martedì 13 febbraio 2024

Un Carnevale sbiadito dalle carnevalate di cantanti, presentatori e influencer

Un martedì grasso come questo, a rimorchio delle canzonette e degli outfit improbabili di cantanti, presentatori e influencer, potrebbe un po' sfigurare. Invece il nostro Paese è la patria degli artigiani: del ferro, con il quale si ferrano le zampe dei cavalli per le carrozze, del vetro, ancor prima di quello di Boemia, della creta, del marmo e del legno. Con cui preparare oltre alcuni fra i carri più belli del mondo, anche le scenogafie, i costumi e gli addobbi dei templi della lirica, oggi Patrimonio Unesco dell'Umanità. Il Carnevale di Venezia e quello di Viareggio sono l'espressione più autentica di questa nostra inventiva, ma nel tempo se ne sono aggiunti altri, come quello della battaglia delle arance di Ivrea. In tutta Italia, tranne a Milano, dove fu vescovo Sant'Ambrogio e la chiusura della festa in maschera avviene sabato prossimo, con il mercoledì delle Ceneri il Carnevale finisce e si inziano a contare i giorni dell'Avvento della prossima Pasqua che quest'anno cade il 31 marzo e il primo aprile è il Lunedì dell'Angelo. Natale con i tuoi e Pasqua con chi vuoi, recita un famoso detto. Ma cosa mangiare in queste due festività? Chiacchiere, dette anche crostoli o frappe, e tortelli a Carnevale. Una volta si facevano in casa, ma adesso si comprano in pasticceria o al supermercato. Le prime sono fritte o al forno, i secondi fritti e riempiti di crema e uvette o vuoti e poi cosparsi di zucchero. Uovo di cioccolato con sopresa, al latte o fondente, e colomba mettono d'accordo tutti. Ma come da tradizione ogni Regione italiana ha le sue specialità. Tra cui ricordo pinze e presnitz e titole all'Est e pastiera a Napoli. I primi due sono fatti di pasta sfoglia ripiena di frutta secca e cotti al forno e le titole sono trecce di pasta frolla con un uovo sodo colorato inserito a una delle due estremità. La pastiera, ma lo sapete meglio di me, si fa con il riso o grano cotto, ricotta, zucchero, burro e latte. Ho un mese e mezzo per essere più precisa nelle ricette pasquali.

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