mercoledì 6 maggio 2015

Expo vale davvero una visita? Dubbi e proposte

Che 805 mln di persone siano obese per malnutrizione e che più di 1 mld di persone soffra la fame, a fronte delle tante derrate alimentari che ogni giorno vengono buttate secondo i dati di Andrea Segrè che aveva aperto un laboratorio sullo spreco di cibo, lo avevo scritto già nel 2010 quando avevo aperto questo blog. Adesso nutrire il pianeta o il pianeta che ci nutre è tutta una gara a far vedere quanto Expo sarà capace di risolvere il problema della mancanza di cibo e di una nutrizione più corretta. In realtà la questione principale, a quanto mi sembra di aver capito, è che il 70% della popolazione mondiale, vive di quanto coltiva e raccoglie a un passo da casa e questo è il terreno che le multinazionali vorrebbero "dissodare" a loro profitto, vendendo i loro prodotti. Sarebbe già pronta per esempio una speciale barretta di vitamine e oligominerali da vendere alle popolazioni del Sud del mondo. Del resto Expo è sponsorizzato da McDonald's e Coca Cola. Per lucrarci e lavarsi la coscienza o per fare del bene per davvero? La questione rimane aperta, almeno per una come me che dubita sempre, e non vuole imporre il suo punto di vista sugli altri. Dall'altra parte ci sono gli adepti del cibo sano pulito e giusto ma anche lì, le cooperative fanno lavorare gli addetti gratis e non è detto che sia tutta una campagna a proprio profitto. Insomma un giro all'Expo varrà senz'altro la pena. Ma 32 euro per un biglietto è un costo un po' salato. Secondo alcuni calcoli, una famiglia di 4 persone, ammesso che ci siano ancora famiglie di 4 persone visto che l' Italia è il secondo Paese al mondo dopo il Giappone per numero di anziani, ma anche di 3 visto l'alto numero di separati, per la visita di un solo giorno all'Expo, spenderebbe circa 300 euro, biglietto e spesa per cenare o pranzare. I ristoranti sono in media cari, a meno di fermarsi per uno stuzzichino al Consorzio del Grana Padano, del Prosciutto San Daniele, e del Mortadella di Bologna, innaffiati dal Conegliano Valdobbiadene. Ma anche lì, non sarebbe piuttosto più interessante visitare i padiglioni dei Paesi culturalmente più lontani da noi?

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