martedì 12 luglio 2016

Ma ho capito bene?


Vivere 15 giorni con 150 euro. E’ quello che sta provando fare un gruppo di giovani come medicina anticrisi.

Ma io con 150 euro ci vivo due mesi, bollette e imu a parte. Secondo me si è perso il senso della misura.

Negli anni della Milano da bere erano troppi quelli che credevano di aver inventato la propria impresa.

Senza sapere ben che fare. Invece io ho sono stata modesta collaboratrice esterna e ora stringo la cinghia.

Facile appellarsi a Papa Francesco e al suo senso della povertà. Di non solo pane vive l’uomo l’ho scritto 10 anni fa sulla testatina del mio blog e oggi lo rivendico come primato insieme allo spreco di risorse per produrre una fetta di carne (lo scrissi in un articolo per Italia Oggi) e fui la prima a parlarne. Ora scopro che vogliono mettere una tassa sulla carne per questo motivo. Proprio strano come gira il mondo.

A proposito poi di a che cosa serve l’agricoltura ho scoperto che molti hanno letto il mio post di tanti anni fa così intitolato, e andandolo a rileggere non mi sembra più una provocazione quanto una seria riflessione.

Oggi tutti parlano di land grabbing, di pomodori coltivati in Nigeria, di pasta fatta con il grano duro degli Usa. Avevo già accennato a tutte queste tematiche molti anni fa. Come al business delle intolleranze.

Di origine in etichetta delle materie prime anche lavorate, poi, esistente in una direttiva di Bruxelles non voglio nemmeno parlare, perché mi fece perdere un lavoro. Ma ora vengo a sapere che in Francia l’hanno adottata per il latte e in Italia invece se ne deve ancora discutere. Potere delle multinazionali? (Anche se io credevo ingenuamente che le direttive di Bruxelles valessero automaticamente per tutti i Paesi dell’Unione, che poi sono diventati 28).

Quando aprii il mio blog nel 2011 non credevo certo che venisse letto da tanti, anche se ho raggiunto punte di 900 visite al mese. Ma poi mi sono ricreduta e ho continuato nel paziente lavoro di smontare la massa delle tante credulità in cui cade la società dei consumi appunto di massa. Ma ho scoperto che la gente comune ci vuole credere pena la perdita del suo senso di stare nel mondo. Quindi i consumi sono al centro.  

Un ultimo accenno alle mode vegane e a quelle del mangiare senza (senza zuccheri, senza sale, senza grassi, senza colesterolo ecc.) è d’obbligo essendomi battuta in tempi non sospetti contro la loro assurdità.




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