lunedì 22 febbraio 2016

Con tutte quelle, tutte quelle bollicine ...

A chi mi chiede se preferisco lo Champagne al Prosecco non ho dubbi. Lo Champagne, non c'è gara. Non voglio offendere gli ottimi produttori di questo nostro vanto italiano che fa testa testa con il prodotto francese, a volte superandolo di poco a volte no. Ma lo Champagne resta per me una bevanda mitica, con il suo pérlage unico e l'inconfondibile sapore. Per una serata te^te a t^ete raccomando in particolare un Dom Pérignon d'annata. Quest'anno, in particolare, è stato un anno record per lo Champagne: nel 2015 sono state vendute oltre 312 milioni di bottiglie, in crescita del 4,6% sull’anno precedente, per un totale di 4,75 miliardi di euro.

Birre al femminile


La birra piace sempre di più alle donne che ne diventano anche, sulla scia del successo degli homebrewers, produttrici. Quello della birra in “rosa” è un filone seguito dal Salone di Rimini Fiera, Beer Attraction. Secondo i dati presentati  cresce il numero di produttrici oltre che di consumatrici. A livello generale, il consumo di birra artigianale cresce del +3% con una produzione che si aggira sui 450mila ettolitri suddivisi tra 494 birrifici. . Ne sa qualcosa Luana Meola di Birra Perugia, tra le ‘birraie’ più premiate, non solo in Italia ma anche all’estero, che, solo nel 2015 si è aggiudicata la Medaglia d'oro a Birra dell'Anno nella categoria delle APA con la Calibro7 e la Medaglia d'argento all'European Beer Star nella categoria delle golden ale- summer ale con la Golden Ale. Un successo che tenta di bissare anche in questa edizione 2016. La storia di Luana parte in realtà dalla passione per il vino, tra i vigneti dei nonni, consegue la qualifica di sommelier, fino all’incontro con le prime birre artigianali: un vero colpo di fulmine! Decide di cambiare vita, molla città e lavoro e si iscrive al primo Master Universitario in Tecnologie birrarie all’Università di Perugia. Qui conosce Antonio Boco e Matteo Natalini, con loro riporta alla luce un vecchio marchio ottocentesco: la Fabbrica Birra Perugia. Ci vogliono alcuni anni di duro lavoro ma i riconoscimenti arrivano subito: a soli 6 mesi dall’apertura, nel settembre 2013, si merita l'oro all'European Beer Star, arriva poi l'American Red Ale, la Chocolate Porter (una sorta di omaggio a Perugia) e poi le birre più complesse, fino agli ultimi successi. Fantasia e creatività femminile sono all’opera anche nel Birrificio Jeb, che si trova all’interno di un pub sulla strada tra Trivero e Bielmonte, in Piemonte. Chiara Bau, dopo anni di lavoro nel settore tessile, decide di far diventare lavoro la sua passione per l’homebrewing e di mettere in piedi un birrificio tutto suo. Tra le produzioni più originali ecco la ‘Brulè’. birra ambrata aromatizzata con cannella, chiodi di garofano, arancia dolce ed anice stellato, o la ‘Cometa’, caratterizzata da una miscela di orzo, farro e frumento, aromatizzata con miele d'acacia, di colore ambrato carico, con riflessi mogano. O ancora la ‘Stella’, aromatizzata con zenzero e vaniglia bourbon del Madagascar e le ultime nate ‘Saison’ e ‘Maya’.

 

 

 

venerdì 12 febbraio 2016

A San Valentino si brinda con la birra


Piccante o dolce, dalla ‘Pils in Love’ alla ‘ZenzEros’, passando per la ‘Helles Diablo’,
quest’anno la festa degli innamorati si accende con la fantasia delle birre artigianali.
E se proprio non andrà come vorremo ci potremo scherzare su con l’amara ‘2 di Picche’
 
 Piccante o romantico non importa, quello che conta è passare San Valentino con la nostra dolce metà, degustando magari un’ottima birra. In attesa di BEER ATTRACTION (Rimini Fiera 20-23 febbraio 2016, in collaborazione con Unionbirrai), ecco una simpatica guida tra i birrifici artigianali che, anche un po’ per gioco, ad amore e passione hanno dedicato alcune delle loro etichette.
Partiamo naturalmente dall’aperitivo - guidati dai preziosi consigli di Fulvio Giublena, docente ai corsi di degustazione Unionbirrai - e dal colore della passione: il rosso della Cherry Lady, del birrificio Foglie d’erba, delicata e piacevolissima. Proseguiamo con la ‘Pils in Love’, una german pilsner di 5%, nata dalla irrefrenabile sete di amore del birrificio La Buttiga di Piacenza. Il luminoso colore giallo paglierino e la schiuma fitta incuriosiranno, mentre l'erbaceo deciso e il piacevole amaro sedurranno.
Per infuocare la notte di San Valentino ecco la ‘Helles Diablo’, birra al peperoncino, prodotta dai birrifici Croce di Malto e Amiata, con un sapore che passa da un attacco dolce a note affumicate di malto. La piccantezza la si apprezzerà fino in fondo però, solo dopo la prima pinta.
Per i più delicati piatti a base di pesce, è meglio stappare un’ottima ZenzEros del birrificio Kamun, birra di frumento ad alta fermentazione, aromatizzata con radice zenzero e scorza di limone.
Dulcis in fundo, per il dolce non si può rinunciare alla Chocolate Porter, di Birra Perugia. Di colore ovviamente scuro, con profumi ammalianti e deliziosi richiami di cacao, la Chocolate Porter interpreta uno stile britannico molto classico, esaltato dall’aggiunta di granella di cacao a fine fermentazione.
E se proprio non sarà un San Valentino indimenticabile…Ci potremo sempre scherzare su con una bella pinta di ‘2 di Picche’. Ovviamente una birra scura, tipo black IPA, prodotta dal birrificio Menaresta, amara ma anche molto profumata.
 

mercoledì 10 febbraio 2016

Colesterolo assolto e Dieta mediterranea promossa

Come cambiano i tempi e cambiano le nostre certezze. Il colesterolo per esempio è stato “assolto per mancanza di prove”. E’ quanto ho letto su Italia Oggi e riporto qui, un articolo dove James Hansen spiega che, dopo oltre quarant’anni, le raccomandazioni contro il colesterolo sono scomparse dalle Guide-lines americane perché non fondate su dati certi. E anche per David Allison, esperto in nutrizione dell’University of Alabama-Birmingham: “Le cose nutrizionali di cui siamo certi oltre ogni ragionevole dubbio sono molto poche (…) Ci sono nutrienti essenziali come vitamine e minerali che bisogna assolutamente assumere. (…) Al di là di ciò, la base della nostra reale conoscenza diventa sempre più striminzita”. La Dieta mediterranea invece continua a essere ampiamente promossa come tipo di alimentazione che allunga i telomeri responsabili della nostra longevità.

giovedì 4 febbraio 2016

I 10 anni di Rosaria, l'arancia rossa


L’80% dei consumatori  la sceglie per le sue proprietà salutistiche e il 41 per il sapore. E’ Rosaria, l’arancia rossa 100% siciliana, coltivata nella piana di Catania da Salvatore e Aurelio Pannitteri. Che hanno creato un marchio e saputo posizionarlo nell’alto di gamma. Filippo La Mantia, chiamato a festeggiarne il decimo compleanno questo gennaio a Milano, ne ha proposto alcune ricette. E una ricerca realizzata da Management Solutions e presentata dal professor Fabio Ancarani, direttore Executive master in Sales e Marketing della Bologna Business School, ci dice che “Rosaria è al 6° posto assoluto tra le marche citate dai consumatori di frutta.” Altre sono Melinda e Chiquita.

L’Etna con il suo microclima conferisce il colore rosso e brillante della polpa, specchio del vigore e della vitalità del vulcano siciliano; e il gusto intenso e le ottime caratteristiche nutrizionali, poiché si tratta di un prodotto povero di grassi e calorie, ma ricco in sali minerali e vitamine, per un’alimentazione all’insegna del benessere.

Lo chef ha proposto agli ospiti alcuni dei sapori che hanno decretato il successo del suo ristorante “Oste e cuoco”. Tra caciocavallo e finocchietto provenienti direttamente dalla Sicilia, cous cous e mandorle, il cuoco di fama internazionale ha mostrato gli usi dell’arancia rossa in cucina utilizzando gli ingredienti tipicamente regionali che caratterizzano la sua cucina in modo sano e leggero.

Ecco la ricetta del cous cous con pesto di agrumi.
 
 
Cous cous con pesto di agrumi e sarde fritte
 
 
 

Ingredienti per 4 persone:

250 g di cous cous precotto

8 sarde fresche

Pangrattato

50 g di pinoli tostati

Olio extravergine di oliva

Sale

Per il pesto di agrumi:

2 arance

10 fogli di menta

100 g di mandorle pelate

100 g di capperi sotto sale

1 pomodoro verde

Un mazzetto di basilico

Origano

Olio extravergine di oliva

Procedimento:

Nel frullatore mettete le arance precedentemente sbucciate, le foglie lavate di basilico e menta, le mandorle, il pomodoro verde lavato, un pizzico di origano, i capperi privati del sale di conservazione, e due cucchiai di olio. Frullate grossolanamente in modo da ottenere un pesto abbastanza grezzo. Contemporaneamente scaldate in un pentolino dell’acqua e , quando avrà raggiunto l’ebollizione, spegnete il fuoco aggiungendo una presa di sale. Sistemate il cous cous precotto in un contenitore, quindi aggiungete con un mestolino l’acqua bollente fino a coprire la semola. Coprite e lasciate riposare per due minuti. Quando sarà gonfia con una forchetta separatamente delicatamente i grani del cous cous. A questo punto amalgamate il pesto agli agrumi alla semola e lasciate riposare per qualche minuto. Intanto scaldate una padella con del’olio, private le sarde della lisca e, aperte a libro, passatele prima in una pastella di acqua e farina e poi nel pangrattato. Friggetele fino a quando avranno raggiunto un bel colore dorato. A quel punto estraetele e mettetele a perdere unto su un piatto foderato con carta assorbente da cucina. In ogni piatto sistemate il cous cous e adagiatevi due sarde con qualche pinolo tostato e alcune foglioline di menta. A piacere potete aggiungere del succo di limone sulle sarde.