venerdì 29 giugno 2018

Economia verde


Cos’è l’economia verde, vegana, virtuosa e circolare in agricoltura? Quella che non sacrifica inutilmente la vita degli animali. Che preferisce “spingere” una dieta fatta di cereali, verdura, legumi, frutta per un consumo più sano. Che non mette inutilmente a dieta persone costituzionalmente “in carne” per farne delle silhouette. Che considera la cucina degli avanzi non una moda ma un dovere verso la natura e verso le persone meno abbienti. Che non spreca inutilmente gli imballaggi ma ne fa materiale da recupero e cerca di sostituirli con della semplice carta invece della ben più onerosa da smaltire plastica. E Infine quella di alcune aziende vitivinicole all’avanguardia come Carpineto, cantina toscana dal 1967, che oggi si fa l’energia in proprio, eolica o solare, assorbendo il 26% in più di CO2, anidride carbonica, di quella consumata.

giovedì 28 giugno 2018

Bottura bis


A distanza di 50 anni la Coldiretti ritorna alle origini, rilanciando la filiera Italia per far rivivere l’agricoltura in aree dove quasi non c’era più e anche per dare un’occupazione a chi arriva dal mare. I consumatori sono sempre più attenti alla loro alimentazione e questo costituisce una risorsa, ma anche un modo di agire che dovrebbe creare rispetto nella politica ed emulazione da parte di altre realtà aggregative. I campi incolti, i ruscelli che sgorgano da fiumi e laghi ma che spesso sono da ripulire, costituiscono altrettanti inviti a tornare all’agricoltura di prossimità. Una settimana dopo questa dichiarazione della Coldiretti, Massimo Bottura è stato riconfermato il miglior cuoco del mondo nella classifica dei 50 Best Restaurant, gara sponsorizzata da acqua San Pellegrino, uno chef che ha fatto della cucina con i prodotti della sua terra e della solidarietà per i non abbienti i suoi principi.

Spaghetti alla bolognese e altri manicaretti in disuso


Ma gli spaghetti alla bolognese esistono davvero? (E non sono la sola a chiedermelo). In realtà sarebbero spaghetti, spesso di grano tenero, con ragù come sugo che noi italiani non facciamo ma esistono nei menu di  tanti Paesi esteri. Il massimo per lo straniero aspirazionale. E grazie a loro fa fortuna la ristorazione sotto gli Asinelli e la Garisenda. Altrettanto si potrebbe dire del carpaccio, carne cruda tagliata sottilissima e condita con olio, rucola e scaglie di grana o parmigiano. E delle penne panna e salmone, che nelle cucine dei grandi chef, votati all’innovazione a ogni costo, non ci sono più, ma nelle più modeste trattorie sì. 

mercoledì 27 giugno 2018

L'estate del gelato

Il gelato, un’invenzione tutta italiana ad opera del Buontalenti alla corte di Caterina De’ Medici nel Cinquecento, è oggi un mercato che in Italia vale 2 mld di euro e impiega 40mila addetti. Ma crescerà ancora con consumi stimati in aumento del 10-12% rispetto allo scorso anno. L’indagine è del Centro Studi Cna in collaborazione con Cna Agroalimentare, secondo cui questa estate 2018 sarà l’anno del gelato 4.0 con una crescita dell’offerta vegana e del gelato sostenibile (poco zucchero) e salutista. I gusti del cuore restano però cioccolato e nocciola (e il pistacchio, no?).

Adottare un vigneto


Tempo fa si adottava una mucca e se ne portava a casa il latte e il formaggio. Adesso è la volta di adottare un vigneto e portarsi a casa il proprio vino. Se si pensa che le prime 25 aziende vitivinicole italiane hanno aumentato i loro followers su Instagram, Twitter e Facebook di ben 3 mln di unità, occuparsi di tutta la fase produttiva, dalla raccolta delle uve all’imbottigliamento, ma anche di scegliere un logo con cui personalizzare le etichette sarà di certo un progetto che appassionerà molte persone. Invece tanti anni fa io  avevo adottato un lupo dell’Appennino marsicano perché anche gli animali che si avvicinavano alle città in cerca di cibo non venissero abbattuti. E certe volte mi chiedo ancora che fine avrà fatto.

L'avanzata del Ceta


Oggi noi abbiamo, in campo agroalimentare, due ordini di problemi. Il primo riguarda la conversione di ampi spazi di terra all’agricoltura biologica. Gli italiani amano mangiare sano e richiedono questo tipo di prodotti. E già molto si è discusso sull’eventualità che le colture tradizionali, con i loro pesticidi (chimica e verderame), infestassero anche quelle bio. Su questo fronte però, la battaglia è andata a fondo, anche se pestare i piedi ai colossi dell’agrofarma o dell’agrochimica non è facile. La sempre più ampia battaglia per mangiare sano ha portato infine anche sugli scaffali della grande distribuzione e non solo nei negozi specializzati prodotti “puliti”. Il secondo riguarda il riconoscimento dei nostri prodotti di denominazione di origine protetta (dop) e di indicazione di origine protetta (igp), e cioè questo prodotto si può coltivare o produrre soltanto in questa zona, da cui deriva la denominazione. Così molte aziende si sono consorziate per poter assicurare la denominazione in etichetta. Ma il lavoro che hanno fatto i consorzi, nati negli anni Sessanta, sta mostrando la corda. La denominazione riportata in etichetta è la condizione sine qua non il prodotto sia di qualità e la crisi dell’economia nata nel 2008, anche con l’embargo alla Russia, uno dei nostri principali acquirenti, porta molte persone a comperare prodotti meno cari. Allora il fronte della lotta per imporre prodotti di qualità si è spostato sull’esportazione e l’Unione Europea ha avviato nel 2009 negoziati di libero scambio con il Canada (CETA) per l’eliminazione della gran parte delle tariffe doganali. Ma una delle parti più lunghe e più difficili della ratifica del trattato ha riguardato proprio la tutela di alcuni prodotti agricoli e alimentari tipici. In particolare si tratta, per il Canada, di poter continuare a vendere prodotti contraffatti con nomi di fantasia (come il parmesan), come accade del resto in tanti altri Paesi che non vogliono comprare i nostri prodotti tipici perché troppo cari. La contraffazione ci costa tantissimo in termini di mercati “perduti” e di trattative per l’export non andate a buon fine. Last but not Least, l’America di Donald Trump, che ha già messo dazi all’importazione di alluminio ed acciaio, lo farà anche sui prodotti alimentari per lasciare il campo libero all’esportazione delle sue derrate.      

lunedì 25 giugno 2018

La salute nel piatto


Gli italiani vogliono mangiare sempre più sano, comprano sul web e sono preoccupati della guerra sui dazi tra Europa e Usa, che interesserà tra gli altri alimenti anche arachidi e noccioline. Così i cibi nutraceutici (nutrizione più proprietà medicinali) occupano la scena, promettendo miracoli, come d’altronde il cibo biologico. Ci sono le bacche di goji che aiutano il cuore, gli yogurt che favoriscono il metabolismo, lo zenzero che ne fa di ogni come anche l'aloe vera e le ciliegie che conciliano il sonno, come anche la lattuga e i carboidrati.

Storia sociale dell'arte


In questi giorni si svolgono gli esami di maturità. I ragazzi sono già stati alle prese  con il tema di italiano e  con la seconda prova (greco al classico e matematica allo scientifico). Oggi c’è il quizzone su tutte le materie dell’ultimo anno che però da quest’anno sarà abolito.

Per chi fosse stato alle prese con un tema di italiano sulla Storia sociale dell’arte (Arnold Hauser, l’autore di questo libro), ecco come avrebbe potuto svolgerlo. Come fosse una lezione. E con questo mi candido come insegnante di ripetizioni per l’italiano, la storia e la geografia di medie inferiori o Istituti tecnici. Oppure ancora come facilitatrice sociale per i minori extracomunitari in difficoltà.

Se nessuna di queste strade fosse percorribile, raccolgo adesioni di chi volesse collaborare con me al mio blog in modo da renderlo più ricco (con ricette, foto ecc.) e  profittevole per raccogliere pubblicità.

Finora ho fatto la giornalista occupandomi di ristorazione, ho seguito uno stage di tre mesi presso affari italiani.it e ho aperto un blog che conta oltre 300 visite al mese: www.pianetacibo.blogspot.com Ho inoltre collaborato a titolo gratuito al trimestrale di sociologia e fantascienza  www.quadernidaltritempi.eu Mi sono laureata in Lettere e Filosofia dopo la maturità classica.

Conosco un po’ di francese e un po’ di inglese. Il mio indirizzo di posta elettronica è dfabro@libero.it

Il mio numero di telefono 339 3563949.

Autorizzo al trattamento dei miei dati personali secondo le ultime disposizioni di legge.

Ed ecco come avrei svolto un’ipotetica traccia di tema di storia dell’arte, o ne avrei preparato una lezione.

Dalla preistoria ai giorni nostri

Nell’età paleolitica, come primissima testimonianza dell’attività artistica, gli uni tendono a designare l’arte severamente formale volta a stilizzare e idealizzare la vita, gli altri invece il naturalismo che coglie e mantiene l’essenza naturale delle cose. In ogni caso i monumenti indicano, in modo chiaro, la priorità del naturalismo. Il naturalismo è più antico dello stile geometrico che sembra tanto più  primitivo e vi si possono vedere tutti gli stadi tipici dello sviluppo che compariranno poi nella storia dell’arte moderna. Le sue caratteristiche sono quelle di rendere l’impressione visiva in una forma così immediata, pura, libera  esente da aggiunte o limitazioni intellettuali, che rimane un esempio unico fino al moderno impressionismo. L’uomo paleolitico dipinge ciò che realmente vede, ignora l’etereogeneità ottica degli elementi figurativi e il razionalismo della loro composizione. In quell’epoca di pura prassi tutto gravitava intorno ai mezzi di sussistenza e l’arte serviva a fini economici immediati. Era una tecnica senza misteri, le immagini facevano parte di questa magia, erano la trappola in cui la selvaggina doveva cadere o piuttosto la trappola con l’animale già catturato, perché l’immagine era insieme rappresentazione e cosa rappresentata, desiderio e appagamento. La posizione dei dipinti erano nelle caverne, spesso in angoli completamente nascosti difficilmente accessibili dove non avrebbero mai potuto servire come decorazione. L’artista paleolitico mirava solo all’effetto magico e la qualità estetica era solo un mezzo ad un fine. Lo stile naturalistico dura tutta l’era paleolitica cioè per molte migliaia di anni. Con il neolitico si passa a una stilizzazione geometrica, a un’arte che mira ad estraniarsi dalla ricchezza della realtà empirica. Anziché la vita concreta nella sua interezza l’arte mira a fissare l’idea, il concetto, la sostanza delle cose, a creare simboli, non riproduzioni. E questo si deve al passaggio dall’economia dei cacciatori e raccoglitori a quella produttiva e costruttiva dei pastori e dei contadini e la sostituzione dell’immagine monistica, che la magia si era fatta del mondo, col sentimento dualistico della vita, proprio dell’animismo, visione condizionata a sua volta dalla nuova economia agricola. Nell’antico oriente la fine dell’età neolitica provoca l’inizio del commercio e dell’artigianato indipendente, il sorgere delle città e dei mercati, l’agglomerarsi e il differenziarsi della popolazione. Chi crea immagini di spiriti, dei e uomini, suppellettile decorata e oggetti di ornamento esce dalla cornice casalinga e diventa uno specialista che vive del proprio mestiere. I primi e per molto tempo i soli a dare lavoro e pane agli artisti sono i sacerdoti e i principi e le principali sedi di lavoro sono il tempio e il palazzo. In Egitto la domanda di opere figurative, soprattutto dell’arte sepolcrale è grande fin dall’inizio. Ma solo per l’architetto si può parlare di lavoro intellettuale, lo scultore e il pittore non sono che artigiani. Dagli ultimi capolavori del Regno Antico, lo Scriba del Louvre o il Sindaco del Villaggio del Cairo, si passa all’arte stereotipa del Regno Medio e al suo formalismo.

Anche a Creta regnano despoti e feudatari come in Egitto e Mesopotamia dove si erano cercati nuovi motivi, nuova vita spirituale e sono apparsi i primi spunti del disegno prospettico, tentativi di composizioni unitarie di gruppo, un interesse più vivo per il paesaggio. L’arte della Mesopotamia, la cui economia è fondata sul commercio e sull’industria, sul denaro e sul credito, appare più costretta più immobile meno viva di quella dell’Egitto. Forse a Babilonia il dispotismo più rigido, lo spirito religioso più intollerante pregiudicarono l’azione liberatrice della città, e non c’era arte se non al servizio del re e del tempio e nessuno al di fuori del  sovrano e del clero poteva influire sul suo sviluppo. Creta invece ci offre l’immagine di una vita variopinta, indomabile, baldanzosa  senza che vi si trovino modelli sociali diversi da quelli del mondo circostante, forse perché religione e culto hanno avuto una importanza relativamente secondaria nella vita dei cretesi. Il commercio,  soprattutto estero era in mano alla classe dominante. Pure anche questa non è che arte di re e di  signori. Esprime la voglia di vivere, gli agi il lusso degli autocrati e di un’esigua classe dominante. Le testimonianze dei monumenti evocano una vita splendida. Si prediligono la scena profana, l’episodio, la vivacità e il movimento. Tuttavia anche qui si hanno convenzioni antinaturalistiche e formule astratte trascurando quasi sempre la prospettiva, mancando le ombre e i colori limitati a tinte piatte e la figura umana è sempre più  stilizzata di quella animale. Il Medio Evo e l’età moderna, a partire dalla scoperta dell’America (1492) andranno di pari passo con il Rinascimento (1500) e la scoperta della prospettiva , l’arte barocca (1600), ricchissima di elementi stilistici e decorativi, il rococò (1700) e l’età moderna (1800) con l’impressionismo cui si devono capolavori come quelli di Monet, Manet, Renoir, Henry Touluse Lautrec. Che si sviluppano in un ambiente culturale parigino caro al simbolismo, come quello di Paul Verlain, il poeta che scrisse: “Avevo vent’anni e non permetterò a nessuno di dire che questa è l’età più bella della vita.” Era nato l’esistenzialismo: Sartre e Camus, come scrittori di romanzi su tutti, ma anche Baudelaire con le sue poesie “Les Fleurs du mal”. Più difficile parlare dell’arte contemporanea, la cui Biennale si tiene a Venezia, perché alcune sue installazioni, così si chiamano oggi le opere, sono difficilmente interpretabili. Bisognerebbe studiare un libro a sé.   

martedì 19 giugno 2018

Lo spritz monodose


Barhand Bag è il primo calice monodose in grado di contenere cocktail ma anche vini frizzanti. Lo spritz monodose è stato inventato da Omar Zanatta, Joanne Richardson e Marco Musaragno, tre veneti titolari della start up Liquid Nation, che però stanno incontrando difficoltà nell’accesso al credito, con l’ipotesi di dover portare in Inghilterra la produzione.






lunedì 18 giugno 2018

La felicità ha il sapore della salute


Slow Food Editore ha dato alle stampe, e lo presenterà a Roma, un volume di grande attualità: qual è il nostro rapporto con il cibo? Quanto lo conosciamo e come possiamo riprenderci il tempo da dedicare al più prezioso alleato della nostra salute? Quanto funzionano quei regimi alimentari dalle regole complicate che appesantiscono le nostre vite, rubandoci la gioia di cucinare e consumare cibi sani e gustosi?

Forse la soluzione è adattare il nostro quotidiano, passo dopo passo, a una lenta rivoluzione: tornare in cucina, al mercato, dai produttori, dai contadini, dedicarci all’autoproduzione per recuperare quella conoscenza del cibo fondamentale per la nostra salute e quella dell’ambiente in cui viviamo. E aggiungiamo noi, una cosa tanto più facile da fare quanto più la popolazione invecchia, e le nonne sanno scegliere e stare ai fornelli.

Questi sono alcuni dei principi sui quali si basa il medico e scienziato Luigi Fontana, professore ordinario di Medicina e nutrizione presso l’Università degli Studi di Brescia e la Washington University di Saint Louis, tra i massimi esperti internazionali nel campo della longevità. Fontana è autore del libro La felicità ha il sapore della salute, scritto a quattro mani con lo chef Vittorio Fusari.

Lo yogurt abbassa la pressione

Promosso invece lo yogurt, meglio quello bianco, che secondo una ricerca pubblicata dall'American Journal of Hypertension e ripreso dal Corriere della Sera concorre ad abbassare la pressione e ridurre il rischio cardiovascolare. Gli ipertesi che ne consumano più di due volte la settimana hanno un calo del 20% del pericolo di andare incontro a infarti e ictus nell'arco di trent'anni. L'effetto protettivo aumenta con una dieta ricca di frutta e verdura.   

Attenti allo zucchero

Molto interessante, come accadeva con Report, il Data Room che Milena Gabanelli pubblica sul Corriere della Sera. Quello di oggi riguarda un argomento caro alle mie pagine: gli eccessi e le false credenze sul cibo. Sul tavolo degli imputati, lo zucchero di cui non si dovrebbe esagerare perché provoca obesità, è causa di tumori, diabete e guai al cuore. In più io aggiungerei le carie ai denti.
Mai superare i 5 cucchiaini al giorno, compresi quelli contenuti  negli alimenti e nelle bevande: perciò occhio alle etichette, dove ci sono anche le indicazioni riguardo al contenuto di zucchero. 

giovedì 14 giugno 2018

Gli sciroppi estivi


Sciroppo di tamarindo, limonata, cedrata. C’era perfino la voce di Mina che reclamizzava una famosa cedrata. Una volta erano i must dell’estate. Belli freddi, allungati con acqua e ghiaccio. Che fine hanno fatto? Adesso ci sono gli estathé all’aloe vera. Ma si può sapere cos’è questa aloe, che come ti giri te la ritrovi nelle bevande, nei cibi, financo nei medicinali (quelli da banco, gli otc, over the counter, si intende, non i salvavita, e ci mancherebbe altro). Certo, gli sciroppi sono dolci e nella loro composizione lo zucchero è predominante e in una società votata alla forma fisica male si accordano con le diete della prova costume. Ma insomma, proviamo a ragionare con un po’ di granum salis, come dicevano gli antichi, e rendiamoci conto che tutte le cose che provengono dalla natura, se prese nelle giuste dosi, non possono fare male. Insomma, non tutte le cose sono negative e positive.

Consumare più asparagi


Il Consorzio dell’Asparago Verde di Altedo IGP, in collaborazione con CSO Italy, ha intrapreso un’iniziativa o per far conoscere le caratteristiche e le potenzialità del prodotto sia dal punto di vista produttivo che commerciale. Dalla qualità al legame col territorio, dalla tradizione alle attività del prossimo futuro, molti i temi trattati tra cui la storia del consorzio, nato nel 2003, la produzione, la commercializzazione e la valorizzazione. I consumi interni sono in netta crescita negli ultimi due anni, circa 24mila tonnellate e le esportazioni sono salite da circa 1.000 tonnellate nei primi anni Duemila alle attuali 8.000. “La produzione dell’asparago interessa molte regioni italiane – ha affermato Tomas Bosi di Cso  – ma esiste un riconoscimento della qualità legato alla forte vocazione del territorio, che vede l’Emilia-Romagna, insieme al Veneto, ai primi posti. La produzione di asparago in Italia è molto concentrata sulla tipologia verde che peraltro è in crescita.” I punti salienti della modifica al Disciplinare di produzione riguardano l’aggiornamento delle varietà e aspetti legati al confezionamento e alla presentazione del prodotto. Una gestione razionale dell’uso dell’acqua è importante per abbassare il costo della manodopera e per prolungare la vita dell’asparagiaia. Importante è anche l’innovazione varietale. Ma solo il 40% delle famiglie italiane acquistano asparago, con un consumo medio annuo di 2,3 kg: ci sono quindi ampi spazi di miglioramento. Coop ha introdotto la referenza nella sua linea Fior Fiore e Conad in Sapori&Dintorni.



Il peperone di Carmagnola


Grande festa con musica dal 31 agosto al 9 settembre per il peperone di Carmagnola (To),  una vera specialità da gustare in mille modi. Peperonata con il pomodoro, peperonata con solo olio e aglio (una volta spellati, operazione da fare dopo averli fatti raggrinzire in forno), listarelle di peperoni con olio e acciughe, peperoni ripieni (c’è chi li fa con riso e chi con carne e pangrattato) e pasta fredda (pennette) con peperoni spellati e olive nere. Insomma un ortaggio davvero versatile, che io ho piantato sul mio balcone e l’anno scorso ne ho già assaggiato i frutti. Adesso stanno ricrescendo (sono piccoli e verdi) e spero che per fine agosto li potrò raccogliere di nuovo.


la Spagna ci batte sulle albicocche


Per il Cso, nel 2018 cala la produzione europea di albicocche ad eccezione della Spagna. Questo per l’alternanza fisiologica delle colture, ma anche per le gelate invernali. Dopo gli elevati quantitativi del 2017, pari a 680mila tons, le stime 2018 registrano un -18%, attestando così la produzione a 558mila tons. Determinano la diminuzione l’Italia che, dopo il record dell’anno scorso, sembra evidenziare una flessione di oltre il 30%, la Francia che con 134mila tons cala del -14% e la Grecia in diminuzione del 12% con un’offerta stimata sulle 80mila tons. Paese in controtendenza, la Spagna che con poco meno di 134 mila tons segna un nuovo record produttivo: +9% sul 2017. L’espansione della Spagna è dettato ad un andamento favorevole alla coltivazione, nonostante alcuni problemi sul precoce, ma soprattutto all’aumento degli investimenti su questa coltura in particolare nella regione Murcia. E per Elisa Macchi, direttrice del Cso, sarà questa la produzione a dover essere monitorata in futuro per non farci trovare impreparati.

lunedì 11 giugno 2018

In aumento la frutta e verdura

Aumentano i consumi di frutta e verdura. le famiglie italiane ne hanno consumato 8,5 mld di chilogrammi in aumento del +2,2% rispetto al 2016. E il trend continua anche nel 2018 con un'impennata di frutta e verdura confezionata (+11%) invece che della sfusa in linea con la tendenza che vede utilizzare sempre meno sacchetti compostabili

Storie di api non a lieto fine

Calano un po' dappertutto, a causa dell'inquinamento da neotinicoidi e altri pesticidi, le api. Il crollo degli esemplari esistenti danneggia tutto il ciclo dell'agricoltura ed è dovuto all'impiego massiccio nelle campagne di anticrittogamici e agrofarmaci. Ma c'è anche l'estinzione delle api selvatiche a causa dell'estendersi delle specie aliene. Ne parla Susanna Tamaro sul Corriere della Sera. Ma il problema è talmente grave che in Cina si ricorre all'impollinazione manuale, cioè fatta dalle mani dell'uomo.

Lo stato dell'arte della birra artigianale


Slow Food ha organizzato qualche settimana fa una giornata sullo stato della birra artigianale, sulla situazione attuale e le prospettive future dei micro birrifici artigianali. Cinquanta milioni di litri: è la quantità di birra made in Italy che viene classificata come artigianale. I microbirrifici nel nostro Paese hanno avuto un incremento del 310 per cento in dieci anni: erano 207 nel 2008, mentre l’anno scorso hanno toccato quota 849. Sono, per la maggior parte, nel Nord e nel Centro: la Lombardia conta 249 “botteghe”, sono 134 in Veneto, 127 in Piemonte, 111 in Emilia Romagna e 104 nel Lazio. A fondare queste mini-aziende sono, in particolare, gli under 35 così come i loro dipendenti (il 51 per cento impiega personale a tempo indeterminato). Secondo le stime, sono oltre 5 mila gli addetti diretti del settore a cui aggiungere 17 mila indiretti e 115 mila dell’indotto allargato. Oltre il 60 per cento ha un fatturato tra 100 e 800 mila euro. A illustrare il comparto nel dettaglio è anche quest’anno la Guida Birre d’Italia 2019, presentata  al ristorante Snodo di Torino, che ha selezionato 597 aziende e 2650 birre.


In calo pesche e nettarine


Confermate in questi ultimi giorni le ultime stime produttive in calo di pesche e nettarine in Europa. In particolare la diminuzione, a livello complessivo, è del -8% sul 2017 per un totale di 3mln670mila tons. Escludendo le percoche, destinate ad usi industriali, il calo arriva al -11%. Solo la Grecia è in crescita (+20%) ma incapace di influenzare l’andamento a livello europeo in quanto composta prevalentemente di percoche. La diminuzione è invece evidente in Spagna che con poco più di 1.500.000 tons segna un -11% ed è più rilevante nelle zone medio tardive di Catalogna e Aragona dove le pesche sono previste inferiori del -15% e le nettarine del -18%. Pesche al -7% e nettarine al -13% in Murcia, Estremadura e Andalusia. In base alle stime Cso Italy anche l’offerta italiana è del – 16% sul 2017, con le aree più precoci del Sud che scendono oltre il 20% e il Nord al -13%. Infine la Francia, con circa 200mila tons, dovrebbe flettere del 10% sul 2017. Quindi sui banchi avremo meno frutta estiva a prezzi più elevati.

Aumentano i consumi di formaggio


Prospettive rosee per il formaggio italiano che, nel 2017, ha registrato un aumento, secondo dati Nielsen, del +2,5%. Un risultato dovuto soprattutto ad un incremento della domanda interna, ma anche all’aumento dell’export che ha superato i 2,6 mld di euro. In crescita tutte le tipologie, dai formaggi a pasta molle (+1,2%), a quelli duri (+1,7%), fino ai freschi (+1,8%). E anche le donne si danno al pascolo, rivitalizzando un’antica tradizione. Il made in Italy alimentare, soprattutto formaggi e vino, dimostra ancora una volta, di avere una marcia in più.  

Dieta sana anche in spiaggia


Non fumare, seguire una dieta sana per un peso forma  (pasta, verdure, frutta pesce, olio di oliva extravergine, cereali integrali e limitando i cibi con alto contenuto di zuccheri e grassi ed evitando le bibite gassate zuccherate), essere fisicamente attivi. Ecco la parte principale delle 12 regole per evitare il rischio neoplasie incluse nel Codice europeo contro il cancro. Ne parla il dottor Pezzana, Direttore Nutrizione clinica dell’Asl Città di Torino. E in spiaggia quest’anno le famiglie italiane porteranno insalate, caprese, macedonia. E per dolce … il gelato che vive una stagione felice, con l’aumento dei gusti e delle gelaterie, nonché dei bar che lo vendono confezionato.

Dilaga la Xylella


Purtroppo non si è ancora arrestata l’epidemia di Xylella che ha colpito gli oliveti del Salento. Oltre 700mila ha di terreno sono stati contagiati e l’Unione Europea, ritenendoci responsabili dei ritardi nell’affrontare la questione, ci chiede adesso di spostare gli abbattimenti in una fascia  di 20 km più in prossimità di Bari per creare una linea di contenimento del batterio. Si è scoperto infatti che ci sono varietà di olivo come il Leccino, più a Nord della Puglia, che resistono alla contaminazione.

Coltivare senza terra


Lo Stato italiano detiene ancora 500mila ha di terreni incolti. Attraverso l’Ismea, però, si può accedere a facilitazioni per il loro affitto. Ma la popolazione cresce a grande ritmo e a breve sarà impossibile, anche mettendo a frutto la terra disponibile, sfamarla tutta. Secondo una ricerca della rivista scientifica Pnas, esiste una maniera alternativa e altamente economica, in termini di terra, acqua e pesticidi, che avvelenano l’ambiente e le persone che ci abitano, per coltivare almeno 150 specie commestibili, tra cui zucchine, pomodori, meloni, cocomeri, cetrioli, piantandole in speciali spugne. Queste non hanno bisogno di terra, perché consistono in pattucciamento e rifiuti organici, con un notevole risparmio sull’uso di suolo. Anche in Italia si sta sperimentando questo nuovo metodo: l’ idroponica. E’ Camerano (Ancona), e la sua zona industriale, ad averlo introdotto per prima. Ad ospitare l’impianto è l’azienda Palombarani, in collaborazione con Acquaguide. E anche Ferrari Pharma, in provincia di Rieti, ha da poco iniziato a coltivare così. La resa è doppia rispetto alla coltivazione sul terreno, senza emissioni di CO2.

Si tratta di un sistema innovativo ma naturale che esiste da almeno 30 anni negli Usa, in Australia e nelle aree semidesertiche per allevare pesci e crostacei; la sua conoscenza però risale a 600 anni fa, quando gli Atzechi, dovendo sfamare un’intera popolazione e avendo a disposizione poca terra e solo acqua intorno, pensarono di costruire delle isole galleggianti con i giunchi e di mettervi del fango per coltivarvi il mais; le radici delle piante una volta superato il terriccio trovavano le sostanze organiche generate dai pesci e si alimentavano crescendo con questo concime.

A Dubai negli Emirati Arabi quest’anno si costruirà il più grande impianto idroponico del mondo con una quantità d’ acqua che non si dovrà cambiare per un anno. Con consumi energetici molti bassi ed energie rinnovabili per una produzione continua tutto l’anno.

venerdì 8 giugno 2018

Addio Bourdain


Il cuoco americano Anthony Bourdain si è spento oggi all’età di 61 anni. Secondo la CNN si sarebbe suicidato. L’amato cuoco della tv americana, da qualche tempo impegnato in una relazione con Asia Argento, era noto per il suo show di cucina chiamato Anthony Bourdain: Parts Unknown. I suoi viaggi alla ricerca del buon vino e del buon cibo, dai quali sono stati tratti documentari indimenticabili, ne hanno fatto, a mio parere, un personaggio al di sopra di tutti gli chef stellati e non che cercano la creatività a tutti i costi. Bourdain si avvicinava a tutte le cucine del mondo con rispetto e curiosità, senza dimenticare di offrire consigli utili a chiunque volesse provare a mangiare veramente bene anche in una trattoria qualunque. Come quando ricordava che il lunedì è il giorno migliore per accostarsi a piatti di carne perché sono stati comperati al mercato il giorno prima.  Ho passato serate intere, in seconda programmazione, alcuni anni fa quando i suoi reportage dalle cucine del mondo sono passati alla televisione italiana, imparando a conoscere le cucine del mondo e divertendomi ad ascoltare le sue impressioni su quanto assaggiava. Se vi capita, in qualche biblioteca, di trovare un suo cd, anche se non so se ne abbiano pubblicati, o se vedete che in tv passano un suo programma in commemorazione della morte, non perdetevelo. E leggete Kitchen Confidential.

Terra Madre versus Bocuse d'Or

L'Assessore alla Cultura della Regione Piemonte ha secondo me giustamente sollevato una piccola querelle su Terra Madre di Carlo Petrini come progetto che si apre alla comunità in contrapposizione ad un circolo di élite chiuso del Bocuse d'Or, invitando a considerare i due eventi che animeranno il palcoscenico gastronomico torinese come complementari.

Il calo degli acquisti alimentari

Secondo dati Istat sono in diminuzione i consumi degli italiani. Le vendite al dettaglio sono scese dello 0,7% in valore nel mese di aprile. Il divario è maggiore in particolare nei beni alimentari, mentre sono leggermente in aumento i consumi di beni tecnologici. 

Una dieta sana

Limitare carne processata e salumi, e favorire frutta, verdura e cereali senza arrivare agli estremi della dieta vegana è una nuova tendenza salutistica che sta cambiando il modo di mangiare degli italiani. E per il digiuno ci si può ripensare.

La pratica del digiuno

Sul Venerdì di Repubblica ho letto oggi una rivalutazione del digiuno come pratica di benessere. Si va dalle 16 alle 18 ore per riposare l'apparato digerente, alle 24 per una pulizia più profonda e contrastare il sovrappeso; 3 giorni ad acqua e tisane per il rinnovamento delle cellule, mentre una settimana sotto controllo medico potrebbe favorire la rigenerazione degli organi. Tutto preso cum granu salis. 

giovedì 7 giugno 2018

Come invecchiare bene


Non fumare, seguire una dieta sana per un peso forma  (pasta, verdure, frutta pesce, olio di oliva extravergine, cereali integrali, e limitando i cibi con alto contenuto di zuccheri e grassi ed evitando le bibite gassate zuccherate), essere fisicamente attivi. Ecco la parte principale delle 12 regole per evitare il rischio neoplasie incluse nel Codice europeo contro il cancro. Ne parla il dottor Pezzana, Direttore Nutrizione clinica dell’Asl Città di Torino.

mercoledì 6 giugno 2018

La chimica negli alimenti


Leggere le etichette sugli alimenti è un buon modo per scegliere bene. Lo ribadisce il nutrizionista Calabrese. Non tutti gli additivi, in una parola la chimica, negli alimenti è nociva. Ma lo potrebbe essere in base all’apparato immunologico di ciascuno di noi. Gli additivi si trovano soprattutto in carne, pollame e pesce, ma bisogna anche dire come nell’ultimo anno i prodotti non conformi all’indicazioni dell’Efsa, l’agenzia per le sostanze alimentari che ha sede a Parma, sono diminuiti dello 0,7%. La chimica risulta dunque controllata. Anche se in passato la si è utilizzata, anche usando acido citrico o aspirina, per allungare la shelf life del prodotto, ossia la sua “vita” sugli scaffali della grande distribuzione.

venerdì 1 giugno 2018

Disturbi alimentari


Oggi è la giornata mondiale dedicata ai disturbi alimentari, che non sono solo anoressia e bulimia. La psichiatra Laura Dalla Ragione vi dedica un libro dal titolo “Le mani in pasta” con alcuni consigli utili per aiutare i bambini a coltivare un rapporto sano con l’alimentazione. Difatti tra questi disturbi c’è anche l’ortoressia, l’ossessione di mangiare sano a tutti i costi, anche contro ogni evidenza scientifica. Con il rischio di ingurgitare troppe proteine, per esempio, per arrivare ad essere sempre più magri, lasciando perdere altri alimenti più sani come la frutta e la verdura. I ministri dell’Agricoltura che si sono avvicendati in questi ultimi anni hanno provato a fare una corretta informazione sul mangiare “con” e mangiare “senza”. Adesso vedremo come se la caverà il leghista Gianmarco Centinaio, appena investito proprio di questo dicastero.