giovedì 30 dicembre 2021

Felice Anno Nuovo

Parafrasando un verso della poetessa Alda Merini, per Natale avrei dovuto augurarvi una Festa senza regali ma con realizzati tutti i vostri ideali. Per Capodanno, troppo facile augurare un 2022 senza Covid.Per me, farei a meno anche dei tanti virologi che imperversano nei talk show. Diteci per favore una parola sola e che sia quella, per davvero. In molti durante i due anni della pandemia hanno approfittato per scrivere un libro. Per parte mia, mi limito a leggerne. Anche perché ho chi mi porta la spesa a casa e una coperta calda.Quanto alle ricette per il Capodanno, che mi ero ripromessa di darvi, lascerei perdere, visto che ci sono una vagonata di blog che ne danno e anche più originali e gustose delle mie. Questo mio diario in rete era partito tanti anni fa con l'intento di fare, parafrasando il celebre filosofo Emmanuel Kant che ha scritto una critica della ragion pura e una critica della ragion pratica, una critica della ragione alimentare. Ma poi le vicissitudini della vita mi hanno portato a scrivere ricette, cosa che altri fanno molto meglio di me. Mi prendo quindi sei mesi sabbatici, di sospensione della mia attività, aspettando che da qui all'estate mi vengano in mente idee migliori. A tutti voi che mi seguite, un Buon Anno prossimo, davvero senza l'incubo del Covid.

martedì 28 dicembre 2021

Un Natale povero

Coldiretti fa sapere che quest'anno ben in pochi (1 su 5) hanno ricevuto regali di Natale. La platea della povertà di è allargata a causa del Covid. E si è dovuto ricorrere a banchetti per le vie e le piazze dove donare dei pacchi con beni di prima necessità agli indigenti. Persone che non hanno mai avuto un lavoro o che hanno dovuto lasciarlo dopo la pandemia. I pacchi contenevano pasta, olio, grana padano, parmigiano reggiano, passate di pomodoro. Un gran lavoro che ha coinvolto molti volontari. Certo, un regalo così pochi se lo aspettavano. Prodotti del territorio, molto spesso. Ma anche quelli che si trovano normalmente al supermercato e che oggi hanno raggiunto prezzi proibitivi. L'inflazione è tornata a livelli molto alti e le spese le fanno non solo i nuovi poveri ma anche coloro che la terra la lavorano, non vedendosi adeguatamente compensati da chi i prodotti li distribuisce.

lunedì 27 dicembre 2021

Un regalo per gli animali in gabbia

Grazie alle campagne di CIWF e alla generosità dei loro sostenitori, sono stati ottenuti risultati importantissimi per gli animali e la loro salute: un vero regalo di Natale. Oggi molte aziende a livello globale sono impegnate ad adottare standard più alti di benessere animale e perciò oltre 2mila miliardi di essi possono avere una vita migliore. Le gabbie di batteria sono ormai vietate in tutta l’Unione Europea e nel Regno Unito e si è ad un passo da rendere l’allevamento in gabbia per scrofe, conigli, galline, quaglie, vitelli, anatre e oche proibito per legge in tutta la Ue. Davvero un Buon Natale ed un sereno Anno Nuovo per tutti gli animali che vivano in pace fino al momento necessario del loro macello, e che sia il meno cruento possibile.

martedì 21 dicembre 2021

Buon Natale

Mi prendo una settimana di pausa. Quindi vi auguro di trascorrere un sereno Natale, magari un po' meglio di quello dell'anno scorso. Ma non dimenticate di usare le mascherine, di non essere più di cinque a tavola e soprattutto di vaccinarvi. A settimana prossima con le ricette per Capodanno.

giovedì 16 dicembre 2021

Ricette di Natale: il secondo piatto

Come secondo piatto del pranzo natalizio vi propongo un brasato con puré di patate. Per il brasato adoperate la parte meno nervosa di un carré di manzo. Che, dopo aver legato con lo spago alimentare più volte su se stesso, e dopo avervi inflitto dei buchi con la punta di un coltello da cucina, li farcirete nella seguente maniera.Preparate un trito di pancetta, rosmarino sale e pepe. Inseritelo nelle feritoie e massaggiate la carne con del sale fino. In una pentola con fondo di acciaio antiaderente preparate un soffritto di olio, burro e cipolla. Quando il soffritto sarà dorato, ponetevi la carne e fatela rosolare da entrambe le parti. Dopo la rosolatura bagnate con vino rosso e fate sfumare. Coprite poi la carne con acqua e pomodoro in scatola. A questo punto non vi resta che far sobbollire a fiamma medio - bassa per tre quarti d'ora. Quindi ponetelo in un piatto, toglietevi la corda, tagliatelo a fette medie e irroratelo con il suo sugo. Per il puré cuocete nell'acqua cinque patate della stessa grandezza. A cottura ultimata, scolatele e pelatele. Mettete una pentola sul fuoco con del burro e versatevi sopra le patate schiacciate nell'apposito schiacciapatate o in un passarverdura. Mescolate velocemente per non far formare grumi e versatevi poi sopra a poco a poco del latte. Mescolate fino a consistenza morbida e senza grumi. Non dimenticate di salare q.b.

martedì 14 dicembre 2021

Brevi dal mondo alimentare

In Gran Bretagna la birra alla spina si vende al supermercato. Per ridurre l’impatto della Co2 (anidride carbonica) e conquistare i sempre più numerosi consumatori green (verdi) a Milton Keynes (UK), nei supermercati della catena Asda arrivano i primi corner (angoli dedicati) con spillatori e bottiglie riutilizzabili. Ripresa dei consumi agroalimentari sì, dopo due anni di pandemia, ma anche ripresa dell' inflazione. Le vendite raggiungono a novembre un nuovo massimo di molto superiore ai livelli pre pandemia, ma i negozi crescono più dei supermercati, rivitalizzando interi rioni e offrendo un servizio di vicinato utile soprattutto nei piccoli centri. Consumatori e aziende chiedono ai supermercati di limitare i rincari. Nutrizionisti e Coldiretti contro la carne sintetica. Per Giorgio Calabrese, lo scopo delle multinazionali è quello di “Aprire le porte all’introduzione di altri alimenti sintetici, dal latte alle uova. Pericolosa manovra speculativa perché chi avrà la ricetta per sfamare il pianeta sovraffollato avrà in mano il potere”.

Ricetta con il radicchio di Chioggia Igp

Grazie alla sua consistenza piuttosto croccante, il Radicchio di Chioggia IGP si consuma soprattutto crudo, da solo o in insalate miste. Tuttavia, grazie al suo caratteristico sapore gradevolmente amarognolo, si presta ottimamente alla preparazione di diversi piatti come i tipici risotti veneti, le “lasagne pasticciate”, gli involtini con pancetta e i contorni grigliati. Vale la pena di consumare il Radicchio di Chioggia IGP per approfittare delle molte proprietà benefiche per l’organismo, specie dopo la cottura. In particolare, studi scientifici ne attestano l’elevato contenuto di antiossidanti. L’ incontro speciale con la chef e blogger Sonia Peronaci del 28 novembre u.s., organizzato in ambito della campagna triennale “L’Europa firma i prodotti dei suoi territori”, è stata l’ occasione perfetta per scoprire come questo prodotto può arricchire le nostre tavole natalizie. Per esempio così: POLPETTE AL RADICCHIO DI CHIOGGIA IGP E RICOTTA Ingredienti per circa 30 polpette: Radicchio di Chioggia 500 g Ricotta vaccina 370 g Uova medie 2 Mollica del pane 200 g Formaggio grattugiato 100 g Olio EVO 50 g Pan grattato q.b. Sale q.b. Pepe q.b. Procedimento: Per preparare le polpette iniziare con il lavare e asciugare il radicchio di Chioggia, eliminarne la parte coriacea, tagliarlo a metà e poi a striscioline fini. Far scaldare l’olio EVO (extravergine di oliva) in una padella dal fondo largo, aggiungere il radicchio e cuocerlo fino a fargli perdere tutta l’acqua. Quando sarà pronto aggiustarlo di sale, pepe e lasciarlo raffreddare. Una volta freddo metterlo in una ciotola e unire il resto degli ingredienti, amalgamare il tutto e formare delle polpettine da 30 g l’una. Si possono cuocere le polpette in vari modi, friggerle in olio di arachidi a 170°, cuocerle in umido con del sugo di pomodoro o accompagnarle ad un gazpacho, peperoni e pomodori crudi frullati con olio e limone.

giovedì 9 dicembre 2021

Spumanti: un fine anno col botto

Vino e spumanti: 2021 all’insegna della voglia di spendere ma incertezza sul breve e medio termine. Fine anno con botti record, ma senza lockdown. Privilegiate sono le bollicine tricolori. All’estero il consumo di fine anno di vini spumanti italiani è da record. Anche se l’export continua a incontrare difficoltà tecniche nei Paesi dove sono complesse le spedizioni e le documentazioni doganali. Dati di mercato raccolti da Giampietro Comolli di Osve-Ceves indicano un +11 - 13% sull’anno 2020, ma un +3 - 5% sul 2019, già anno boom. Per il primo anno dopo decenni, volumi e valori crescono di pari passo, anzi va meglio per i valori. Si stimano che voleranno 200-210 mln di tappi di sole bollicine. Per i vini tranquilli un recupero dei numeri più ridotto, ma circa altri 220-235 milioni di bottiglie saranno stappate. Altre fonti fanno sapere come a livello mondiale manchino il vetro, le etichette, i tappi e i mezzi di trasporto. Il giro di affari al consumo nei fatidici 28 giorni, per le sole bollicine, raggiungerà comunque, secondo queste previsioni, il nuovo record di 4,62 miliardi di dollari globale. Da qui la previsione di un rapporto plv (produzione lorda vendibile) -export fra i 6,6 e i 6,9 miliardi di euro/anno. Anche all’estero è in crescita l’occasione e la concentrazione dei consumi: molti sono i veglioni e le convention incerti, ma vi saranno più cene per pochi intimi e più consumi domestici. Nella foto: Giampietro Comolli.

Ricetta natalizia con il Prosciutto di Carpegna Dop

Un prodotto assolutamente versatile, il Prosciutto di Carpegna DOP, una razza suina conosciuta anche come pesante padano, è l’ingrediente perfetto per pranzi e cene natalizie poiché può essere gustato appieno sia in purezza sia in abbinamento ad altre prelibatezze come del pane locale, della verdura o anche della frutta dolce. Un’altra sua caratteristica è la sofficità, che deriva direttamente dall’asciugatura a temperatura ben precisa capace di conferirgli anche il particolare colore rosa dalle note leggermente ambrate. Mini panettone gastronomico con Prosciutto di Carpegna DOP. Ingredienti: 85 g di Prosciutto di Carpegna DOP 2 mini-panettoni gastronomici 200 g di mozzarella 60 g di paté di carciofini Insalatina 2 pomodori ciliegini per la decorazione Procedimento: Eliminare delicatamente il pirottino del panettone e affettarlo in fette spesse circa 1 cm. Sul primo strato disporre una manciata di insalata, una fetta di mozzarella e una di prosciutto crudo. Sul secondo strato stendete un generoso strato di paté di carciofini. Sul terzo strato procedere come per il primo. Richiudere il panettone con la sua calottina. Infilzare un pomodorino con uno stecco di legno lungo e utilizzarlo per tenere insieme il panettone in modo da servirlo più agevolmente.

martedì 7 dicembre 2021

Il menu di Natale con il Pecorino Dop

Flan di Pecorino Romano DOP con crema di fave cruda e polvere di pane e guanciale Ingredienti per 4 persone: Per il flan: 100 g Pecorino Romano DOP; 100 g Albume (circa 3 bianchi uova); 200 g Panna liquida. Per la crema di fave: 100 g di Fave; 30 g Acqua; 20 g Cipolla bianca; 2 g Sale; 10 ml Olio. Per la polvere di pane: 1 fetta di Pane in cassetta; 30 g Guanciale. Procedimento: Mettere nel mixer tutti gli ingredienti e frullare. Suddividere il composto in 4 stampi monodose di silicone e cuocere in forno a bagnomaria a 135° per 25 minuti. In un piccolo tegame, mettere la cipolla, l’acqua e le fave, portare ad ebollizione, aggiungere sale e far cuocere per circa 10 minuti. A cottura ultimata, aggiungere l’olio e frullare. Passare la purea di fave al setaccio per ottenere una crema liscia e priva di grumi. Mettere il pane in cassetta in forno con il guanciale per renderli croccanti. Una volta freddi, frulliamo entrambi. Finitura e presentazione: Prendere un piatto fondo da 28/30 di diametro. Versare la crema di Fave al centro del piatto, adagiare il flan di Pecorino Romano DOP delicatamente e spolverare con la polvere di pane al guanciale. Ricetta ideata dallo chef Stefano Marconi
Spaghetto con uovo in camicia, Pecorino Romano DOP e salsiccia Ingredienti per 4 persone: 400 g Spaghetti alla chitarra; 140 g Salsiccia di suino fresca; 200 g di Pecorino Romano DOP; 100 ml Panna; 100 ml Latte intero; 4 Uova intere; 2 g Sale; 2 g Pepe colorato sminuzzato. Procedimento: Mettere a bagnomaria la panna con il Pecorino Romano DOP grattugiato fino ad ottenere una crema vellutata. Versare il latte e spezzettare la salsiccia in un tegame a fiamma moderata, cuocere gli spaghetti al dente in abbondante acqua bollente salata. Nella stessa acqua, cuocere le uova in camicia. Colare gli spaghetti, condire con una parte di crema di Pecorino Romano DOP e la salsiccia sminuzzata. Finitura e presentazione: versare sul fondo del piatto la restante crema di Pecorino Romano DOP, adagiare il nido di spaghetti mantecati e finire con l’uovo in camicia e una spolverata di pepe colorato. Ricetta ideata dallo chef Chef Filippo Ciavarini
Petto d’anatra cotto a bassa temperatura su crema di Pecorino Romano DOP al sentore di caffè Ingredienti per 4 persone: Anatra – n. 2 Petti d’anatra femmina; 200 g Burro; 350 g Pecorino Romano DOP; 200 g Panna da cucina; 4 g di Caffè in polvere tostato; 10 g Sale; 10 g Pepe bianco. Per guarnire: Crescioni di bieta q.b. Procedimento: Dividere i petti d’anatra in 4 porzioni. Inserirli nel sacchetto sottovuoto da cottura, aggiungere la metà del burro, salare, pepare e chiudere il sacchetto da cottura. Mettere i sacchetti nel roner a 57 gradi per almeno 4 ore. Preparare la fonduta di Pecorino Romano DOP portando ad ebollizione la panna, una volta arrivata a bollore togliere dal fuoco ed aggiungere il Pecorino Romano DOP grattugiato. A cottura del petto d’anatra, togliere dal sacchetto e adagiare dalla parte della pelle in una padella antiaderente con il burro, fino a rendere la pelle croccante e aggiungere la polvere di caffè. Finitura e presentazione: in un piatto scuro versare un paio di cucchiai di salsa di Pecorino Romano DOP, adagiare il petto di anatra scaloppato precedentemente e decorare con scaglie di Pecorino Romano DOP fresco e crescioni di bieta crudi. Ricetta ideata dallo Chef Francesco Scordo
Per finire questo pranzo delizioso e chiudere in dolcezza, vi consigliamo di assaporare un pezzetto di Pecorino Romano DOP in purezza o accompagnato da confetture del vostro gusto preferito. Buon Natale!

venerdì 3 dicembre 2021

La ricetta dello zabaione

E adesso che siamo tutti a casa forzatamente causa Covid, la mattina abbiamo per esempio il tempo di prepararci il vecchio caro zabaione della nonna.Ecco come si fa. Sbattete con forza un tuorlo d'uovo con 100 g di zucchero fino ad ottenere un composto morbido, omogeneo e chiaro. Al quale aggiungere l'albume tirato a neve e qualche goccia di caffè o meglio ancora di marsala.

mercoledì 1 dicembre 2021

Qualche suggerimento per fare la spesa

Abbiamo già visto come si comportano negli acquisti gli italiani in tempi di pandemia. Adesso vi vorrei dare qualche ulteriore suggerimento per la vostra spesa, credo ormai settimanale (strano che con il virus che circola si vada a fare la spesa ogni giorno). Quindi portare con sé una lista di tutto l'occorrente lasciando due righe vuote per eventuali desideri che nascano girando tra gli scaffali. Poi diffidare dei prodotti messi all'altezza degli occhi, sono quelli che a parità di contenuto costano di più. Comparare le offerte in base non solo al prezzo ma anche al contenuto, tipo una scatola di piselli potrebbe costare meno cara, ma avere anche meno grammi. Diffidare del compri tre, paghi due, è la più classica trappola per farvi comprare di più ma spendere anche di più.

martedì 30 novembre 2021

Salute, prezzo e sostenibilità: i consumi alimentari in tempi di pandemia

Come si nutrono gli italiani in tempi di pandemia? Secondo uno studio dell’istituto di ricerca e marketing Deloitte sono più attenti a scegliere prodotti salutari e sostenibili. Il prezzo continua a essere determinante per il 70% dei consumatori, soprattutto con l’inflazione galoppante, ma cresce il numero di persone disposte a pagare di più se l’articolo è sostenibile, cioè se fa bene all’ambiente. Raccolto il parere di oltre 17.000 consumatori in 15 Paesi europei, la salute risulta un criterio di scelta per l’86% dei consumatori e la sostenibilità per il 70%. In particolare, dallo studio emerge un maggiore impegno a mangiare più verdura (64%) e meno carne (51%), prediligendo prodotti locali (64%). A questo si aggiunge anche la maggiore propensione alla preparazione dei pasti a casa (54%) e l’attenzione per la riduzione del packaging (47%). Il prezzo non risulta abbastanza rilevante da superare la salute, che è più importante per l’80% dei consumatori italiani e più importante della sostenibilità secondo il 91%. Un altro dato, però, segnala la crescita dell’attenzione verso la sostenibilità: nonostante il 61% dei consumatori dichiari che il prezzo li influenzi di più della sostenibilità, il 78% degli intervistati italiani afferma di essere disposto a pagare almeno il 5% in più per alimenti sostenibili, ma anche per generi alimentari locali (79%), biologici e prodotti del commercio equo e solidale (entrambi 76%). Ma come fanno gli italiani a informarsi sui prodotti alimentari? Secondo la ricerca si affidano soprattutto agli esperti di settore e al web. I supermercati, invece, vengono considerati punto di riferimento solo dall’11% degli italiani. Inoltre, i consumatori italiani si aspettano che i supermercati forniscano un’informazione più accurata (66%) e che escludano dalla vendita i prodotti che non fanno bene alla salute (51%).

Zuppa di cipolle

Ed ecco una minestra bella calda da sfruttare in questi giorni quasi invernali.Sbucciate tre cipolle di media grandezza e tagliatele a fette. Fatele cuocere nel brodo e a cottura quasi raggiunta aggiungetevi della panna. Servite caldo su dei crostoni di pane abbrustoliti.

Ricette per la sera della Vigilia Natalizia

Come antipasto vi propongo la torta salata (quiche lorraine, dal nome del Paese in cui nacque) fatta con pasta sfoglia (un cumulo di farina 00 cui introdurre due uova e impastare finché non risulti morbida). Stendere con il mattarello su una spianatoia ricoperta di farina ed ottenere una sfoglia ovale da riempire con ricotta, spinaci, pezzetti di prosciutto. Introdurre la pasta così ottenuta in una teglia rotonda alzandone i bordi. Cuocere per 45 minuti in forno a 150°C e una volta tolta dal forno e raffreddata, ricavarne delle fette da servire tiepide ai commensali. Come primo piatto degli straccetti in brodo. Mettere in una pentola alta dell'acqua con il dado. Farla bollire e una volta calda versarvi delle strisce formate da farina e uova, gli straccetti appunto, ed attendere che risalgano in superficie. Servire caldo. Come secondo, il baccalà mantecato. Mettere a mollo in acqua per 36 ore del baccalà. Una volta tolto dall'acqua togliervi le spine. Cuocerlo in acqua bollente e scolarlo. Passarlo nel frullatore con latte e sale fino ad ottenere una pasta omogenea. Servire freddo su crostoni di pane abbrustolito. Come dolce ogni regione italiana, si sa, ha le sue usanze. Io preferisco il classico pandoro e panettone. Magari farciti con crema pasticcera. Che si fa con pochissima farina, uova, zucchero, latte e una bacchetta di vaniglia. Mescolare in un pentolino finché il composto non si rassodi, far raffredare e farcirne il panettone o pandoro, a scelta. Come si sa, anche qui c'è chi ne preferisce uno, chi l'altro. Buon appetito.

lunedì 29 novembre 2021

Miscellanea prenatalizia

Manca un mese ma mancherà anche tanto altro. Causa Covid questo Natale si presenta magro. Vi parrà strano ma sono pochi, per esempio, i vetri, (il vetro soffiato è una specialità della penisola di Burano nella laguna veneta) per gli spiriti (spumanti e superalcolici) e ne soffrirà anche il vino italiano (meno il Prosecco che ha ripreso la sua corsa verso i mercati internazionali). Mancano canditi, burro e finanche la carta per il panettone. In compenso potremo consolarci con latti vegetali alternativi al latte vaccino la cui produzione e distribuzione è in crescita (ma perché poi che il latte vaccino intero è così buono: va beh, ci sono gli intolleranti ...) e con i fritti, finalmente sdoganati da eminenti dietologi e se ne parla oggi sui giornali. Sarebbero digestivi, depurativi e diuretici. Ma est modus in rebus. Andateci comunque piano. Non si sa inoltre cosa sia questa variante omicron, di cui illustri giornaliste televisive imbastiscono trasmissioni intere non basandosi su dati epidemiologi ma sulla vexata quaestio del perché dopo la variante delta, secondo l'alfabeto del greco antico, il virus debba chiamarsi omicron, che ne è la penultima lettera prima dell'omega, e non gamma, che viene dopo la delta. Molto, davvero molto interessante, con le centinaia di migliaia di persone che lottano tra la vita e la morte per soffocamento. Ma gli epidemiologi, tranne quello dell'Ospedale Sacco di Milano, di cui mi si scuserà ma adesso mi sfugge il nome, ci stanno e discettano anche loro (che poi tutti questi epidemiologi da televisione hanno una fondazione e io mi chiedo chissà perché? Cosa sono queste fondazioni? Da chi ricevono denaro? Come lo impiegano?). Ultima, finalmente buona, notizia: la crescita della raccolta viveri per il Banco Alimentare. Siamo un Paese di persone molto anziane, con pochi nuovi nati, che vivono in condizioni disagiate in casette di montagna a rischio geologico (pensate all'Appennino) spesso sole senza nessuno che le aiuti nelle faccende di tutti i giorni. Avere delle persone che portano loro delle cassette di alimenti raccolte fuori dai supermercati e un sorriso è un modo per dire e ricevere: Buon Natale. Anche a voi che mi leggete.

martedì 23 novembre 2021

Adottiamo un albero

E dagli animali per l'alimentazione umana, passiamo alle donne dell'ortofrutta, altro vanto della nostra industria agroalimentare. Messe di fronte anche loro alla necessità di difendere una produzione tanto importante per l'alimentazione umana hanno lanciato una campagna che si può riassumere in due parole: adotta un albero (kiwi, pero, melo, fico ecc.). Con questa iniziativa, per aderire alla quale ci si può rivolgere ad Alessandra Ravaioli su facebook, si mantiene in vita e sana la produzione ortofrutticola italiana.

La COP26 ignora l’urgenza della difesa degli animali

Qualche giorno fa si è conclusa a Glasgow la COP26, la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che ha visto la partecipazione dei grandi della terra i quali, come purtroppo ci si aspettava, hanno ignorato l’urgenza di mettere in discussione l’attuale modello di produzione alimentare. Non è bastato ricordare loro che l'industria zootecnica è da sola responsabile del 14,5% di tutte le emissioni di gas serra a livello globale, che gli allevamenti intensivi sono la tra le maggiori cause dirette di perdita di biodiversità, deforestazione, estinzione di specie selvatiche, scarsità d'acqua, inquinamento e desertificazione. Non è bastato mostrare loro, ancora una volta, come la scienza confermi che questo modello è insostenibile per tutti gli esseri viventi che chiamano casa questo pianeta e che il tempo stringe, mentre il rischio aumenta, giorno dopo giorno. Ma la loro indifferenza non riuscirà ad avere su di noi l’effetto disarmante che sperano. Perché la nostra battaglia è giusta ed è veramente globale, perché è finalizzata a difendere tutti, nessuno escluso! Questa battaglia è tanto vitale quanto ambiziosa perché sfida poteri molto più grandi di noi. Per questo, per continuare a combatterla, abbiamo bisogno dell’ aiuto di tutti! E io mi faccio portavoce da queste pagine per sensibilizzare i miei lettori sull'argomento.

La Colletta Alimentare non si ferma

Non si ferma invece la Colletta Alimentare, che dopo la soluzione dello scorso anno dovuta alla pandemia - con la formula delle gift card - sabato 27 novembre torna in presenza con i volontari che raccoglieranno le donazioni alle casse dei supermercati di tutta Italia. L’approfondimento di Marta Ghezzi su #buonenotizie del Corriere della Sera.

Niente dopo Scala causa Covid

ll timore del Covid mette in pausa anche la cena dei vip del dopo-Scala. Ad annunciarlo il sindaco di Milano Giuseppe Sala, che a margine dell’incontro con il Cda del Piermarini, ieri pomeriggio si è sbottonato ribadendo l’intenzione di sospendere l’appuntamento di gala del 7 dicembre in nome della prudenza. Così scrivono Paolo Massobrio e Carlo Gatti sul Notiziario del Club Papillon.

Crollo prenotazioni per le prossime Feste

In vista delle prossime Feste, si registra uno stop alle prenotazioni di cenoni e sciate. Il caos sulle nuove misure del Governo per prevenire una nuova ondata del virus è causa di quello che gli albergatori chiamano “effetto freezer” che già da una decina di giorni viene sentito al mare alla montagna e alle città d’arte. L’appello di sul Corriere della Sera di Federalberghi: “Era atteso il pienone. Servono da subito regole chiare”.

Nutriscore nel mirino dell'Antitrust

Il NutriScore, la già contestata etichetta a semaforo, rossa per gli alimenti troppo grassi, gialla per quelli a metà e verde per quelli ammessi nella dieta alimentare, è finita, come si legge oggi su alcuni giornali, nel mirino dell’Antitrust. L’Autorità per la concorrenza ha aperto 5 istruttorie sul suo utilizzo, già contestato da molti, da parte di Gs, Carrefour Italia, Pescanova Italia e Valsoia, Regime Dukan, DietLab e Weetabix. Il timore è che “In assenza di adeguate avvertenze, venga erroneamente percepita come valutazione assoluta sulla salubrità di un determinato prodotto, a prescindere dalle esigenze complessive di un individuo”. E in tema di Antitrust sono state multate Amazon e Apple per concorrenza sleale ai loro consimilari.

venerdì 19 novembre 2021

Intervista sul benessere animale ad Annamaria Pisapia di CIWF

Intervista ad Annamaria Pisapia, Direttrice di CIWF (Compassion in World Farming) Italia Onlus, che da anni si batte per la protezione degli animali allevati a fini alimentari. D)Scriveva in tempi non sospetti Michael Pollan ne Il dilemma dell’onnivoro: “la vita breve e infelice di un manzo ingrassato a furia di mais in un allevamento intensivo rappresenta il trionfo supremo della logica industriale rispetto a quella evolutiva.” E io vorrei aggiungere: lo Spillover, passaggio di una grave malattia infettiva da animale a uomo, rappresenta la fine della nostra evoluzione. R) E’ ormai noto che l’agricoltura e l’allevamento intensivi siano fra le cause dello Spillover. Quest’ultimo in realtà è solo una degli impatti devastanti dell’allevamento intensivo, che impoverisce il suolo, inquina l’acqua e l’aria e contribuisce alla perdita di biodiversità. Di fatto, ci stiamo mangiando la possibilità di produrre cibo per noi e per le prossime generazioni. Un cambio di rotta è urgente e necessario. D) Dal vostro punto di vista, abbiamo passato il segno? Tutto quello che avete fatto per mettere in guardia l’uomo di non trattare gli animali da “bestie” è stato fatto invano? O siete riuscite a mettere a segno qualche successo? R) E’ vero, quella che stiamo vivendo è una vera e propria emergenza, che richiede azioni urgenti. Eppure la sensibilità globale sugli argomenti che riguardano il benessere degli animali e la sostenibilità è in continuo aumento. Ne sono la testimonianza gli 1,4 milioni di firme di cittadini europei che hanno firmato la Iniziativa dei Cittadini Europei End The Cage. A seguito di questa nostra imponente campagna la Commissione Europea si è impegnata ad approvare una legge che vieti l’uso delle gabbie in Europa entro il 2027. D) Dopo il G20 tenutosi a Roma sotto la regia di Mario Draghi, la Cop26 ha riunito quasi tutti i Paesi del mondo per dire basta ai gas serra e alla deforestazione che fanno aumentare la temperatura del globo terracqueo con conseguenze disastrose, come l’innalzamento dei mari e l’infertilità di larghe plaghe del mondo non sviluppato. Ma anche di quello occidentale per il quale un 1,5 grado in più di temperatura scatenerebbe una catena infinita di eventi disastrosi. Non ultimo l’estrema virulenza del Sars Cov2 (siamo già alla quarta variante e alla necessità della vaccinazione permanente). R) Per questo si impone la riduzione del consumo di carne, soprattutto nei paesi ricchi del pianeta. E questa è una necessità dimostrata dalla scienza. Infatti sappiamo che se il consumo di prodotti di origine animale continuerà con gli aumenti attuali, le sole emissioni provenienti da questa produzione impediranno di mantenere il riscaldamento globale sotto 1,5 gradi. D) Cosa mi dite rispetto alla strategia Farm to Fork? R) La strategia Farm to Fork ha il potenziale di diventare uno strumento potente per avviare la transizione a sistemi alimentari più sostenibili. La sua conversione in legge è ancora in fieri. Noi stiamo monitorando le attività politiche facendo pressione attraverso le nostre campagne affinché i suoi obiettivi (dalla fattoria alla tavola) restino i più ambiziosi possibili.

giovedì 18 novembre 2021

Ricetta di risotto di salsiccia

Ecco una ricetta della mia infanzia, che ricordo sempre con piacere, anche se adesso non faccio più. Comunque proverò a ricordarmela. Le dosi per 4 persone dovrebbero essere 500 g di riso Arborio o Vialone Nano, 1 cipolla bianca, olio extravergine, vino bianco per sfumare, brodo, 2 etti di salsiccia, burro e parmigiano. Mettete in una casseruola l'olio e il burro con la cipolla tritata finemente. Fate rosolare senza bruciare. Aggiungete la salsiccia tagliata grossolanamente e mescolate. Sfumate con il vino bianco (ma va bene anche il rosso) e continuate la cottura versando una parte del brodo. Continuate a versarvi il brodo sempre mescolando per non fare attaccare. Finite la cottura all'onda con un po' di burro e parmigiano.

Covid e vaccini

Il Covid lascia dietro di sé una scia infinita di mali. Intanto la paura di prenderselo e la necessità di una vaccinazione che si preannuncia permanente (da farsi tutti gli anni, come quella per la normale influenza). Poi la paura di venire infettati da quei fuori di testa che dicono che il Covid non esiste e manifestano contro il vaccino in piazza, come è capitato nei giorni scorsi proprio nella mia amata città dove sono nata, Trieste (non ho parole ...). Infine, last but not least, la non disponibilità del vaccino per i Paesi del Sud del mondo, dove i bambini muoiono. Due secoli fa, quando inventarono il vaccino contro la poliomelite, Sabin e Pasteur lo resero gratuito a tutte le nazioni del mondo. Salvando centinaia di migliaia di vite. Un tempo, quando c'era Mao, si diceva: La Cina è vicina. Adesso con l'accordo fatto da XiIngPin con Biden lo è davvero. E da quella parte del mondo non arriverà nessun aiuto.

Etichetta Nutriscore

Una parte dell'Unione Europea, quella per intenderci che paga le tasse nei paradisi fiscali,vuole imporre a tutti noi Paesi aderenti l'etichetta a semaforo per i prodotti alimentari: il cosidetto Nutriscore. Rosso per gli alimenti con molti grassi, arancione con meno, verde con pochi. Senza tenere conto però delle proprietà nutritive degli stessi e delle loro modalità di consumo. Chiaro che una fetta di parmigiano reggiano contiene molto grasso, ma non se ne mangia mica a palate. Così dicasi per il grana padano, piuttosto che per il prosciutto crudo di Parma o il San Daniele del Friuli. E' una questione di corretta alimentazione. E la nostra dieta, quella mediterranea, che privilegia l'ortofrutta, il pane, la pasta, il pesce e il formaggio e poca carne, magari bianca, è più che corretta. Il Nutriscore non fa che mettere nell'angolo le nostre produzioni migliori a favore delle patatine fritte (quelle sì che sono da semaforo rosso).

mercoledì 17 novembre 2021

Covid, inflazione, i grandi supermercati arrancano

Sempre sui giornali di oggi si parla anche di cattive notizie in casa Carrefour. Il calo di clienti e di fatturato, causato dall’inflazione determinata dal Covid, ha spinto il colosso francese della grande distribuzione organizzata a lanciare il suo piano tagli, riducendo la presenza in 9 regioni italiane. Il bilancio: 770 dipendenti lasciati a casa e 106 punti vendita chiusi definitivamente.

I secondi mercatini di Natale con il Covid

Si parla del Natale anche sul Corriere di Torino, informano Paolo Massobrio e Marco Gatti sul loro Notiziario del Club Papillon, che annuncia uno stop ai mercatini e il via libera ad eventi diffusi. “Un’emergenza non ancora terminata che ha portato l’amministrazione comunale ad ipotizzare un albero green in piazza Vittorio ed eventi per le feste ancora in via di definizione, ma con un orientamento che sembra ormai definito. Senza capodanno in piazza”.

Il secondo Natale con il Covid

Ci stiamo avvicinando a Natale e già ci si chiede quali e quante saranno le restrizioni Covid. I virologi dicono la loro sul fatidico cenone, e scatta l’incubo del numero dei commensali alla stessa tavola. Si accende il dibattito sui farvi partecipare anche gli anziani. E gli esperti nella maggior parte dei casi predicano prudenza suggerendo al massimo 6-8 persone allo stesso desco, un utilizzo consapevole delle mascherine e attenzione nei contatti tra bambini non vaccinati e persone fragili. Solo Massimo Bassetti, ha da eccepire: “Non ci sono limitazioni su quanti stare a tavola: eventuali restrizioni come il lockdown dovranno valere solo per i non vaccinati”.

martedì 16 novembre 2021

Dopo il Prosek, continuano le disavventure del Prosecco

Dopo il caso del Prosek, continuano le disavventure del Consorzio Conegliano e Valdobbiadene. A poche ore di distanza dall’elezione del nuovo direttore Matteo Tommasi, il quotidiano francese Le Monde, ha pubblicato un articolo contro le bollicine trevigiane intitolato “Prosecco, bollicine non così leggere per l’ambiente”. Partendo dalle parole del vescovo Corrado Pizziolo, il giornalista d’Oltralpe Jérome Gautheret ha concluso che la crescita globale del Prosecco, contabilizzata in milioni, non migliaia, di bottiglie vendute, genera “Un’agricoltura che sconvolge il paesaggio” per tener dietro a una domanda in crescita esponenziale, tra pesticidi ed evocazioni del caporalato. Anche questa volta, dopo il cartone animato di 15 anni fa sui critici e recensori di ristoranti, sono i francesi che ci mettono in guardia dalle nostre intemperanze. Siamo incorreggibili, anche se abbiamo il Paese, e la lingua, più belle del mondo.

Vino bio e benessere

Il vino “verde” contribuisce al benessere della comunità. La storica realtà umbra del vino Arnaldo Caprai, ha pubblicato il suo primo bilancio di sostenibilità. Tra i dati spicca il 62% in meno di consumo idrico (reso possibile dal recupero delle acque piovane) e il dimezzamento dei fitofarmaci. “Ci sentiamo custodi di un territorio”, ha detto il titolare.

Bombe d’acqua al Sud e caldo fuori stagione al Nord

"In un solo giorno si sono abbattute sul sud della Sardegna otto bombe d'acqua con terreni sott'acqua, coltivazioni distrutte, interi raccolti di carciofi perduti, frane e smottamenti con strade rurali inagibili". È quanto emerge dal bilancio della Coldiretti sui dati dell'osservatorio meteo di questi giorni. Mentre a Milano le persone soffrono per il caldo fuori stagione e il virus che provocano malumori gravi anche a livello neurologico.

Peste suina, anche da qui parte lo Spillover

ll Commissario europeo alla Salute e alla sicurezza alimentare accolga le richieste dell’Italia e della Sardegna sulla modifica delle attuali regole Ue riguardanti la Psa (peste suina) nell’Isola, autorizzando la commercializzazione dei suini e dei loro prodotti. Anche se è difficile sostenere tali asserzioni in un momento, come questo, di Spillover, cioè di passaggio di malattie, come il virus contro il quale stiamo adesso combattendo, dagli animali agli uomini.

martedì 9 novembre 2021

Via Francigena, patrimonio Unesco

La Via Francigena Italia è candidata a patrimonio Unesco alla 46° Sessione mondiale del 2023. I 70 km e le 3 tappe della “Tratta Piacenza” fanno parte della “via maestra” nazionale. Il Comitato scientifico culturale “Tratta Piacenza”, primo in Italia, intende sostenere le istituzioni nazionali e regionali, ma soprattutto agisce per definire una forte identità “patrimoniale” di Piacenza, castrum fondata nel III secolo a.C. dalle Legioni Romane sul fiume Po. E’ da 2250 anni un crocevia di strade antiche. Grazie alla invidiabile posizione geografica – storico- militare - commerciale. Una delle prime Diocesi Vescovili del IV sec d. C. Oggi la destinazione fra pianura - Appennino ha una impronta di paesaggio culturale, una biodiversità botanica e faunistica espressa in più valli fluviali, una attrazione per il turismo lento e la vita in campagna, un riconoscimento della autenticità salutare del buon mangiare e buon bere.

venerdì 5 novembre 2021

Il vino di coca e la nascita della Coca Cola

Siamo da 21 anni nel Ventunesimo secolo e le scoperte scientifiche dell’ultimo periodo non si contano più. Dalle macchine elettriche ai droni (i minivelivoli che si alzano in verticale e rivelano la nostra posizione); dai Gps, sistemi di monitoraggio stradale che ci indicano la via meglio dei vecchi stradari, agli orologi contapassi per chi fa sport o camminate; fino agli ortaggi nutraceutici (cioè i prodotti alimentari che hanno virtù, oltre alle classiche proprietà nutrizionali, anche quelle farmaceutiche asseverate dalla moderna medicina e non da un ciarlatano qualunque). Da storica devo così osservare che le scoperte scientifiche non hanno lo stesso andamento nel tempo: fino al XIX secolo, 1800, sono state minori come numero e di minore portata di oggi. Nel XX, 1900, dopo le due guerre mondiali hanno riguardato soprattutto le costruzioni, le strade (gru, cemento armato, catrame) e l’industria cinematografica (premi Oscar di Cannes, Orso di Berlino, Biennale di Venezia) e lo sport (sci di plastica anziché di legno, quelli su cui sciava Zeno Colò; protesi per chi aveva subito un brutto incidente in gara ecc.). Oggi invece si assiste ad un’improvvisa accelerata e il panorama ne rimane sconvolto. Su internet si trova di tutto e non si sa a chi credere. Stavolta ho trovato, sempre per quanto riguarda l’Ottocento, l’invenzione di un vino di coca: sì proprio quella che le popolazioni del Sudamerica masticavano per sopportare le grandi altitudini. Il vin Mariani è nato nel 1863 grazie al chimico francese Angelo Mariani. Foglie di coca lasciate a marinare nel vino rosso Bordeaux per dieci ore. Ma per risalire a questa invenzione bisogna fare un passo indietro e cioè fino a quando Paolo Mantegazza, il medico italiano del secondo Novecento popolarissimo divulgatore, il quale come antropologo lavorando in Sudamerica conobbe la coca lavorando tra i nativi, la studiò clinicamente. Ma quando si parla di liquori e di elisir compare sempre un farmacista e fu proprio uno di loro, il già citato Mariani a trarne il vino di cui abbiamo parlato. Il Vin Tonique Mariani (à la coca du Pérou). Fu la fine degli ippocrassi, i vini medicali di medievale memoria. Divenuto celeberrimo su entrambe le sponde dell’Atlantico aveva una concentrazione minima di cocaina fissata per litro, ma viveva della sinergia con l’alcool. Il Mariani comunque aveva anche una avveniristica e notevole propensione al marketing e il prodotto venne pubblicizzato con tutti i sistemi dell’epoca. Tanti furono gli epigoni che crearono e vendettero il loro vino alla coca. E tale John Pemberton commercializzò un French Wine Coca in Georgia. Ma proprio in Georgia, tra i primi Stati Americani, si proibì l’uso dell’alcol nel 1886. Caso o fortuna, o perseveranza (l’ingrediente principale delle vittorie commerciali ed economiche degli statunitensi), Pemberton non si prese d’animo e cambiò la ricetta a base di foglie di coca e noci di coca come fonte di caffeina, più soda dolcificata e acido citrico, creando l’universalmente nota Coca Cola. Ed eccovi così svelata la sua ricetta che la casa che adesso la produce ha sempre tenuto nascosta.

giovedì 4 novembre 2021

Post pandemia: siamo più poveri?

Gli italiani, post pandemia, con il numero più alto di vaccinati in Europa e con il green pass per entrare a consumare nell' horeca, hotel, bar ristoranti, agriturismi, si sentono più poveri. E come dar loro torto? Tutte le commodity alimentari (pasta, riso, pane, farina, fette biscottate, latte, e adesso anche polli e uova). Nonché le produzioni più pregiate quali parmigiano, grana, prosciuto crudo di Parma, prosciutto crudo San Daniele di Trieste, per non parlare del vino che oltre ai costi in cantina edeve fare i conti con il sughero, quello vero, dei tappi, il vetro, quello scuro che lo protegge, e la carta delle etichette (anch'essa fa la differenza tra una bottiglia e l'altra), sono rincarati. Causa non solo le crescenti strozzature a livello logistico, cioè quello dei trasporti nei container da un mare ed un oceano all'altro. Ma anche di come hanno rincarato i loro prodotti sullo scaffale le insegne della Gdo (grande distribuzione organizzata: per citare le prime insegne che ci vengono in mente nell'ordine di importanza: Conad, Selex, Coop, Esselunga). Fare la spesa adesso è uno slalom tra un'offerta e l'altra e stare attenti a quanto pesa un dato articolo rispetto al suo prezzo. L'ultima notizia, ma ve l'avevo già segnalata, è che aumenta anche il panettone e che il Paese verdeoro, il Brasile, ha iniziato a produrlo, facendoci concorrenza nell'ambito dell'italian sounding,: i prodotti tricolori spacciati per provenienti dall'Italia e che in realtà non lo sono. Pare che il loro giro di affari sia stimabile in oltre 400 mln di euro. Così adesso, soprattutto le famiglie numerose e gli anziani soli, sono ridotti a casa a preparare da mangiare con il poco che hanno e che possono acquistare. Ma poi si va all'Ortomercato della Stazione Centrale di Milano e ci si trova in un tourbillon di persone vestite all'ultimissima moda che acquistano prodotti esclusivi e che si siedono al ristorante non proprio a buon mercato. Insomma la solita Italia divisa in due: fino ad ora tra Nord e Sud, e adesso, indifferentemente dal punto di vista geografico, tra chi può permettersi qualcosa in più e chi no. Anche se ci sarebbe un modo per risparmiare: riciclare vecchi oggetti facendoli diventare nuove cose utili. L'online serve anche a questo e ci viene incontro con numerose app all'uopo. Anche se si deve stare attenti al fenomeno del pishing, truffe in rete.

Carciofi: ricette

Stiamo entrando nella stagione più fredda dell'anno, l'inverno, e con essa arrivano anche i carciofi, ortaggi alleati della salute per il loro contenuto di minerali come il ferro e potassio e per le loro proprierà diuretiche. Ne esistono diverse varietà: le mammole romane, i violetti sardi e liguri e quelli più normali, caratterizzati da foglie più piccole delle mammole e più grandi dei violetti. Le mammole si cuociono in acqua, sale, prezzemolo e olio a testa in giù. I violetti sono ottimi anche crudi, tagliati a fettine sottilissime da intingere nel pinzimonio, olio, sale e aceto. La ricetta cui sono più legata e che mi sembra la pià buona è la seguente: pulite i carciofi delle foglie più esterne e tagliatene via il gambo. Metteli in una scodella con acqua e limone perché non anneriscano. A parte preparate un trito di pangrattato (preferite grattuggiare il pane secco avanzato che avete in casa), aglio e prezzemolo. Togliete i carciofi dalla scodella e poneteli in piedi su un tagliere di legno o plastica. Allargatene l'estremità superiore entro la quale introdurrete il trito. Finite con un filo di olio extravergine. Ora poneteli in piedi in una casseruola con acqua e un po' di olio. L'acqua non deve superare la metà dell'altezza dei carciofi. Fate cuocere e a cottura ultimata servite tiepidi e mangiateli sfogliandoli foglia a foglia e tenendo ferma l'estremità più alta della stessa con la forchetta mentre con il coltello ne ricavate la parte più morbida. Finite tutte le foglie, vi rimarrà la parte più buona, il cuore, da assaporare insieme al ripieno che sarà avanzato dallo sfogliamento.

martedì 2 novembre 2021

Non sempre vegano è salutare

Non sempre vegano è salutare, Anzi: “Certi hamburger, formaggi, panne, salse e salumi vegani - spiega la  nutrizionista Chiara Manzirisultano più grassi e salati dei corrispettivi tradizionali. E possono quindi nuocere, in particolare a chi deve limitare nella dieta il quantitativo di questi elementi”. 

Mangeremo polli da importazione?

Non che i nostri polli siano sempre allevati bene, ma adesso soffrono anche della concorrenza di quelli stranieri. A rischio così tutta la filiera del pollo italiano. Un mercato autosufficiente che ora soffre del rincaro dei prezzi della materia per l'agricoltura e rischia di essere “infiltrato” da carni provenienti da altri Paesi dove i controlli sono meno severi. A lanciare l’allarme il numero uno del gruppo Amadori, Francesco Berti.

Pizza e pm10

Anche la pizza, nel Milanese, concorre a far salire il pm10, le famigerate polveri sottili che si vorrebbero ridurre, diminuendo dell'1,5 i gradi della temperatura terrestre causata dalle emissioni di carbone fossile.  La provincia conta 3mila forni. Che assieme alle strutture private valgono il 45% delle polveri. Il censimento è in corso e secondo l’esperto Alessandro Azzoni: “Esistono regole rigide per le case, ma non per i locali”.

Prosecco o Prosek?

Tutelato dalla denominazione di origine, il Prosecco e Prosek proviene dalla stessa località che si trova poco a ovest di Trieste ed è solo da qui che parte l’unico collegamento storicamente confermato. Lo afferma il presidente del Veneto, Luca Zaia rendendo noti i risultati di una ricerca storica che dovrebbe chiudere una volta per tutte il dibattito nato attorno alla legittimità o meno da parte della Croazia di una richiesta all’Unione Europea di protezione della menzione “Prosek” riferita a un vino locale. 

Diciamo no agli allevamenti intensivi

 L’animale è stato allevato in gabbiaSempre al chiusoAll’aperto? Con accesso al pascolo? Sono informazioni che devono essere accessibili ai consumatori, per permettere loro di scegliere ed evitare prodotti da allevamenti intensivi, favorendo così sistemi di allevamento più rispettosi degli animali. Questo è un momento critico e continueremo a fare pressione perché le bugie in etichetta non diventino la norma. Lbugie, che mentono su come vivono gli animali negli allevamenti, le vogliono mettere in etichetta! I ministeri delle Politiche agricole e della Salute vogliono introdurre una certificazione che consentirebbe di mettere il bollino “Benessere Animale” anche su prodotti che provengono da allevamenti intensivi. Un simile bollino, che molti consumatori troverebbero rassicurante, farebbe buon gioco all’industria delle carne: di fatto molti consumatori, pensando di acquistare prodotti da allevamenti dove c’è benessere animale, si ritroverebbero invece a comprare sofferenza senza saperlo! CIWF dice che SIAMO ANCORA IN TEMPO: questo progetto di certificazione va fermato e dobbiamo essere in tanti a mandare un messaggio chiaro ai ministri. Partecipa alla protesta cliccando qui e aggiungete la vostra voce! 

La dieta del latte nell'età del bronzo

Ho letto settimana scorsa su una rivista scientifica alla quale sono abbonata, che gli Asiatici dell’età del bronzo, dal 3.400 al 600 a .C., dopo essere stati cacciatori  e raccoglitori, consumavano prodotti caseari.  A prova di ciò, ne sono state trovate tracce negli utensili e nei denti. 

venerdì 29 ottobre 2021

Il cibo politically correct

Scrivevo dieci anni fa di come ci hanno tolto il gusto del cibo, proponendoci prodotti caseari senza lattosio, pasta senza glutine, birra senza alcool e così via. In pratica colpevolizzandoci per ogni scelta alimentare che non fosse politically correct. Oggi è vero, le famiglie sono cambiate, ma non è un buon motivo per proporci le ultime trovate di un certo signor A., produttore di primi e secondo piatti pronti tutti in linea con il nuovo che avanza, si sarebbe detto una volta. Adesso siamo arrivati fino al paradosso di cracker, snack, pasta e ogni altra goduria di questo tipo, senza olio di palma. Va bene, i palmeti arrivano dall'altra parte del mondo e forse faremmo bene a non accodarci al loro saccheggio. Ma per ben alimentarci basterebbe acquistare prodotti freschi di stagione (e in Italia si sa quanti ne abbiamo), insieme ad un certo numero di prodotti inscatolati, ma sempre italiani (penso alla pasta del tavoliere delle Puglie) e non per forza no questo e no quello. 

giovedì 28 ottobre 2021

Pollo al limone

Tagliate uno o più petti al limone, secondo la numerosità dei commensali, a listarelle sottili. In un wok, padella dai bordi alti di origine orientale, scaldate dell’olio di oliva. Quando sarà caldo, gettatevi il pollo e salate. Mescolate e quando il pollo sarà quasi cotto aggiungete succo di limone, pangrattato e formaggio grana o parmigiano grattugiato. Finite la cottura e servite caldo. Utile per una cena dell’ultimo minuto, come quella che insegnava Benedetta Parodi in televisione, questo pollo richiede poca manodopera e poco tempo. 

Bovini liberi e dalla morte senza sofferenza

Saranno contente le mie amiche di CIWF (Compassion in Wordl Farming).Un allevatore tedesco, di nome Ernst Hermann Meier, ha avuto la bella idea di crescere i suoi bovini liberi, assicurando così loro una vita serena. Quando arriva il momento li lascia morire nei campi dove hanno pascolato, a Balingen. Ma per l’Unione Europea è fuorilegge e per questo da anni si batte contro le norme imposte. Tanto che ha addirittura inventato lo Schlachthof, un macello mobile che si sposta per i campi e dove la mucca prima di essere uccisa viene anestetizzata e poi portata al macello centrale. Ma la procedura aggira le norme. Sarà riconosciuta dalla Ue, si chiede Italia Oggi, il quotidiano economico finanziario, che ha riportato in questi giorni la notizia? 

mercoledì 27 ottobre 2021

Il tiramisù o i tiramisù?

Facendo dei piccoli giretti per vacanza quest'estate, mi sono soffermata ad assaggiare i tiramisù del luogo. E ho scoperto che la ricette cambia a seconda di dove ve la si trova. Anche a pochi chilometri di distanza. Per esempio sul lago di Garda, ne ho assaggiati di più o meno liquorosi; di più o meno al gusto di caffè; con più o meno mascarpone. Niente che mi ricordasse il tiramisù di casa mia che si realizza con il giusto apporto di savoiardi tuffati brevemente, per non farli inzuppare troppo, nel caffè caldo. Poi facendone degli strati alternati con il mascarpone. E infine spolverando il top con del cacao.  

Vellutata di zucca

Vero che si può trovare al supermercato già pronta in cartone e solo da scaldare. Ma le persone oggi stanno volentieri ai fornelli. E comprando solo una fetta di zucca dall'ortolano si risparmia  plastica e cartone da gettare nella spazzatura. Resta solo la carta in cui viene avvolta dal negoziante. E la carta, come ci insegna il Comieco, ente di recupero imballaggi, è lo scarto più facile da riciclare. Pensate solo al largo uso che se ne fa per preparare i carri allegorici del Carnevale (quello di Viareggio, il più famoso in Italia, per esempio). Allora sbucciate una fetta di zucca di circa 500 g  e privatela dei filamenti interni. Lavatela, asciugatela e tagliatela a piccoli pezzetti (questa è l'operazione più difficile, perché la zucca è molto dura). Metteteli a cuocere in poca acqua bollente salata e una volta scolati, passateli nel passaverdure. Poneteli in un tegame, dove aggiungerete mezzo litro di latte e una presa di sale. Mescolate facendo bollire e a cottura ultimata, preparate una fetta di pane abbrustolito per piatto sopra il quale adagerete la crema di zucca.

martedì 26 ottobre 2021

La lobby dell’agrifood contro la tutela de benessere animale

Il CIWF, Compassion in World Farming, che si batte da tempo per la tutela del benessere animale, ha scoperto che CopaCogeca, la più importante organizzazione protettrice degli interessi degli allevatori e agricoltori a livello europeo, ha speso, solo nel 2019, ben 1,7 milioni di euro per influenzare la Commissione Europea. Report scientifici commissionati per sostenere le proprie teorie, campagne finalizzate a convincere i decisori politici dell’impossibilità di mettere in atto un modello davvero green, circolare e rispettoso della vita e dell’allevamento degli animali da alimentazione umana, secondo la strategia Farm to Fork, pressione continua sugli europarlamentari: così i lobbisti dell’industria intensiva stanno tentando di ostacolare gli obiettivi di sostenibilità della Commissione per salvaguardare il proprio profitto. Perché un'etichettatura trasparente sull’origine e sul metodo di produzione, la riduzione dell’uso di pesticidi e antibiotici nell’allevamento del 50% entro il 2030, o il riferimento al rischio di  zoonosi (trasmissione di malattie da animale a uomo) che l'allevamento intensivo comporta - tutti importanti obiettivi facenti parte della strategia Ue - fanno paura a chi sostiene l'attuale modello di produzione alimentare. Un modello che ha avuto il pregio di consentire fino ad ora alti standard di vita alle popolazioni occidentali e del Nord del Mondo, ma che oggi non regge all’urto di nuove popolazioni che si affacciano al benessere, come la Cina e altre nazioni dell’Est e del Sud.   

Dolce di marroni con panna montata

Questa è un'altra ricetta tratta dal libro di Pellegrino Artusi, La Scienza in cucina e l'Arte di mangiar bene. Per realizzarla servono 500 g di marroni, 130 g di zucchero a velo, 60 g di cioccolata, 3 cucchiaiate di rosolio di cedro, 300 g di panna montata. Cuocete i marroni nell'acqua come fareste per le ballotte, sbucciateli e passateli ancora caldi nel passaverdure.  Riducete in polvere la cioccolata e poi con tutti gli ingredienti formate un impasto. Prendete un piatto tondo grande dal servizio buono, collocateci in mezzo un piattino da caffè rovesciato e con un setaccio, anche di tela, passate tutto il composto girando via via il piatto per distribuirlo in maniera uguale. Compiuta l'operazione, levate in bel modo, pulendolo, il piattino da caffè, e il vuoto che resta in mezzo riempitelo con 300 g di panna montata. E' tanto da poter bastare per otto persone.  

Ricetta della torta di zucca gialla

Questa ricetta è tratta dalla Scienza in cucina e l'Arte di mangiar bene di Pellegrino Artusi, manuale pratico per famiglie pubblicato nel 1911 da colui il quale per primo dalla sua Romagna unificò le varie ricette regionali di tutta Italia in un unico volume, con l'aiuto delle tante casalinghe e uomini amanti della buona cucina con cui intrattenne un fitto epistolario di cose di gastronomia. E naturalmente anche per averle assaggiate lui stesso in giro per l'Italia. Il libro che ne uscì e che venne quindi dato alla stampe dopo una tale mole di lavoro conteneva 790, di ricette, più una ricca appendice di cucina per gli stomachi deboli, che noi oggi non ci sogniamo nemmeno di avvicinare, essendo, per i nostri gusti e il nostro stile di vita, una cucina fin troppo ricca e "pesante". La torta di zucca gialla è la numero 640. E si fa appunto questo mese, e a novembre, che la zucca si trova dall'ortolano. Servono così 1 kg di zucca, 100 g di mandorle dolci, 100 g di zucchero, 30 g di burro, 30 g di pangrattato, mezzo litro di latte, 3 uova, una presa di sale, odore di cannella in polvere. Sbucciate la zucca, pulitela dai filamenti superficiali e grattatela sopra un canovaccio. Prendete le quattro punte di quest'ultimo per raccoglierla insieme e strizzatela in modo da togliere buona parte dell'acquosità che contiene. Il chilo si ridurrà a circa 300 g. Mettetela allora a bollire nell'acqua fino a cottura che si può ottenere dai 25 ai 40 minuti, secondo la qualità della zucca. Pestate intanto le mandorle già sgusciate, insieme con lo zucchero in un mortaio, riducendole finissime, e quando la zucca è cotta uniteci tutti gli ingredienti meno le uova, che aggiungerete quando il composto è diaccio (freddo) dopo averle frullate. Mescolate bene e versate il composto in uno stampo da budino che avrete prima unto con il burro cosparso di pangrattato. Cuocetelo in forno (l'Artusi non indica per quanto tempo e a che temperatura, ma io che ho provato la ricetta direi che va bene a 150°C per mezz'ora)  e servitelo freddo. Può bastare per sei o sette persone.    

giovedì 21 ottobre 2021

Aumenta il prezzo del pane

 A Milano è allarme prezzo del pane, e anche dei panettoni. Non sarà un Natale facile, per l'aumento delle materie prime, farina (+80%) e lo stesso per la carta dei sacchetti. Così gli artigiani si lamentano e le famiglie pure perché non sanno cosa e se metteranno in tavola per le Feste. La pandemia ha certo contribuito a questa situazione, ma anche la globalizzazione ne è una concausa. Tutto inizia dal prezzo del gas e degli oleodotti che arrivano dalla Russia. La quale non sopporta la concorrenza della Cina che è diventata una potenza mondiale. Se continua così andremo a letto con il freddo e senza cena.  

mercoledì 20 ottobre 2021

Le traversìe e i costi del made in Italy alimentare

Ora, che il made in Italy alimentare, che vale il 25% del Pil (prodotto interno lordo) nazionale, sia la maggiore economia del Belpaese è cosa risaputa. Ma quanto valgano le imitazioni (il cosiddetto, tra gli addetti ai lavori, italian sounding), prodotte altrove nel mondo, tipo il parmesan e altri congeneri, che sembra si aggirino sui 44 mld di euro, è cosa da chiarire. Altrimenti si perde ciò che abbiamo di più prezioso e che anche l’Europa ostacola con proposte tipo il Nutriscore. Ne ha parlato, come hanno fatto sapere Paolo Massobrio e Marco Gatti nella loro Notizia del Giorno del Club Papillon da loro fondato, Andrea Zaghi su Avvenire. Il quale ha scritto anche come la filiera Farm to Fork (dal prodotto alla tavola) sia difficile da sostenere. Per i forti rincari delle materie prime, i costi di trasporto (vedi le recenti proteste degli addetti nei porti italiani di questi giorni contro il green pass) e della burocrazia. Vi sarete accorti anche voi come oggi l’ortofrutta, e non solo, costi di più del livello che aveva raggiunto prepandemia. Una pera singola, per fare un solo esempio, e neanche delle migliori, costa 1 euro, cioè 2.000 delle vecchie lire. Finiamo così per fare la spesa a pezzi, come facevano una volta i Paesi del Nord, che i nostri orti non li hanno, e non a chilo. Alcuni settori, come quelli del vino (svoltosi in presenza quest’anno il Vinitaly di Verona, con tutte le cautele necessarie, mascherine e distanziamento), si stanno riprendendo, ma la strada è ancora tutta in salita.


martedì 19 ottobre 2021

Bar e ristoranti: misurarsi con i cambiamenti in atto

Secondo dati Tradelab, il termometro più attendibile dei consumi alimentari fuori casa, le loro vendite si stanno comportando bene, dopo oltre 20 mesi di crisi pandemica. Una ripartenza la cui vitalità si è già manifestata la scorsa estate, registrando numeri più che positivi, con una crescita che ha coinvolto, con le progressive riaperture, tutto il mondo dell’Out of Home (hotel, ristoranti, bar e catering). Merito di come gli italiani hanno saputo combattere il virus, e le sue varianti, vaccinandosi con almeno due dosi (ma la terza è già in arrivo) e ottenendo, in farmacia, il green pass necessario per consumare al chiuso e utile soprattutto adesso che sta arrivando il freddo. Le previsioni per il 2021 vedranno i consumi nel settore aggirarsi intorno ai 66 miliardi di euro, in forte crescita rispetto ai 54 miliardi del 2020, ma non ancora al livello degli 85 miliardi del 2019. La sfida quindi, affinché il mercato dei consumi extradomestici italiano torni ai livelli precovid, riguarda tutti gli operatori del fuori casa che dovranno misurarsi con i cambiamenti in atto.

Consumi energetici: basta sprechi

La prossima COP26 a Glasgow a fine ottobre dovrà fare il punto su come smettere di inquinare con la CO2 e di come promuovere la sostenibilità e la circolarità ambientale. Basta quindi con il carbone e sì a soluzioni energetiche alternative (anche il nucleare?). Qualcosa in Italia è stato fatto con il bonus 110% sulla ristrutturazione energetica degli edifici immobiliari, per portare, quelli più vecchi, a livelli migliori di qualificazione ambientale a spesa zero per il condomino (le spese se le accolla, parte a fondo perduto, parte a credito di imposta, la banca). Tra le proposte, quella di installare pannelli fotovoltaici sui tetti per riscaldare la casa con l’energia solare. E in molti l’hanno fatto o lo stanno facendo. Ma poi ho scoperto che questa forma di riscaldamento ha una scadenza, oltre la quale bisogna buttare i pannelli e sostituirli. E allora, dove vanno a finire i nostri risparmi e le nostre innovazioni? Nella spazzatura. Meglio sopportare un po’ di più il freddo e smettere di consumare (plastica, imballaggi di ogni genere, cibo che poi va a finire buttato – anche se noi italiani siamo le più formichine -, smartphone sempre più nuovi e nuovi vestiti, scarpe, borse) anche per venire incontro alle popolazioni più deboli del Sud del mondo che possano usufruire un po’ anche loro di ciò che non dovremmo più consumare noi. 

domenica 17 ottobre 2021

Il benessere animale

Questa mattina ho sentito un interessante programma alla radio Rai Radio Tre circa il benessere animale. Ora essendo io una storica e avendo invitato più volte dalle mie pagine a interessarsi di questo problema come mi suggerivano le attiviste di CIWF (Compassion in Wordl Farming), per dire basta all’allevamento e al trasporto degli animali da alimentazione in gabbie anguste e “disumane”, vorrei fare qualche precisazione. Intanto la radio ha fatto presente, e io da storica avrei dovuto saperlo, che il primo difensore dei diritti degli animali in età moderna è stato il dittatore Hitler, mentre mandava gli uomini nelle camere a gas. E che in seguito questo tema è stato molto sentito soprattutto dai teorici e pratici delle filosofie orientali, come il buddismo, e io non mi sento ovviamente né dell’una ma nemmeno dell’altra schiera. Gli animali vanno allevati, e macellati, nel rispetto di condizioni  di non sofferenza, ma non possono venire considerati alla stregua degli esseri umani. E vanno, ovviamente, consumati per il benessere delle nostre diete alimentari, che non devono essere private dei carboidrati (pane, pasta, riso), e delle vitamine dell’ortofrutta, ma nemmeno delle proteine (pesce, carne, salumi, formaggi). Anche perché se no vedremmo nelle nostre strade, (come in India dove la vacca è sacra), delle carcasse di mucche dilaniate dalle iene e dalle aquile. Quanto a vegani e vegetariani, che in Italia sono in crescita, dovremmo far loro presente queste cose appena dette. Mi ha stupito anche settimana scorsa leggere un’intervista di Luigi Chiarello, caposervizio di Agricoltura Oggi di Italia Oggi, cui saltuariamente io collaboro, a un altro esponente mai da me sentito nominare della Casaleggio Associati, quelli di Grillo e del M5S, per intenderci, il quale ha detto chiaramente come il suo mandato sia quello di far seguire alle persone dei modelli di sana alimentazione. Insomma, il piatto è ricco e tutti ci si ficcano.       

martedì 12 ottobre 2021

Una vendemmia buona

Quest'anno la vendemmia è più bassa in quantità (44.500 ettolitri), ma migliore in qualità. E nei punti vendita già si assiste a una carrellata di offerte di etichette sugli scaffali. L'Italia è il maggior produttore di vino in Europa, insieme e Francia e Spagna e le sue bottiglie varcano i confini nazionali contribuendo ad irrobustire il nostro export di prodotti agroalimentari. Anche la Cina, grande estimatrice dell'Italia sotto tutti gli aspetti, dalla lingua, all'arte, alla cultura, si beve a piene mani la nostra produzione enologica. E non occorre nemmeno nominare il Chiantishire, come terra di mezzo di grandi vini, dove hanno preso casa tante stelle internazionali del mondo della musica.  Siamo i migliori, e diciamocelo per una volta. 

lunedì 11 ottobre 2021

Pnrr: transizione ecologica ed energetica

Desidero rettificare alcune inesattezze scritte precedentemente sul Pnrr. Ora questo è il Piano nazionale di ripresa e resilienza con il quale dovremmo ottenere dei soldi dall'Europa Unita, che poi tanto unita non è a cominciare dalla Difesa (non ve n'è una comune), a patto che dimostriamo di avere dei programmi di ristrutturazione comuni a tutta Italia riguardanti anche, per quello di cui mi occupo io, la transizione ecologica ed energetica, per un'agricoltura migliore, più smart (che significa intelligente) e a minore impatto sull'ambiente. Quindi azzerare la CO2 (anidride carbonica), e non dipendere nemmeno dallo shale gas (petrolio) con cui si producono i fertilizzanti chimici. Tutto questo comporta però dei costi che sarà molto difficile sostenere. Come dimostra anche l'impennata dei prezzi dei beni di prima necessità e dei materiali da costruzione con cui ci stavamo impegnando a ristrutturare il nostro patrimonio edilizio. Nessun pasto è gratis e nemmeno questo lo sarà, nonostante i proclami dei governi che si sono succeduti in questi due anni di pandemia.  

venerdì 8 ottobre 2021

I cachi a tavola

E sui banchi di mercati e supermercati sono già arrivati i cachi. C'è chi preferisce il caco mela, quello sodo da tagliare a fette, e chi i cachi tradizionali, belli cremosi. Questi ultimi possono  accompagnare ai formaggi, come se fossero pere (al contadino non far sapere ... ). Si tratta di lavarli, pelarli e usarli come fossero marmellata in abbinamento a formaggi a pasta dura, come grana e parmigiano. I cachi mela sono ottimi lavati, pelati, tagliati a fette e cosparsi da briciole di mandorle, noci, nocciole sgusciate e amaretti tritati.  

Pnnr, rendersi indipendenti, in agricoltura, da gas e carbon fossile

Una parte del Pnnr, Piano nazionale di ripresa e resilienza, è dedicato espressamente alla rivoluzione verde e alla transizione ecologica.” L’Italia - si legge sul web -  è particolarmente vulnerabile ai cambiamenti climatici e, in particolare, all’aumento delle ondate di calore e delle siccità./…/ Secondo le stime dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra), nel 2017 il 12,6 per cento della popolazione viveva in aree classificate ad elevata pericolosità di frana o soggette ad alluvioni, con un complessivo peggioramento rispetto al 2015. Dopo una forte discesa tra il 2008 e il 2014, le emissioni pro capite di gas clima-alteranti in Italia, espresse in tonnellate di CO2 equivalente, sono rimaste sostanzialmente inalterate fino al 2019.”/…/ “Dietro la difficoltà dell’economia italiana di tenere il passo con gli altri paesi avanzati europei e di correggere i suoi squilibri sociali ed ambientali, c’è l’andamento della produttività, molto più lento in Italia che nel resto d’Europa.”/…/ “L’Unione Europea ha risposto alla crisi pandemica con il Next Generation EU (NGEU). “Le sei Missioni del Piano sono: digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per una mobilità sostenibile; istruzione e ricerca; inclusione e coesione; salute.” La svolta più importante, in agricoltura, consiste nel rendersi indipendenti dal carbon fossile, per l'inquinamento che produce si paga un tributo, e che rende le terre, l’acqua e l’aria saturi di CO2, anidride carbonica. E di dipendere meno da metano, petrolio, e gas per le spese energetiche. Il prezzo del gas, in particolare, che ci arriva dalla Russia, è molto aumentato rendendo sempre più difficile per il settore agricolo produrre fertilizzanti competitivi. Per questo il ministro Cingolani ha già detto che per il futuro bisognerà rivolgersi anche ad altre pipeline. 

giovedì 7 ottobre 2021

Gas climalteranti e zoonosi: sapremo combattere la pandemia?

Malnutrizione, surriscaldamento da metano rilasciato nell’aria anche dagli animali da allevamento sono i pericoli che la pandemia contribuisce ad acuire. Ma un’adeguata pratica di coltivazioni intelligenti, un modo più corretto di cibarsi e di fare la raccolta differenziata, potrebbero cambiare il modo di produrre e fornire energia. Ecco alcuni esempi di come l’agricoltura digitale e la lavorazione dei suoi sottoprodotti costituiscano una sterzata all’indietro del mondo verso cui stiamo andando, con il surriscaldamento globale, la plastica in ogni dove e il nuovo virus, con corredo di no vax. Un altro mondo è possibile riducendo il consumo di carne, cibandosi moderatamente e combattendo la denutrizione in larghe plaghe del Terzo Mondo. Gas climalteranti, diete sbagliate e zoonosiLa plastica che ci circonda, il surriscaldamento globale, la de carbonizzazione che va a rilento, cicloni e uragani al Sud dell’equatore, temperature massime mai registrate ai Poli, pandemie da zoonosi. L’antropocene presenta il conto come mai, se non durante la Prima Guerra Mondiale che fece 50 milioni di morti per un’influenza, la spagnola. Adesso ci risiamo con il virus e diete climalteranti. Come ne usciremoLe fonti utilizzate per questo testo sono: enea.it (ente nazionale per l’energia e per l’ambiente), Istat, articoli di Repubblica e Corriere della Sera online, Asia Angaroni, PEFC (gestione sostenibile delle foreste), treccani.it, Slavoi Zizek, Virus, Ponte alle Grazie, Salani, Milano, 2020, Accademia dei Georgofili, Accademia Barilla, Siga, CIWF (Compassion in World Farming), Sabrina Giannini “La rivoluzione nel piatto”, Elena Liotta e Massimo Clementi “La rivolta della natura”, Paolo Massobrio e Carlo Gatti, Il Golosario, Carlo Petrini, Slow Food, Salone del gusto, Gambero Rosso, Italia Oggi, Luca Mercalli, Mario Tozzi. E’ appena finita questo settembre la Cop 6 dell’Onu a Ginevra con alcune indicazioni importanti su come si sta alterando il clima sul pianeta con la distruzione di intere coltivazioni e l’innalzamento della CO2 nell’aria, che se non verrà contenuta entro il 2100 stravolgerà la vita sul nostro pianeta. Si sono già alzate temperature e livello dei mari. Con i migranti lasciati andare, il Mediterraneo, il mare nostrum, sta diventando un cimitero a cielo aperto. La de carbonizzazione dell’energia, conditio sine qua non l’aria diventerà irrespirabile, va  a incredibile rilento. Non abbiamo vaccini a sufficienza, almeno non per tutto il Terzo Mondo, per battere il virus. Il surriscaldamento globale e la tropicalizzazione del clima, ha effetti nefasti per l’aria che respiriamo e per le specie viventi, e sulle nostre principali fonti di sostentamento: la terra, sempre meno fertile, e l’acqua, sempre più inquinata. Ultimamente è stato calcolato che le “cose”, gli oggetti, di cui ci serviamo nella nostra vita hanno superato il numero degli esseri viventi: gli oggetti di plastica, e i mozziconi di sigaretta, che non si deteriorano mai ma dai quali si potrebbero ricavare manici di ombrello e montature di occhiali, sono dappertutto e contribuiscono a rendere le terre sempre più aride e inquinate. In campo di rinnovabili si è arrivati a produrre energia alternativa da molte fonti non fossili e mentre si stanno sperimentando soluzioni intelligenti per un’agricoltura più sana,  dimentichiamo, o piuttosto fingiamo di dimenticare che i prodotti che portiamo in tavola sono raccolti dagli “ultimi della terra”: gli immigrati sfruttati, “invisibili” e sottopagati come i rider che consegnano a casa. Cooperative agricole del terzo settore, più conosciute come ong, si stanno attrezzando per offrire sempre più referenze, ma anch’esse hanno subito uno stop causa lockdown, potendo solo consegnare a domicilio. Ha vinto così lo strapotere di Amazon, - che si è imposto come unico referente di tutta una serie di acquisti, non solo tecnologici ma anche alimentari, medicinali da banco e cosmetici, - e che adesso fa il bello e cattivo tempo sotto la nuvola della pandemia. Il surriscaldamento climatico, da molti all’inizio negato o sottovalutato, ma adesso evidente a tutti, con lo scioglimento dei ghiacci inizia a far paura. Secondo un “allarmante rapporto sui ghiacci della Groenlandia” se ne sono sciolti nell’ oceano più di 12 miliardi di tonnellate  nella sola giornata del primo agosto 2019Nel frattempo in Siberia, dove con l’Urss si mandavano i dissidenti a morire ai lavori forzati in un clima da sotto zero, adesso le temperature raggiungono i 40 gradi. Si è imposto così l’avvio di una terza rivoluzione industriale, affidata in Europa al New Green Deal, che ci porti fuori dalla dipendenza energetica dal carbone con le sue emissioni nocive. Cooperative agricole del terzo settore, più conosciute come ong, si stanno attrezzando per offrire sempre più referenze, ma anch’esse hanno subito uno stop causa lockdown, potendo solo consegnare a domicilio. Nemico numero uno è adesso il carbon fossile, non solo quello fornito dalle miniere, ma anche lo shale gas derivato dal petrolio. E la malnutrizione. Il fast food, oltre che contribuire alla malnutrizione di intere generazioni e popolazioni, come ricorda Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, la filosofia del mangiare lento, buono, sano, giusto, in contrapposizione al fast food. Oggi che sulla terra siamo 12 miliardi di persone, troppe soffrono di malattie incurabili e malformazioni a causa delle diete sbagliate e della sottonutrizione. Un problema che ha come epicentro anche le guerre “sbagliate” che gli Usa nel tempo hanno innescato contro il Vietnam, i curdi e gli afghani, nel tentativo vano di portarvi la democrazia e di disinnescare la “bomba” musulmana. Cosa è successo è sotto gli occhi di tutti. Quello della carne, nonostante l’aumento di vegani e vegetariani nel nostro Paese negli ultimi 10 anni (+7%), è un comparto che frutta 35 miliardi di euro (Italia Oggi, 2020/6/19/). Si stima che in Italia si mangino 19 kg di carne rossa pro capite all’anno  (dati Istat). E ciò nonostante le campagne contro gli antibiotici somministrati agli animali durante la loro crescita, per accelerarne artificialmente lo sviluppo. E contro le condizioni del loro trasporto su gomma, treno e nave (container), stipati su gabbie in condizioni che definire precarie e insalubri, metodi contro cui lotta CIWF (Compassion in Word Farming) è poco. L’industria non si arrende: già arrivata sulle tavole italiane la carne sintetica. Un capitale di 22 mln di dollari. Ecco quanto messo sul piatto da un cospicuo numero di investitori, da Bill Gates di Microsoft al fondatore della Virgin Richard Branson- per la clean meat, la carne prodotta in laboratorio. Il progetto è della start up californiana Memphis Meat. Ma il 97% degli italiani, anche vegani e vegetariani, è contrario. Tra l’altro non è nemmeno detto che produrre la carne sintetica comporti meno impiego di acqua e meno inquinamento di quella degli animali. Mentre in Germania, dove adesso si piantano le viti per il clima divenuto molto più mite causa surriscaldamento globale, hanno deciso di bandire la carne dalle mense delle scuole. Prediligendo una dieta più sana fatta soprattutto di frutta e verdura. Da noi invece è stato eclatante, anni fa, il caso di Milano Ristorazione che aveva invitato le famiglie a portarsi il pranzo da casa, con evidente penalizzazione dei bambini più poveri che da casa non avevano da portarsi quasi nulla. Ma la malnutrizione non è solo avere poco da mangiare. Anche le diete del mondo occidentale, basate su un eccesso di carne, zucchero, sale, alcol e e grassi sono nocive, con il loro portato di pressione alta, colesterolo, malattie cardiache. Dobbiamo quindi rivolgerci alla piramide alimentare che raccomanda il consumo di 5 porzioni di frutta  e verdura al giorno – e questo anche se negli ultimi tempi è stato notato come la frutta e la verdura che mangiamo è sempre la stessa, mentre ce ne sarebbero molte più varietà - di pesce tre volte la settimana e poi salendo verso il vertice, uova, formaggio e carne, meglio se di pollo o di tacchino. L’agricoltura negli ultimi due secoli ha fatto passi da gigante: uno per tutti, le seminatrici meccaniche, che erano conosciute già nel ‘500 e sono entrate in funzione stabilmente nell’800. Adesso siamo già entrati nell’era di agricoltura 4.0, con il lavoro della terra dei contadini del Primo Mondo quasi totalmente meccanizzato e informatizzato. L'agricoltura smart sarà un grande deterrente a comportamenti sbagliati e riuscirà a vincere questa battaglia?

 


mercoledì 6 ottobre 2021

L'italian sounding non si può istituzionalizzare

L’italian sounding, cioè i nomi italianizzati attribuiti a prodotti stranieri, ci costa 44 mld di euro. Ed è un fenomeno che secondo le parole raccolte dal ministro dell’Agricoltura Stefano Patuanelli da Italia Oggi: “Non si può istituzionalizzare”, ribadendo così il "no" del Governo alla registrazione della menzione Prosek croato tra i vini a denominazione tutelati dalla Ue. Queste parole sono state pronunciate a margine del tavolo del settore vitivinicolo che ha affrontato anche il rischio di esclusione dei nostri vini dai fondi di promozione previsti dalla nuova riforma Ue dei prodotti agricoli, il piano di promozione istituzionale del vino italiano nel mondo e lo standard value. Presente al tavolo anche il sottosegretario Gian Marco Centinaio che, sempre su Italia Oggi, è intervenuto anche su enoturismo e grano. “Metteremo fondi a disposizione - ha dettoOccorre partire dalle filiere più legate al turismo agroalimentare, il vino e l’olio. Poi andremo sul resto e se ci fossero i fondi interverremo anche sui distretti del cibo. E a proposito di denominazione italiane scippateci dal governo croato c’è anche sul tavolo la questione aceto balsamico di Modena. 

Vino biologico

L'Italia è prima in Europa nel vino biologico, seguita da Spagna e Francia. All'inizio certuni nutrivano dubbi sulla bontà dei vini ottenuti con questo metodo, ma poi si sono ricreduti. Il vino biologico è esente dai parassiti della vite (in particolare la filossera), anche senza usare il ramato e il glifosato, quest'ultimo sostenuto dalle campagne delle principali industrie chimiche, tra cui Bayern e Syngenta. Ma un vino senza chimica rende migliori i nostri campi, facendo rivivere anche orti e alveari.

Tartufi, bianchi o neri?

E' tempo di tartufi e di caccia al tartufo bianco di Alba (Piemonte) più grande che c'è per metterlo all'asta. E non costa davvero poco. Ma esistono anche i tartufi neri che provengono dall'Umbria, più piccoli ma anch'essi profumati. Difatti di questo tubero quello che più importa è il profumo, essendo il sapore solo amarognolo e non gradito a tutti. Due le ricette classiche: risotto al tartufo bianco e taglierini al burro e scaglie di tartufo nero. Per il risotto si procede come per un classico risotto bianco alla parmigiana (soffritto di cipolla e olio) riso, brodo, burro e parmigiano nell'ordine, servito caldo e guarnito con delle scaglie di tartufo bianco. Per i taglierini (pasta all'uovo), si cuociono pochi minuti in acqua bollente salata e si condiscono con parmigiano e scaglie di tartufo nero. 

Prosciutto e fichi e caldarroste

Un altro buon modo di scaldarsi durante questo primo scorcio di autunno, sono le caldarroste (castagne arrostite). Molto care se le comprate agli angoli delle strade, ma facili da fare in casa. Basta munirsi di una apposita pentola con i buchi da mettere a scaldare sul fuoco della cucina. Poi si effettua un taglietto con un coltellino sulla parte tonda delle castagne e si mettono a cuocere in padella, stando attenti a non farle bruciare. Consiglio in questo caso di consumarle come secondo dopo un piatto di prosciutto crudo e fichi (anch'essi di stagione). 

martedì 5 ottobre 2021

Funghi porcini e ballotte

E' tempo di funghi e di castagne. E un buon modo di andare a tavola è un risotto di funghi come primo piatto e castagne bollite (le ballotte) come dolce, saltando il secondo per non appesantirsi troppo. I porcini non vanno lavati, ma privati della terra morbidamente con un coltellino. Poi si tagliano a fette e si mettono a rosolare con olio e aglio tritato. Si aggiunge poi il riso e il brodo a poco a poco. A cottura ultimata, si finisce con del prezzemolo tritato. Le castagne intere (e non con il taglietto che si fa prima di arrostirle nella pentola con i buchi) si lessano in acqua bollente impreziosita con delle foglie di alloro. Servite il tutto in una cucina così profumata e pelate le castagne facendo attenzione a togliere bene la pellicina che sta sotto il guscio. Quelle con il verme invece si buttano : -)

  

Risotto di zucca

Si avvicina il tempo di “dolcetto o scherzetto” e in vendita ci sono già le prime zucche. Compratene una fetta già tagliata da mezzo chilo,  levatene i semi, che andranno tostati a parte in un po’ d’olio, pelatela e fatela a quadratini. Intanto, in una casseruola capiente preparate un soffritto di olio, burro e scalogno pelato e tritato. In un pentolino a parte scaldate acqua e dado per brodo, o se preferite il brodo già pronto. Quando il soffritto sarà biondo versatevi i pezzetti di zucca e fate rosolare a fiamma viva. Poi abbassate il fuoco e aggiungete 500 g di riso. Mescolate vigorosamente e versatevi a poco a poco tutto il brodo, fino a cottura raggiunta. Quando il riso sarà all’onda, spegnete il fuoco e completate l’opera con parmigiano, fiocchetti di burro, foglie di basilico lavate e tritate a mano e i semi di zucca tostati. Fate riposare qualche minuto e servite.

Secondo dati Agrinsieme sull'odierna campagna delle nocciole, questa è in forte calo (da 48mila a 45mila tons) causa gli andamenti climatici sfavorevoli e l'attacco della cimice asiatica e della cimice della nocciola. La Turchia, ma questa non è una novità, se non per il fatto che è già passata dalle 665mila tons alle 700mila, è molto più produttiva di noi. Nonostante ciò la redditività delle nostre imprese non è in diminuzione, perché cresce l'interesse dei consumatori, interessati ad un frutto secco che avrebbe numerose proprietà nutritive e si spalma anche sul pane nella versione dei preparati Nutella e creme Novi, Lindor, Domori, Streglio, Galup ecc.. Così gli investimenti aumentano, allargando la platea delle regioni interessate alla coltivazione come Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Calabria.

Pasta, quanto mi costi ...

A Firenze si sono chiusi il mese scorso i lavori del G20 dell’Agricoltura e il ministro Patuanelli ha chiesto “un intervento globale” per contrastare le speculazioni sul mercato dei cereali. Anche perché il prezzo del grano è aumentato del 60% e i big del settore cercano nuovi soci per rafforzarsi. Inutile dire che sono i fondi di investimento a presentarsi al tavolo delle trattative. Intanto girando tra gli scaffali dei supermercati si scopre che un buon modo per combattere il colesterolo a tavola, è scegliere la pasta integrale. Più scura di quella solita, contiene, come del resto anche il pane integrale (che in tempo di guerra era il pane nero comprato alla borsa nera  e chi doveva cibarsene sognava quello bianco) anche i cascami della molitura e, attenzione, per chi non è celiaco, cioè intollerante al glutine, principi nutritivi sani che aiutano la digestione e il corretto funzionamento dell'intestino. La pasta integrale si può condire in diversi modi ed è ottima anche con il solo sugo rosso di pomodoro, olio, aglio, cipolla o scalogno. Ma anche con aglio, olio  e peperoncino, quella lunga. E con sughi più elaborati come il pesto, quella corta.  

Negli Its non si studia agraria

"In Italia manca un piano per il turismo enogastronomico." A dirlo il ministro del Turismo Garavaglia, intervenuto a Cheese, le mille forme del formaggio, per discutere con Carlo Petrini, patron di Slow Food, il cibo sano, buono e giusto, e Maurizio Molinari, il direttore de La Stampa di Torino, di come la ripartenza del turismo e dell’economia debba passare dall’enogastronomia, il settore più colpito dai lockdown. E intanto si scopre che negli Istituti turistico alberghieri (Its) non si studia agraria.