giovedì 18 aprile 2024

Enoturismo in Italia, è boom

In grande espansione il settore del vino in Italia. Al Vinitaly di Verona sono cresciuti quest'anno il numero di visitatori da molte parti del mondo. Oltre 6 milioni sono state le notti trascorse tra le vigne nel 2023. Il settore enoturismo vale così 2,9 miliardi di euro, in crescita del 16%, con forti richieste di americani e tedeschi. Il vino da noi è occasione di socialità tra i giovani e i più vecchietti che si ritrovano, i giovani a berne un bicchiere e non di più, nelle enoteche più alla moda, mentre gli anziani lo bevono in casa accompagnato da una buona cenetta. Anche per questo sono fioccate in televisione i programmi che illustrano ricette e i loro abbinamenti.

giovedì 11 aprile 2024

Il diritto alla protezione del clima

Allora avevo ragione io a non costringere mia madre ad accompagnarmi dalla fisioterapista dalle 15 alle 17 nel marzo più caldo della storia. La sentenza della Corte europea per i Diritti dell’Uomo (Cedu) ha in questi giorni giuridicamente sancito il legame tra cambiamento climatico, rispetto degli obblighi sul clima da parte di uno Stato (in questo caso la Federazione elvetica) e riconoscimento di un diritto personale, in questo caso il diritto alla salute, come leggerete nel dettaglio nell’articolo del Corriere della Sera online qui sotto. Ma più del peso storico e morale, questa decisione ha un valore diverso, e molto più concreto: farà giurisprudenza, per i 47 Paesi che aderiscono Consiglio d’Europa. "Le donne avevano ragione a protestare quando sostenevano che le ondate di caldo impedivano loro di uscire di casa, limitandone la vita, e soprattutto aumentavano il rischio di mortalità per le fasce di età più avanzata, e che la responsabilità per non avere adottato politiche dirette a contenere l’aumento della temperatura è, per l’appunto, una responsabilità del governo dello Stato in cui le attiviste vivono. Per la prima volta, quindi, un tribunale transnazionale specializzato in diritti umani sostiene esplicitamente il diritto alla protezione del clima. La prima, probabilmente, di molte altre: fare giurisprudenza significa questo. Che altre associazioni che avanzeranno la stessa richiesta, a parità di condizioni – evidentemente facili da replicare, nella situazione in cui ci troviamo, con il mese di marzo decimo mese consecutivo più caldo di sempre – si vedranno assegnare la vittoria. Il che naturalmente (come in molti altri casi che hanno riguardato altrove in passato forme di class action analoghe) spalanca le porte a un’azione politica in forma giudiziaria di cui i governi dovranno cominciare a tenere conto molto rapidamente."

Salumi e Covid: si poteva fare di più

Adesso che l’ex primo ministro Giuseppe Conte (quello su cui è gravata, per intenderci, la mannaia del Covid e delle misure da adottare per il suo contenimento) si batte contro il “campo largo” con il Partito Democratico, ricordiamo brevemente cosa aveva fatto durante la pandemia, un evento su scala mondiale che raramente si ripete nella storia. Mentre su tutt’altro fronte si combatteva per il benessere animale, contro le scrofe in gestazione nelle gabbie, Assica, l’Associazione confindustriale della carne e dei salumi chiedeva interventi più incisivi a sostegno della produzione di salumi e di tutta la loro filiera. Difficoltà nell’export, per tutto il 2019, e necessità di importazione di carni suine dalla Cina (il focolaio di coronavirus) per la carenza delle stesse in Europa, avevano messo a dura prova il comparto. Con perdite di fatturato stimate in 250 mln di euro al mese. Si chiedeva pertanto un’attenzione particolare per far ripartire la produzione, i consumi interni e l’export che tenesse conto anche dei costi che le aziende si sobbarcavano per la certificazione di origine. Importantissima per salumi quali ad esempio il prosciutto crudo di Parma, la mortadella di Bologna e il prosciutto crudo di San Daniele del Friuli. Secondo Antonio Levoni, l'allora presidente Assica, bisognava favorire la piena occupazione nel settore. Senza contare però che questa avrebbe comportato un aggravio per le piccole imprese di cui è costellata la nostra bella Italia senza venire incontro alle richieste di una giusta retribuzione agli occupati o occupandi. Inoltre le consistenti risorse, 500 mln di euro dedicate ad azioni di aiuto strutturale per tutte le filiere alimentari, sono diventate solo un mero sgravio fiscale per il settore primario. In sintesi, secondo Levoni, “Bene le misure di sostanziale aiuto per la produzione primaria nazionale di suini; ma rammarico per la mancanza di fondi dedicati alle filiere nel loro complesso. I 90 mln di euro per la zootecnia intervengono soprattutto a vantaggio della prima. Ma la filiera è composta da tanti anelli.”

Altre ricette con gli asparagi

Totanetti con asparagi e menta Ingredienti: 700 g totanetti o calamari 300 g di asparagi 2 cucchiai di olio extravergine di oliva 1 rametto di menta fresca Preparazione: Cuocere brevemente gli asparagi a vapore. Spadellare i totanetti nei 2 cucchiai di olio extra vergine, aggiungere solo le punte degli asparagi e bagnare con vino bianco secco, sfumare e aggiungere sale quanto basta e le foglioline di menta. Servire caldo. Risotto con fragole e asparagi: Ingredienti: 100 g di riso venere 100 g di asparagi 200 g di fragole 1/2 scalogno 1 tazzina di champagne 20 g di burro Sale e pepe Cuocere il riso venere in una pentola con abbondante acqua salata per 35/40 minuti. Nel frattempo pulire gli asparagi e lessarli in acqua bollente per 5 minuti, poi pulire le fragole e tagliare tutto a pezzettini. Fare soffriggere lo scalogno finemente tritato con una noce di burro, aggiungere gli asparagi tagliati a pezzetti. Dopo un paio di minuti unire le fragole, salate, pepate e sfumate con lo champagne. Scolare il riso venere e aggiungerlo in padella con il condimento. Poi saltare il tutto ancora per qualche minuto, spegnere la fiamma e servire il riso venere con asparagi e fragole aiutandovi con un anello taglia pasta per ottenere una forma perfetta. Decorare il piatto con una punta di asparago, un pezzetto di fragola e servire. Soufflé di asparagi e prosciutto Ingredienti: 500 g di prosciutto cotto 5 cucchiai di besciamella 100 g di formaggio grattugiato 5 tuorli d’uovo 7 albumi d’uovo 200 g di punte di asparagi Burro Preparazione: tritare finemente con un mixer il magro del prosciutto tagliato a pezzi, quindi, poco alla volta, incorporarvi 3 cucchiaiate di besciamella fredda. Passare il composto al setaccio, raccogliere la purea in un tegame e aggiungervi le restanti 2 cucchiaiate di besciamella, il Parmigiano grattugiato, i tuorli d’uovo e, per ultimi, con molta cura, gli albumi montati a neve ferma. Imburrare uno stampo monoporzione e mettervi a strati alternati il composto per il soufflé e le punte d’asparagi, fino ad esaurimento degli ingredienti, iniziando e terminando con uno strato di composto. Lisciare la superficie e cuocere a bagnomaria in forno preriscaldato a 175° C. per circa 30/35 minuti. Servire immediatamente.

martedì 9 aprile 2024

Polpi in allevamento intensivo

Ciwf lo dichiara da sempre: l’allevamento intensivo degli animali destinati all'alimentazione umana non solo è crudele ma anche insostenibile, per noi umani e per il nostro prezioso ambiente. Ci siamo cibati fino ad ora di ogni genere di flora e fauna commestibile senza pensare ai danni che commettevamo a detrimento della nostra preziosa Terra. E adesso che un visonario come Elon Musk vuole portarci negli spazi intergalattici è tutto un tirare i remi in barca. Per fare un altro esempio, le dive, i cantanti e gli attori di cinema e teatro fanno marcia indietro sulle loro ambizioni da Oscar o premio Donatello o Grammy Awards. Quasi avessero, con le loro opere e le loro aspirazioni al di sopra di ogni carriera modesta ma pur sempre onorevole, disonorato ogni categoria del loro genere. La frase che più si sente ripetere in questo ultimo anno è: "Non penso al passato e nemmeno al futuro, il presente è già troppo impegnativo." Ebbene, non lo era anche prima? Non lo sapevamo anche prima del superecobonus 110% che era impossibile vivere al di sopra delle nostre capacità? Mio nonno, con la sua terza elementare e un vissuto da oste sotto le bombe della seconda guerra mondiale sapeva già che in una casa era importante non entrassero né avvocati né medici. Per tornare all'impari lotta di Ciwf contro le carneficine ha trovato un altro fronte su cui combattere: un documento pubblicato di recente ha rivelato come il progetto dell’azienda Nueva Pescanova di aprire alle Isole Canarie il primo allevamento commerciale di polpi non è solo un piano crudele, ma comporta rischi ben più ampi. "L'azienda di prodotti ittici vuole sfruttare e rinchiudere circa un milione di polpi in un allevamento intensivo, ignorando le gravi preoccupazioni per il benessere di queste creature senzienti." "Ma non è tutto: le evidenze rivelano che Nueva Pescanova, nonostante dichiari sul suo sito web di impegnarsi a proteggere l'ecosistema e a ridurre al minimo il suo impatto ambientale, non ha considerato nemmeno i rischi per la fauna selvatica, per la salute pubblica e per l'ambiente. Non possiamo permettere che aziende come Nueva Pescanova antepongano i loro profitti al benessere degli animali, alla salute pubblica e al nostro prezioso ambiente." Chi ha voce in capitolo denunci il piano di Nueva Pescanova ed esortare l'azienda a fermarsi! O perlomeno boicotti i suoi prodotti a scaffale.

lunedì 8 aprile 2024

Verdure, è tempo di asparagi

E' tempo di asparagi e i migliori, ma ce ne sono di ottimi anche bianchi,sono quelli verdi della provincia di Bologna. Il Consorzio dell’Asparago Verde di Altedo IGP, in collaborazione con CSO (Consorzio servizi ortofrutticoli) Italy, ha intrapreso già da tempo un’iniziativa per far conoscere le caratteristiche e le potenzialità del prodotto sia dal punto di vista produttivo che commerciale. Dalla qualità al legame col territorio, dalla tradizione alle attività del prossimo futuro, molti i temi trattati tra cui la storia del consorzio, nato nel 2003, la produzione, la commercializzazione e la valorizzazione. I consumi interni sono in netta crescita negli ultimi due anni, circa 24mila tonnellate e le esportazioni sono salite da circa 1.000 tonnellate nei primi anni Duemila. "La produzione dell’asparago interessa molte regioni italiane – ha affermato Tomas Bosi di Cso – ma esiste un riconoscimento della qualità legato alla forte vocazione del territorio, che vede l’Emilia-Romagna, insieme al Veneto, ai primi posti. La produzione di asparago in Italia è molto concentrata sulla tipologia verde che peraltro è in crescita.” I punti salienti della modifica al Disciplinare di produzione riguardano l’aggiornamento delle varietà e aspetti legati al confezionamento e alla presentazione del prodotto. Una gestione razionale dell’uso dell’acqua è importante per abbassare il costo della manodopera e per prolungare la vita dell’asparagiaia. Importante è anche l’innovazione varietale. Ma solo il 40% delle famiglie italiane acquistano asparago, con un consumo medio annuo di 2,3 kg: ci sono quindi ampi spazi di miglioramento. Asparago, una varietà di verdure dalle molteplici qualità organolettiche, quella diuretica principalmente. Ma solo il 40% delle famiglie italiane lo acquistano, con un consumo medio annuo di 2,3 kg. La produzione è molto concentrata sulla varietà verde la cui modifica del disciplinare di produzione riguarda l’aggiornamento della varietà e aspetti legati al confezionamento e alla presentazione del prodotto. Quello bianco è più pregiato e forse anche per questo meno presente sulle tavole degli italiani. Due le ricette classiche per gustarli al meglio. Intinti nel rosso d’uovo delle uova al tegamino oppure conditi con formaggio grattugiato e burro fuso e magari una spolverata di tartufo, visto che siamo in stagione. Ma si possono anche condire con maionese oppure olio di oliva extravergine, oppure olio e uova sode tritate. Un'altra ricette vede gli asparagi cotti in brodo e un po' di olio e poi infarciti in un panino tagliato a metà con dentro il tonno.

Le raccomandazioni dei dietologi e i bambini in povertà

Il panettone lo scorso Natale costava carissimo. Adesso colombe e uova di Pasqua te le tiravano dietro. Sono il sali e scendi dell'inflazione che colpisce i ceti meno ricchi rispetto a chi si può permettere di più (e come non ricordare a questo proposito le vicende che hanno visto in prima fila la ministra Santanché e i suoi sodali: vedi Sallusti e la miriade di nuovi fascisti che si tirano dietro). Tanto è vero che comprare una colomba per la prima colazione al posto dei biscotti può essere più conveniente. Al netto di queste considerazioni che paiono anche a me un po' semplicistiche, resta il fatto che una (piccola) parte delle guerre commerciali sul food (il cibo), tirata in secca l'ultima grande nave che batteva bandiera italiana tra l'Egitto e il Cairo (a pro di Salvini) con il suo carico di grandi e piccoli pesci (intendo gli squali della finanza), si fanno da tempo sulla prima colazione. C'è che beve solo un caffé, che si è sentito raccomandato di mangiare tanto (pane, marmellata, biscotti fino ad arrivare alla famosa Madeleine di Proust, il cui solo profumo rievocava mondi favolosi: ma alzi la mano chi a parte la Strada di Swann abbia letta l'intera opera). E chi rimane a bocca asciutta. Ricordiamo, e non solo per inciso, che in Italia ci sono 4 milioni di bambini in povertà assoluta. Intanto, e lo avrete visto anche voi alla televisione, la Santanché, che fa affari con Visibilia senza pagare un euro le cooperative di cui si serve, imbandisce tavole extragalattiche. Possibile che in Italia si sia arrivati tanto in fondo? Comunque una via di uscita dall'ennesimo dibattito di cui si discute su alimentazione e salute, possiamo lasciare tranquillamente smettere di seguire quello che ci dice tal dottor Berrino che si è fatto una fama sui prodotti Matt che assicurerebbero un dimagrimento assoluto e garantito, anche di mille taglie, e seguire piuttosto le indicazioni di cui si sono fatti sottoscrittori scienziati veri, come l'ultimo premio italiano per la fisica Parini e il direttore dell'Istituto Mario Negri di Milano Garattini. Entrambi sono in ottima salute nonostante l'età, sfiorano i duecento anni in due e sanno che mangiare poco è un ottimo viatico per la salute e l'integrità fisica, nonché mentale. Garattini, per esempio, non mangia mai a pranzo, ma solo mattina e sera. Parini lo si è visto sfiorare i mari lunari senza soffrire di mali vari nonostante la pressione della gravità nei viaggi spaziali. E la raccomandazione migliore è quella delle nostre nonne che spazzavano le aie tenendo da parte le uova delle galline che vi razzolavano felici invece di stare in gabbia, e ottenendo dell'ottimo olio dalle prime spremiture. Olio che oggi sugli scaffali è difficile trovare esclusivamente italiano perché è spesso un mix di greci e spagnoli (e va beh, siamo tutti da lì che arriviamo). Ma ci sono anche gli oli marocchini e questo è un po' più difficile da spiegare (vero Salvini?). Chiudo questa lunga digressione continuo dicendo che le nostre nonne sapevano bene come per friggere sia migliore l'olio di semi di arachide, che ha un pnto di fumo molto maggiore, piuttosto che il tanto decantato olio di oliva extravergine (evo per gli amici) che va bene invece per condire a freddo.

mercoledì 3 aprile 2024

Aprile, di tutti i mesi il più crudele

Non so davvero che dire sul conflitto in corso. Adesso ascolto alla radio una trsmissione che sta dicendo che i valori non possono essere solo di parte, pena perdere la nostra umanità e diventare tutti più poveri. Poveri di ideali, poveri di umanità, poveri di pietà. Anche le ambasciate sono impotenti. A distanza di circa mille anni, abbiamo un Papa che si rifà nel nome a quello dei poverelli, ma tacendo su quello che di male ha fatto anche la Chiesa con la mortificazione della sessualità umana. Che unita ad un sano concetto dell'amore è una fonte di vita e di umanità. Lo so ne parlavano ieri sera anche in televisione. Ripeto non so che agggiungere. Ho già scritto che esiste un passato passato, un passato presente e un passato futuro. Rimuginare sul passato non serve a nulla. Bisogna guardare avanti senza vergognarsi. Le colpe esistono, eccome, ma sono di entrambe le parti in gioco. Aprile di tutti i mesi è il più crudele, diceva il poeta. Non facciamolo diventare veramente, tristemente tale. E ricordiamoci cosa vuol dire per noi italiani il 25 di questo mese.

lunedì 25 marzo 2024

Olio in Salento e strani magheggi

Ai tempi in cui in Puglia si svolgevano i fatti balzati ora agli onori della cronaca, sul sindaco De Caro, io ero una collaboratrice freelance del quotidiano economico Italia Oggi, scritto da professionisti per professionisti. E stavo svolgendo un'inchiesta sul tema di mia competenza e cioè l'agroalimentare, che in Puglia significa soprattutto olio. Interrogato via mail sulla questione l'allora sindaco De Caro all'inizio riuscii ad "agganciarlo", ma subito dopo mi arrivò una lettera del suo assessore credo proprio all'agricoltura firmata Cosimo Borracino che mi diceva di non poter rispondere. Ricordo che allora il mio caposervizio Luigi Chiarello mi disse: "Ma non può rispondere o non vuole rispondere?"La risposta credo sia arrivata oggi ...Consigliere regionale in Puglia dal 2013 nella circoscrizione di Bari, De Caro ha lavorato a progetti innovativi come il pluralismo dell’informazione, la mobilità ciclabile, l’attività ricettiva del albergo diffuso, l’istituzione dell’anagrafe pubblica degli eletti e la trasparenza dell’informazione. Primo eletto alle parlamentarie del Pd nella componente maschile, nel marzo 2013 viene eletto Deputato. Dal primo gennaio 2015 è nominato vice presidente Anci (Associazione nazionale comuni italiani) con delega “mezzogiorno e politiche per la coesione territoriale” e componente del comitato delle regioni organo consultivo dell’Unione europea con sede a Bruxelles che dà voce agli enti regionali e locali. Adesso arriva l’ipotesi dello scioglimento del Comune. A chi dà fastidio?

giovedì 14 marzo 2024

I "doppi" e le loro incognite

Mentre conducevo un’inchiesta su Naomi Klein e Naomi Wolf sul tema del doppio. La Wolf inseguiva la Klein sui social appannandone il brand che la prima si era costruita con la pubblicazione di No Logo, a sua volta una critica dei brand della moda, mi sono imbattuta, su Internet, in un’interminabile sequela di doppi in letteratura che mi hanno accompagnato durante tutta la mia formazione scolastica e anche dopo. Fino a capire troppo tardi che lo sdoppiamento era mio. Il mio doppi ero io. E che le persone che vedevo doppie sono arrivate fino all’evento clou di questi giorni. La morte di Navalny in Siberia da me scambiato per Julien Assange. Per la cui causa era l’unica perla quale avessi firmato. Ma faute. E non l’unica. Navalny era molto più in pericolo di vita, stretto oppositore politico di un regime dispotico, quello russo, mandato a scontare la sua pena in Siberia, nel Gulag. Visto che si faceva beffe del potere la sua fine è stata tragica, barbaramente assassinato e il suo corpo negato alla sepoltura da parte di sua madre. Assange è invece un giornalista australiano fondatore di Wikileaks, sito online di diffusione e denuncia di apparati non trasparenti e non democratici, le democrature, che gli è valsa la negazione dell’estradizione negli Usa. E qui si pratica ancora la pena di morte con torture come l’affogamento nel carcere di Guantanamo. Due vite apparentemente parallele se non fosse che Assange è vivo, mentre Navalny ha pagato il suo dissenso con la morte. Una morte che fa discutere come nella tradizione della migliore letteratura. “Hanno ammazzato Pablo e Pablo è vivo” (F. De Gregori, se non le consideriamo solo canzonette). Il creatore di Wikileaks, colpevole, per chi lo cerca, di aver divulgato segreti circa le operazioni dei marines in zone di guerra come l’Iran e l’Afghanistan rischia di essere estradato negli Usa dove non gli perdonerebbero le invasioni nel campo delle guerre “giuste” a loro giudizio e dove, come detto, esiste ancora la pena di morte, applicata con metodi di tortura nella prigione di Guantanamo.

venerdì 8 marzo 2024

Un modo elegante e appetitoso di servire i wurstel

I wurstel di solito si mangiano con la senape o con la radice di cren. Ma esiste in modo più sfizioso di portarli in tavola. Tagliate longitudinalmente in due parti un wurstel grosso e tenetele per cinque minuti a bagno in acqua bollente (con il fuoco spento). Prendete un piatto da portata tondo piuttosto largo e sistematevi le due parti del wurstel all’esterno, una di fronte all’altra. Al centro disponetevi della lattuga lavata e tagliata a mano (l’insalata non va mai tagliata con il coltello). Ai due lati di questa non interessati dal wurstel piazzate delle fette di pane bianco in cassetta leggermente dorato e tagliato a triangoli (disponete in triangoli come si trattasse di un panettone salato). Cospargete l’insalata di olive nere denocciolate e coronate il tutto con fettine di uova sode. Tempo di preparazione i cinque minuti del bagno del wurstel, i dieci delle uova sode, i tre della tostatura del pane bianco e quello necessario a lavare la lattuga a seconda se l’avete comprata in busta già lavata o nel sacchetto di plastica (che presto andrà in pensione) da lavare e centrifugare (10 minuti). Preparazione: facile. Costo: contenuto.

mercoledì 6 marzo 2024

Russia: di nuovo padrona del mondo?

La Russia vuole diventare padrona del mondo? La sua estensione in effetti va dall’America all’Europa dell’Est ed è lì che si giocano le sorti del conflitto contro l’Ucraina, perché l’Europa non ha una difesa comune e una diplomazia comune che serva da deterrente alle sue mire espansionistiche. Ma c’è una data più lontana nel tempo che serve per capire come sono andate le cose, come spiega Domenico Quirico uno dei nostri inviati sul posto. “Tra il 1932 e il 1933, milioni di ucraini morirono di fame. Stalin, l’allora capo dell’Unione Sovietica (la caduta del muro di Berlino che dichiarò finita questa brutta parentesi della storia che ora si rinnova risale al 1989), decise di prendere tutte le terre: /al proposito si potrebbe dire che tutte le guerre hanno un inizio e una fine per motivi economici, ndr/ i contadini non ricevettero più uno stipendio ma una quota dei beni prodotti. Molti si opposero a questa decisione e vennero ammazzati: chiunque fosse stato trovato a nascondere qualcosa da mangiare, anche solo delle bucce di patata, sarebbe stato fucilato. Altri morirono di fame. Ancora oggi questa tragedia è una delle ragioni del risentimento degli ucraini verso i russi. Nel Donbass furono realizzati grandi insediamenti siderurgici che hanno attratto la popolazione russa. Gran parte della popolazione del Donbass non ha mai nascosto una certa insofferenza verso Kiev, ritenendo che dal 1991 (anno in cui l'Ucraina dichiarò l'indipendenza dall'Urss) le condizioni di vita siano peggiorate.”Si può dire quindi con Quirico che il punto più grave è stato raggiunto in questi mesi /dal 22 febbraio, ndr/ ma è dal 2014 che nella regione del Donbass c’è un conflitto in corso. Nel 2014, a Kiev, c’è stata una rivolta contro il presidente Janukovyč, amico dei russi. La popolazione fece una battaglia per chiedere l’adesione all’Unione Europea con manifestazioni nella piazza Maidan. Si crearono degli scontri, ci furono dei morti e il presidente venne cacciato. La guerra continua ancora ed è Putin che fornisce denaro e armi.

martedì 5 marzo 2024

Pesci e allevamenti ittici, sappiamo davvero quello che mangiamo?

Nel fare il punto su febbraio, CIWF, ribadisce il suo impegno, insieme ad altre Associazioni europee di difesa degli animali destinati all'alimentazione umana, nella lotta contro le gabbie, i viaggi troppo lunghi stipati sui Tir, la macellazione senza prima senza prima stordirli. Questa volta il suo faro è puntato sui pesci contro la pesca a strascico che oltre a ributtare pesci considerati non pregiati in mare o a renderli utili solo per farne altro mangime, farina o olio di pesce, per pesci, diventando così carnivori di se stessi, vengono ammassati negli alllevamenti ittici. Tra gli allevati e no, sono un totale di 2,2 trilioni i pesci che fanno una brutta fine, secondo uno studio di un autorevole ricercatore, Phil Brooke. Salmone, tonno e trota che sono allevati, sono costretti a passare la vita nuotando in cerchio in acque putride. CIWF chiede alla Ue di prendere posizione.

8 marzo, quante sono le donne più ricche?

E questa settimana, venerdì 8, cade il giorno della Festa della Donna. Acquisto di mimose e festini con spogliarelli maschili a parte, che non se ne può più già da molto tempo, vediamo invece la classifica delle donne più ricche del mondo. In testa, una francese. Francoise Bettencourt Meyer, imprenditrice e filantropa che vanta un patrimonio di 90,2 miliardi di dollari. Al secondo posto Alice Walton, ereditiera della catena americana di grandi magazzini WalMart, seguita da Julia Koch e Jacqueline Mars. La classifica è redatta da Forbes. Le donne più ricche per ciascun Paese vede gli Stati Uniti al primo posto con 97 donne miliardarie, seguiti dalla Cina con 42 e dalla Germania con 22. L’Italia però è quarta nel mondo e seconda in Europa con ben 19 donne miliardarie. Bisognerebbe però sapere quante di queste ultime si sono fatte da sole e quante hanno ereditato o beneficiato da ricchi imprenditori.

Stop alla plastica monouso, ma da quando?

Se ne parla da molto tempo ma solo dal 2030, saranno vietati dalla Ue alcuni formati di imballaggi in plastica monouso, come quelli della frutta e verdura fresca non trasformata (si salva invece l’insalata imbustata), gli imballaggi per alimenti e bevande consumati nei bar e ristoranti, le porzioni individuali (come condimenti, salse, panna, zucchero) e i prodotti in miniatura per l’uso nei servizi igienici degli alberghi. Il riuso degli imballaggi per bevande dovrà essere di almeno il 10%.

La Cina, l'AI e le auto elettriche

La Cina, è al centro del dibattito economico mondiale. Da sempre il suo sistema industriale e commerciale si basa sulle sovvenzioni statali che vogliono vedere il Paese diventare un campione globale. La stessa cosa non può dirsi per l’Unione europea dei 27, la cui economia è basata sui principi del liberismo. Ma di fronte alla prospettiva di un conflitto mondiale questa’ultima ha già messo in atto delle barriere su prodotti cinesi come alluminio, acciaio e pannelli solari. Automobili, treni e dispositivi medici godono invece ancora del libero scambio, per timore di ritorsioni da parte del gigante asiatico. E’ nato così il boom delle esportazioni cinesi di automobili. “Si deve pagare IVA e dazi su qualsiasi importazione dalla Cina e dai paesi extra UE, anche su spedizioni con valore inferiore a 22 Euro. L'unica esenzione prevista sarà per spedizioni sotto i 150 Euro di valore dichiarato, in questi casi si deve pagare solo l'IVA. La spedizione ha un costo compreso tra 5 e 12 dollari, è tracciabile e viene gestita da SDA (per conto di Poste Italiane) una volta arrivata in Italia. Tempi di consegna di circa 1 settimana” si legge su Verità e Affari, giornale online diretto da Maurizio Belpietro. Dal Giappone gli scambi commerciali sono più concentrati sui prodotti farmaceutici e sugli articoli di abbigliamento, compresi quelli in pelle che nel Paese inquinano molto per via delle concerie. Quanto all’alimentare, il Paese è noto per la carne di Kobe, una vera specialità, carne di manzo massaggiata lungamente a mano e tagliata con coltelli simili a scimitarre su un bancone di fronte ai clienti. Ma non se ne riscontrano importazioni massicce in Italia.

mercoledì 28 febbraio 2024

Abbiamo creato un sistema che minaccia il futuro dei nostri figli solo per nutrirli oggi

Non sono io che lo dico, anche se lo sottoscrivo, ma una famosa scrittrice canadese che se volete seguire dovete andare sul suo sito: naomiklein.org. A distanza di tempo dal suo best sellers NoLogo, in cui denunciava lo sfruttamento dei Paesi poveri nel creare capi di abbigliamento di marca che poi nella grande distribuzione venivano venduti a cento volte tanto quanto era costato il lavoro di bambini sfruttati del Terzo Mondo, pubblica oggi Doppleganger, Mondo Specchio. Una riflessione sul tema del sosia, caro a tanti scrittori, non ultimo Dostojieski che al proposito ha scritto un libro così intitolato, in cui il doppio di un povero piccolo impiegato diventa più famoso e più amato dell’originale stesso. La Klein in pratica ci avverte: “Passare a un'economia in equilibrio con i limiti della terra /quello che si cerca di fare seguendo i principi della responsabilità sociale di impresa ndt/, significa anche espandere i settori della nostra economia che sono già a basse emissioni di carbonio: l'assistenza medica, l'insegnamento, il lavoro sociale, le arti e i media di interesse pubblico. Seguendo l'esempio del Quebec, un programma nazionale di assistenza all'infanzia è atteso da tempo. Tutto questo lavoro, in gran parte svolto da donne, è il collante che costruisce comunità umane e resilienti – e avremo bisogno che le nostre comunità siano il più forti possibile di fronte al futuro difficile in cui ci siamo già bloccati. Dal momento che gran parte del lavoro di cura – sia delle persone che del pianeta – non è attualmente retribuito, chiediamo un vigoroso dibattito sull'introduzione di un reddito annuale di base universale. Sperimentata per la prima volta in Manitoba negli anni '70, questa solida rete di sicurezza potrebbe aiutare a garantire che nessuno sia costretto ad accettare un lavoro che minacci il domani dei propri figli, solo per nutrirli oggi. Dichiariamo che l' ‘austerità’ – che ha sistematicamente attaccato i settori a basse emissioni di carbonio come l'istruzione e la sanità, affamando il trasporto pubblico e costringendo a privatizzazioni energetiche sconsiderate /come accade adesso in Italia con il governo Meloni, ndt/ – è una forma di pensiero fossilizzata che è diventata una minaccia per la vita sulla terra.” Avvertenza di chi scrive: non confondete Naomi Klein con Naomi Wolf, il suo doppio che ha largamente attinto alle tesi dell'autrice per veicolare messaggi antiteci al suo pensiero, avvalorando teorie complottiste sulla medicina dei vaccini come se fossero responsabili di malattie contratte dopo averli assunti e sparando a zero su quell che lei chiama "big pharma", l'industria dei preparati farmaceutici. Un pò come fa adesso in Italia il generale Vannacci inducendoci a credere alle sue teorie sul genere (maschile/femminile) non avvalorate da nessunissimo scienziato.

venerdì 23 febbraio 2024

Cibo di risulta, pappa con il pomodoro e zuppa di cipolle

Se avete accumulato del pane secco, non buttatelo. Potete ricavarne almeno due ottime ricette. La responsabilità verso il clima e l'ambiente inzia da qui. Nel conservare il cibo che si ha in casa. Pappa con il pomodoro. Mettete in una ciotola il pane avanzato e lavoratelo con quanta acqua vi prende fino a diventare una pappa molle e salate a vostro gusto. In una casseruola di media grandezza fate soffriggere tre cucchiai di olio di oliva extravergine con uno scalogno tritato. A doratura raggiunta, versatevi una scatola di pomodori pelati, o mezza, a seconda di quanto pane avete. Io mi regolo sempre ad occhio. Aggiungetevi il pane e fate cuocere per un quarto d'ora. C'è chi lo fa anche con l'aglio, ma è meno digeribile. Zuppa di cipolle. Versate tre cucchiai di olio in una una casseruola di media grandezza. E adagiatevi tre fette di pane. Tagliate a pezzi grossolani tre cipolle e adagiatele sul pane. Fate dorare per pochi minuti e poi versatevi sopra del brodo. Anche questo tutto ad occhio. A questo punto non vi resta che versarvi sopra una e due uova che si cuoceranno in camicia. La zuppa è pronta quando il brodo si è ristretto e la cipolla bella dorata.

martedì 20 febbraio 2024

Agricoltura, quanto ci nutri?

In Francia, agli agricoltori spettano agevolazioni. Come si legge sulla newsletter di Agrisole, si apprende infatti che in particolare al settore vitivinicolo verrà applicato il tasso massimo sui mutui del 2,5%, per allungare la durata della restituzione dei prestiti.Infatti sull'impresa agricola, come in ogni settore di attività, gravano alcuni oneri (assicurazioni, costo del noleggio o dell'acquisto dei trattori) sui quali pesano le strette del settore creditizio.Si pensi che anche in Italia, dove l'estensione degli ettari coltivati sono molti di meno, per la posizione morfologica della Penisola, stretta tra Alpi e Appennini dove non sono rari gli eventi sismici, e ora anche gli stratempi (alluvioni o siccità) causa cambio climatico, molti agricoltori si sono trovati nella condizione di tenere nelle stalle o in cantina, vini e formaggi. Nel quadro complessivo della stretta sul settore pesano i patti del Mercosour, liberi scambi commerciali con i Paesi dell'America Latina (Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay), non ancora definiti dalla Commissione Europea. La spesa delle famiglie al supermercato, ipermercato, discount o mercato rionale è sempre più cara; in Italia 7 milioni di famiglie vivono sotto la soglia della povertà, e tra queste ci sono anche molti giovani. L'ortofrutta che mangiamo, oltre che arrivare spesso dall'estero (Francia, Spagna, Marocco), è sempre più spesso prodotto delle serre dove si attua l'agricoltura idroponica, cioè con le radici nell'acqua e non nella terra, di cui avevo già parlato in queste pagine in tempi non sospetti. Il biologico (assenza di pesticidi) è un lusso per pochi, ma non per questo non bisogna lavorarci per renderlo più alla portata di molti. Il fatto è che in questo caso bisogna affidarsi alla rotazione delle colture, con la conseguenza che molti terreni rimangono a riposo mentre si cerca di coltivarne altri. Last but not least (ultimo ma non meno importante) sappiamo davvero, tra additivi e coloranti chimici e merce proveniente dall'Estremo Oriente,cosa mettiamo nel piatto? Il pollo, ad esempio, da quanti "millenni" non è più ruspante ma cresciuto ad estrogeni? E gli antibiotici che gonfiano la bistecca? Gli NTG, Nuove tecniche genomiche di cui ho parlato di recente, sono davvero un modo nuovo e "pulito" di rendere l'ortofrutta più sana e più "curativa"? O dietro di loro non si nascondono piuttosto i vecchi ogm (organismi geneticamente modificati, cioè con l'introduzione di geni che non gli appartengono in natura) e le vecchie clonazioni (vedi la pecora Dolly?). Per tutti questi argomenti di discussione vi rimando alla trasmissione televisiva di fine febbraio della giornalista Sabrina Giannini che esplora da tempo queste tematiche con rigore scientifico.E con dietro uno staff che io non posseggo per approfondire.

Sinistra unita, se ci sei batti un colpo

Piccola nota a margine dei miei soliti interventi su cibo e agricoltura. Stanno tornando gli anni di piombo? L'esponenente della Lega Gian Marco Centinaio sembra sia stato minacciato anche con l'invio di una busta sospetta nel suo ufficio. Intanto Rai Tre a margine della sua nota trasmissione Prima Pagina, la lettura dei giornali, a Pagina Tre, quella culturale, diffonde la voce di Groucho Marx, da non confondere con Karl Marx, che invita a essere contro: "I'm against it". Morto nel 1977, la raccolta di lettere in cui appare questa citazione apparve nel 1967, prodromo del '68. E ricorda un pò l'ideologia di Woody Allen. Ma poi venne il '77 e la lotta si fece cruenta.Certo ad un governo in crisi, con lo scivolone di Caivano, il barcone di migranti cui fu negato l'approdo pur essendo in acque italiane, fa gioco rinfocolare vecchi attriti, nella speranza di raccogliere più consenso possibile, o meglio non perdere quello che già ha. Voce unita della sinistra, di tutta la sinistra, non pervenuta.

mercoledì 14 febbraio 2024

Ricetta della pinza pasquale

Un dolce tipico pasquale della tradizione triestina è la pinza, un lievitato che si può fare in casa. Io vi do la ricetta del libro "La cucina triestina" di Maria Stelvio, uscito nel 1927 e che ebbe altre 14 edizioni. Ingredienti: 1 bacchetta di vaniglia; 60 gr di lievito; 600 gr di farina; 400 gr di farina; 100 gr di zucchero; 60 gr di burro; 2 tuorli; 3 uova; cumino; 9 tuorli; 1 uovo per lucidare la superficie; 1 kg di farina; 360 gr di zucchero; 200 gr di burro; raschiatura della buccia di mezzo limone e mezza arancia. Procedimento: setacciare la farina. Pestare in un mortaio la vaniglia sminuzzata assieme allo zucchero e setacciare. In un ampio recipiente frullare il lievito sminuzzato e sciolto con un pò di acqua tiepida, un cucchiaio di zucchero e 400 gr di farina formando una pasta molle come crema scorrevole; farla lievitare in un luogo caldo, ricoperta da una salvietta di cotone; raddoppiato che sia il volume, aggiungere a piccoli quantitativi, ora di un genere, ora di un altro, sempre mescolando: 600 gr di farina, 100 di zucchero; 60 di burro sciolto tiepido, 2 tuorli, 3 uova, limone arancio, cumino, 30 gr di sale e lasciar nuovamente lievitare. Raddoppiata che sia la massa versarla in un kg di farina a mmucchiata sulla tavola assieme a 360 gr di zucchero; aggiunegere 200 gr di burro sciolto tiepido e 9 tuorli. Lavorare l'impasto con le mani, che da prima vi si appiccicherà ma che man mano infarinando la tavola prenderà consistenza. La pasta deve essere facilmente maneggiabile in modo che affondadovi un dito la pasta si livelli subito, se questo non avviene va aggiunta dell'acqua tiepida. Lavorare un'ora sulla tavola, sempre infarinata. A lavorazione finita la pasta non deve attaccarsi né sulle mani, né sulla tavola. Come avrete capito con queste dosi si formano sette panetti, che si cuociono disponendoli su carta da forno burrata e facendoli prima lievitare al caldo del termosifone. Quando saranno quasi raddoppiati di volume, ungerli con l'uovo mescolato e con le forbci praticare dal basso verso l'alto tre tagli a stella, fondi circa 3 cm. Arrostire poi i panetti in forno tradizionale statico a 165 gradi per 35 minuti. Arrostendone uno per volta, il forno sarà pronto per il successivo. E avrete così 7 pinze, una volta in famiglia le donne stavano in casa e avevano il tempo di lavorare in grande. Adesso impastare a mano non si fa più; ci sono le moderne planetarie e i robot da cucina. Pertanto se ne avete uno potete sbizzarirvi a realizzare tutti questi impasti quando e come volete. Dividendo poi tutti questi ingredienti per sette avrete una pinza sola che può bastare per quattro, cinque, sei o anche sette persone.

martedì 13 febbraio 2024

Zabaione con caffé o marsala

Con la fine di febbraio sembra che il meteo cambi e verrà freddo anche al Nord per ora graziato dalle basse temperature. Prepariamoci dunque ad affrontarlo, oltre che con tisane calde, con il dolce più energetico di tutti: lo zabaione. Che si faccia sbattendo uno, due o più tuorli a seconda di in quanti si è, con lo zucchero fino a che diventino bianchi, lo sanno tutti. Ma io lo facevo anche aggiungendoci l'albume montato a neve, e il caffé o il marsala, una vera delizia.

Un Carnevale sbiadito dalle carnevalate di cantanti, presentatori e influencer

Un martedì grasso come questo, a rimorchio delle canzonette e degli outfit improbabili di cantanti, presentatori e influencer, potrebbe un po' sfigurare. Invece il nostro Paese è la patria degli artigiani: del ferro, con il quale si ferrano le zampe dei cavalli per le carrozze, del vetro, ancor prima di quello di Boemia, della creta, del marmo e del legno. Con cui preparare oltre alcuni fra i carri più belli del mondo, anche le scenogafie, i costumi e gli addobbi dei templi della lirica, oggi Patrimonio Unesco dell'Umanità. Il Carnevale di Venezia e quello di Viareggio sono l'espressione più autentica di questa nostra inventiva, ma nel tempo se ne sono aggiunti altri, come quello della battaglia delle arance di Ivrea. In tutta Italia, tranne a Milano, dove fu vescovo Sant'Ambrogio e la chiusura della festa in maschera avviene sabato prossimo, con il mercoledì delle Ceneri il Carnevale finisce e si inziano a contare i giorni dell'Avvento della prossima Pasqua che quest'anno cade il 31 marzo e il primo aprile è il Lunedì dell'Angelo. Natale con i tuoi e Pasqua con chi vuoi, recita un famoso detto. Ma cosa mangiare in queste due festività? Chiacchiere, dette anche crostoli o frappe, e tortelli a Carnevale. Una volta si facevano in casa, ma adesso si comprano in pasticceria o al supermercato. Le prime sono fritte o al forno, i secondi fritti e riempiti di crema e uvette o vuoti e poi cosparsi di zucchero. Uovo di cioccolato con sopresa, al latte o fondente, e colomba mettono d'accordo tutti. Ma come da tradizione ogni Regione italiana ha le sue specialità. Tra cui ricordo pinze e presnitz e titole all'Est e pastiera a Napoli. I primi due sono fatti di pasta sfoglia ripiena di frutta secca e cotti al forno e le titole sono trecce di pasta frolla con un uovo sodo colorato inserito a una delle due estremità. La pastiera, ma lo sapete meglio di me, si fa con il riso o grano cotto, ricotta, zucchero, burro e latte. Ho un mese e mezzo per essere più precisa nelle ricette pasquali.

Social, se la merce siamo noi ...

Sì, è vero, a proposito della protesta dei trattori, ho scritto mucca Carolina al posto di Ercolina, che potrebbe suonare come un suo anagramma, e con questo, oltre a sbagliare, ho tradito la mia anzianità. Essendo la mucca Carolina una mucca gonfiabile, ad altezza bambini, che stava sempre in piedi nonostante i nostri tentativi di buttarla giù. Ma era il tempo di Carosello,la pubblicità dei prodotti passava solo da lì, in quel siparietto di innocui e ingenui filmatini prima del telegiornale, e non eravamo invasi dai messaggi del marketing selvaggio di oggi. "Selvaggio" perché, da quando si è deciso che per vendere un'azienda doveva attenersi alle regole delle 4 "P", prodotto, packaging (imballaggio), pubblicità e anche promozione, non passa giorno che si assista all'invasione di campo di queste ultime in tutti i programmi radiofonici e televisivi. Poi è stata la volta di computer e Internet, con i quali i "prodotti" sono diventate le persone, che si intrattenevano in chat per cercare l'anima gemella. Adesso è arrivata la volta dei social e i suoi Like, i "mi piace", e siamo diventati tutti merce sul mercato dell'analisi interiore. Sì, perché a seconda di cosa ci piace e a seconda delle recensioni positive o negative che le aziende, tutte le aziende, agricole, industriali, del commercio e dei servizi, ricevono dai singoli individui, si misura la loro stabilità sul mercato. Ma mettere i nostri like non è gratis. Perché i prodotti diventiamo noi, le informazioni che ci riguardano, comprese quelle sensibili, come i dati anagrafici e quelli sanitari. Lo sfacelo così facendo cui siamo andati incontro è sotto gli occhi di tutti, con le notizia sempre peggiori di cronaca. E commentando queste distorsioni della vita sociale, stendo un velo di pietoso silenzio su Sanremo. Non vale nemmeno la pena, secondo me, di parlarne ancora.

venerdì 9 febbraio 2024

Cibi Ntg, cosa sono e cosa mangeremo

A margine della lotta dei trattori, è scaturita, tra le associazione degli agricoltori e il ministero della sovranità alimnetare e delle foreste, come si chiama adesso il vecchio Mipaaf, la questione dei cibi Ntg, presto sulle nostre tavole. La sigla vuol dire Nuove tecniche genomiche e se ne è parlato il 5 luglio, precisando che non sono Ogm (organismi geneticamente modificati). Si tratterebbe (ne hanno parlato in questi giorni i quotidiani) di inserire nei prodotti alimentari della terra dei geni non ogm che ne modifichino le caratteristiche in meglio. Potremmo così avere delle banane che se cadono non si ammaccano, patate coltivate con il 50% in meno di pesticidi, ortaggi in genere più resistenti agli agenti infestanti senza bisogno di più chimica. Sembra l'araba fenice che mette d'accordo contadini e consumatori, i quali potrebbero così mangiare meglio. Ma a quale prezzo? Per adesso si sa soltanto che è aperto il dibattito. Perché lo stesso ministro Lollobrigida ha assicurato, in maniera un po' politica (ma su che cosa non si dividono gli italiani tra destra e sinistra, dalle massime cariche dello Stato ai comuni cittadini) solo che non mangeremo farine di grilli e altre simili amenità. E che non favorirà i latifondisti (proprietari di larghe aree di terra) a scapito dei piccoli proprietari (i quali peraltro hanno anche la loro rappresentanza, Coldiretti, che mira ad una poltrona in Parlamento). Insomma, i trattori, tra cui quelli partiti da Melegnano, sostano alle porte di Roma; la mucca Carolina a quelle di Sanremo, con la promessa di Amadeus di parlarne senza però farla entrare. Si prospetta, ai piani alti, la maniera di far rientrare la jacquerie (termine francese mutuato dalla Rivoluzione dei contadini che volevano restaurare il clero) con una riforma dell'irpef sui terreni agricoli che non penalizzi chi ha di meno a favore di chi ha di più. Ma si sa come finiscono in Italia certe questioni ...

mercoledì 7 febbraio 2024

Se il nostro cibo arriva dall'estero

Forse non tutti sanno che il nostro latte e i nostri formaggi sono stati oggetto, già negli anni Novanta del secolo scorso, di un’operazione di acquisto poco trasparente. Trattatasi della cessione del frutto del loro lavoro alla francese Lactalis, per un corrispettivo non adeguato. Ora il colosso francese dovrà incontrare l’ispettorato anti-frode per le violazioni riscontrate. Per la serie tutti i nodi vengono al pettine. Soprattutto adesso che contadini e allevatori sono impegnati in una dura lotta con la marcia dei trattori. Più piccoli si è, sotto i dieci ettari di superficie agraria coltivabile, più ci si trova sotto lo scacco delle grandi multinazionali dell’alimentare. Per questo alla fine i conti non tornano. Come già fatto notare in un altro mio post, la situazione sta degenerando per più d’uno dei generi alimentari per cui si fa la spesa al supermercato. Latte e cereali sono rincarati per primi, anche perché per il grano non siamo autosufficienti e dobbiamo importarlo dall’estero (Canada in primis) e anche la nostra frutta, come le arance, aumenta di 5 volte il prezzo nel passaggio dai campi agli scaffali. Così la “spesa intelligente” diventa quella fatta al discount, (supermercati dai prezzi scontatissimi), dove però l’ortofrutta arriva dall’estero, Spagna e Grecia incluso il Marocco.

martedì 6 febbraio 2024

Spumanti in calo di consumi

Giampietro Comolli, presidente di OSVE-CEVES, Osservatorio Vini Spumanti, realizza come ogni anno l’analisi sui consumi di questi ultimi, questa volta a consuntivo sul 2023 e a preventivo sul 2024. E lo fa lanciando una nuova parola d’ ordine rispetto al vecchio binomio, ormai largamente superato di qualità-prezzo, e cioè: Realismo, Risparmio, Regionalità. Questi tre termini e emergono dall’analisi e commento dei dati raccolti nel 2023 sui vini e spumanti tricolori sui mercati nazionale, europeo ed internazionale. Il rilancio e lo slancio dei volumi post pandemia non sono confermati, mentre c’è un incremento dei prezzi e dei fatturati all’origine e al consumo. A condizionare i numeri dei mercati sono i costi aumentati lungo l’intera filiera produttiva, di forniture e distributiva. Nello scenario 2023 (e nel futuro), come sostiene qualcuno, si inserisce un crescente indirizzo normativo, sulle doc e docg (denominazioni di origine) e salutistico che porta a rinunce o a scelte. “Per il 2023 il bicchiere appare mezzo pieno … e per il 2024?” Si chiede Comolli. I fatturati aziendali e distrettuali (alcune Docg-Doc) hanno registrato un aumento fra il 4 e il 7%. Mentre i volumi frenano con cali, per singolo canale, tipologia, etichetta e per paese estero, variabili dal 2,8 al 12% in media. L’estero (Europa e Mondo) va meglio che non il mercato nazionale. Volumi in discesa e crescita del giro d'affari: un rapporto che da sempre è stato all’inverso per il vino italiano. In sintesi, si comprano meno bottiglie perché queste costano di più. Fino a che la morse inflattiva non si allenterà, il consumatore si orienterà su scelte meno costose, lasciando sullo scaffale le bottiglie più pregiate e bevendo sempre meno. Il che è un fenomeno che riguarda anche i millennials su cui pende la scure del debito lasciato loro da chi è venuto prima e contano le tendenze salutiste che fanno preferire bibite e acqua in bottiglia al costoso alcol.

lunedì 5 febbraio 2024

Uova con salsa Chateaubriand

No, non vi consiglierò ricette light, come le torte senza uova, senza latte o senza farina. O i sughi per le paste senza olio, senza burro, senza sale. O le fritture senza pangrattato, farina, uova e olio di semi di arachide, il migliore una volta per friggere, prima che quello extra vergine di oliva si prendesse la scena. Vi dirò invece come fare le uova affogate e come condirle. Le dosi sono queste: due uova per persona, acqua qb, un cucchiaio di aceto ogni due uova, mezzo pomodoro ogni due uova, e salsa Chateaubriand per condire e legare il tutto. Procedimento: in una pentola di medie dimensioni portare a ebollizione due bicchieri colmi di acqua. Quindi versarvi un cucchiaio di aceto di mele e le due uova che dovranno coprire i rossi con un velo di albume. Tagliare a metà un pomodoro di media grandezza e torglierne i semi per adagiarvi poi sopra le uova che avrete tolto dal fuoco con un ramaiolo bucato. Infine legare il tutto con la salsa Chateaubriand: vino Madera sbattuto in un brodo di pollo e mescolato con un burro chiarificato.

Trattori in marcia, un serpente che si morde la coda

Esiste un passato passato, un passato presente e un passato futuro. Per dirla con il poeta, siamo una X nel ciclo dell'azoto. Oppure anche, la storia si ripete una volta come tragedia e la seconda come farsa. E qui, con la Russia di Putin, che è un rimasuglio del vecchio passato zarista nonché stalinista, e l'Ucraina, che rivendica la sua indipendenza e bussa alle porte dell'Europa siamo alle solite. L'Europa non ne ha le forze, per difendersi, intendo. E così mi riallaccio alla questione "la marcia dei trattori". Cosa vogliano veramente, alzi la mano chi lo ha capito. Negli anni Novanta del secolo scorso, buttavano via le arance e inondavano i suoli di latte. Ma quella volta in Regione Lombardia, per chi non lo sapesse, la regione continentale più agricola d'Italia, c'era Umberto Bossi, che mostrava i suoi muscoli al governo e agli assessori regionali. Intanto gli agricoltori intascavano i soldi della Pac, Politica agricola comunitaria regolata a livello europeo dai notabili di Bruxelles. Così vendere i prodotti al giusto prezzo non era la loro priorità. Poi è arrivata la grande distribuzione organizzata, supermercati, ipermercati e centri commerciali. I contadini hanno dovuto allora vendere la propria merce ai trasformatori industriali, i quali la passano poi ai grossisti, per soddisfare uno smercio su lunghissima scala, la cosiddetta filiera. Oggi lamentano il fatto che i pochi centesimi che costano i loro prodotti, diventino decuplicati sullo scaffale delle grandi superfici di vendita. E, partiti da Milano, minacciano la marcia su Roma (vi ricorda niente?). Insommma, sono i Kulacki dei tempi di Lenin, contadini a mezzadria, che pagavano la mezza al padrone della terra, Vandeani francesi, contadini reazionari che volevano la restaurazione del clero ai tempi della rivoluzione, o servi della gleba, il popolino feudale che coltivava sottomesso ai tempi dell'Impero Romano? Intanto vini e formaggi, i nostri prodotti più identitari (come quelli della Francia, del resto) rimangono in cantina, in attesa di tempi migliori. Che però verranno solo se si mette un limite all'inflazione (carovita) che restituisca ai consumatori un equo potere di acquisto. Insomma un serpente che si morde la coda ...

giovedì 25 gennaio 2024

Diminuiscono gli acquisti di vino

Secondo l'Unione Italiana Vini e l'Ismea, l'Osservatorio sui mercati agricoli, di cui fa parte anche Giampietro Comolli, nel 2023 sono calati i volumi di vendita del vino del -3,1% e si assestano così a valore a 3 mld di euro. I trend di medio periodo rivelano cosumi in calo dell'8% dal 2019, anche se resistono i vini Dop (denominazione di origine protetta). In particolare sono in picchiata comuni e rossi mentre salgono ancora gli spumanti, evidentemente legati ad occasioni come festività e compleanni. La spiegazione può essere ricercata nel fatto che con l'inflazione (aumento dei prezzi), cala il potere di acquisto delle famiglie e così si compra meno.

venerdì 19 gennaio 2024

Quenelle di spinaci, comfort food

Quanto alla spinaci, siamo tutti d'accordo: ottimi quelli surgelati di facile utilizzo (farli bollire in poca acqua salata per 5-10 minuti e poi scolarli e strizzarli bene). Ma buoni anche quelli imbustati dei super (anche se richiedono di essere lavati prima). Ingrediente numero due: la ricotta. Poi farina, burro, noce moscata e un pugno di formaggio grattugiato. Quindi dopo aver cotto gli spinaci si passa a mescolare la farina e il burro fuso (come in una besciamelle) e la noce moscata nella ricotta e formaggio grattugiato. Nella crema così ottenuta si immergono gli spinaci composti come fossero degli schnitzel e poi ad uno ad uno si infarinano. Una breve sbollentata nell'acqua e poi, una volta scolati, vanno conditi con burro fuso e formaggio grattugiato. Un vero comfort food da giorni freddi.

La nostra economia che non tiene

Sono stata appena informata, ma lo saprete anche voi se avete guardato oggi la tv, di notizie preoccupanti sulla tenuta della nostra economia. I saldi non sono partiti come si vorrebbe e le previsioni li vedono in calo rispetto al 2022. I consumatori non spendono quanto industrie, artigiani ed esercenti si aspetterebbero anche perché il loro potere di acquisto, causa il caro energia (bollette luce e gas), è diminuito. E se non si spende l'economia non riparte. Me lo diceva già mio padre quando ero una giovane liceale: il denaro bisogna farlo girare. Non è il capitalismo "cattivo" che ce lo chiede, ma le semplice constatazione di un dato di fatto. Però è anche vero, secondo me, che "i capitalisti sotto il naso ti venderanno anche la corda con cui si impiccheranno" (Louis-Ferdinand Destouche, alias Céline, l'autore meno compreso del secolo scorso, che invece di essere un nazista come molti credevano era un medico di campagna che faceva in scienza e coscienza il suo lavoro, in mezzo alla turpitudine causata dalle due guerre, quella sì fascista). Ed eccoci qui, con un pugno di mosche in mano,anche l'agricoltura biologica e gli agriturismi in stasi, e i franco-indiani della siderurgia (un tempo nostro fiore all'occhiello industriale), vedi alla voce Arcelor Mittal, che mettono i loro operai per strada. La libera stampa imbavagliata dal decreto Nordio che vorrebbe imporre le microspie ai giornalisti anziché agli indagati. Meloni e Schlein, se ci siete battete un colpo. (Non di cannone contro gli immigrati,però).

giovedì 11 gennaio 2024

2024: CIWF rinnova l' impegno contro gli animali in cattività

Anche nel 2024 continua l'impegno di CIWF contro la pratica degli animali in cattività. Chi vuole può sintonizzarsi sul loro sito e firmare gli appelli oppure scegliere di fare una donazione. Si tratta di sottrarre gli animali destinati all'alimentazione umana a pratiche scorrette di allevamento e di trasporto. Gli animali, di qualunque specie essi siano, sono esseri senzienti e quindi soffrono tutto ciò che va contro il loro benessere. La Cop 28 ha stabilito alcune regole, ma gli interessi delle multinazionali del cibo vi si oppongono. Per questo è importante impegnarsi di mobilitazioni che facciano della regola, niente maltrattamenti, il loro fine. A questo proposito si può segnalare, come fa CIWF, che in Germania il consumo di carne è già diminuito e questo esempio potrebbe essere seguito anche in Italia. Peccato che qui il governo insediatosi l'anno scorso si batta per la cucina italiana patrimonio dell'Umanità e contro ogni forma di carne coltivata. Che potrebbe essere invece un'ottima alternativa.

mercoledì 10 gennaio 2024

Insalata e risotti invernali

Senza ricorrere alle insalate già imbustate, si trovano in commercio degli ottimi lattughini e il radicchio tardivo di Treviso. Riconoscibile per la sua forma allungata, questo è più indicato per risotti e si procede come al solito: soffritto in olio e poco burro di sedano, carota, cipolla. Quando il soffritto è ben tostato vi si aggiunge il radicchio tagliato a striscioline e si mescola. Poi si sfuma con vino bianco e si continua la cottura con brodo vegetale. All'onda e a cottura e ultimate si spolvera di formaggio grattugiato. L'insalata è invece ottima con il radicchio di Chioggia che è quello tondo. Questo va sfogliato, lavato e asciugato nella centrifuga e aggiunto alla lattuga trattata nello stesso modo. Una spolverata di carote tagliate nella apposita mandolina et voilà, il gioco è fatto.

I vini tedeschi: ma sono davvero buoni?

Sul web circola la notizia che i vini tedeschi sono di ottima qualità. Peccato che abbiano dato il numero dieci a vini che non sono affatto buoni. Un po'come per le due guerre mondiali dell'ormai da 23 anni passato Novecento: la Germania sempre in vetta ma per motivi niente affatto nobili. Storia magistra vitae? O non piuttosto non si impara mai abbastanza ...

martedì 2 gennaio 2024

Povertà e giustizia, il valore fondante della famiglia

Le Feste non sono ancora finite. Bisogna attendere l'Epifania che, come è noto, tutte se le porta via. Ossia l'arrivo dei Tre Re Magi che forse interpretando non proprio correttamente il messaggio del Cristo in terra, gli portavano in dono Oro, Incenso e Mirra. Mentre il bambinello giaceva in una stalla con sua madre e suo padre, un bue e un asinello. E non sembrava mancargli nulla. Ecco, ciò che ho più apprezzato dei discorsi di fine anno del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e di papa Francesco è il richiamo al valore della famiglia come principio fondante dell'umanità. E dell'accontentarsi di quello che si ha. Piuttosto che cedere alle false lusinghe del successo e del denaro. La mia mamma da piccola mi raccontava di una fantomatica manna dal Cielo che doveva risolvere il problema della povertà, dando da mangiare un pò a tutti. "Secondo necessità (e da ciascuno secondo le sue possibilità)." Quest'ultima frase vi dice niente?