Dalla newsletter del Club Papillon apprendo e qui riporto che secondo uno studio del Cnr, uno chef su due ha avuto problemi di salute durante la propria carriera lavorativa. Tra le motivazioni, gli alti livelli di stress e gli orari forzati di esercizio dell’attività. Vengo anche a conoscenza che circa 3 mln di italiani soffrono di disturbi alimentari. Tra quelli più frequenti, anoressia e bulimia nervosa, e le ossessioni per il cibo “sano” (ortoressia) con la paura che la maggior parte degli alimenti possa fare male. Ma si scopre anche (evviva, evviva!) che alcuni individui non sanno cosa significhi essere stressati. E’ quanto emerge da uno studio della rivista New Scientist; questa sorta di immunità, pare sia dovuta ad una serie di equilibri che si creano a livello genetico ed ormonale. Come dire che chi soffre di stress non è un malato psichico, ma un "diverso" a livello di geni e ormoni.
"diario sul cibo per chi non crede che il cibo sia cultura ma nutrimento e garantirlo a tutti sarebbe già un bel passo avanti...esistono 'il pane e le rose'…assicuriamo il pane a tutti perché tutti possano avere anche le rose…"
giovedì 19 marzo 2020
sabato 14 marzo 2020
Coronavirus: IVSRA chiede misure per sostenere il turismo
Siamo ancora in piena emergenza coronavirus, il Governo cerca disperatamente accordi con i sindacati per scongiurare il pericolo disoccupazione nelle nostre aziende (che, lo ricordiamo, sono tutte piccole e medie) e c'è già a chi pensa a come rilanciare il nostro turismo se non proprio ora (a Pasqua per esempio) ma almeno a partire dalla prossima estate. La questione, si sa, è annosa. L'Italia negli ultimi 15 anni è passata dal primo al quinto posto nelle destinazioni turistiche e non per il coronavirus. Ora si tratta, secondo IVRSA, Istituto per lo sviluppo del turismo agrario e agriturismo, di rilanciare e sostenere i piccoli imprenditori del settore, ad esempio abolendo l' imposta di soggiorno (10 euro), nei luoghi dove vige, e sostituirla con un incentivo di soggiorno (10 euro a persona a carico della fiscalità generale). "Il turismo italiano - dice Mario Pusceddu - presidente IVSRA - è ora in ginocchio: prenotazioni in gran parte disdette, restituzioni di caparre per svariati milioni di euro, perdita di presenze (pernottamenti) nelle imprese ricettive nell' ordine del 70-80%." Il turismo è il nostro "petrolio" e serve che ritorni ad essere più competitivo", chiosa Stefano Caporossi, membro di IVSRA. Già nel 2019 il settore in Italia era negativo (-9% dei viaggi e -5% dei pernottamenti) rispetto ad una crescita delle altre destinazioni internazionali nell'Area Mediterranea del +5%. Una tendenza che difficilmente si invertirà finché la nostra Penisola sarà stretta nella morsa delle "zone rosse".
venerdì 13 marzo 2020
Uno spunto di riflessione dal Dalai Lama
La saggezza dell'Oriente, la stessa parte di mondo che ci ha portato il Covid-19, sta forse in queste parole del Dalai Lama: "Dona a chi ami ali per volare, radici per tornare e motivi per rimanere". Speriamo in questi giorni minacciati dal coronavirus di poter un giorno tornare a muoverci, e poi rientrare a casa e di trovare negli affetti motivi per restare.
giovedì 12 marzo 2020
Covid-19, cosa serve all’agricoltura per non soccombere
Come per tante altre cose, la
ricetta per far fronte alle calamità moderne è nel passato. Così IVSRA,
l’Istituto per lo sviluppo rurale e l’agriturismo ha anticipato la settimana
scorsa i provvedimenti che il Governo sta prendendo in queste ore per sgravare
aziende e agricoltori dalle conseguenze del Coronavirus. Innanzitutto, scrive
Giorgia Pusceddu di IVSRA, “nel dopoguerra gli agricoltori, per guadagnare di
più, furono convinti a produrre molto in poco spazio anziché poco in molto
spazio. In sostanza per capire meglio in un ettaro di vigneto trasformato a
pergola si potevano produrre anche ottocento quintali di uva anziché gli
ottanta classici di un impianto a filare.” Solo dopo molti anni tuttavia si
capì che questo metodo portava ad un peggioramento della qualità dell’uva e del
vino, il prodotto di punta della nostra agricoltura. “Furono gli agricoltori
moderni degli anni Ottanta – continua Pusceddu - gli artefici del cambiamento,
insieme agli inventori dell’agriturismo, un modo di fare vacanze vicino alla
terra e ai suoi frutti.” Oggi per effetto del Covid-19, che IVSRA attribuisce
erroneamente alla “comunicazione sul Coronavirus” (non si tratta di
comunicazione ma di una emergenza reale, vera, che comporta molti morti e
sconvolge la vita e le abitudini di ciascuno di noi, ndr.), è certamente
necessario prendere dei provvedimenti che vadano incontro al settore, come tra
l’altro il Governo sta già facendo. Vediamo quali in base alla scaletta stilata
da IVSRA.
Finché c’è il virus azzerare i
contributi previdenziali per i dipendenti e la tassa di soggiorno per gli
ospiti, tagliare gli oneri sullo smaltimento dei rifiuti e il diritto d’autore,
introdurre l’incentivo di soggiorno.
Ridurre i costi di tutte le
imprese turistiche, tenuto conto della forte contrazione degli ospiti.
Chiamare a contribuire alle
suddette riduzioni tutte le istituzioni alle quali sono dovute imposte e
compensi che prescindono dai pernottamenti, pasti e servizi turistici venduti
dalle imprese.
Mantenere intatti i livelli di
occupazione.
Per fare questo secondo IVSRA
serve:
L’imposta di soggiorno abolita.
Dovuto agli ospiti di tutti i Comuni un incentivo di soggiorno (riduzione sulla
tariffa di alloggio) di 10 euro che le imprese turistiche recupereranno sui
versamenti Iva all’Erario.
Ridotta dell’80% l’imposta
sullo smaltimento dei rifiuti.
Ridotti dell’80% i contributi
SIAE (Società per i diritti d’autore), SCF (Società consortile fonografici) e
l’abbonamento speciale RAI.
Azzerati per le imprese i
contributi assistenziali e assicurativi sulle retribuzioni ai dipendenti dovuti
a INPS e INAIL e trasferiti a INPS e INAIL.
“In Italia – dichiara Stefano
Caporossi, responsabile del settore agricoltura di IVSRA – operano circa
216mila imprese ricettive turistiche, per 5,1 mln di posti letto: senza un
intervento forte e tempestivo del Governo stimiamo che il 30% chiuderà e il
70% licenzierà parte del personale.”
martedì 3 marzo 2020
La peste di Camus
-"Ovviamente, sapete che cos'è, Rieux?"
- "Attendo i risultati delle analisi."
- "Io lo so. E non ho bisogno delle analisi. Ho fatto parte della mia carriera in Cina, e ho visto qualche caso a Parigi, una ventina d'anni fa. Solamente, non hanno osato darle un nome, per il momento … E poi, come diceva un confratello: "E' impossibile, tutti sanno che è scomparsa dall'Occidente."
Sì, tutti sapevano, salvo i morti. Avanti, Rieux, voi sapete bene come me cos'è …
- "Sì, Castel, disse, è appena credibile. Ma sembra proprio che sia la peste.
Questa la quarta di copertina del più celebre romanzo di Albert Camus (1913-1960), Premio Nobel nel 1957. Tiratura in Francia due milioni e mezzo di esemplari.
"E' altrettanto ragionevole rappresentare una specie di prigionia per un'altra che rappresentare non importa cosa che esiste realmente per qualcosa che non esiste affatto."
Daniel De Foe
E noi in effetti oggi siamo imprigionati da una cosa impalpabile che non si vede e non si tocca, se non nei corpi degli ammalati, quelli che stanno negli ospedali e quelli che non sanno ancora di essere infettati ma implorano un tampone. Così la gente, in controtendenza rispetto a quello che si dovrebbe fare, si affolla davanti ai Pronto Soccorso. I giornali e telegiornali minimizzano. I politici strumentalizzano. Gli specialisti sono stufi di apparire nelle varie trasmissioni televisive.
"Ascoltando, in effetti, la crisi di allegria che saliva nella città, Rieux si ricordava che questa allegria era sempre minacciata. Perché sapeva che questa allegria era sempre minacciata. Perché sapeva che questa folla in gioia ignorava, e lo si può leggere nei libri, che il bacillo della peste non sparisce mai, che può restare dozzine di anni dormiente nei mobili e nella biancheria, che attende pazientemente nelle camere, le cantine, le valigie, i fazzoletti, le cartacce e che, forse, verrà il giorno in cui, per la sfortuna e l'insegnamento degli uomini, la peste risveglierà i suoi topi e li vedrà morire in una città felice."
Fine del libro e inizio delle nostre paure ...
- "Attendo i risultati delle analisi."
- "Io lo so. E non ho bisogno delle analisi. Ho fatto parte della mia carriera in Cina, e ho visto qualche caso a Parigi, una ventina d'anni fa. Solamente, non hanno osato darle un nome, per il momento … E poi, come diceva un confratello: "E' impossibile, tutti sanno che è scomparsa dall'Occidente."
Sì, tutti sapevano, salvo i morti. Avanti, Rieux, voi sapete bene come me cos'è …
- "Sì, Castel, disse, è appena credibile. Ma sembra proprio che sia la peste.
Questa la quarta di copertina del più celebre romanzo di Albert Camus (1913-1960), Premio Nobel nel 1957. Tiratura in Francia due milioni e mezzo di esemplari.
"E' altrettanto ragionevole rappresentare una specie di prigionia per un'altra che rappresentare non importa cosa che esiste realmente per qualcosa che non esiste affatto."
Daniel De Foe
E noi in effetti oggi siamo imprigionati da una cosa impalpabile che non si vede e non si tocca, se non nei corpi degli ammalati, quelli che stanno negli ospedali e quelli che non sanno ancora di essere infettati ma implorano un tampone. Così la gente, in controtendenza rispetto a quello che si dovrebbe fare, si affolla davanti ai Pronto Soccorso. I giornali e telegiornali minimizzano. I politici strumentalizzano. Gli specialisti sono stufi di apparire nelle varie trasmissioni televisive.
"Ascoltando, in effetti, la crisi di allegria che saliva nella città, Rieux si ricordava che questa allegria era sempre minacciata. Perché sapeva che questa allegria era sempre minacciata. Perché sapeva che questa folla in gioia ignorava, e lo si può leggere nei libri, che il bacillo della peste non sparisce mai, che può restare dozzine di anni dormiente nei mobili e nella biancheria, che attende pazientemente nelle camere, le cantine, le valigie, i fazzoletti, le cartacce e che, forse, verrà il giorno in cui, per la sfortuna e l'insegnamento degli uomini, la peste risveglierà i suoi topi e li vedrà morire in una città felice."
Fine del libro e inizio delle nostre paure ...
lunedì 2 marzo 2020
Fine della pesca illecita
Leggo sul Fatto Quotidiano, e
qui riporto, un interessante articolo sulla pesca nel nostro Paese: quella
illecita sta svuotando i nostri mari, ma non è una novità. Vale circa 23,5 mld
di dollari nel mondo. Secondo la Fao infatti il 33% di questi viene sfruttato oltre le soglie di sostenibilità.
Sul tema interviene anche l’Onu che chiede ai singoli Paesi di mettere fine
alla cattura illegale, ma solo entro il 2030.
II nas fermano falsi antivirus
I Nas hanno fermato nel vercellese
una donna che aveva dichiarato di aver trovato una dieta contro il CoVid19.
Vitamina C, carboidrati, pane e pasta integrali, frutta e verdura, come per una
comune influenza. Inoltre bere molto per idratarsi. E non dimenticare il giusto
apporto di proteine dato dalla carne. (Ma
si può? Questa è una dieta normale che tutti noi seguiamo nella nostra
alimentazione quotidiana e non può certo aver alcun effetto benefico contro un
virus tanto potente.)Intanto si segnalano anche casi di vendita nelle farmacie
di integratori contro il coronavirus. Mentre sul fronte delle grandi Fiere
internazionali, che attraggano molti visitatori stranieri che potrebbero non
voler venire in Italia perché infetta, si segnala che Vinitaly non è stata
rimandata, e Prowein che si doveva svolgere a Dusserdolf in Germania il 15
marzo è rimandata a data da destinarsi.
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