mercoledì 9 novembre 2016

La paleo dieta

In questi giorni che sto cercando di dimagrire, ho scoperto tramite la mia amica Anna della Banca del Tempo di Arese, una dieta che non conoscevo, la paleo dieta.  Il suo principio è che i nostri geni  possono cambiare, difenderci dalle malattie autoimmuni e dalle infiammazioni, tipo quella dell'intestino.

Seguirla è molto semplice, basta eliminare tutti i cereali, riso, pasta, pane ecc., eliminare tutti i latticini, e nutrirsi di sola frutta, verdura, carne, uova e pesce.

La mattina si comincia con uno yogurt, unico strappo alla regola dei latticini, una banana e un caffè (senza latte). A pranzo si mangia ogni genere di verdura con carne, uova o pesce. La sera solo verdura e frutta. La frutta va bene anche per gli spuntini di mezza mattina e mezzo pomeriggio. Mentre la sera dopocena ci si può gratificare con un pezzetto di cioccolato fondente. Altri alimenti ammessi sono le noci, i semi, le arachidi, le nocciole.

Anna così è dimagrita 6 chili in poco tempo ed ha davvero una forma perfetta!

venerdì 28 ottobre 2016

Il meglio di novembre

Non perché sia ortoressica, cioè fanatica del mangiare sano, ma mi piace fare la spesa di stagione. Ecco perché vi indico il meglio di novembre:
cachi
kiwi
mele
banane
arance
pere
limoni
clementine
cipolle
verza
coste
carote
cavolfiori
finocchi
zucchine
zucche
broccoli.
La zucca intagliatela per mettervi dentro una candela la sera di Halloween, l'Ognissanti americano, il primo novembre e munitevi di dolci per darli ai bambini che vi busseranno alla porta chiedendo "Dolcetto o scherzetto"?

mercoledì 26 ottobre 2016

Diciamo basta

Ho letto di recente sul  Corriere della Sera online un interessante articoletto che diceva basta. Basta con il filo interdentale, basta con il pisolino pomeridiano, basta con le 5 porzioni di frutta e verdura di colore diverso al giorno. E così via. Finalmente, ci voleva, concordo pienamente e condivido qui sul mio blog e magari anche su Facebook. Non se ne poteva più. E fate questo, e fate quello e mangiate così e non comprate cosà. Tutta una serie di indicazioni contrastanti e inutili, tanto uno mentre lavora mangia un panino e via, la mattina caffè e la sera quel che c'è. E finalmente lo si è detto. E aggiungerei anche che la forma fisica si mantiene anche senza far ginnastica, magari due passi all'aria aperta al giorno sì, ma niente fanatici delle due ruote, che poi finiscono arrotati sotto una macchina.
Da altra fonte apprendo che si sta dicendo basta anche con la pizza gourmet, per tornare a una sana margherita o marinara. Era ora.  

venerdì 14 ottobre 2016

Halloween e gli ortaggi d'autunno


E’ autunno, tempo di castagne, funghi, zucca. Ma non solo. Il meglio da trovare dal fruttivendolo (e una ricerca dice che molte persone vorrebbero avere un mercato vicino a casa) in ottobre, è l’uva, le mele, l’avocado, le banane, le arance, le pere, le melanzane, le carote, le cipolle, i cavolfiori, i peperoni, le zucchine, i pomodori, i fagiolini, le patate. Da consumare subito, ma anche da cuocere e mettere sott’olio o farne marmellate per l’inverno. La frutta, ideale per una merenda salutare fornisce in particolar modo un pieno di vitamine, minerali e fibre. Vediamo insieme quali:

mele: fibre e vitamine A,C,E. Sono a buccia rossa, verde o gialla.

Banane: fonte di fibre, potassio, vitamine A,C,B6,E.

Kiwi: vitamine A,C,E, e gruppo B, calcio, ferro e acido folico.

Lime: ricco di vitamine A e C. Il suo succo ha proprietà disintossicanti e antiossidanti.

Arancia: sbucciata e mangiata fresca oppure spremuta. Contiene vitamina C, flavonoidi, pectina ed è ricca di sodio quando maturata al sole.

Pera: contiene potassio e riboflavina. Fa bene alla pelle e d è ricca di fibre.

Fragola: tra le fonti più ricche di vitamina C e fibre, contiene anche tanto sodio e ferro. Ha anche proprietà sbiancanti per i denti.

Il 30 ottobre ritagliate una zucca in modo che si formino due occhi e una bocca. Ritagliatene la sommità che poi richiuderete per mettervi dentro una candela accesa e posatela sul davanzale della finestra. In casa tenete un sacchetto di dolci e aspettate o, se ne avete, mandate i vostri bimbi a chiedere “Dolcetto o scherzetto?” E’ Halloween, Tutti Santi, Festa importata dagli Usa ma oggi di moda da noi più del Carnevale.

Tanto che i negozi vendono molti travestimenti da streghe e maghi con tanto di trucco.

mercoledì 12 ottobre 2016

Il Festival della mostarda


Grande è il successo registrato da Mantova, nominata Capitale italiana della cultura per l’anno in corso. Nei primi 9 mesi del 2016 ha visto aumentare i turisti del +15%, con affari in aumento di 1,7 milioni di euro per le strutture ricettive. Lo segnala un’indagine di Federalberghi e Confcommercio pubblicata sul Corriere della Sera. Intanto, proprio a Mantova domenica prossima si terrà il Festival della Mostarda, dedicato al prodotto identitario lombardo. La mostarda di Cremona e la mostarda mantovana, di cui si celebra appunto in questi giorni il Festival, rappresentano due salse tipiche lombarde il cui mercato vale oggi 12 mln di euro. La seconda è utilizzata in prevalenza per condire i tortelli di zucca, dal momento che la zucca oltre che in Campania si coltiva soprattutto a Mantova. Sorella della senape di Digione d’Oltralpe, è tradizione prepararla per la vigilia di Natale e conservarla per il resto dell’anno. La particolarità della mostarda di Cremona sta nel fatto che, al contrario delle altre preparazioni, viene realizzata con della frutta mista lasciata pressoché intera o comunque tagliata in grossi pezzi. In questo modo, con la presenza della senape, i due sapori, dolce della frutta e piccante della senape, si mischiano creando quel sapore dolce ma leggermente piccante che la caratterizza. Di antichissima tradizione è oggi un prodotto industriale che si consuma a Natale, ma la si può trovare anche fresca nei negozietti tipici di gastronomia.

lunedì 10 ottobre 2016

Ma cosa mangiamo?


Incredibile l’importanza che si dà al cibo. Dalla provenienza del grano, se sia bio oppure no, alla xylella che ha colpito in Puglia gli ulivi, se sia una malattia o una speculazione edilizia, dall’origine in bottiglia dell’olio e del latte, dai vari format di ristorazione, alla cucina stellata.

Per poi scoprire, ma lo si sapeva già, che il mercato alimentare è in mano a 10 multinazionali, da Nestlè con un fatturato da 92,3 mld, Pepsico (63,1) e Unilever (59,1). I primi 10 colossi controllano il 70% dei cibi venduti al mondo, altro che Franciacorta in Bianco con i suoi formaggi Dop, la sagra del Tartufo dì Alba o quella della mostarda e del torrone di Cremona, per citare solo quelle che si stanno svolgendo adesso in autunno.

E con buona pace anche di Carlin Petrini con il suo progetto di orti nel mondo povero (l’unico orto che funziona e che continuerà a essere coltivato è quello di Michelle Obama alla Casa Bianca contro l’obesità onfantile) e di Oscar Farinetti con il suo Eataly che mi spiace doverlo dire si sta rivelando una delusione.

Domenica a Milano ci ho mangiato una pessima pizza, senza olio e senza origano, in pratica senza sapore, anche con il prosciutto o con la provola e i broccoletti  (broccoletti sulla pizza?) di quella vegetariana. L’unica passabile la margherita. Il tutto in un contesto di grandissima confusione, seduti su dei trespoli al banco. Impossibile poi fare un giro ragionato delle varie specialità alimentari esposte per via delle troppe file e impossibile acquistare causa i prezzi proibitivi per una famiglia media. Infatti il posto è frequentato soprattutto da stranieri danarosi.

Sono vent’anni che mi occupo di cibo e se il massimo è fare una torta come il boss delle torte (programma televisivo americano a eliminazione dei concorrenti)il paesaggio che mi si presenta è veramente deprimente. Viva Caprotti, da poco scomparso, che da vero signore, ha saputo mettere in piedi nel lontano 1957 e far vivere bene fino ad ora una catena di supermercati di tutto rispetto, con il meglio che si possa acquistare in ogni comparto.

martedì 4 ottobre 2016

Cambiare abitudini

Secondo un articolo pubblicato oggi sul Giornale, per cambiare abitudini (in meglio)bastano solo 21 giorni. Lo ripete - da anni - il dottor Maxwell Maltz, grazie a una teoria che, per quanto “bizzarra”, non smette di convincere. Per Maltz in 21 giorni, purché muniti di molta costanza, si possono acquisire ottime abitudini, liberandosi di rituali distruttivi e nocivi per la salute. Ma quali sono le regole da seguire per attuare questa piccola-grande rivoluzione? Eliminare cibo spazzatura; dedicare mezz’ora al giorno all’attività fisica; svolgere i lavori impegnativi prima degli altri ogni giorno; mantenere la casa in ordine, allontanare i pensieri ricorrenti e negativi; dedicare 10 minuti (non uno in più) alla scelta del look più adatto; dedicare mezz’ora in più allo svago dei figli; dedicare 20 minuti alla lettura di un bel libro; rispondere con cortesia alle email senza procrastinare la posta indesiderata e annotare le cose positive fatte nel corso della giornata, oltre a quelle da fare domani.

Bere bene (l'acqua)

Minerale, oligominerale, ricca di magnesio, ferro e fosforo. Oppure povera di sodio. Bere non fa bene soltanto alla salute, ma favorisce anche la concentrazione e la forma fisica. Ma non tutte le acque sono uguali, e anche i nostri sensi ne percepiscono quattro caratteristiche definite: effervescenza, limpidezza, odore e gusto. Su Repubblica ne parla Marta Dore, ma anche a Golosaria (dal 5 al 7 novembre al MiCo - Milano Congressi) l’acqua sarà al centro di una serie di incontri e show cooking realizzati in collaborazione con Lauretana. E anche Giuseppe Amati è di questo avviso dal momento che organizza già da tempo con la sua associazione Adam corsi per idrosommelier. Ossia esperti nei diversi aspetti delle acque suggerendone anche l'abbinamento con i piatti. 

venerdì 23 settembre 2016

L'uovo senza uovo

L'uovo senza uovo, che dovrebbe essere di Carlo Cracco, ma non sono riuscita a verificare, è davvero curioso. Si tratta di una spuma di yogurt ripiena di liquore liquido all'albicocca e burro di cacao bianco, servita su un nido di zucchero filato assieme ad albicocche sciroppate alla vaniglia. Davvero creativo

giovedì 22 settembre 2016

La cucina di casa mia


Ogni tanto, quando interpretando dei piatti cucinati da mia madre con la sua solita maestria (mio nonno agli inizi del secolo scorso era aiuto chef all’ hotel Villa Igea di Palermo) (ri)scopro sapori che fanno parte del retaggio di una certa buona ristorazione milanese (che frequentavo assiduamente negli anni Settanta e Ottanta), rifletto su come i cuochi siano giunti a comprendere che una loro ricetta funzionava. Non sulla base di alchimie tanto alla moda (cucina molecolare & C.) o dell’impiego di prodotti dop e igp, la cui attuale inflazione sul mercato dovrebbe far riflettere sull’intero sistema dei cibi cosiddetti di qualità, quanto assecondando il proprio particolare gusto.

Così l’altra domenica, ho messo insieme le zucchine trifolate della mamma con le sue  mazzancolle in sugo  di pomodorini, e ci ho condito della pasta corta (pennette rigate). Mazzancolle in sugo di pomodorini: togliere la testa e sfilare il budellino nero sul dorso a ½ kg di mazzancolle. Imbiondire poco aglio e poca cipolla in due cucchiai di olio extravergine di oliva. Aggiungervi i carapaci facendoli soffriggere. Sfumarvi mezzo bicchiere di vino bianco e aggiungere i pomodorini. Salare e fare cuocere per dieci minuti. Spolverare di prezzemolo tritato.  

Zucchine trifolate: Tagliare a fettine sottili tre o quattro zucchine. Far soffriggere uno spicchio d’aglio tritato in un cucchiaio di olio extravergine d’oliva. Aggiungervi le zucchine e farle cuocere a fuoco lento. A cottura ultimata, cospargervi del prezzemolo tritato.







Il risultato non è stato inferiore a primi molto simili assaggiati al ristorante, i cui cuochi, evidentemente, in fatto di sapori la pensa(va)no come me. E siccome a differenza di Benedetta Parodi, che ha confessato in un’intervista di non saper cucinare, io invece ne sono capace, ve ne do entrambe le ricette (e magari, prima di versarle sulla pasta, vi suggerisco di sgusciare le mazzancolle).



  

martedì 20 settembre 2016

L'antiretorica artusiana


  • Le mode passano, lo stile resta.” Ovvio, ma come farlo capire quando non si fa altro, in cucina, che parlare di territorio, filiera, prodotti tipici, chilometro zero, tradizione ecc., parole vuote, che indicano appunto solo delle mode, se non sostanziate da uno stile vero? Per questo  è ancora importante ricordare Pellegrino Artusi. Questi raccolse gran parte delle ricette regionali “tradizionali” e le unì in un unico manuale della cucina italiana, senza mai adoperare la parola tradizione, come fa notare Alberto Capatti, che insegna all’Università di Scienze gastronomiche di Pollenzo, nell’introduzione all’ultime edizione de La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene ad opera della Bur. “Una parola, tradizione, – scrive Capatti – sempre più utile per designare nel presente il passato e per coprire culture innovative alla ricerca di una validazione storica, per descrivere la qualità non solo come filiera, ma come processo ambientale e umano, e per imballare, quando occorre, il nulla.” Ecco, non vogliamo dire che sia sempre così, del resto anche qui è scritto: “quando occorre”.  Ma il saper fare da capo e fare da sé, come insegnava Artusi, non ha bisogno di nessuna retorica.


venerdì 9 settembre 2016

Anche i bar attenti al benessere


Al Klover, bar della movida milanese, la sera è dedicata ai cocktail, ma a pranzo si può gustare qualche piattino sfizioso. Per gli attenti al benessere, che ormai sono i più, segnaliamo il farro al pesto con patate e fagiolini, il riso venere con salmone, la quinoa condita con una salsina e il pollo al curry con riso basmati.

Tutti piatti semplici, ma gustosi e che non appesantiscono. Dopo ci si può sempre “rifare” con una fetta di torta al cioccolato e arance. Ma per chi è attento alla salute c’è anche una torta di mele integrale.
Le foto ve le faccio vedere un'altra volta perché non mi si caricano.



martedì 30 agosto 2016

I dessert creativi


I dessert oggi sono tutti creativi, ma tra i tanti piatti dei nuovi chef, sono le uniche creazioni che mi sento di consigliarvi. Qui sopra una crostata alla crema con frutta in scatoletta di cioccolato, un gelato di menta con salsa di albicocca e una torta di mele.

martedì 2 agosto 2016

La stagione del gelato


Quarantamila le gelaterie in Italia, di cui il 65% usano basi preparate da mantecare sul posto e il 35% autenticamente artigianali, realizzati con materie Dop e Igp del territorio, per un fatturato complessivo di quanti mln di euro e kg di gelato consumato pro capite non si sa bene. Le cifre sono molto diverse a seconda delle rilevazioni. Manca quindi un importante dato di mercato per permettere di fare impresa. Questo è il risultato degli studi dell’Igi, Istituto italiano gelati, diretto da Paolo Garna. Sta di fatto comunque che, arrivata la stagione calda, il gelato, sia artigianale sia industriale venduto in coni o vaschette e coppette preconfezionate, è un piacere cui si indulge anche se si è a dieta. Anzi, dato il suo contenuto calorico, può sostituire un pasto senza appesantire. In questi ultimi anni poi, è scoppiata la moda del gelato vegano, alla soia, un proteina vegetale di origine orientale, oppure senza latte e senza uova. E quindi dietetico.

L’Igi, Istituto del gelato italiano, ha lanciato un’azione promozionale per il consumo di gelato industriale verso i più piccoli, ritenendolo un prodotto sicuro e nutriente. Esiste anche un’ appgelato appena riveduta da Cosmobile che aiuta a trovare sul cellulare le gelaterie migliori. 100 di queste premiate da un concorso del Gastronauta Davide Paolini. Prima classificata la gelateria Capolinea di Reggio Emilia, di Simone De Feo. Ricorre poi a luglio di qualche anno fa, la decisione di istituire una Giornata europea del gelato artigianale, da celebrarsi il 24 marzo, per contribuire alla promozione di questo prodotto e allo sviluppo della tradizione gastronomica del settore.

giovedì 21 luglio 2016

Klover, bar della movida milanese


La vodka Grey Goose sposata con mirtilli freschi, cristallizzata con zenzero, lime e una carezza di soda water. Ideale per rinfrescarsi in queste afose giornate estive è una delle proposte di Klover, il bar di un gruppo di giovani nel cuore della movida milanese. Il locale propone inoltre un evento intitolato “Winenot”, e altri come il Fridays, due passion latina, sbagliati, o gin lemon, a 10 euro. Speciali poi la serate All you need is gin. Il mercoledì è la volta dello sconto agli universitari, del 30%. Su tutte, svettano le proposte di vodka, My Moscow, e Gin. Qui si beve bene, dunque, ma fatelo con moderazione.

martedì 12 luglio 2016

Ma ho capito bene?


Vivere 15 giorni con 150 euro. E’ quello che sta provando fare un gruppo di giovani come medicina anticrisi.

Ma io con 150 euro ci vivo due mesi, bollette e imu a parte. Secondo me si è perso il senso della misura.

Negli anni della Milano da bere erano troppi quelli che credevano di aver inventato la propria impresa.

Senza sapere ben che fare. Invece io ho sono stata modesta collaboratrice esterna e ora stringo la cinghia.

Facile appellarsi a Papa Francesco e al suo senso della povertà. Di non solo pane vive l’uomo l’ho scritto 10 anni fa sulla testatina del mio blog e oggi lo rivendico come primato insieme allo spreco di risorse per produrre una fetta di carne (lo scrissi in un articolo per Italia Oggi) e fui la prima a parlarne. Ora scopro che vogliono mettere una tassa sulla carne per questo motivo. Proprio strano come gira il mondo.

A proposito poi di a che cosa serve l’agricoltura ho scoperto che molti hanno letto il mio post di tanti anni fa così intitolato, e andandolo a rileggere non mi sembra più una provocazione quanto una seria riflessione.

Oggi tutti parlano di land grabbing, di pomodori coltivati in Nigeria, di pasta fatta con il grano duro degli Usa. Avevo già accennato a tutte queste tematiche molti anni fa. Come al business delle intolleranze.

Di origine in etichetta delle materie prime anche lavorate, poi, esistente in una direttiva di Bruxelles non voglio nemmeno parlare, perché mi fece perdere un lavoro. Ma ora vengo a sapere che in Francia l’hanno adottata per il latte e in Italia invece se ne deve ancora discutere. Potere delle multinazionali? (Anche se io credevo ingenuamente che le direttive di Bruxelles valessero automaticamente per tutti i Paesi dell’Unione, che poi sono diventati 28).

Quando aprii il mio blog nel 2011 non credevo certo che venisse letto da tanti, anche se ho raggiunto punte di 900 visite al mese. Ma poi mi sono ricreduta e ho continuato nel paziente lavoro di smontare la massa delle tante credulità in cui cade la società dei consumi appunto di massa. Ma ho scoperto che la gente comune ci vuole credere pena la perdita del suo senso di stare nel mondo. Quindi i consumi sono al centro.  

Un ultimo accenno alle mode vegane e a quelle del mangiare senza (senza zuccheri, senza sale, senza grassi, senza colesterolo ecc.) è d’obbligo essendomi battuta in tempi non sospetti contro la loro assurdità.




lunedì 4 luglio 2016

Ikea apre in India


Dopo quasi 30 anni di presenza commerciale, aprirà nel 2017 il primo negozio. E molti altri seguiranno nell’arco di otto anni.

Apre in India, nel 2017, il primo negozio Ikea. E molti ne seguiranno nell’arco di 8 anni. La sua presenza commerciale nel Subcontinente asiatico risale a 30 anni fa. Ma solo adesso le leggi permettono ad un’azienda controllata al 100% da una proprietà straniera di operare sul territorio indiano. Ikea intende aprire 25 negozi in otto anni. Il primo sorgerà di fronte alla stazione della metropolitana della nuova area di Hitech City a Hydebarad, una delle maggiori città indiane, con 8 milioni di abitanti. Il nuovo mercato ha un immenso potenziale, con una classe media in rapida ascesa che ha aumentato i suoi livelli di reddito. Ikea va inoltre nelle scuole a presentare l’azienda e il marchio a coloro che potranno diventare nuovi collaboratori o clienti. Ikea sarà anche autorizzata a vendere online. E sono in corso trattative per introdurre il part time e consentire lo svolgimento delle attività logistiche nella notte. Ikea già comprava i suoi prodotti in India, soprattutto il tessile e i tappeti , adesso ha iniziato la selezione del personale per cercare i 500 co-worker del primo negozio. Con l’obiettivo di arrivare alla formazione professionale per un milione di donne. Attualmente l’India rappresenta solo il 3% della produzione di Ikea. Ha 50 fornitori con 45mila dipendenti in India e  subfornitori con 400mila dipendenti. Entro il 2020 conta di raddoppiare il numero di fornitori locali e aumentare il numero di categorie di prodotti. Secondo i piani aziendali, la produzione locale dovrà coprire il 30% della domanda entro il 2022, usando materiali indiani quali il bambù, noce di cocco, giacinto d’acqua, fibre di banano e scarti della lavorazione dello zucchero. Il bilancio di esercizio del Gruppo 2015/2016 chiude a 31.9 mld di euro di vendite a livello mondiale con un incremento di fatturato dell’11,2%. La presenza in India di un gigante monomarca in un Paese in cui la distribuzione è arretrata e frammentata è una novità di non poco peso.

domenica 26 giugno 2016

Il riso rosso combatte il colesterolo

Il riso rosso della Camargue, regione al Sud della Francia, ricco di selenio e di magnesio, aiuta a combattere il colesterolo. Lo si trova in pastiglie in farmacie, parafarmacie, e nel reparto biologico  degli ipermercati, oltre che nei negozi di solo biologico. Ma è anche prodotto da Riso Gallo, in chicchi oblunghi e integrali che si cuociono in 18 minuti. Riso Gallo, sulla scatola, oltre che ai valori energetici e alle indicazioni d'uso, fornisce delle ricette. Una di queste, particolarmente adatta nella stagione estiva è l'insalata niçoise.

Ingredienti per 4 persone: 250 g di Riz Rouge Riso Gallo, 100 ml di Olio extravergine di oliva, una lattina piccola di tonno all'olio di oliva sgocciolato e spezzettato, 8-10 pomodori ciliegia tagliati a metà, 1 cucchiaio di capperi sotto sale lavati e asciugati, 75 g di sedano tagliati a dadini, 100 g di fagiolini verdi freschi bolliti, 4 uova ben sode tagliate in quattro, 10 olive nere snocciolate e tritate, 1 cucchiaio di succo di limone, sale e pepe nero macinato fresco. Foglie di insalata per servire.

Preparazione: mettere a bollire il riso per circa 18 minuti; a fine cottura scolarlo e passarlo sotto l'acqua per raffreddarlo. Trasferirlo in una ciotola grande versarvi l'olio di oliva e il succo di limone, incorporarvi i restanti ingredienti, insaporire a piacere. Sistemare le foglie di insalata sul piatto di portata, completare con il riso condito e guarnire con le uova sode.    

lunedì 20 giugno 2016

I benefici effetti del the

Il the è la bevanda più bevuta al mondo dopo l'acqua. Ma non è vero sia meglio del caffè. Entrambi contengono sostanze eccitanti come la teina e la caffeina. Gli oltre 40mila Giapponesi, tra i 40 e i 79 anni, che lo bevono tutti i giorni, hanno dato la prova scientifica che il the allunga la vita. Alcuni pensano che the verde sia meglio ma questo non è scientificamente provato. Sono infatti tutti figli della stessa pianta, la Camellia Sinensis  e non si differenziano per le sostanze contenute, ma per la lavorazione delle foglie. Scegliere tra verde, nero, bianco e oolong è una questione di gusti. Il the aiuta il sistema cardiovascolare ma perché faccia bene se ne dovrebbero bere cinque - otto tazze al giorno. Il fluoro contenuto nelle sue foglie, soprattutto di quello nero, aiuta a prevenire la carie. Ma attenzione: non è una bevanda bruciagrassi, tiene sotto controllo il colesterolo ed è un diuretico naturale, ma può attenuare l'assorbimento di ferro e calcio, già scarsi in una dieta ipocalorica. Latte, zucchero, limone e rum in aggiunta neutralizzano i suoi benefici effetti. Nessuna controindicazione invece per il miele.

lunedì 13 giugno 2016

L'idrosommelier


Giuseppe Amati di Adam, degustazione acque minerali, ha stilato un decalogo degli abbinamenti acqua/cibo che qui vi presentiamo. Ma adesso le acque in bottigliette di vetro sono anche aromatizzate, per cui gli abbinamenti andranno rivisti. Attendiamo nuove indicazioni.





ANTIPASTI BASE MARE – piatta o leggermente effer. - <100 

Calcio <25 - Magnesio <5 - Bicarbonati <80



ANTIPASTI BASE CARNE -  leggermente effer. o effer. - >200

Calcio >25 - Magnesio >5 - Bicarbonati >200



ZUPPE E BRODI – piatta - <500 

Calcio <100 – Magnesio <25 -  Bicarbonati <400



PRIMI BASE VERDURA – piatta o leggermente effer. - <600 

Calcio <100 - Magnesio <30 - Bicarbonati <600



PRIMI BASE PESCE – piatta - leggermente effer. o effer. - <650 

Calcio <150 - Magnesio <50 - Bicarbonati <600



PRIMI BASE CARNE – leggermente effer. o effer. - >200

Calcio >50 - Magnesio >5 - Bicarbonati <1300



RISOTTI – piatta o leggermente effer.  - <1000 

Calcio <100 - Magnesio <30 - Bicarbonati <500



SECONDI BASE MARE – piatta o leggermente effer. o effer. - <800 

Calcio <150 - Magnesio <80 - Bicarbonati <600



SECONDI BASE CARNE (bianche)-piatta-legg.effer.-effer->100 <1000 

Calcio <150 - Magnesio >5 - Bicarbonati >200  



SECONDI BASE CARNE (rosse) – leggermente effer. o effer.->300

Calcio >70 - Magnesio >10 – Bicarbonati >250



SECONDI BASE CARNI (salsate) – effervescente - >500

Calcio >70 - Magnesio >20 – Bicarbonati >350



FORMAGGI FRESCHI – piatta o leggermente effer. - <300

Calcio <50 - Magnesio <30 – Bicarbonati <300



FORMAGGI STAGIONATI – leggermente effer.-o-effer.->250 <1500

Calcio <100 - Magnesio >5 – Bicarbonati <1300



DESSERT – piatta o leggermente effer. - <100

Calcio <25 - Magnesio <5 – Bicarbonati <100




venerdì 10 giugno 2016

Nuovo premio alla Barbera


Avere Settanta anni e non dimostrarli. Il Consorzio del vino la Barbera d’Asti brinda aggiudicandosi il premio di rosso piemontese più esportato nel mondo. E’ questo il riconoscimento del premio assegnato durante i Vini del Mondo Awards di Spoleto che ha conferito importanti riconoscimenti a tutti i vini del Monferrato. La Barbera diventa quindi un’Eccellenza Italiana per l’impegno che il Consorzio nei suoi lunghi anni di vita ha dimostrato nel valorizzare la denominazione. Dallo stesso Consorzio sottolineano che si tratta di un nuovo importante passo avanti.

I bi-alberi


Forse qualcuno li avrà visti nascere e crescere nel suo giardino, ma oggi sono meta di viaggi e visite turistiche ad hoc. Si tratta dei bi-alberi, tigli sui quali crescono alberi di ciliegie. Ma non sono ciliegie selvatiche, sono proprio quelle da raccogliere e mangiare.

La dieta privilegia i legumi


Fao e Slow Food concordano sulla necessità di integrare la nostra dieta con i legumi, per nutrirsi meglio e combattere la fame nel mondo. Alimentarsi in modo sostenibile aiuta l’ ambiente, i contadini del Sud del mondo e contribuisce a migliorare il terreno sul quale crescono, fagioli, piselli lenticchie, ceci con cui sostituire parzialmente la carne. Lo ha scritto Repubblica e io condivido pienamente.

martedì 24 maggio 2016

L'era del cibo


Viviamo nell’era del cibo; ovvero un tempo in cui il cibo occupa un posto enorme nelle nostre vite, con un business che non aveva mai prodotto tanti soldi prima d’ora”. A dirlo è Martìn Caparròs, giornalista e scrittore argentino che su Repubblica spiega cosa significa vivere morendo di fame e, per contro, quanto il mangiare sia diventato soprattutto qualcosa che non si mangia, “Entrato nella logica dello spettacolo o della masturbazione”. E spiega: “Il vero problema di chi muore di fame non è la povertà, ma la ricchezza”. Pubblico e sottoscrivo.

martedì 3 maggio 2016

Come dimagrire in un anno (e senza reingrassare)


La dieta biologica è una filosofia di vita, una scelta di gusto o una strategia di marketing? Lo stesso si potrebbe dire della dieta vegana o vegetariana. I due orientamenti che stanno prendendo sempre più piede nelle abitudini di acquisto delle famiglie formano ormai un mercato sempre più fiorente. E dire che mangiare “senza”, per motivi salutistici, (senza grassi, senza farina, senza zucchero, senza sale, senza latte, senza glutine, ma questo si può accettare perché la celiachia è un’allergia seria) toglie molto del sapore della vita senza portare un equilibrato beneficio. Perché “in modus stat rebus”, dicevano già i latini, cioè la verità sta nel mezzo e anche in tema di salute. L’unica voce che mi è sembrata saggia in questi ultimi giorni è quella che ha detto che per dimagrire e restare magri ci vuole un anno e senza soverchie rinunce. Basta una colazione leggera, uno spuntino a base di frutta a metà mattina e un pasto solo al giorno, un primo a pranzo e un secondo a cena con molta insalata e poco condimento.  

La torta con l'ananas "bruciagrassi"

L'ananas è una pianta delle Bromeliacee coltivata in Sudamerica ma adesso anche nell'Asia dell'Est. La sua polpa è fatta per mangiarla come un frutto, e le sue foglie sono una fonte di una fibra che viene utilizzata per farne corde o tessuti. L'ananas ha poche calorie e per questo si dice che è in grado di bruciare i grassi. Oltre che fresco si può trovare anche in scatola. Si può utilizzare in tante preparazioni in cucina e noi vi proponiamo la ricetta della torta d'ananas.
Ingredienti:
140 g di burro
200 g di zucchero
200 g di farina
1 bustina di lievito
latte q.b.
ciliegina sciroppate
1 scatola di ananas.
Preparazione:
Impastare farina, burro e zucchero, incorporarvi il succo dell'ananas e infornare a 200° gradi per 45 minuti. Una volta tolta dal forno decorare con ciliegine e con fettine di ananas fresco.

lunedì 2 maggio 2016

Troppe spezie non è detto facciano bene

Secondo una dietologa, intervistata in questi giorni sui quotidiani, ma io direi anche secondo il buon senso, non è vero che assumere le spezie faccia bene alla salute e faccia dimagrire. Le spezie possono solo dare sapore ai cibi senza doverci mettere troppo sale, che come si sa, nuoce agli ipertesi. Finalmente una notizia che non è diramata solo per fare notizia (come si dice in inglese "bad news is good news) le cattive notizie sono buone notizie, ma per fare un po' di chiarezza sulla marea di dicerie vere o false sullo stare bene, sul wellness e sul fitness.

venerdì 29 aprile 2016

I nostri spumanti in Italia e nel mondo

E sempre in tema di spumanti, riceviamo e volentieri pubblichiamo due commenti di Giampietro Comolli, direttore Osve, Osservatorio vini spumanti.
1.      “Negli ultimi 5 anni l’Asti ha perso il 21% del mercato, mentre il Prosecco Doc è cresciuto mediamente del 21% annuo più che raddoppiando la quota, diventando il primo landbrand al mondo per le bollicine superando anche il generico Sekt. L’Italia quindi primo paese produttore con il 20,8% del totale (2,5 mld/bottiglie) e primo paese esportatore di vini effervescenti al mondo con una quota del 33% su 1,1 mld/bottiglie. Un settore che ha bisogno di una politica unitaria globale all’estero”.

2.      “Molti ancora gli spazi di crescita in volumi e in valore. L’Italia del vino è assente in Africa. La Francia è prima in tutti i paesi africani più ricchi, dove ha iniziato a investire da 10 anni. Seppur con burocrazia molto elevata, Nigeria, Kenya, Angola, Tanzania, Madagascar chiedono vini di fascia alta, compreso bollicine. Inoltre occorre una strategia diversificata per paese in base alle potenzialità e stile di vita: gli spumanti sono una tipologia abbinata alla festa nel mondo. Appannaggio di un mondo con buone disponibilità di spesa. Ma anche molte regioni europee e italiane reclamano bollicine. Ovse sollecita da anni una revisione dell’Ocm-Vino verso la promo-commercializzazione anche sui mercati interni non come aiuto di Stato, ma per favorire l’elasticità della domanda e per far crescere i consumi interni”

Nuova veste per Valdo, il prosecco Marca Oro

Il Prosecco Valdo Marca Oro Valdobbiadene ha l’obiettivo di raggiungere entro il 2020, venti milioni di bottiglie vendute nel mondo. Anche per questo ha proceduto ad un restyling di bottiglia ed etichetta attuata da Sga Corporate e packaging design. L’etichetta è stata rivista in chiave moderna con attenzione al legame tra la denominazione e il territorio, per una più completa individuazione sullo scaffale.

Dieta e "acque potenziate"

Due nuovi trend in fatto di alimentazione sono sulle pagine dei giornali. La pasta artigianale di alta qualità, apprezzata e scelta dagli chef, e le acque potenziate, benefiche per la salute. Cocco, carciofo, cetriolo, ma anche betulla e limone. L’ultima tendenza in fatto di benessere sono le acque potenziate, vere e proprie bibite che si apprestano a sostituire soda e succhi di frutta.  Ogni bevanda si ottiene per infusione a freddo dei frutti o degli ortaggi scelti per il proprio trattamento di bellezza; l’acqua che si ottiene contiene molti dei loro sali e delle vitamine, che andrebbero invece perse in cottura. Le migliori? Il carciofo, che agisce sulla colecisti velocizzando la disintossicazione, oppure il cetriolo, rinfrescante e rimineralizzante.

giovedì 28 aprile 2016

L'Italia sulle tavole straniere

Cosa si mangia di italiano nelle capitali europee? Per esempio a Londra, Berlino, Bruxelles, Budapest e da Bucarest a Lubiana? Se lo è chiesto la Coldiretti, formando con i Nas una task force incaricata di scovare le imitazioni dei nostri prodotti alimentari in giro per l’Europa. Al suo interno anche il ministro delle politiche agricole Martina e il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo insieme al ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti. Dal loro lavoro e dal lavoro di alcuni professori è scaturito il “Dossier sul Made in Italy sulle tavole straniere ad un anno da Expo”. Che non mancherà di riservarci sorprese.  

mercoledì 27 aprile 2016

L'Italia è ancora un posto al sole?

Ma noi in Italia, mangiamo bene o mangiamo male? Il nostro pomodoro in scatola, che poi va a finire sulla pizza e al ristorante, è italiano o cinese? Le arance sono al 100% siciliane o anche queste provengono dalla Cina? E l’olio extravergine proviene dalla Riviera Ligure e dal lago di Garda e dalla Puglia o dalla Tunisia e dalla Spagna? Il glifosato, pesante erbicida chimico usato ancora nelle campagne, è presente nel grano con cui si fa la pasta, che tra l’altro non è solo di produzione italiana, ma anch’esso importato (l’Aidepi, Associazione industrie pastarie e dolciarie si difende dicendo che non è vero, basta leggere le etichette). Giusto, le etichette, su quanti e quali prodotti sono obbligatorie (lo impone la Ue) e su quanti no? Il latte, dopo la soppressione delle quote, è ancora in produzione eccedente e se ne deve buttare, mentre una mozzarella su due non sarebbe italiana? Le nostre strutture ricettive sono ancora concorrenziali o soffriamo di carenti infrastrutture? Le OTA, on line travel agency, hanno fatto una concorrenza sleale alle strutture turistiche con la parity rate ( se una struttura turistica ha un suo sito non può vendere le camere a un prezzo inferiore a quello proposto su un sito di prenotazioni come booking o airbnb)? I nostri borghi, molti dei quali martoriati dal terremoto, sono rinati o versano ancora in cattive condizioni? Le coste più belle, sono appannaggio di figure dal dubbio conto con la giustizia in fatto di tasse, o possono venire visitate anche da chi troppi soldi non ne ha? In definitiva, se la qualità, anche quella in tavola, con gli chef a una, due o tre stelle, si paga, fin troppo, la classe media che chance ha di stare al passo?

I "cibi intelligenti" che allungano la vita


Per me è impossibile elencarli tutti ma una lista completa si trova in queste settimane sui femminili e sulle riviste di cucina. Sono tratti da un vademecum per la salute e sono gli “smart food” per una dieta intelligente che aiuta a vivere sani. Tra questi  la frutta fresca, la frutta in guscio, i legumi, i cereali, la verdura fresca, l’olio extravergine, l’uva e le prugne nere, l’aglio, le arance rosse, i frutti di bosco, il cioccolato fondente, i cavoli rossi e molti altri. Chi ha lavorato a questo volume edito da Rizzoli, mette in guardia anche da alimenti da assumere a dosi minime e la dieta ideale per proteggersi dalle malattie. Ringraziamo dunque Eliana Liotta, Pier Giuseppe Pelicci e Lucilla Titta, autori dei risultati sugli ultimi studi sulla relazione tra cibo e geni e le caratteristiche dei cibi per una vita più lunga e sana.

venerdì 22 aprile 2016

Ma la fame nel mondo è stata sconfitta?

La fame nel mondo, dal 1970 ad oggi, non sarebbe stata vinta. E' la tesi di Martìn Caparròs in un suo libro recensito oggi dal Venerdì di Repubblica. Bella scoperta, e le guerre in Africa, le migrazioni, che altro sarebbero se non la ricerca di un mondo dove non si muore di fame? Secondo l'autore la fame sconfitta sarebbe una bugia statistica, perché invece è cresciuta. Concordiamo pienamente.

giovedì 21 aprile 2016

La Giornata Mondiale della Terra

Domani, 22 aprile, si celebra la Giornata Mondiale della Terra. Si farà il punto al Palazzo di Vetro tra i 165 Paesi partecipanti sull'impegno preso nel 2001 di ridurre del 20% le emissioni del gas serra  nei 20 Paesi che inquinano di più, tra i quali in prima fila c'è oggi la Cina, entro il 2020. Il climate change, cioè la piega che ha preso l'industrializzazione di massa sull'atmosfera e sul clima, cioè l'effetto serra, è un problema importante quasi come l'abuso di pesticidi nelle coltivazioni. E lo scioglimento dei ghiacci polari, il riscaldamento del mare, così come questi lunghi inverni soleggiati e caldi (il 2015 e il 2016 sono stati gli inverni più caldi da quando esistono le rilevazioni cioè dal 1880) portano ad un rivolgimento che incide anche sulle coltivazioni. Non è un caso infatti che ultimamente si possano coltivare vigne anche in Inghilterra e che Paesi come la Cina, che ha il problema di sfamare una popolazione enorme, abbia iniziato a comperare terre in Africa per coltivarle, rendendo ancora più povero, affamato e malato un continente già sfortunato, per le tante guerre ed emigrazioni.

La crescita della ristorazione e l'allarme sui cibi di importazione


Da una ricerca Ipsos ripresa da molti giornali, cresce  il cibo etnico, ma a anche biologico e sostenibile. Questo perché sono aumentati i vegetariani o i vegani, ma a anche perché tra le motivazioni dell’acquisto sono preponderanti la freschezza e il prezzo, il gusto e la tracciabilità delle materie prime. Nell’ultimo decennio si sono così affermati del +60% il cibo etnico, i piatti pronti (+34%) e i prodotti di alta gamma (26%). Tra le altre tendenze cresce la propensione a mangiare fuori casa (ma non c’era la crisi?) e l’Italia è il terzo mercato europeo nella ristorazione con una spesa di circa 3.000 miliardi di euro.

Ma non è tutto oro quello che luccica e l’Efsa l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare ha scoperto una lista, pubblicata da molti giornali, di alimenti provenienti dall’estero e pesantemente contaminati da agenti chimici: si va dai broccoli cinesi, al prezzemolo vietnamita, basilico indiano, fragole e arance egiziane, peperoncino thailandese, meloni domenicani e piselli kenioti. La denuncia su questi dati viene da Coldiretti, che accusa anche la nostra pasta di non essere fatta tutta con grano italiano, ma di importazione, e il latte e le mozzarelle vendute da Coop, essere straniere.

martedì 19 aprile 2016

Cucina degli avanzi: la zuppa regina

Ed ecco un'altra ricetta dell'Artusi che coniuga il salutismo (si fa uso delle mandorle che con noci e nocciole fano bene alla salute) con la cucina degli avanzi, adesso che siamo ancora dentro la crisi. E' una zuppa e si chiama zuppa regina, ammettendo lo stesso Artusi che il nome pare esagerato.
Si fa colle carni bianche del pollo arrosto pulite della pelle e dei tendini. Si tritano bene con la lunetta e si pestano in un mortaio con 5 o 6 mandorle dolci sbuccia e con una midolla di pane inzuppato nel latte o nel brodo, in proporzione di un quinto o un sesto della quantità della carne. Quando il composto sarà pestato ben bene, passatelo al setaccio, ponetelo nella zuppiera e scioglietelo con una ramaiolo di brodo caldo. Tagliate il pane a dadini, friggitelo nel burro e gettate anche questo nella zuppiera. Dopo versateci il brodo bollente, mescolate e mandate la zuppa in tavola con il parmigiano  a parte. Questa minestra può venire opportuna, quando, dopo un pranzo, rimangono avanzi di pollo arrosto, o lessi, benché sia migliore quando è fatta di tutto arrosto. Le mandorle servono per dare un aspetto latteo, ma il liquido non deve riuscire troppo denso. Alcuni vi stemperano qualche rosso d'uovo.
La zuppa regina, precisa Artusi, era prevista nella "distinta" del mese di agosto. Delle sue infinite varianti ci sono sia la zuppa alla rena (farina) bianca, sia il purè di pollo.

lunedì 18 aprile 2016

Smart food e ortoressia

Ricercatori, dottori, scienziati dell' alimentazione, nutrizionisti. Sono tutti alla ricerca del modo migliore di mangiare. E i consigli si sprecano, in libri che hanno un grande successo editoriale visto che la cucina è il must del momento. Le raccomandazioni sono tra le più svariate, dal consumare frutta e verdura dei cinque colori (esistono anche patate e carote viola, prugne blu, nere e rosse), al preferire quelli senza glutine e lattosio (per gli allergici). Arance, ciliegie e fragole sono ricche di antocianine che attivano il metabolismo, cavoli e cipolle proteggono dal cancro, la curcuma riduce lo stato infiammatorio dei tessuti. Tra le mele da preferire le Granny Smith, più nutrienti rispetto alle Gold, e tra i pomodori i ciliegini. Attenzione particolare devono poi essere messe in pratica nel modo con cui conservare e cucinare gli alimenti perché non perdano le loro proprietà nutritive (le verdure dovrebbero essere consumate subito e cotte poco). Importante poi non rinunciare alla carne che  fornisce un apporto nutritivo importante soprattutto in tenera età. E consumare ogni tanto il cioccolato che favorisce il sonno e abbassa la pressione. Tutti questi sarebbero "smart food", cibo intelligente, ed è stato pubblicato un libro che si intitola proprio così. Ma si mette anche in guardia contro l'ortoressia che sarebbe l'ossessione per i cibi sani, una vera e propria mania contro i cibi che sarebbero nocivi. Ma in natura non ce ne sono. Esistono piuttosto le allergie provocate dalla chimica, dalla quale si deve stare in guardia.     

domenica 17 aprile 2016

La comunicazione del vino

Il vino, una produzione preziosa per il Paese, che non aspetta altro che di essere comunicato meglio. Questo in sintesi il quadro del cinquantesimo Vinitaly di Verona. Dopo lo scandalo del vino al metanolo e con le produzioni oggi sempre più raffinate (leggi Doc) che si vendono anche al super, il mercato del vino vale 14 miliardi. Che non è poco. In più, grazie al turismo lo conoscono, lo apprezzano e vorrebbero berlo anche a casa loro Paesi di altre tradizioni, come la birra o il sakè, il derivato del riso. Certo noi abbiamo la concorrenza dei cugini francesi. Ma considerato che un nostro Prosecco ha acquisito meriti e notorietà un po' dappertutto e costa molto meno dello champagne, spazio ce ne dovrebbe essere. Tramite il web e i social. Bisognerebbe cercare il nome di un vino in rete e far rimbalzare al colosso cinese dell' e commerce tutti i commenti sulle sue caratteristiche e già un bel passo sarebbe fatto.

venerdì 15 aprile 2016

Aperto il mega centro di Arese

120mila mq, 25 ristoranti, una miriade di negozi di abbigliamento, profumeria, elettronica e quant'altro. Questo il centro commerciale più grande d'Italia costruito ad Arese da Marco Brunelli, il patron della grande I di Ipercoop, l'ipermercato trainante l'intera struttura. Folle di giovani e famiglie lo occupavano già ieri sera, prima giornata di apertura, a caccia di affari. Per la giornata erano previsti nei vari negozi sconti anche del 50% al raggiungimento di 100 euro di spesa. 6.000 i posti auto, e tutti occupati già alle 6 di sera. Si mangia anche alla Wienerhouse: cibi di origine tirolese, birra e megapiatti per una spesa contenuta. Il resto sono i soliti Ristò, Burger King etc. Insomma un'operazione mirata a ridare fiato agli acquisti in una zona carente di negozi, ma che, per gli oneri di urbanizzazione pagati da Brunelli per avere la concessione, è riuscita a rivoluzionare (in peggio) la circolazione di auto, biciclette e bus all'interno del centro abitato. Poi bisogna fare i conti con la crisi che non molla dal 2008 e con il vicino centro commerciale di Esselunga, con un Caprotti coscritto di Brunelli e a quanto pare deciso a dargli filo da torcere, anche per la clientela già abituata e affezionata alla sua offerta che non manca di appeal. Insomma, vedremo come andrà a finire.  

giovedì 14 aprile 2016

La dieta delle star (e la mia)

Che dieta del cavolo. Con questo titolo Periscopio su Panorama di oggi, ripreso dalla newsletter del Club Papillon di Marco Gatti e Paolo Massobrio, gli inventori di Golosaria, mette in scena le manie dietetiche delle star hollywoodiane. Jake Gyllenhall predilige verza e integratori; Jennifer Aniston segue la Bulletproof coffee diet con caffè burro e olio di cocco; Reese Witherspoon è devota alla Baby food diet a base di omogeneizzati; Madonna segue la regola di un giorno di digiuno mensile; Beyoncé punta sul limone (ne beve fino a nove bicchieri al giorno). Io che non sono una star e ultimamente non sono nemmeno una silfide, la mattina bevo un  bicchiere di acqua tiepida con limone e zenzero in polvere, poi un caffè e solo dopo un po' mangio un crostino imburrato. Altro caffè alle 11 e uno alle 15 e a pranzo solo un primo e a cena solo un secondo, cercando di seguire una dieta molto variata, riso, pasta, pomodori, insalata, frutta e verdura di stagione, legumi, yogurt, latte, talvolta la sera un bicchiere. Adesso ho più di 50 chili. Vi dirò quando sarò tornata ai 49, mio peso forma, se la dieta ha fatto effetto. Ma l'avevo già provata anni fa e ci ero riuscita.

mercoledì 13 aprile 2016

Il successo del Vinitaly

Che dire sul Vinitaly di Verona di quest'anno? Soprattutto che sta avendo un grande successo. Lo hanno già visitato, esortando ad esportare di più, sia il presidente Mattarella, sia il premier Renzi. I vini italiani hanno conquistato in questi ultimi anni preziosi riconoscimenti in Italia e all'estero e molte sono le iniziative legate alla visita in cantina. Gli uomini prediligono la Barbera, vino dell'anno, mentre giovani e donne dimostrano di preferire le bollicine di Franciacorta. Inoltre si è chiusa la querelle sul fatto che la denominazione di un vino sia una questione di zona o di vitigno a favore dei produttori. Di bottiglie, secondo Assoenologi, ne sono state prodotte 3 milioni e molte vanno all'estero, favorite in Cina, grande consumatore, dal fenomeno dell'acquisto online sul sito Alibaba.

martedì 12 aprile 2016

Zuppa con le cipolle alla francese

Le cipolle hanno molti usi e non solo culinari. Dalla stratificazione delle sue bucce, per esempio, si può predire il tempo che farà. Artusi, che era sì l'uomo che ha unificato l'Italia a tavola, non disdegnava qualche "uscita dai confini".
Questa zuppa, dice, si può fare con il brodo o con il latte, e le seguenti dosi sono sufficienti per 5 persone (le famiglie del tempo, fine Ottocento, erano numerose).

Ingredienti:
250 g di pane bianco
80 g gruviera grattugiato
50 g burro
40 g parmigiano grattato
3 uova frullate
2 cipolle bianche grosse
1 litro e mezzo di brodo o latte

Preparazione:
Tagliate a fette sottilissime le cipolle e mettetele al fuoco col burro; quando iniziano a prendere colore tiratele a molta cottura con brodo, o con il latte, se la fate con questo, per poterle passare bene dal setaccio, poi mescolate il passato nel restante liquido per bagnare la zuppa. Il pane, tagliato a fette o  a dadini, arrostitelo e collocatelo a strati nella zuppiera, conditelo via via con le uova, il gruviera e il parmigiano. Per ultimo versate bollente il brodo o il latte e mandatela in tavola.

Le ricette francesi che Artusi avrebbe consultato richiedevano una cucchiaiata di farina dopo la frittura delle cipolle e non comportavano né l'uovo frullato né il latte. E pensare che oggi esiste in Italia una corrente di pensiero che non apprezza la carbonara alla francese perché c'è la panna. 

venerdì 8 aprile 2016

Fossile di sarde in saor


Ed ecco come un grande chef, Leandro Luppi, una stella Michelin al ristorante Vecchia Malcesine, sa interpretare ingredienti e sapori d’altri tempi, come la polenta bianca e il “saor”. Questa sarà una delle ricette da gustare a Fish&Chef, la rassegna del 16 e 17 aprile sul Lago di Garda, famosa per i suoi 6 chef stellati e per i tanti ristoranti che vi partecipano in un trionfo di sapori, in uno degli angoli più belli della nostra Penisola, il Benaco.  

 Sarde in saor   2.0

 Ingredienti

per 4 persone:

 20 sarde

4 cipolle bianche

farina bianca qb
 
 
 
100 g aceto di mele
100 g di vino bianco
20 g pinoli
20 g uvetta
2 foglie di alloro
sale e pepe q.b.
 
Per la polenta bianca:
 
500 g acqua salata
125 g farina da polenta biancoperla
portare a bollore l’acqua salata , versare a pioggia la farina e cuocere per circa 40 minuti .
 
Per il saor:
 
Tagliare a fette la cipolla  e
Tagliare a fette la cipolla  e stufarla in padella con l’alloro, bagnare con vino bianco, aceto, aggiungere l’uvetta e i pinoli, salare e pepare .
 
 
Pulire e sfilettare le sarde, infarinare leggermente e friggere in olio caldo. Asciugare con carta assorbente  e disporre in una teglia capace . Versare sopra le sarde  il saor  e lasciare marinare per almeno 24 ore .
 
Servire con polenta bianca calda e le sarde a temperatura ambiente .
 
Per la versione  “ fossile “ essiccare i filetti di sarda fino a una consistenza croccante .
 

 
 
 
 

giovedì 7 aprile 2016

Althea for kids

L’idea  di creare un laboratorio aperto ai bambini con lo scopo di unire l’attività ludica legata all’uso della massa di zucchero al raggiungimento di obiettivi formativi e riabilitativi è l'idea che guida il workshop che si terrà a Napoli il 16 aprile, in concomitanza con la Walk of Life di Telethon. Il progetto, che vede questa sperimentazione per la prima volta in Italia, è promosso da Villa Althea (http://www.villa-althea.com/ - Ponte Volturno-Bellona- Caserta), una delle più importanti location del Sud Italia per grandi eventi. Il laboratorio sarà replicato domenica 17 aprile a Villa Althea in occasione della Festa di Primavera.








 
 

Vecchi rimedi e nuove proposte

Ed eccoci qua, io che rispolvero le vecchie ricette della nonna, e dell'Artusi, e gli Italiani pronti a riscoprire i rimedi della nonna. Ne sono convinti Claudio Molinari e Francesca Uberti,  che hanno dato avvio alla start-up NoiVita che sta già lavorando per grandi aziende. “Gli antichi - spiegano Molinari e Uberti - usavano pratiche apparentemente magiche, che in realtà hanno un fondamento scientifico”. Ma oltre ai rimedi tradizionali nei laboratori di noiVita hanno fatto capolino alcune novità, a partire dallo Zebrafish, il pesciolino con le cui uova vengono prodotte creme che promettono di ringiovanire la pelle, e passando per il tessuto dedicato agli sportivi, che i ricercatori stanno potenziando per massimizzare l’effetto di compressione volto a diminuire l’acido lattico nei muscoli. Mentre, sempre a partire da una notizia letta sulla newsletter di Club Papillon, i grandi chef non ci danno tregua con le loro scoperte. Adesso tocca al caffè con cui preparare manicaretti prelibati.

mercoledì 6 aprile 2016

Cooking for dummies: ricette

E cominciamo dall'inizio: spaghetti al pomodoro e verdure miste stufate. Due ottimi piatti per una dieta leggera, vegetariana, anzi, vegana, con poco sale e poco zucchero, che comunque non fanno tutto quel male che si dice, ovviamente se utilizzati con moderazione.
Il sugo di pomodoro io lo faccio con i pomodori freschi, i perini, spellati dopo averli immersi in acqua bollente, tagliati in piccoli pezzi e portati a cottura in poco olio extravergine di oliva e uno spicchio di aglio. Ma ci si può mettere piuttosto la cipolla tagliata sottile. In una pentola alta metto a bollire l'acqua per la pasta e ci metto 70 grammi a testa di spaghetti da far cuocere per circa 15 minuti. Poi scolo l'acqua, condisco nella pentola del sugo, metto nei piatti, spolvero di parmigiano e ci taglio due foglioline di basilico.
Le verdure che io consiglio di stufare in poco olio extravergine di oliva e uno spicchio d'aglio, naturalmente salando, sono quelle avanzate dal giorno prima, e di stagione, tipo adesso cavolfiori, zucchine, carote e patate. Consumando solo questi due piatti durante un pranzo vi alzerete leggeri e potrete dire di essere vegani, che adesso va tanto di moda, ma anche no, perché ci sono tante preparazioni in cucina facili da realizzare anche con uova, formaggio e carne, preferibilmente bianca e preferibilmente da consumare solo due volte la settimana. Così facendo vi sentirete in perfetta forma. Naturalmente senza indulgere troppo ai fuori pasto. 

Cooking for dummies

E dire che io mi sono alzata stamattina con la stessa idea: scrivere sul mio blog delle ricette facilissime, oltre a quelle dell'Artusi, per principianti, e intitolare questa serie "Cooking for dummies", cucina per chi per la prima volta si mette ai fornelli. Poi sfogliando le mail che mi arrivano, trovo questo: “Simplissime, le livre de cuisine + facile du monde” (Lett. Semplicissimo. Il libro di cucina più facile del mondo), che è il libro dell’ex cuoco Jean Francois Mallet. In Francia, con 250mila copie vendute, è già il fenomeno editoriale dell’anno. La chiave del successo? La semplicità. “In un Paese di buongustai, ma dove pochi cucinano a casa e la sera preferiscono passare da Picard (catena francese di supermercati dedicati esclusivamente ai surgelati n.d.r), e da noi da Lidl o da Penny, prendersi un piatto pronto e cuocerlo nel microonde.” Questa notizia è apparsa su Italia Oggi, quotidiano con cui ogni tanto collaboro, e la prendo come ulteriore spinta a concretizzare il mio progetto.

martedì 5 aprile 2016

Iper della grande I versus Esselunga

Scontro tra titani della grande distribuzione di ... novant'anni. Brunelli ha appena issato oggi la sua insegna della grande I sull'iper e centro commerciale di Arese (dicono sia il più grande d'Europa) e per tutta risposta Caprotti, altro arzillo novantenne, anzi novantino direbbe l'ispettore Fazio di Camilleri, patron di Esselunga, stringe accordi con Amazon per implementare il suo servizio di consegna della spesa a casa.Si chiama Martin Angioni, chiarisce il magazine Distribuzione Moderna, ed è stato il country manager di Amazon in Italia dal 2011 allo scorso anno. Ora è stato chiamato in Esselunga per sviluppare l’attività di spesa online.  Chi la spunterà? In condizioni di mercato normali se ne potrebbe parlare, ma adesso che siamo in crisi dal 2008 è più difficile prevedere come si distribuiranno i consumatori. Certo è che le grandissime superfici moderne puntano più sulla moda, sul fashion, in risposta alla concorrenza dei cinesi, che sull'alimentare, dove Esselunga rimane molto forte. E se poi, come si è sentito dire, di fianco al nuovo centro commerciale ci venisse anche un'Ikea?