domenica 31 maggio 2015

Lotta allo spreco, vegani e Gluten Free a Expo

Le nuove tendenze in fatto di alimentazione, oltre ad una drastica riduzione dello spreco di cibo per il quale le grandi organizzazioni, secondo Slow Food, andrebbero sanzionate, sono il cibo vegano, il cibo per gli intolleranti al lattosio e quelli al glutine, cioè i celiaci. Molti ormai i prodotti sul mercato per questa fetta di popolazione che sta crescendo (i vegani sono il 7,1%) sia per questioni di intolleranze vere e proprie sia per convinzioni etiche (per esempio l'animalismo). Così a Perugia dal 29 maggio al 2 giugno si svolge il Gluten Free Fest, con un'area ristoro ricca di cibi dolci e salati, finger food o da mangiare comodamente seduti. I prodotti per i celiaci sono a base  di farina di mais, amaranto, castagne, ceci, cocco e grano saraceno. E adesso c'è anche un'azienda che fa pubblicità in televisione dei suoi prodotti senza glutine assicurando tutto il gusto delle farine normali. Dal 2 giugno, quindi da dopodomani il Gluten Free Fest sbarca a Expo con un Ape Food Truck, cioè un mezzo su tre ruote che porterà in giro i suoi prodotti. I vegani rinunciano a molto, compresi i formaggi e le uova. In cambio mangiano tofu e altri derivati della soia. Come  tofu e soia, riso e mandorle è ciò che sostituisce il latte per chi è intollerante al lattosio. Con questi ingredienti si possono anche confezionare dolci con soluzioni a base di acqua, olio extravergine di oliva e soia. Il risultato sono mini cup cakes, cioè dolcetti che stanno in un cestellino monoporzione, ma anche torte decorate con pasta di zuccchero, glassa e altri elementi decorativi commestibili. E' la tendenza del cake design che piace molto per le ricorrenze come quelle di questo maggio e giugno, comunioni e cresime. Altri dolci particolari sono quelli a base di rosa o lavanda. Si va insomma verso un tipo di alimentazione più leggera, anche senza lattosio, al posto del quale si usa tofu, soia, riso e mandorla. Ma quello che dobbiamo veramente aspettarci è la lotta allo spreco, la cucina degli avanzi e il biologico. L'Italia è il Paese più Green d'Europa con 44mila aziende agricole biologiche. Da domani parte poi in televsione una nuova trasmissione di cucina legata all'Expo che insegnerà a come non sprecare proprio niente, cucinando anche nella lavastoviglie. Come si fa? Si chiude il roastbeef in un barattolo di vetro ermetico e lo si mette nella lavastoviglie con un programma di lavaggio, senza detersivo naturalmente, eco. Si toglie la carne dalla lavastoviglie e la si passa rapidamente nella padella. Bon appetit.

venerdì 29 maggio 2015

La cucina creativa a Expo


La cucina creativa, termine coniato ormai oltre trent’anni fa dal veterano Gualtiero Marchesi, il cui testimone fu poi raccolto dallo chef catalano Ferran Adrià, potrebbe aver fatto il suo tempo con gli emuli Carlo Cracco e Davide Oldani, ma in realtà spopola ancora con Claudio Sadler e Pietro Leemann del Joia, che ha inventato la cucina creativa vegana, e questi sono solo alcuni dei  cuochi milanesi. Ma Identità Golose, il Congresso di Cucina d’Autore di Paolo Marchi,  le numerose trasmissioni televisive, e gli altrettanti innumerevoli libri, hanno coltivato una folta schiera di cuochi “creativi” che si chiamano chef e ambiscono alle stellette. Adesso se ne possono gustare le creazioni anche a Expo a prezzi un po’ minori che non in centro città ed è per questo forse che i ristoratori milanesi si sono già lamentati di Expo.

Questa l’essenza di Carota (gelato, dessert, antipasto?) ma comunque un piatto molto fresco di primavera, di Felice Lo Basso presente anche a Expo.

L'essenza di carota, ricotta di bufala e polvere ghiacciata di borragine

Ingredienti per 4 persone

3 carote intere

200 g ricotta di bufala

300 g borragine in foglie

100 g pecorino

olio qb

4 g agar agar

60 g tapioca germogli misti qb

 

Per la carota: Lessare le carote intere con la buccia in acqua salata. Cuocerle e dopo raffreddarle in acqua fredda in modo da conservare il colore. Tagliarle an fettine sottili e con gli scarti frullarle e aggiungere l agar agar formando una gelatina.
Per la polvere ghiacciata di borragine:
Sbollentare le foglie di borragine, condirle con il pecorino e l'olio e il sale. Infilare in un bicchiere da pacojet (specie di sorbettiera) e congelare fino al momento di mettere nel piatto.

Per la finitura del piatto: Prendere un coppa pasta quadrato, collocare le fettine di carota, condire con polvere di liquirizia e olio. Disporre sopra la gelatina di carota stessa, le perle di tapioca cotte precedentemente, i germogli misti e infine la polvere ghiacciata di borragine. 


mercoledì 27 maggio 2015

Spreco di cibo e nuovi metodi di coltivarlo

Il nuovo tema di Expo sarà la lotta allo spreco del cibo. Peccato che il padiglione della Svizzera che era incentrato su questo tema sia stato preso d'assalto e svuotato in pochissimo tempo. Anche la spesa last-minute può essere antispreco. Per questo motivo, sottolinea il Club Papillon, le catene della grande distribuzione organizzano sempre più promozioni con i cibi vicini alla scadenza, mentre sul web nascono piattaforme che mettono in comunicazione i consumatori con i negozi che offrono prodotti in eccedenza. E ciò è fatto per dimostrare come si possano incontrare le esigenze di risparmio dei clienti riducendo al contempo gli sprechi alimentari. Sempre più biologico, sempre più etico: ecco il cibo di domani. Di questo si parla quando si parla di Expo. Ma sul fronte dell'economia, cioè degli imprenditori che devono cercare di conciliare la sostenibilità, la cultura della biodiversità, con la gestione e con l'innovazione, nascono nuovi fronti come l'agricoltura di precisione, con al centro l'uomo (vedi Italia Oggi), e la biochimica molecolare, quella della frantumazione del Dna in vitro. Da qui al 2050, secondo Confagricoltura, avremo bisogno del 60% di cibo in più e quindi di nuovi metodi di agricoltura. 

martedì 26 maggio 2015

E dopo Expo?


Dalla Notizia del Club Papillon, di Paolo Massobrio e Marco Gatti, di oggi le tre tematiche di Expo di questi giorni. 
Punto primo:
 l’esordio della Giostra dei Wine Bar, partita ieri nella scenografica (e affollatissima) terrazza del Padiglione del Vino in collaborazione con il Golosario, la Guida alle Cose Buone d'Italia, di Paolo Massobrio. Punto secondo: le polemiche circa gli effetti dell’Esposizione sul commercio locale. Ultimi ad intervenire i negozianti e i ristoratori milanesi, insorti contro la decisione di allungare l’orario di apertura dei padiglioni fino alle 24. Punto terzo: quale sarà la “fine” di cluster e padiglioni al termine di Expo? Sul Giornale un articolo di Maria Sorbi indaga sulle sorti delle strutture una volta abbassate le serrande.

lunedì 25 maggio 2015

All you can eat

Mi sono avvelenata per voi al Rho Wok, ristorante all you can eat, cucina italiana, giapponese, cinese e brasiliana che in realtà non ha nulla  a che vedere con nessuna di queste cucine. I gestori sono cinesi. Il prezzo 10,90 a pranzo nei giorni feriali e 12,90 in quelli festivi. A cena, naturalmente salgono, fino a 20,90 a e 22,90. L'ambiente è sterminato e un po' rumoroso, ci saranno almeno 400 coperti. All'entrata sembra che facciano la pizza al forno a legna e io mi ero fatta quasi tentare. In realtà la preparano per poi servirla fredda nel grande bancone di centro dove ci si serve di un po' di tutto: grigliate di carne e di pesce, sashimi, olive ascolane e patate fritte, riso cantonese, spaghetti di soia. Al lato dei tavoli scorre un nastro trasportatore con il sushi, alghe e riso e pesce con salmone e gamberetti. I camerieri passano tra i tavoli offrendo spiedini di carne di pollo o salsicce. Il tutto potrebbe sembr
are appetitoso, ma in realtà nulla mantiene ciò che promette. Nella grigliata di pesce per esempio la sogliola non è una sogliola ma un'ombrina, una sua sottospecie. D'altronde con il poco che si spende non potrebbe che essere così. Il sushi non ha sapore se non quello della colla del riso e così via. Che dire? Questi locali sono nati sull'onda della crisi per permettere alle famiglie di godersi un pranzo a poco prezzo la domenica.
Ecco i piatti che abbiamo ordinato:

sabato 23 maggio 2015

La spesa con un occhio allo scontrino

Un contratto di acquisto per ogni fornitore, saltando il ruolo delle centrali, pagamenti a 30/60 giorni e Iva da pagare da parte della grande distribuzione anziché dai produttori: così con l’art. 62 del 2012 cambiavano le regole delle transazioni tra commercio  e  industria. Adesso si dice che questo decreto peserà per 700 mln di euro per cui il governo pensa già ad un aumento delle accise sulla benzina. Ma intanto pare che i consumi alimentari crescano


 a discapito del non food, nelle categorie alimentari e beni per la cura della persona. E questo non soltanto, come avvenuto durante tutto il periodo di crisi, per le promozioni. Ciononostante, gli scontrini, come quello qui sopra, riportano ancora le promozioni valide la settimana successiva. Ecco come si può risparmiare.

martedì 19 maggio 2015

We feed the planet

Il padiglione di Slow Food a Expo, volutamente sobrio, a fine evento verrà smontato a favore dei contadini del Sud del mondo e delle scuole lombarde. Ma prima, ha detto oggi Carlo Petrini, «dal 3 al 6 ottobre Milano accoglierà migliaia di giovani contadini che cercheranno le soluzioni per nutrire il pianeta, sono loro il futuro del cibo, un’altra occasione importantissima per cambiare il destino del mondo». Per farlo, da giovedì 21 è disponibile una piattaforma di crowdfunding (www.wefeedtheplanet.com) con la quale contribuire a garantire il diritto al viaggio dei giovani provenienti dal sud del mondo. «Un contadino africano guadagna in media 50 euro al mese, se decide di venire a Milano significa che per un anno non riuscirà a mangiare. Come denuncia la FAO, 500 milioni di piccole entità familiari mantengono l’80% dei viventi. Nessuno dimentichi però che questi milioni di agricoltori soffrono ingiustizie, violenze e guadagnano poco, mentre la ricchezza è concentrata nelle mani di poche grandi multinazionali. È per cambiare questo sistema che abbiamo bisogno del vostro aiuto, per permettere a questi giovani di venire a Milano e trovare le soluzioni per garantire a tutti un cibo buono e giusto. Aiutateci a realizzare questo miracolo». Tutto giusto per carità, ma a parte che non si sa a chi, cittadini, società civile, agricoltori del Nord del Mondo, distributori, vengano rivolte queste parole, a me viene anche il sospetto che dietro questi crowdfunding, letteralmente raccolta di fondi, ci sia sempre qualche interesse che poi non è l'interesse dei poveri del Sud del mondo. Chissà perché ... 

Latte: necessario o nocivo?

In pochi anni i produttori di latte italiani hanno pagato mezzo miliardo di euro di multe all’Unione Europea per lo sforamento delle quote produttive. Adesso il regime delle quote latte è finito, ma restano ancora da pagare 40 mld di multe.
La fine dei sussidi rischia di mettere in ginocchio un intero settore e il Ministero delle politiche agricole e forestali ha stanziato 108 mln di euro in tre anni per aiutare i produttori che però prendono solo 35 cent al litro.
La Lombardia è il maggiore produttore di latte in Italia. Ma molto latte proviene anche dall’estero, senza controlli sulla qualità e senza nemmeno che lo si sappia. Finisce infatti nei cartoni a lunga conservazione UHT dove non è obbligatoria l’etichetta di origine. Qual è dunque il latte che beviamo? Da dove proviene? Fa male o fa bene? Per questo il Ministero sta lanciando la campagna “Latte italiano 100%”, un logo facoltativo che permetterà ai produttori di distinguersi per qualità.
Nell’infanzia è l’unico nutrimento. I neonati bevono solo latte. Quello materno, consigliato, contiene molte vitamine tra cui l’essenziale vitamina D. A quello in polvere, che tra l’altro costa moltissimo, si ricorre solo in casi estremi nonostante la grande pubblicità gli avesse fatto negli anni Ottanta una multinazionale dell’alimentare.
Secondo alcuni in età adulta farebbe male. Ma perché? Che sia poco digeribile e possa far insorgere la pancreatite, è certo, ma c’è anche quello senza lattosio. Allora?
L’opinione di alcuni esponenti della medicina alternativa è che per l’assunzione di calcio contro l’osteoporosi (la progressiva decalcificazione delle ossa) sarebbe meglio prediligere frutta e verdura, cereali, noci  e frutta secca in genere, che ne contengono la stessa quantità senza le controindicazioni dei grassi saturi di latte (soprattutto UHT) e latticini (sarebbero meglio i formaggi di latte di capra) che possono favorire l’aumento di colesterolo e le patologie connesse. Ma come si diceva un tempo “est modus in rebus”: non è detto che il latte possa essere così nocivo se lo si assume in minime quantità, come lo fa la maggior parte degli italiani bevendolo solo con il cappuccino del mattino. E poi secondo la medicina ufficiale, molte delle malattie che si possono contrarre durante la vita dipendono non solo dall’alimentazione ma dalle caratteristiche individuali. Quindi le generalizzazioni della medicina alternativa sono da prendere con le molle. Oltre a questo oggi molte affermazioni a favore di una o l’altra dieta dipendono dalla comunicazione online su internet o dai comunicati stampa e in quanto tali sono poco controllate dagli organismi preposti, anche se sugli effetti del latte sarebbe d’accordo anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Ma sono tutti elementi da verificare. I vegani in Italia sono il 7,1% della popolazione e purtroppo si ammalano anche loro.                           

 

lunedì 18 maggio 2015

L'inutile Carta di Milano


Leggo il 12 maggio sul Fatto Quotidiano un post molto interessante di un economista che ha avuto per 13 anni a che fare con fatti correlati a quelli che saranno espressi nella Carta di Milano, il manifesto di Expo. Concludendo che sarà una dichiarazione di intenti sconcertante. Punti lapalissiani come il diritto al cibo sano per tutti. Punti travisati: il diritto al suolo. Meglio in certi casi l’agricoltura estensiva o residenze nel verde e nei parchi? Punti scottanti: reddito agli agricoltori, anche a quelli sussidiati? Punti controversi: per accedere ai mercati di sbocco dei  piccoli produttori si farà uso di camion elettrici o dei climalteranti diesel? Poi c’è la questione Ogm che secondo l’autore del post ha dimezzato la fame, riducendo il prezzo dei prodotti, pur raddoppiando la popolazione, ma questo è un tema, pur molto dibattuto, assente dalla carta di Milano mentre si parla della biodiversità di Vandana Shiva, l’attivista indiana contro le multinazionali dei brevetti delle sementi, che però difende un’agricoltura arretrata. Quindi: si tengono alti i prezzi dei beni alimentari per i paesi ricchi, si impedisce l’esportazione dei Paesi poveri con barriere doganali fantasiose o con i soliti sussidi e si tengono in vita attività estremamente inquinanti. La Carta di  Milano è una carta di intenti per “anime belle” che non si accorgono che dietro questi problemi c’è tutto un groviglio di interessi e condizioni politici, sociali, economici e di relazioni internazionali sempre più complesse. Quando la finiremo con le belle parole che non servono a niente?

mercoledì 13 maggio 2015

Domani i vini del Collio a Expo

Non ho ancora parlato del Padiglione Vino - a taste of Italy di Expo. Lo faccio adesso presentando un appuntamento che metterà in luce tutte le potenzialità e la cultura del vino legate a uno dei territori più suggestivi d'Italia.

Una degustazione dedicata alle eccellenze del Collio, dal vino alle produzioni gastronomiche. È questo lo speciale appuntamento organizzato dal Consorzio Tutela Vini Collio in occasione di Expo Milano che, nella giornata di giovedì 14 maggio, dalle 14.00 alle 15.30 presenterà i vini del Collio in abbinamento alle eccellenze gastronomiche del territorio  legate alla filiera del vino.

In particolare, Mario Busso, curatore della guida "Vini Buoni D'Italia" e Stefano Cosma, collaboratore della medesima guida, giornalista e storico del Consorzio Tutela Vini Collio, guideranno 5 imperdibili abbinamenti:

 

Olio extravergine d'oliva prodotto con olive coltivate all'interno del territorio della D.O.C. Collio dall’ azienda agricola Komjanc su pane del panificio Paussa di Cormons prodotto con farine macinate a pietra abbinato a Ribolla Gialla D.O.C. Collio delle aziende agricole Muzic e Fiegl.

 

Prosciutto crudo dell'azienda D'Osvaldo di Cormons abbinato a Friulano delle aziende Terre del Faet e Livon .

 

Formaggio da latte crudo con 60 giorni di stagionatura e caciotta aromatizzata ai fiori di sambuco dell’azienda agricola Zoff con gelatina d'uva di Ribolla Gialla, prodotta dall'azienda Devetak con uve D.O.C. Collio provenienti dalla cantina Gradis'ciutta abbinati a Sauvignon D.O.C. Collio dell'azienda Borgo Conventi .

 

Gubana del panificio Paussa di Cormons aromatizzata con Grappa di vinacce da uve D.O.C. Collio dell'azienda Borgo Conventi, abbinata a Piccolit D.O.C. Collio della cantina Humar.

 

Sorbetto all'aceto da uve D.O.C. Collio dell'azienda Sirk della Subida.

 
 

martedì 12 maggio 2015

Expo piace di sera

A quanto pare, Expo piace soprattutto di sera, con il biglietto di ingresso alla cassa a soli 5 euro e la possibilità di cenare con una spesa che va dai 10 ai 75 euro in media. Così piace anche la proposta avanzata dall’ AD Giuseppe Sala di estendere l’orario di apertura serale fino alla mezzanotte. Una proposta ancora in attesa del nulla osta da parte dei commissari dei vari Paesi partecipanti.

Expo, ancora un giro "virtuale"


Abbiamo tante persone disperate, i migranti, che bussano alle nostre porte, non facciamo di meglio che metterle nei campi di accoglienza e negli alberghi scatenando una guerra tra poveri (gli italiani che gli alberghetti per fare le vacanze li vorrebbero per loro) e noi pensiamo al “Parco dei divertimenti” di Expo? Va beh, mettiamola così, forse come è nelle intenzioni della Carta di Milano, usciranno indicazioni anche per come sfamare i poveri del Sud del Mondo. I due padiglioni più grandi sono quelli dell’Italia e della Cina, ma quest’ultimo ha giochi di luci che vale la pena di vedere solo la sera. Ci sono poi dei padiglioni al secondo piano che non sono ancora accessibili.  Per quanto riguarda il costo, il caffè si trova  a 1 euro ma anche a 3 euro. Un panino e una birra 15 euro. Secondo il caporedattore di Identità Golose: “per spendere poco c’è  il cibo coreano e una buonissima pizza bio. Ma ci sono ben 150 ristoranti, quindi l’offerta è vasta, anche per l’alta cucina, con chef anche stranieri per cui un grande riassunto dei gusti del mondo, anche se  a caro prezzo.” Secondo l’istituto di ricerca Ipsos gli italiani hanno capito cos’è l’Expo e sono fiduciosi. Alcuni però pensano che una volta pagato il biglietto si entri e si mangi gratis. E sanno anche poco di quanto vi troveranno dentro. I due momenti di picco di presenze saranno tra giugno e settembre. Adesso la mattina è pieno di scolari, di gite scolastiche. Poi c’è il popolo dei foodies, gli appassionati di cibo, e le famiglie. Ma cosa  c’è dentro e cosa ci si può vedere è ancora un po’un mistero anche se ho seguito, senza esserci ancora stata, tutte le fasi della sua “costruzione” e ho cercato di scriverne in queste pagine. Si imparano però tante cose come per esempio, nel padiglione della Mongolia, che l’olio di palma non è nocivo ma ha delle proprietà addirittura salutari.

 

lunedì 11 maggio 2015

La tartare di salmone di Felice Lo Basso

Ecco la seconda  ricetta di Chic, Charming Italian Chef, ideata per Expo. Questa è sempre di Felice Lo Basso del Ristorante Unico di Milano, che parteciperà alla rassegna  con altri 20 chef dando vita a una serie di serate nel ristorante Armonica dell'Expo. La tartare di salmone è un secondo piatto raffinato reso ancora più sofisticato dall'uso di panna acida come fanno nell'Europa del Nord e delle chips di riso soffiato.

Tartare di salmone affumicata,insalata di ravanelli, panna acida e chips di riso soffiato

 
Ingredienti per 4 persone:

350 g Salmone fresco

10 pezzi di ravanelli

200 g panna fresca

2 limoni


erba cipollina qb

chips di riso soffiato

10 g uova di salmone

 
Per il salmone affumicato: Prendere il salmone dopo averlo lavato, tolto la pelle, preparare la marinatura con 80 g di zucchero, 90 g di sale, una buccia di limone, una buccia d' arancio, semi di coriandolo e timo. Lasciare marinare il salmone per 6 ore. Dopo sciacquare il salmone e affumicare per venti minuti con del fieno.

 
Per la panna acida: Montare la panna, unire il succo di limone, il sale e l' erba cipollina tritata.

 
Per i chips di riso soffiato: 300 g di riso, 3 litri di acqua. Lasciare cuocere il riso fino a quando assorbe tutta l' acqua, dopodichè frullare con un bimbi e ottenere una crema omogenea. Colorare il riso a piacere e stendere su dei fogli di silpat e lasciare in forno per una notte intera a 53 gradi fino a raggiungere il giusto disidratamento. Infine friggere in olio di semi bollente a 200 gradi.

Finitura del piatto: Tagliare il salmone in tartare, condire con olio e sale e disporre con l' aiuto di un coppapasta al centro del piatto. Aggiungere sopra la tartare i ravanelli tagliati fini, una quenelle di panna acida e decorare con chips di riso soffiato e le uova di salmone. 

Expo, visitarlo per far crescere la nostra imprenditoria

L’hanno già scritto sul Corriere della Sera su un numero speciale dedicato all’evento. 805 milioni di persone obese e miliardi di malnutrite. Altro problema, secondo il Waste Food Program e il Banco Alimentare di Andrea Segrè, sono tutti gli alimenti che vengono gettati nella spazzatura. Questi dovrebbe essere gli argomenti di Expo 2015: come garantire un’alimentazione sana a ogni uomo. E a tal proposito si sta già stilando la Carta di Milano, il lascito al mondo a Expo terminato. Secondo l’ oncologo Umberto Veronesi bisognerebbe lasciare spazio a ad ogni tipo di agricoltura, integrandole: ogm, biologica, biodinamica, biotecnologie. Secondo gli attivisti di Slow Food e dell’indiana Vandana Shiva, rispettare le biodiversità. Secondo altri dare spazio ad un’imprenditoria, come le Pmi italiane, che sappia veramente fare impresa e fare sistema, per esportare nel mondo le nostre 4 A: agroalimentare, abbigliamento, arredamento, architettura.

Nel 2014, secondo un rapporto Cia (Confederazione italiana degli agricoltori)-Censis, le imprese italiane nel settore dell’agrifood nel 2014 erano cresciute di 117mila unità. Ma secondo altri bisogna fare i conti con l’erosione e la cementificazione del suolo che ne ha sottratto all’agricoltura già il 50% in Regioni a questo proposito significative, come la Toscana e il Lazio. Inoltre l’Italia è il Paese dalle “mille” contraddizioni: perché in una campagna come quella di alcune  nostre regioni, dove tutti vorrebbero venire a vivere o a soggiornare, già cantata da Goethe o da Stendhal, gli agriturismi funzionano poco? Tutti questi nodi verranno al pettine a Expo? O sarà solo una mostra di video?

A livello mondiale il 70% delle terre è coltivato per l’autoconsumo ed è terreno da “dissodare” per le multinazionali che non a caso sponsorizzano Expo (Coca Cola e McDonald’s). Pumpkin è una barretta di cereali, vitamine ed oligominerali che vorrebbero vendere nel Sud del Mondo. Dove tra l’altro esiste da tempo il fenomeno del land grabbing, ossia l’affitto di terre da parte dei Paesi di nuova industrializzazione come la Cina, per sfamare la propria di popolazione. I Paesi più svantaggiati tra l’altro non hanno nemmeno un proprio padiglione ad Expo e sono stati riuniti in 4 cluster, ossia quattro padiglioni accomunati da uno stesso tema. Il riso, di cui fanno parte Laos e Cambogia, cacao e cioccolato, caffè, frutta e legumi, spezie, cereali e tuberi, bio-mediterraneo, isole mare e cibo, zone aride. Qui si potranno anche assaggiare prodotti di culture molte diverse dalla nostra come gli insetti fritti, o la pelle di serpente. Il padiglione del Nepal merita una visita in considerazione del fatto della grande sventura che l’ha colpito, il terremoto di poche settimane fa, che ha fatto centinaia di migliaia di morti.

Da poco inaugurato, in occasione del 65esimo della sua nascita, è il padiglione Europa, alla presenza del Commissario europeo Martin Schultz e del Ministro per gli Affari Esteri Federica Mogherini. In questa occasione è stata anche diramata la notizia del raggiungimento delle 1.000 firme per la Carta di Milano.

 Poi c’è quello di Cibus è di Federalimentare, la federazione delle aziende della grande distribuzione organizzata. Qui si può visitare il supermercato del futuro, con tante dotazioni tecnologiche e la collocazione dei prodotti sulla linea degli occhi.

Raggruppata sotto la sigla di Eataly c’è tutta la ristorazione regionale delle nostre migliori produzioni, com’è nello stile di Farinetti. Quattro o 5 ristoranti selezionati per regione più i corner dedicati alla pasta, alla pizza, al pesce, alla carne, agli stuzzichini. Sul decumano infine scorrono le “insegne” della nostra migliore ristorazione stellata, i cosiddetti chef che per esempio nello spazio dedicato a Identità Golose di Paolo Marchi proporranno 4 portate a 75 euro. Ma c’è anche il ristorante Aromatica di Chic, Charming Italian Chef, con 20 eventi dedicati ciascuno ad uno chef diverso in città (Milano) e a Expo sotto la regia di Ivan Lo Basso. Per spendere meno ci sono gli snack bar e la ristorazione free flow di Cir Food. Infine l’angolo Sapòrem  a Eataly raggruppa quattro delle nostre migliori produzioni Dop e Igp per un aperitivo.

Insomma Expo è il luogo da visitare, 20 milioni i visitatori attesi di cui circa 8 circa si stima, da qui ad ottobre per conoscere, assaggiare, ma anche e soprattutto per le opportunità di crescita professionale e imprenditoriale che dovrebbe offrire.

giovedì 7 maggio 2015

Ultime da Expo

  1. Una delle eredità che ci lascerà l' Expo è la Carta di Milano, sul diritto di ogni uomo al cibo. Dal Laos alla Cambogia, i Paesi più poveri che si riuniscono sotto il cluster del riso, l'alimento più coltivato al mondo, ai cluster di frutta cereali e legumi, nel quale si riuniscono vari Paesi dell'Africa, il tema portante è un alimentazione sana per tutti. 145 i Paesi partecipanti e 20 milioni (8 dall' estero), i visitatori attesi, tra cui sicuramente coloro che passano di solito le vacanze in riva ai vari Laghi lombardi, e che l'organizzazione di UnPoxExpo pensa di poter portare anche lungo le sponde del Po. Il Bie (Bureau d'Exposition) si è fatto carico dell'organizzazione, ma è tutta l'Italia che adesso si mette in gioco. Per ora sembra che i padiglioni non siano completamente finiti, ma per esempio quello della Svizzera è un bell'esempio di risparmio con dispenser dai quali servirsi di zucchero, cacao, caffè ecc. gratuitamente, ma con l'avvertenza che chi viene per primo deve pensare a chi verrà dopo. Il padiglione dell'Austria è invece dedicato all'ossigeno, l'aria è il primo alimento, con la creazione di una serra verde in cui si ripropone il microclima delle montagne. In questi giorni poi l'apertura di Expo è dedicata ai bambini, con vari spettacoli come l'Albero della Vita che si colora.

mercoledì 6 maggio 2015

Expo vale davvero una visita? Dubbi e proposte

Che 805 mln di persone siano obese per malnutrizione e che più di 1 mld di persone soffra la fame, a fronte delle tante derrate alimentari che ogni giorno vengono buttate secondo i dati di Andrea Segrè che aveva aperto un laboratorio sullo spreco di cibo, lo avevo scritto già nel 2010 quando avevo aperto questo blog. Adesso nutrire il pianeta o il pianeta che ci nutre è tutta una gara a far vedere quanto Expo sarà capace di risolvere il problema della mancanza di cibo e di una nutrizione più corretta. In realtà la questione principale, a quanto mi sembra di aver capito, è che il 70% della popolazione mondiale, vive di quanto coltiva e raccoglie a un passo da casa e questo è il terreno che le multinazionali vorrebbero "dissodare" a loro profitto, vendendo i loro prodotti. Sarebbe già pronta per esempio una speciale barretta di vitamine e oligominerali da vendere alle popolazioni del Sud del mondo. Del resto Expo è sponsorizzato da McDonald's e Coca Cola. Per lucrarci e lavarsi la coscienza o per fare del bene per davvero? La questione rimane aperta, almeno per una come me che dubita sempre, e non vuole imporre il suo punto di vista sugli altri. Dall'altra parte ci sono gli adepti del cibo sano pulito e giusto ma anche lì, le cooperative fanno lavorare gli addetti gratis e non è detto che sia tutta una campagna a proprio profitto. Insomma un giro all'Expo varrà senz'altro la pena. Ma 32 euro per un biglietto è un costo un po' salato. Secondo alcuni calcoli, una famiglia di 4 persone, ammesso che ci siano ancora famiglie di 4 persone visto che l' Italia è il secondo Paese al mondo dopo il Giappone per numero di anziani, ma anche di 3 visto l'alto numero di separati, per la visita di un solo giorno all'Expo, spenderebbe circa 300 euro, biglietto e spesa per cenare o pranzare. I ristoranti sono in media cari, a meno di fermarsi per uno stuzzichino al Consorzio del Grana Padano, del Prosciutto San Daniele, e del Mortadella di Bologna, innaffiati dal Conegliano Valdobbiadene. Ma anche lì, non sarebbe piuttosto più interessante visitare i padiglioni dei Paesi culturalmente più lontani da noi?

sabato 2 maggio 2015

Expo e Paesi poveri, diamogli una mano


Insomma, ieri Expo ha aperto i battenti e io non c'ero, né lì né sul blog, ero davanti alla tv a vedere l'inaugurazione, con tanto di intervento di Renzi, di videomessaggio del Papa, di concerto della sera prima, di tafferugli in piazza, di Turandot della sera dopo ecc. ecc. Se devo dire mi sarebbe piaciuto piuttosto essere con la mia ex collega Luisa Contri a fotografare, con molto tatto, come ha fatto lei, il padiglione del Nepal e anche se non è finito, pazienza. In fondo sarà anche una vetrina patinata di cibo anche un po' di lusso, una grande Disneyland, un po' un circo, ma magari i paesi più poveri del mondo, singolarmente o con i loro cluster, ci credono davvero ed è giusto dare loro una possibilità.