La vodka Grey Goose sposata con mirtilli freschi,
cristallizzata con zenzero, lime e una carezza di soda water. Ideale per
rinfrescarsi in queste afose giornate estive è una delle proposte di Klover, il
bar di un gruppo di giovani nel cuore della movida milanese. Il locale propone
inoltre un evento intitolato “Winenot”, e altri come il Fridays, due passion
latina, sbagliati, o gin lemon, a 10 euro. Speciali poi la serate All you need
is gin. Il mercoledì è la volta dello sconto agli universitari, del 30%. Su tutte,
svettano le proposte di vodka, My Moscow, e Gin. Qui si beve bene, dunque, ma fatelo con moderazione.
"diario sul cibo per chi non crede che il cibo sia cultura ma nutrimento e garantirlo a tutti sarebbe già un bel passo avanti...esistono 'il pane e le rose'…assicuriamo il pane a tutti perché tutti possano avere anche le rose…"
giovedì 21 luglio 2016
martedì 12 luglio 2016
Ma ho capito bene?
Vivere 15 giorni con 150 euro.
E’ quello che sta provando fare un gruppo di giovani come medicina anticrisi.
Ma io con 150 euro ci vivo due
mesi, bollette e imu a parte. Secondo me si è perso il senso della misura.
Negli anni della Milano da bere
erano troppi quelli che credevano di aver inventato la propria impresa.
Senza sapere ben che fare.
Invece io ho sono stata modesta collaboratrice esterna e ora stringo la
cinghia.
Facile appellarsi a Papa
Francesco e al suo senso della povertà. Di non solo pane vive l’uomo l’ho
scritto 10 anni fa sulla testatina del mio blog e oggi lo rivendico come
primato insieme allo spreco di risorse per produrre una fetta di carne (lo
scrissi in un articolo per Italia Oggi) e fui la prima a parlarne. Ora scopro
che vogliono mettere una tassa sulla carne per questo motivo. Proprio strano
come gira il mondo.
A proposito poi di a che cosa
serve l’agricoltura ho scoperto che molti hanno letto il mio post di tanti anni
fa così intitolato, e andandolo a rileggere non mi sembra più una provocazione
quanto una seria riflessione.
Oggi tutti parlano di land
grabbing, di pomodori coltivati in Nigeria, di pasta fatta con il grano duro
degli Usa. Avevo già accennato a tutte queste tematiche molti anni fa. Come al
business delle intolleranze.
Di origine in etichetta delle
materie prime anche lavorate, poi, esistente in una direttiva di Bruxelles non
voglio nemmeno parlare, perché mi fece perdere un lavoro. Ma ora vengo a sapere
che in Francia l’hanno adottata per il latte e in Italia invece se ne deve
ancora discutere. Potere delle multinazionali? (Anche se io credevo
ingenuamente che le direttive di Bruxelles valessero automaticamente per tutti
i Paesi dell’Unione, che poi sono diventati 28).
Quando aprii il mio blog nel
2011 non credevo certo che venisse letto da tanti, anche se ho raggiunto punte
di 900 visite al mese. Ma poi mi sono ricreduta e ho continuato nel paziente
lavoro di smontare la massa delle tante credulità in cui cade la società dei
consumi appunto di massa. Ma ho scoperto che la gente comune ci vuole credere
pena la perdita del suo senso di stare nel mondo. Quindi i consumi sono al
centro.
Un ultimo accenno alle mode
vegane e a quelle del mangiare senza (senza zuccheri, senza sale, senza grassi,
senza colesterolo ecc.) è d’obbligo essendomi battuta in tempi non sospetti
contro la loro assurdità.
lunedì 4 luglio 2016
Ikea apre in India
Dopo
quasi 30 anni di presenza commerciale, aprirà nel 2017 il primo negozio. E
molti altri seguiranno nell’arco di otto anni.
Apre in India, nel 2017, il
primo negozio Ikea. E molti ne seguiranno nell’arco di 8 anni. La sua presenza
commerciale nel Subcontinente asiatico risale a 30 anni fa. Ma solo adesso le
leggi permettono ad un’azienda controllata al 100% da una proprietà straniera
di operare sul territorio indiano. Ikea intende aprire 25 negozi in otto anni.
Il primo sorgerà di fronte alla stazione della metropolitana della nuova area
di Hitech City a Hydebarad, una delle maggiori città indiane, con 8 milioni di
abitanti. Il nuovo mercato ha un immenso potenziale, con una classe media in
rapida ascesa che ha aumentato i suoi livelli di reddito. Ikea va inoltre nelle
scuole a presentare l’azienda e il marchio a coloro che potranno diventare
nuovi collaboratori o clienti. Ikea sarà anche autorizzata a vendere online. E
sono in corso trattative per introdurre il part time e consentire lo
svolgimento delle attività logistiche nella notte. Ikea già comprava i suoi
prodotti in India, soprattutto il tessile e i tappeti , adesso ha iniziato la
selezione del personale per cercare i 500 co-worker del primo negozio. Con
l’obiettivo di arrivare alla formazione professionale per un milione di donne.
Attualmente l’India rappresenta solo il 3% della produzione di Ikea. Ha 50
fornitori con 45mila dipendenti in India e
subfornitori con 400mila dipendenti. Entro il 2020 conta di raddoppiare
il numero di fornitori locali e aumentare il numero di categorie di prodotti.
Secondo i piani aziendali, la produzione locale dovrà coprire il 30% della
domanda entro il 2022, usando materiali indiani quali il bambù, noce di cocco,
giacinto d’acqua, fibre di banano e scarti della lavorazione dello zucchero. Il
bilancio di esercizio del Gruppo 2015/2016 chiude a 31.9 mld di euro di vendite
a livello mondiale con un incremento di fatturato dell’11,2%. La presenza in
India di un gigante monomarca in un Paese in cui la distribuzione è arretrata e
frammentata è una novità di non poco peso.
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