lunedì 10 ottobre 2016

Ma cosa mangiamo?


Incredibile l’importanza che si dà al cibo. Dalla provenienza del grano, se sia bio oppure no, alla xylella che ha colpito in Puglia gli ulivi, se sia una malattia o una speculazione edilizia, dall’origine in bottiglia dell’olio e del latte, dai vari format di ristorazione, alla cucina stellata.

Per poi scoprire, ma lo si sapeva già, che il mercato alimentare è in mano a 10 multinazionali, da Nestlè con un fatturato da 92,3 mld, Pepsico (63,1) e Unilever (59,1). I primi 10 colossi controllano il 70% dei cibi venduti al mondo, altro che Franciacorta in Bianco con i suoi formaggi Dop, la sagra del Tartufo dì Alba o quella della mostarda e del torrone di Cremona, per citare solo quelle che si stanno svolgendo adesso in autunno.

E con buona pace anche di Carlin Petrini con il suo progetto di orti nel mondo povero (l’unico orto che funziona e che continuerà a essere coltivato è quello di Michelle Obama alla Casa Bianca contro l’obesità onfantile) e di Oscar Farinetti con il suo Eataly che mi spiace doverlo dire si sta rivelando una delusione.

Domenica a Milano ci ho mangiato una pessima pizza, senza olio e senza origano, in pratica senza sapore, anche con il prosciutto o con la provola e i broccoletti  (broccoletti sulla pizza?) di quella vegetariana. L’unica passabile la margherita. Il tutto in un contesto di grandissima confusione, seduti su dei trespoli al banco. Impossibile poi fare un giro ragionato delle varie specialità alimentari esposte per via delle troppe file e impossibile acquistare causa i prezzi proibitivi per una famiglia media. Infatti il posto è frequentato soprattutto da stranieri danarosi.

Sono vent’anni che mi occupo di cibo e se il massimo è fare una torta come il boss delle torte (programma televisivo americano a eliminazione dei concorrenti)il paesaggio che mi si presenta è veramente deprimente. Viva Caprotti, da poco scomparso, che da vero signore, ha saputo mettere in piedi nel lontano 1957 e far vivere bene fino ad ora una catena di supermercati di tutto rispetto, con il meglio che si possa acquistare in ogni comparto.

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