giovedì 12 marzo 2020

Covid-19, cosa serve all’agricoltura per non soccombere


Come per tante altre cose, la ricetta per far fronte alle calamità moderne è nel passato. Così IVSRA, l’Istituto per lo sviluppo rurale e l’agriturismo ha anticipato la settimana scorsa i provvedimenti che il Governo sta prendendo in queste ore per sgravare aziende e agricoltori dalle conseguenze del Coronavirus. Innanzitutto, scrive Giorgia Pusceddu di IVSRA, “nel dopoguerra gli agricoltori, per guadagnare di più, furono convinti a produrre molto in poco spazio anziché poco in molto spazio. In sostanza per capire meglio in un ettaro di vigneto trasformato a pergola si potevano produrre anche ottocento quintali di uva anziché gli ottanta classici di un impianto a filare.” Solo dopo molti anni tuttavia si capì che questo metodo portava ad un peggioramento della qualità dell’uva e del vino, il prodotto di punta della nostra agricoltura. “Furono gli agricoltori moderni degli anni Ottanta – continua Pusceddu - gli artefici del cambiamento, insieme agli inventori dell’agriturismo, un modo di fare vacanze vicino alla terra e ai suoi frutti.” Oggi per effetto del Covid-19, che IVSRA attribuisce erroneamente alla “comunicazione sul Coronavirus” (non si tratta di comunicazione ma di una emergenza reale, vera, che comporta molti morti e sconvolge la vita e le abitudini di ciascuno di noi, ndr.), è certamente necessario prendere dei provvedimenti che vadano incontro al settore, come tra l’altro il Governo sta già facendo. Vediamo quali in base alla scaletta stilata da IVSRA.

Finché c’è il virus azzerare i contributi previdenziali per i dipendenti e la tassa di soggiorno per gli ospiti, tagliare gli oneri sullo smaltimento dei rifiuti e il diritto d’autore, introdurre l’incentivo di soggiorno.  

Ridurre i costi di tutte le imprese turistiche, tenuto conto della forte contrazione degli ospiti.

Chiamare a contribuire alle suddette riduzioni tutte le istituzioni alle quali sono dovute imposte e compensi che prescindono dai pernottamenti, pasti e servizi turistici venduti dalle imprese.

Mantenere intatti i livelli di occupazione.

Per fare questo secondo IVSRA serve:

L’imposta di soggiorno abolita. Dovuto agli ospiti di tutti i Comuni un incentivo di soggiorno (riduzione sulla tariffa di alloggio) di 10 euro che le imprese turistiche recupereranno sui versamenti Iva all’Erario.

Ridotta dell’80% l’imposta sullo smaltimento dei rifiuti.

Ridotti dell’80% i contributi SIAE (Società per i diritti d’autore), SCF (Società consortile fonografici) e l’abbonamento speciale RAI.

Azzerati per le imprese i contributi assistenziali e assicurativi sulle retribuzioni ai dipendenti dovuti a INPS e INAIL e trasferiti a INPS e INAIL.

“In Italia – dichiara Stefano Caporossi, responsabile del settore agricoltura di IVSRA – operano circa 216mila imprese ricettive turistiche, per 5,1 mln di posti letto: senza un intervento forte e tempestivo del Governo stimiamo che il 30% chiuderà e il 70%  licenzierà parte del personale.”


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