martedì 31 maggio 2022

Torta di formaggi, ciliegie e pepe rosa

Continua la campagna triennale di comunicazione e promozione della frutta e della verdura DOP (Denominazione geografica protetta) e IGP, dal messaggio chiave “L’Europa firma i prodotti dei suoi territori”, per tutto il mese di giugno con centralità sulla Ciliegia di Vignola IGP (Indicazione geografica protetta dalle rive del Reno al Panaro). Con le ciliegie si possono preparare ottime ricette come la seguente. E altre ne trovate sul sito istituzionale della ciliegia di Vignola Igp. PREPARAZIONE 15 MINUTI - FACILISSIMA - STAMPO DIAMETRO CM 20 - PER 6-8 PERSONE Ingredienti: Base: 170 g di fette biscottate tritate, 2 cucchiai di brandy, 150 g di burro fuso e freddo, sale, pepe. Cheese cake: 500 g di ricotta romana, 300 g di formaggio caprino, 200 g di formaggio robiola, 10/15 ciliegie, 1 cucchiaino di pepe rosa, sale, pepe, 2 cucchiai di erba cipollina tritata. Decorazione: pepe rosa , ciliegie, menta, crostini di pane per servire. Preparazione: Base: mescolate le fette biscottate tritate con il liquore, sale, pepe e il burro fuso e freddo. Ungete lo stampo a cerniera e distribuite sul fondo il composto livellandolo e premendo per renderlo uniforme. Ponete in frigorifero. Lavate, asciugate e snocciolate le ciliegie. Lavorate i formaggi e la ricotta in una ciotola capiente, salate e pepate. Dividete la massa in due parti. Alla prima aggiungete metà pepe rosa pestato e l’erba cipollina, poi distribuitela nello stampo livellandola. Ricoprite con le ciliegie e nuovamente con la farcitura rimasta dopo averla aromatizzata con il restante pepe rosa. Coprite con la pellicola e ponete in frigorifero per circa 3 ore. Prima di servire, sformate la cheese cake sul piatto da portata e decorate la superficie con le ciliegie rimaste, un poco di pepe rosa e foglioline di menta. Servite con crostini di pane.

I danni all'agricoltura e i contadini che non si assicurano

Il nostro sistema agroalimentare è il principale motore delle esportazioni italiane per un valore di 52 mld di euro nell’ultimo anno. Ma molti sono i fattori che negli appena trascorsi anni di pandemia e guerra hanno contribuito a frenarne il successo con i mutamenti climatici che ne hanno causato danni per oltre 2 mld di euro. Alluvioni, gelo e siccità ne sono le principali cause ma sono ancora poche le aziende (il 10% del totale) che si assicurano contro i danni ambientali, con la conseguenza di doverne pagare in toto le conseguenze. Questo il resoconto succinto che la newsletter del Club Papillon ha tratto dagli articoli di La Repubblica e Il Giornale del 31 maggio corrente anno, ai quali vi rimando per un approfondimento.

lunedì 30 maggio 2022

Come sarà la prossima stagione turistica?

Come leggerete qui sotto sono tornata a scrivere, sempre di cibo (cone le storie di caffè e cacao) con due giorni di anticipo sul mio semestre sabbatico.E non credo cambierò argomento,almeno per ora, perché la questione di come ci alimentiamo sotto i venti di guerra è cruciale. Perché se i carichi di grano nel golfo di Crimea sono fermi, si ferma l'approvvigionamento di cereali di un intero mondo, oggi che siamo globalizzati. E se mancano 300mila lavoratori nella ristorazione (secondo dati Confcommercio) bisognerà pur prendere provvedimenti per la prossima stagione turistica, visto che l'Italia ha 8mila km di coste dove sbarcano stranieri da ogni dove. Ma la questione è in questi termini: se i datori di lavoro non pagano abbastanza la manodopera, e sottraggono anche proventi al demanio (con la questione balneari non ancora conclusa al governo), i nostri ragazzi, quasi tutti ormai plurilaureati e anche con master, fanno benissimo a disdegnare paghe da fame. E non per sedersi sul divano con il reddito di cittadinanza ma per cercare lavoro altrove (estero). Dove però è difficilissimo farsi assumere a tempo indeterminato. Quindi? In più ci affolleremo sulla "stessa spiaggia, stesso mare" senza mascherine, incuranti del contagio, anche se gli epidemiologi hanno già invitato a fare la quarta dose di vaccino in autunno.

Caffè e cacao tra miti e leggende

Come dà notizia la newsletter del Club Papillon, autori di saggi sull’agroalimentare, che compie adesso 30 anni, Su La Stampa è da leggere l’intervista a Augustine Sedgewick, storico americano autore di “Coffeeland". Storia di un impero che domina il mondo”, libro in cui racconta la storia del caffè parlando di uomini, imprenditori spietati, operai laboriosi, chimici e guerriglieri. “La storia del caffè - spiega - racconta come la globalizzazione connette e divide il mondo nello stesso tempo. Gli italiani credono di averlo inventato, ma i primi furono i siriani nel 1554. Poi fu considerato a lungo una droga”. Originario dell’America meridionale è invece il cacao, un albero alto in natura 8-10 m, di meno (4-5 m) se coltivato. Foglie grandi, alterne e fiori piccoli bianchi o rosa con 5 petali, nascenti direttamente sul tronco o sui grossi rami (caulifioria). Il frutto "cabosse" è una capsula ovale, indeiscente, lunga anche fino a 25 cm con spessa buccia coriacea, gialla o rossa. Acqua: 2,5 g, Energia: 355 Kcal, Carboidrati: 11,5 g, Parte edibile: 100 %. Conosciuto da millenni, anche questo alimento ha letteralmente alimentato storie, leggende, miti. Agli inizi, i suoi scopritori lo consumavano tal quale, in tazze di cacao bollenti e solo quando arrivò in Europa si cominciarono a farne tavolette, che devono contenere, secondo le indicazioni di Bruxelles, percentuali precise di cacao, polvere e burro di cacao, a seconda che sia fondente o al latte. Recentemente, anche di quello fondente ne esistono diversi gradi di “purezza e intensità”.