venerdì 9 febbraio 2024

Cibi Ntg, cosa sono e cosa mangeremo

A margine della lotta dei trattori, è scaturita, tra le associazione degli agricoltori e il ministero della sovranità alimnetare e delle foreste, come si chiama adesso il vecchio Mipaaf, la questione dei cibi Ntg, presto sulle nostre tavole. La sigla vuol dire Nuove tecniche genomiche e se ne è parlato il 5 luglio, precisando che non sono Ogm (organismi geneticamente modificati). Si tratterebbe (ne hanno parlato in questi giorni i quotidiani) di inserire nei prodotti alimentari della terra dei geni non ogm che ne modifichino le caratteristiche in meglio. Potremmo così avere delle banane che se cadono non si ammaccano, patate coltivate con il 50% in meno di pesticidi, ortaggi in genere più resistenti agli agenti infestanti senza bisogno di più chimica. Sembra l'araba fenice che mette d'accordo contadini e consumatori, i quali potrebbero così mangiare meglio. Ma a quale prezzo? Per adesso si sa soltanto che è aperto il dibattito. Perché lo stesso ministro Lollobrigida ha assicurato, in maniera un po' politica (ma su che cosa non si dividono gli italiani tra destra e sinistra, dalle massime cariche dello Stato ai comuni cittadini) solo che non mangeremo farine di grilli e altre simili amenità. E che non favorirà i latifondisti (proprietari di larghe aree di terra) a scapito dei piccoli proprietari (i quali peraltro hanno anche la loro rappresentanza, Coldiretti, che mira ad una poltrona in Parlamento). Insomma, i trattori, tra cui quelli partiti da Melegnano, sostano alle porte di Roma; la mucca Carolina a quelle di Sanremo, con la promessa di Amadeus di parlarne senza però farla entrare. Si prospetta, ai piani alti, la maniera di far rientrare la jacquerie (termine francese mutuato dalla Rivoluzione dei contadini che volevano restaurare il clero) con una riforma dell'irpef sui terreni agricoli che non penalizzi chi ha di meno a favore di chi ha di più. Ma si sa come finiscono in Italia certe questioni ...

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