lunedì 24 gennaio 2022

Cibo: tutti ne parlano e io rimando

Ho letto sul settimanale L’Internazionale un interessante articolo sulla procrastinazione, da una parola latina: rimandare gli impegni. Fino ad un certo punto ce la si può fare, ma oltre è controproducente. Così ho pensato di essere sempre un passo più avanti, perché quell’articolo lo avrei potuto scrivere io. Infatti avevo già deciso, come si legge nell’ultimo mio intervento sul blog, di rimandare a tempi migliori la mia attività di scrittrice di un diario in rete. Un po’ perché era ora di fermarsi a riflettere e un po’ perché l’argomento che avevo scelto all’inizio, il cibo, era super inflazionato. Non so se ci avete fatto caso, ma dappertutto, in televisione e sui giornali, anche quelli più importanti e accreditati, si parla di questioni legate all’alimentazione. Così perché non prendersi un po’ di tempo? Certo è difficile inventarsi qualcosa di nuovo. Ma una pausa ci vuole. Per riordinare le idee. Per fare a meno di tanti interventi non necessari, né innovativi. Viviamo in tempi interessanti. Quindi perché non inventarsi cose più aderenti alla realtà del navigare, nel mondo e in rete nella pandemia? Il cibo in Italia è il principale argomento di conversazione il pranzo per la cena e anche mentre di mangia. Siamo così sicuri di essere i migliori? Ultimamente alcune tra le principali guide gastronomiche avevano incoronato re dei cuochi anche esponenti di cucine più o meno lontane dalla nostra. Ma non è tempo di polemiche. Adesso tutto il nostro, poco o tanto, lavoro culturale va nel senso di sapere come si fa ad agire locale e pensare globale in tempi di virus e di vaccinazioni. E come allontanare lo spettro di un collasso universale (vedi glaciazione, zoonosi, innalzamento del livello dei mari, mondializzazione). Di nuovo un argomento di cui parlano tutti. Almeno sto saltando l’elezione alla presidenza della Repubblica, che inizia oggi alle 15 con la prima chiamata.