Don Zeno aveva detto: “Non voglio più
comprare, né vendere sudore umano”. E a me viene in mente la mission di www.quadernidaltritempi.eu, un sito culturale cui ho collaborato,
che era quella di mettere a disposizione sapere senza monetizzarlo. Don Zeno,
nel nome, mi ricorda Zeno Cosini, il protagonista, un po’ cialtrone invero,
della “Coscienza di Zeno”, romanzo italiano non dell’Ottocento, come credeva il
marito di una mia amica, ma dei primi del Novecento, quando era già passato il
ciclone Sygmund Freud, con la pubblicazione dell’”Interpretazione dei sogni”
esattamente nel ‘900, spartiacque tra il mondo moderno e la contemporaneità.
Per il postmoderno ci vorrà ancora circa un secolo, anche con la riscoperta dei
grandi della letteratura fantascientifica, così come appunto recensiti in qdat.
Italo (Italia) e Svevo (Sassonia,
Germania) era lo pseudonimo di Ettore Schmidt, scrittore noto appunto per “La
coscienza di Zeno” e che scrisse anche “Senilità”. Nel primo e più famoso
romanzo, celebri la lettera di apertura di addio al suo psicanalista e il
finale di ogni capitolo con la sigla u.s. (ultima sigaretta). Messosi in affari
con un socio, Zeno ne combina di ogni, ma soprattutto conosce tre sorelle di
cui una sarà la sua sposa e le altre le amanti. Senza contare una terza amante,
molto più giovane, che incontra di nascosto.