mercoledì 28 febbraio 2024

Abbiamo creato un sistema che minaccia il futuro dei nostri figli solo per nutrirli oggi

Non sono io che lo dico, anche se lo sottoscrivo, ma una famosa scrittrice canadese che se volete seguire dovete andare sul suo sito: naomiklein.org. A distanza di tempo dal suo best sellers NoLogo, in cui denunciava lo sfruttamento dei Paesi poveri nel creare capi di abbigliamento di marca che poi nella grande distribuzione venivano venduti a cento volte tanto quanto era costato il lavoro di bambini sfruttati del Terzo Mondo, pubblica oggi Doppleganger, Mondo Specchio. Una riflessione sul tema del sosia, caro a tanti scrittori, non ultimo Dostojieski che al proposito ha scritto un libro così intitolato, in cui il doppio di un povero piccolo impiegato diventa più famoso e più amato dell’originale stesso. La Klein in pratica ci avverte: “Passare a un'economia in equilibrio con i limiti della terra /quello che si cerca di fare seguendo i principi della responsabilità sociale di impresa ndt/, significa anche espandere i settori della nostra economia che sono già a basse emissioni di carbonio: l'assistenza medica, l'insegnamento, il lavoro sociale, le arti e i media di interesse pubblico. Seguendo l'esempio del Quebec, un programma nazionale di assistenza all'infanzia è atteso da tempo. Tutto questo lavoro, in gran parte svolto da donne, è il collante che costruisce comunità umane e resilienti – e avremo bisogno che le nostre comunità siano il più forti possibile di fronte al futuro difficile in cui ci siamo già bloccati. Dal momento che gran parte del lavoro di cura – sia delle persone che del pianeta – non è attualmente retribuito, chiediamo un vigoroso dibattito sull'introduzione di un reddito annuale di base universale. Sperimentata per la prima volta in Manitoba negli anni '70, questa solida rete di sicurezza potrebbe aiutare a garantire che nessuno sia costretto ad accettare un lavoro che minacci il domani dei propri figli, solo per nutrirli oggi. Dichiariamo che l' ‘austerità’ – che ha sistematicamente attaccato i settori a basse emissioni di carbonio come l'istruzione e la sanità, affamando il trasporto pubblico e costringendo a privatizzazioni energetiche sconsiderate /come accade adesso in Italia con il governo Meloni, ndt/ – è una forma di pensiero fossilizzata che è diventata una minaccia per la vita sulla terra.” Avvertenza di chi scrive: non confondete Naomi Klein con Naomi Wolf, il suo doppio che ha largamente attinto alle tesi dell'autrice per veicolare messaggi antiteci al suo pensiero, avvalorando teorie complottiste sulla medicina dei vaccini come se fossero responsabili di malattie contratte dopo averli assunti e sparando a zero su quell che lei chiama "big pharma", l'industria dei preparati farmaceutici. Un pò come fa adesso in Italia il generale Vannacci inducendoci a credere alle sue teorie sul genere (maschile/femminile) non avvalorate da nessunissimo scienziato.

venerdì 23 febbraio 2024

Cibo di risulta, pappa con il pomodoro e zuppa di cipolle

Se avete accumulato del pane secco, non buttatelo. Potete ricavarne almeno due ottime ricette. La responsabilità verso il clima e l'ambiente inzia da qui. Nel conservare il cibo che si ha in casa. Pappa con il pomodoro. Mettete in una ciotola il pane avanzato e lavoratelo con quanta acqua vi prende fino a diventare una pappa molle e salate a vostro gusto. In una casseruola di media grandezza fate soffriggere tre cucchiai di olio di oliva extravergine con uno scalogno tritato. A doratura raggiunta, versatevi una scatola di pomodori pelati, o mezza, a seconda di quanto pane avete. Io mi regolo sempre ad occhio. Aggiungetevi il pane e fate cuocere per un quarto d'ora. C'è chi lo fa anche con l'aglio, ma è meno digeribile. Zuppa di cipolle. Versate tre cucchiai di olio in una una casseruola di media grandezza. E adagiatevi tre fette di pane. Tagliate a pezzi grossolani tre cipolle e adagiatele sul pane. Fate dorare per pochi minuti e poi versatevi sopra del brodo. Anche questo tutto ad occhio. A questo punto non vi resta che versarvi sopra una e due uova che si cuoceranno in camicia. La zuppa è pronta quando il brodo si è ristretto e la cipolla bella dorata.

martedì 20 febbraio 2024

Agricoltura, quanto ci nutri?

In Francia, agli agricoltori spettano agevolazioni. Come si legge sulla newsletter di Agrisole, si apprende infatti che in particolare al settore vitivinicolo verrà applicato il tasso massimo sui mutui del 2,5%, per allungare la durata della restituzione dei prestiti.Infatti sull'impresa agricola, come in ogni settore di attività, gravano alcuni oneri (assicurazioni, costo del noleggio o dell'acquisto dei trattori) sui quali pesano le strette del settore creditizio.Si pensi che anche in Italia, dove l'estensione degli ettari coltivati sono molti di meno, per la posizione morfologica della Penisola, stretta tra Alpi e Appennini dove non sono rari gli eventi sismici, e ora anche gli stratempi (alluvioni o siccità) causa cambio climatico, molti agricoltori si sono trovati nella condizione di tenere nelle stalle o in cantina, vini e formaggi. Nel quadro complessivo della stretta sul settore pesano i patti del Mercosour, liberi scambi commerciali con i Paesi dell'America Latina (Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay), non ancora definiti dalla Commissione Europea. La spesa delle famiglie al supermercato, ipermercato, discount o mercato rionale è sempre più cara; in Italia 7 milioni di famiglie vivono sotto la soglia della povertà, e tra queste ci sono anche molti giovani. L'ortofrutta che mangiamo, oltre che arrivare spesso dall'estero (Francia, Spagna, Marocco), è sempre più spesso prodotto delle serre dove si attua l'agricoltura idroponica, cioè con le radici nell'acqua e non nella terra, di cui avevo già parlato in queste pagine in tempi non sospetti. Il biologico (assenza di pesticidi) è un lusso per pochi, ma non per questo non bisogna lavorarci per renderlo più alla portata di molti. Il fatto è che in questo caso bisogna affidarsi alla rotazione delle colture, con la conseguenza che molti terreni rimangono a riposo mentre si cerca di coltivarne altri. Last but not least (ultimo ma non meno importante) sappiamo davvero, tra additivi e coloranti chimici e merce proveniente dall'Estremo Oriente,cosa mettiamo nel piatto? Il pollo, ad esempio, da quanti "millenni" non è più ruspante ma cresciuto ad estrogeni? E gli antibiotici che gonfiano la bistecca? Gli NTG, Nuove tecniche genomiche di cui ho parlato di recente, sono davvero un modo nuovo e "pulito" di rendere l'ortofrutta più sana e più "curativa"? O dietro di loro non si nascondono piuttosto i vecchi ogm (organismi geneticamente modificati, cioè con l'introduzione di geni che non gli appartengono in natura) e le vecchie clonazioni (vedi la pecora Dolly?). Per tutti questi argomenti di discussione vi rimando alla trasmissione televisiva di fine febbraio della giornalista Sabrina Giannini che esplora da tempo queste tematiche con rigore scientifico.E con dietro uno staff che io non posseggo per approfondire.

Sinistra unita, se ci sei batti un colpo

Piccola nota a margine dei miei soliti interventi su cibo e agricoltura. Stanno tornando gli anni di piombo? L'esponenente della Lega Gian Marco Centinaio sembra sia stato minacciato anche con l'invio di una busta sospetta nel suo ufficio. Intanto Rai Tre a margine della sua nota trasmissione Prima Pagina, la lettura dei giornali, a Pagina Tre, quella culturale, diffonde la voce di Groucho Marx, da non confondere con Karl Marx, che invita a essere contro: "I'm against it". Morto nel 1977, la raccolta di lettere in cui appare questa citazione apparve nel 1967, prodromo del '68. E ricorda un pò l'ideologia di Woody Allen. Ma poi venne il '77 e la lotta si fece cruenta.Certo ad un governo in crisi, con lo scivolone di Caivano, il barcone di migranti cui fu negato l'approdo pur essendo in acque italiane, fa gioco rinfocolare vecchi attriti, nella speranza di raccogliere più consenso possibile, o meglio non perdere quello che già ha. Voce unita della sinistra, di tutta la sinistra, non pervenuta.

mercoledì 14 febbraio 2024

Ricetta della pinza pasquale

Un dolce tipico pasquale della tradizione triestina è la pinza, un lievitato che si può fare in casa. Io vi do la ricetta del libro "La cucina triestina" di Maria Stelvio, uscito nel 1927 e che ebbe altre 14 edizioni. Ingredienti: 1 bacchetta di vaniglia; 60 gr di lievito; 600 gr di farina; 400 gr di farina; 100 gr di zucchero; 60 gr di burro; 2 tuorli; 3 uova; cumino; 9 tuorli; 1 uovo per lucidare la superficie; 1 kg di farina; 360 gr di zucchero; 200 gr di burro; raschiatura della buccia di mezzo limone e mezza arancia. Procedimento: setacciare la farina. Pestare in un mortaio la vaniglia sminuzzata assieme allo zucchero e setacciare. In un ampio recipiente frullare il lievito sminuzzato e sciolto con un pò di acqua tiepida, un cucchiaio di zucchero e 400 gr di farina formando una pasta molle come crema scorrevole; farla lievitare in un luogo caldo, ricoperta da una salvietta di cotone; raddoppiato che sia il volume, aggiungere a piccoli quantitativi, ora di un genere, ora di un altro, sempre mescolando: 600 gr di farina, 100 di zucchero; 60 di burro sciolto tiepido, 2 tuorli, 3 uova, limone arancio, cumino, 30 gr di sale e lasciar nuovamente lievitare. Raddoppiata che sia la massa versarla in un kg di farina a mmucchiata sulla tavola assieme a 360 gr di zucchero; aggiunegere 200 gr di burro sciolto tiepido e 9 tuorli. Lavorare l'impasto con le mani, che da prima vi si appiccicherà ma che man mano infarinando la tavola prenderà consistenza. La pasta deve essere facilmente maneggiabile in modo che affondadovi un dito la pasta si livelli subito, se questo non avviene va aggiunta dell'acqua tiepida. Lavorare un'ora sulla tavola, sempre infarinata. A lavorazione finita la pasta non deve attaccarsi né sulle mani, né sulla tavola. Come avrete capito con queste dosi si formano sette panetti, che si cuociono disponendoli su carta da forno burrata e facendoli prima lievitare al caldo del termosifone. Quando saranno quasi raddoppiati di volume, ungerli con l'uovo mescolato e con le forbci praticare dal basso verso l'alto tre tagli a stella, fondi circa 3 cm. Arrostire poi i panetti in forno tradizionale statico a 165 gradi per 35 minuti. Arrostendone uno per volta, il forno sarà pronto per il successivo. E avrete così 7 pinze, una volta in famiglia le donne stavano in casa e avevano il tempo di lavorare in grande. Adesso impastare a mano non si fa più; ci sono le moderne planetarie e i robot da cucina. Pertanto se ne avete uno potete sbizzarirvi a realizzare tutti questi impasti quando e come volete. Dividendo poi tutti questi ingredienti per sette avrete una pinza sola che può bastare per quattro, cinque, sei o anche sette persone.

martedì 13 febbraio 2024

Zabaione con caffé o marsala

Con la fine di febbraio sembra che il meteo cambi e verrà freddo anche al Nord per ora graziato dalle basse temperature. Prepariamoci dunque ad affrontarlo, oltre che con tisane calde, con il dolce più energetico di tutti: lo zabaione. Che si faccia sbattendo uno, due o più tuorli a seconda di in quanti si è, con lo zucchero fino a che diventino bianchi, lo sanno tutti. Ma io lo facevo anche aggiungendoci l'albume montato a neve, e il caffé o il marsala, una vera delizia.

Un Carnevale sbiadito dalle carnevalate di cantanti, presentatori e influencer

Un martedì grasso come questo, a rimorchio delle canzonette e degli outfit improbabili di cantanti, presentatori e influencer, potrebbe un po' sfigurare. Invece il nostro Paese è la patria degli artigiani: del ferro, con il quale si ferrano le zampe dei cavalli per le carrozze, del vetro, ancor prima di quello di Boemia, della creta, del marmo e del legno. Con cui preparare oltre alcuni fra i carri più belli del mondo, anche le scenogafie, i costumi e gli addobbi dei templi della lirica, oggi Patrimonio Unesco dell'Umanità. Il Carnevale di Venezia e quello di Viareggio sono l'espressione più autentica di questa nostra inventiva, ma nel tempo se ne sono aggiunti altri, come quello della battaglia delle arance di Ivrea. In tutta Italia, tranne a Milano, dove fu vescovo Sant'Ambrogio e la chiusura della festa in maschera avviene sabato prossimo, con il mercoledì delle Ceneri il Carnevale finisce e si inziano a contare i giorni dell'Avvento della prossima Pasqua che quest'anno cade il 31 marzo e il primo aprile è il Lunedì dell'Angelo. Natale con i tuoi e Pasqua con chi vuoi, recita un famoso detto. Ma cosa mangiare in queste due festività? Chiacchiere, dette anche crostoli o frappe, e tortelli a Carnevale. Una volta si facevano in casa, ma adesso si comprano in pasticceria o al supermercato. Le prime sono fritte o al forno, i secondi fritti e riempiti di crema e uvette o vuoti e poi cosparsi di zucchero. Uovo di cioccolato con sopresa, al latte o fondente, e colomba mettono d'accordo tutti. Ma come da tradizione ogni Regione italiana ha le sue specialità. Tra cui ricordo pinze e presnitz e titole all'Est e pastiera a Napoli. I primi due sono fatti di pasta sfoglia ripiena di frutta secca e cotti al forno e le titole sono trecce di pasta frolla con un uovo sodo colorato inserito a una delle due estremità. La pastiera, ma lo sapete meglio di me, si fa con il riso o grano cotto, ricotta, zucchero, burro e latte. Ho un mese e mezzo per essere più precisa nelle ricette pasquali.

Social, se la merce siamo noi ...

Sì, è vero, a proposito della protesta dei trattori, ho scritto mucca Carolina al posto di Ercolina, che potrebbe suonare come un suo anagramma, e con questo, oltre a sbagliare, ho tradito la mia anzianità. Essendo la mucca Carolina una mucca gonfiabile, ad altezza bambini, che stava sempre in piedi nonostante i nostri tentativi di buttarla giù. Ma era il tempo di Carosello,la pubblicità dei prodotti passava solo da lì, in quel siparietto di innocui e ingenui filmatini prima del telegiornale, e non eravamo invasi dai messaggi del marketing selvaggio di oggi. "Selvaggio" perché, da quando si è deciso che per vendere un'azienda doveva attenersi alle regole delle 4 "P", prodotto, packaging (imballaggio), pubblicità e anche promozione, non passa giorno che si assista all'invasione di campo di queste ultime in tutti i programmi radiofonici e televisivi. Poi è stata la volta di computer e Internet, con i quali i "prodotti" sono diventate le persone, che si intrattenevano in chat per cercare l'anima gemella. Adesso è arrivata la volta dei social e i suoi Like, i "mi piace", e siamo diventati tutti merce sul mercato dell'analisi interiore. Sì, perché a seconda di cosa ci piace e a seconda delle recensioni positive o negative che le aziende, tutte le aziende, agricole, industriali, del commercio e dei servizi, ricevono dai singoli individui, si misura la loro stabilità sul mercato. Ma mettere i nostri like non è gratis. Perché i prodotti diventiamo noi, le informazioni che ci riguardano, comprese quelle sensibili, come i dati anagrafici e quelli sanitari. Lo sfacelo così facendo cui siamo andati incontro è sotto gli occhi di tutti, con le notizia sempre peggiori di cronaca. E commentando queste distorsioni della vita sociale, stendo un velo di pietoso silenzio su Sanremo. Non vale nemmeno la pena, secondo me, di parlarne ancora.

venerdì 9 febbraio 2024

Cibi Ntg, cosa sono e cosa mangeremo

A margine della lotta dei trattori, è scaturita, tra le associazione degli agricoltori e il ministero della sovranità alimnetare e delle foreste, come si chiama adesso il vecchio Mipaaf, la questione dei cibi Ntg, presto sulle nostre tavole. La sigla vuol dire Nuove tecniche genomiche e se ne è parlato il 5 luglio, precisando che non sono Ogm (organismi geneticamente modificati). Si tratterebbe (ne hanno parlato in questi giorni i quotidiani) di inserire nei prodotti alimentari della terra dei geni non ogm che ne modifichino le caratteristiche in meglio. Potremmo così avere delle banane che se cadono non si ammaccano, patate coltivate con il 50% in meno di pesticidi, ortaggi in genere più resistenti agli agenti infestanti senza bisogno di più chimica. Sembra l'araba fenice che mette d'accordo contadini e consumatori, i quali potrebbero così mangiare meglio. Ma a quale prezzo? Per adesso si sa soltanto che è aperto il dibattito. Perché lo stesso ministro Lollobrigida ha assicurato, in maniera un po' politica (ma su che cosa non si dividono gli italiani tra destra e sinistra, dalle massime cariche dello Stato ai comuni cittadini) solo che non mangeremo farine di grilli e altre simili amenità. E che non favorirà i latifondisti (proprietari di larghe aree di terra) a scapito dei piccoli proprietari (i quali peraltro hanno anche la loro rappresentanza, Coldiretti, che mira ad una poltrona in Parlamento). Insomma, i trattori, tra cui quelli partiti da Melegnano, sostano alle porte di Roma; la mucca Carolina a quelle di Sanremo, con la promessa di Amadeus di parlarne senza però farla entrare. Si prospetta, ai piani alti, la maniera di far rientrare la jacquerie (termine francese mutuato dalla Rivoluzione dei contadini che volevano restaurare il clero) con una riforma dell'irpef sui terreni agricoli che non penalizzi chi ha di meno a favore di chi ha di più. Ma si sa come finiscono in Italia certe questioni ...

mercoledì 7 febbraio 2024

Se il nostro cibo arriva dall'estero

Forse non tutti sanno che il nostro latte e i nostri formaggi sono stati oggetto, già negli anni Novanta del secolo scorso, di un’operazione di acquisto poco trasparente. Trattatasi della cessione del frutto del loro lavoro alla francese Lactalis, per un corrispettivo non adeguato. Ora il colosso francese dovrà incontrare l’ispettorato anti-frode per le violazioni riscontrate. Per la serie tutti i nodi vengono al pettine. Soprattutto adesso che contadini e allevatori sono impegnati in una dura lotta con la marcia dei trattori. Più piccoli si è, sotto i dieci ettari di superficie agraria coltivabile, più ci si trova sotto lo scacco delle grandi multinazionali dell’alimentare. Per questo alla fine i conti non tornano. Come già fatto notare in un altro mio post, la situazione sta degenerando per più d’uno dei generi alimentari per cui si fa la spesa al supermercato. Latte e cereali sono rincarati per primi, anche perché per il grano non siamo autosufficienti e dobbiamo importarlo dall’estero (Canada in primis) e anche la nostra frutta, come le arance, aumenta di 5 volte il prezzo nel passaggio dai campi agli scaffali. Così la “spesa intelligente” diventa quella fatta al discount, (supermercati dai prezzi scontatissimi), dove però l’ortofrutta arriva dall’estero, Spagna e Grecia incluso il Marocco.

martedì 6 febbraio 2024

Spumanti in calo di consumi

Giampietro Comolli, presidente di OSVE-CEVES, Osservatorio Vini Spumanti, realizza come ogni anno l’analisi sui consumi di questi ultimi, questa volta a consuntivo sul 2023 e a preventivo sul 2024. E lo fa lanciando una nuova parola d’ ordine rispetto al vecchio binomio, ormai largamente superato di qualità-prezzo, e cioè: Realismo, Risparmio, Regionalità. Questi tre termini e emergono dall’analisi e commento dei dati raccolti nel 2023 sui vini e spumanti tricolori sui mercati nazionale, europeo ed internazionale. Il rilancio e lo slancio dei volumi post pandemia non sono confermati, mentre c’è un incremento dei prezzi e dei fatturati all’origine e al consumo. A condizionare i numeri dei mercati sono i costi aumentati lungo l’intera filiera produttiva, di forniture e distributiva. Nello scenario 2023 (e nel futuro), come sostiene qualcuno, si inserisce un crescente indirizzo normativo, sulle doc e docg (denominazioni di origine) e salutistico che porta a rinunce o a scelte. “Per il 2023 il bicchiere appare mezzo pieno … e per il 2024?” Si chiede Comolli. I fatturati aziendali e distrettuali (alcune Docg-Doc) hanno registrato un aumento fra il 4 e il 7%. Mentre i volumi frenano con cali, per singolo canale, tipologia, etichetta e per paese estero, variabili dal 2,8 al 12% in media. L’estero (Europa e Mondo) va meglio che non il mercato nazionale. Volumi in discesa e crescita del giro d'affari: un rapporto che da sempre è stato all’inverso per il vino italiano. In sintesi, si comprano meno bottiglie perché queste costano di più. Fino a che la morse inflattiva non si allenterà, il consumatore si orienterà su scelte meno costose, lasciando sullo scaffale le bottiglie più pregiate e bevendo sempre meno. Il che è un fenomeno che riguarda anche i millennials su cui pende la scure del debito lasciato loro da chi è venuto prima e contano le tendenze salutiste che fanno preferire bibite e acqua in bottiglia al costoso alcol.

lunedì 5 febbraio 2024

Uova con salsa Chateaubriand

No, non vi consiglierò ricette light, come le torte senza uova, senza latte o senza farina. O i sughi per le paste senza olio, senza burro, senza sale. O le fritture senza pangrattato, farina, uova e olio di semi di arachide, il migliore una volta per friggere, prima che quello extra vergine di oliva si prendesse la scena. Vi dirò invece come fare le uova affogate e come condirle. Le dosi sono queste: due uova per persona, acqua qb, un cucchiaio di aceto ogni due uova, mezzo pomodoro ogni due uova, e salsa Chateaubriand per condire e legare il tutto. Procedimento: in una pentola di medie dimensioni portare a ebollizione due bicchieri colmi di acqua. Quindi versarvi un cucchiaio di aceto di mele e le due uova che dovranno coprire i rossi con un velo di albume. Tagliare a metà un pomodoro di media grandezza e torglierne i semi per adagiarvi poi sopra le uova che avrete tolto dal fuoco con un ramaiolo bucato. Infine legare il tutto con la salsa Chateaubriand: vino Madera sbattuto in un brodo di pollo e mescolato con un burro chiarificato.

Trattori in marcia, un serpente che si morde la coda

Esiste un passato passato, un passato presente e un passato futuro. Per dirla con il poeta, siamo una X nel ciclo dell'azoto. Oppure anche, la storia si ripete una volta come tragedia e la seconda come farsa. E qui, con la Russia di Putin, che è un rimasuglio del vecchio passato zarista nonché stalinista, e l'Ucraina, che rivendica la sua indipendenza e bussa alle porte dell'Europa siamo alle solite. L'Europa non ne ha le forze, per difendersi, intendo. E così mi riallaccio alla questione "la marcia dei trattori". Cosa vogliano veramente, alzi la mano chi lo ha capito. Negli anni Novanta del secolo scorso, buttavano via le arance e inondavano i suoli di latte. Ma quella volta in Regione Lombardia, per chi non lo sapesse, la regione continentale più agricola d'Italia, c'era Umberto Bossi, che mostrava i suoi muscoli al governo e agli assessori regionali. Intanto gli agricoltori intascavano i soldi della Pac, Politica agricola comunitaria regolata a livello europeo dai notabili di Bruxelles. Così vendere i prodotti al giusto prezzo non era la loro priorità. Poi è arrivata la grande distribuzione organizzata, supermercati, ipermercati e centri commerciali. I contadini hanno dovuto allora vendere la propria merce ai trasformatori industriali, i quali la passano poi ai grossisti, per soddisfare uno smercio su lunghissima scala, la cosiddetta filiera. Oggi lamentano il fatto che i pochi centesimi che costano i loro prodotti, diventino decuplicati sullo scaffale delle grandi superfici di vendita. E, partiti da Milano, minacciano la marcia su Roma (vi ricorda niente?). Insommma, sono i Kulacki dei tempi di Lenin, contadini a mezzadria, che pagavano la mezza al padrone della terra, Vandeani francesi, contadini reazionari che volevano la restaurazione del clero ai tempi della rivoluzione, o servi della gleba, il popolino feudale che coltivava sottomesso ai tempi dell'Impero Romano? Intanto vini e formaggi, i nostri prodotti più identitari (come quelli della Francia, del resto) rimangono in cantina, in attesa di tempi migliori. Che però verranno solo se si mette un limite all'inflazione (carovita) che restituisca ai consumatori un equo potere di acquisto. Insomma un serpente che si morde la coda ...