+12,4% nell’ultimo anno) che oggi ha raggiunto i 29 mln di euro. La nuova frontiera è servire chi ha scarso tempo per la cucina e preferisce consumare un pasto leggero sul posto di lavoro, magari mentre si rilassa chattando sui social network. La sfida della frutta e verdura biologica pronta era già iniziata con il programma Frutta nelle scuole e con la più recente iniziativa di portare la IV gamma (macedonie o singoli frutti già tagliati e sbucciati) in spiaggia, sperimentazione attuata con successo l’anno scorso sulla Riviera Romagnola e che verrà riproposta quest’anno. Intanto, per intercettare una domanda in crescita, quella dell’alimentazione fuori casa i cui consumi sono arrivati a 70 mld di euro, questo aprile parte il test del take away che interesserà Cesena, Padova, Milano, e le cittadine di Savignano sul Rubicone, Villafranca di Verona ed Agrate Brianza. In queste aree, una campagna pubblicitaria a mezzo stampa, volantinaggio e reti tv locali, sta suggerendo ai cittadini dove (tre bar a Cesena, un supermercato a Savignano e uno ad Agrate) chiamare, per ora fino a fine giugno, per farsi consegnare a domicilio una confezione, al prezzo bloccato di 7 euro, contenente un’insalata con relativa bustina di condimento, una scelta di frutta fresca in pezzi, e un pacchetto di cracker, anch’essi da farina biologica.