lunedì 31 ottobre 2011

Danni al territorio, meglio prevenire

Incontro di Agriturist (Confagricoltura) sabato 5 novembre alle 11.00,
Sala Cinese della Reggia di Portici (Napoli), sulla sicurezza del territorio,
dei beni culturali, del turista.
Agriturist accoglie con soddisfazione l'impegno del ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, di rendere finalmente disponibili i fondi (circa 2,5 miliardi di euro) già stanziati nel 2009 per gli interventi più urgenti in difesa del suolo e (chissà per quale ragione, vista l'urgenza del problema) fino ad oggi inutilizzati. Positivo è anche l'annuncio che, per mettere in sicurezza il parco archeologico di Pompei, sono finalmente in arrivo 105 milioni euro dall'Unione Europea. Ma Agriturist sottolinea la necessità di superare la logica del "meglio tardi che mai", attuando finalmente una tempestiva politica di prevenzione delle frane e delle inondazioni, tenuto conto del fatto che riparare costa molto più che prevenire.
Di questi temi si parlerà nell'incontro su "Il Bel Paese maltrattato - Pompei un anno dopo", organizzato da Agriturist in collaborazione con la facoltà di agraria dell'Università "Federico II" di Napoli, Sabato 5 novembre alle ore 11.00,  presso la Reggia di Portici (Napoli), Sala Cinese, Via Università 101. Oltre al presidente di Agriturist, Vittoria Brancaccio e al preside della facoltà di agraria, Paolo Masi, parteciperanno: Roberto Ippolito, autore del libro "Il Bel Paese maltrattato" ed Enzo Feliciani, segretario nazionale della UIL per i Beni Culturali. Coordinerà il dibattito il giornalista de "La Repubblica", Carlo Franco.

domenica 30 ottobre 2011

“Coproduttori” o cittadini attivi?

Stop al consumo di territorio: un altro successo del marketing? Marx l’aveva (pre)detto: il capitalismo sarà sempre più capace di assorbire e disinnescare la portata dei movimenti di rivolta, come ha fatto anche con il Sessantotto, quando i giovani che volevano la fantasia al potere sono diventati non solo soggetto di nuovi consumi (i jeans, la musica rock ecc.) sui quali il capitalismo ha continuato a incamerare profitti, ma anche un oggetto stesso di consumo (per i cinquantenni d’oggi la parola d’ordine è essere forever young, per piacere di più). E’ così anche oggi quando ogni antagonismo, ogni lotta, ogni protesta, ogni movimento cerca la sua vetrina mediatica che risponde alle regole dello spettacolo e, appunto, del marketing. In questo caso il marketing dei "professionisti" dell’ ecologia. Come è successo con l’Assemblea di ieri durante il Forum Salviamo il Paesaggio Difendiamo i Territori. Il consumo di suolo è in continuo aumento (più 50.000 ha all’anno per una superficie cementificata di 2.350.000 ha, il 7,6% del territorio nazionale (teniamo presente che la nostra Penisola è formata da numerosi rilievi non edificabili). Ok, questo è un problema, anzi è forse, visti gli interessi in gioco, “il problema italiano”. Riduttivo (ma forse è proprio questo che si vuole fare, ridurre, limitare)  e anche inutile però, come ha fatto ieri Carlo Petrini a Cassinetta di Lugagnano, sostenere che i giovani debbano tornare a coltivare la terra, inutile invitare ai consumatori a diventare coproduttori per sottrarre il cibo al destino della commodity, cioè di merce talmente di base che ormai non costa quasi più nulla, per restituirgli il valore che merita in quanto “cibo buono, pulito e giusto” come recita lo slogan di Slow Food. Chi deciderà quando un cibo è veramente buono, che è pulito, che è giusto? Questi sono giudizi soggettivi. Per Petrini magari è buono il cibo dei suoi Mercati della Terra, presenti anche ieri a Cassinetta di Lugagnano, mentre non erano previsti banchetti degli agricoltori del Parco Sud Milano, i veri interessati al consumo di suolo fertile della zona. Il valore, inoltre, è e sarà sempre quello di mercato, cioè la risultante dei rapporti tra domanda e offerta e dei rapporti di forza tra capitale e forza lavoro. Più utile invece eleggere - è con il voto che un cittadino partecipa alla democrazia rappresentativa - amministratori seri che, come sta facendo con successo Domenico Finiguerra, rinuncino agli oneri di urbanizzazione a favore di un uso più razionale del territorio, opponendosi con forza a interessi estranei non solo alla buona gestione del Comune ma anche all’economia stessa. Sono i cittadini, e non i consumatori, pagando anche di più di tasca propria (eventuali altre tasse a compensazione degli oneri cui si rinuncia pur di non far cementificare ancora), i soggetti attivi della convivenza civile, lasciando che i produttori facciano la loro parte secondo le regole dell’impresa.     

sabato 29 ottobre 2011

Salviamo il territorio per salvare (anche) l’agricoltura

Si sta svolgendo oggi la prima Assemblea Nazionale “Salviamo il paesaggio, Difendiamo i territori” nel comune di Cassinetta di Lugagnano, alle porte di Milano, il luogo simbolo della lotta al consumo del territorio portata avanti dal suo sindaco Domenico Finiguerra, di cui questo blog ha parlato in un post dello scorso gennaio. “Stop al consumo di territorio” è il suo slogan e la pratica è quella di non costruire più ristrutturando l’esistente, per una migliore qualità della vita dei cittadini, con più verde e meno cemento, e per la salvaguardia del territorio, il cui dissesto idrogeologico provoca ancora sciagure come quelle di adesso in Liguria, che ha distrutto le Cinque Terre. E per la tutela dell’agricoltura, cui lasciare più terra per quell’attività, ha scritto Carlo Petrini su La Repubblica, che continuerà e essere fondamentale per continuare a garantirci la vita. Ma che è stata “lasciata per troppo tempo e con troppo potere in mano a un sistema agroindustriale globale che ha finito con il metterla in ginocchio, prima nei paesi poveri e ora anche in quelli ricchi. E sempre con effetti nefasti per ambiente, contadini e consumatori.” Il dibattito è aperto e ora ne parlano anche in questo Forum, cui sono presenti oltre a Petrini, anche altri rappresentanti del mondo agricolo come Vittoria Brancaccio, presidente di Agriturist. In particolare, sarà discussa e poi avanzata una proposta di legge popolare (che si può richiedere via mail all’indirizzo info@stopalconsumoditerritorio.it )

giovedì 27 ottobre 2011

Il prosciutto da laboratorio

La "semplice" manipolazione genetica? Superata. Il rischio pare ora quello che le multinazionali del cibo, ha raccontato oggi la trasmissione  di Rai3 Leonardo, dal brevettare appunto le manipolazioni, realizzando piante a animali Ogm, passino direttamente a brevettare le piante e gli animali stessi. Per ora l'Epo, l'Ufficio Brevetti Europeo di Monaco di Baviera, avrebbe rifiutato la richiesta, già pervenuta, di brevettare dei maiali. Ma l'intenzione sembra proprio quella di ottenere il brevetto, ossia la proprietà, dei geni dei cibi più convenzionali, dal pomodoro al riso. Chi si preoccupava di dover un giorno, dato ormai da più fonti per molto prossimo, di mangiare la bistecca prodotta in laboratorio, adesso ne ha la quasi certezza. 

Cibo, lusso per pochi?

Il 31 ottobre saremo, sulla terra, 7 miliardi. Quel grande successo del marketing che è il boom delle eccellenze agroalimentari metterà la terra in grado di fornire cibo a tutti? Per ora ne alimenta un grande spreco (10 milioni di tonnellate, secondo un sondaggio Swg per Coldiretti, buttati ogni anno solo in Italia), come si è  visto al Forum dell’agricoltura di Como del 21 ottobre. Mentre altri agricoltori insistono sulla necessità di aumentarne la produzione proprio per sfamare tutti. A Varsavia, il 26, durante la 35° Conferenza agricola Nord America-Europa, si è discusso anche di questo. Ecco la sintesi dell’intervento di Paolo Bruni del Cogeca, l’organizzazione delle cooperative degli agricoltori europee. 



 A Varsavia i rappresentanti del mondo agricolo di Europa e Nord America si confrontano su come fronteggiare la crescente domanda di cibo su scala globale. Bruni (Cogeca) sottolinea necessità di riequilibrare valore catena alimentare.
(26 ottobre 2011) Nel corso di un'importante conferenza tenutasi oggi a Varsavia, i leaders del mondo agricolo di Europa e Nord America hanno unito le proprie forze per sottolineare il bisogno di assicurare una sempre maggiore sicurezza alimentare e la necessità di aumentare la produzione agricola per fronteggiare la crescente domanda di cibo su scala globale.
Parlando alla conferenza, il Presidente della Cogeca Paolo Bruni ha osservato: “la domanda di generi alimentari su scala globale è destinata ad aumentare del 70% entro il 2050 e la produzione agricola è costantemente minacciata dalle condizioni climatiche avverse, oltre che dalla progressiva contrazione della terra coltivabile. Garantire la sicurezza alimentare, quindi, non è mai stato così importante come oggi. Quasi ognuno dei relatori intervenuti qui a Varsavia ha sottolineato questi concetti. La sfera politica ha quindi la responsabilità di garantire la sicurezza alimentare per le prossime generazioni e di assicurare allo stesso tempo che i produttori agricoli abbiano un futuro. I produttori e le loro famiglie compiono ogni giorno uno sforzo enorme per contribuire all'economia e alla vitalità delle aree rurali in tutto il mondo. Questo sforzo deve essere riconosciuto”.
I rappresentanti del mondo agricolo europeo e nord americano si sono inoltre pronunciati in merito all'enorme potere contrattuale della grande distribuzione organizzata, concordando sulla necessità di rafforzare la posizione dei produttori e delle cooperative agricole all'interno della catena alimentare e sul bisogno di perseguire un sempre maggior ritorno di reddito dai mercati. A questo proposito, il Presidente Bruni ha ribadito che “è cruciale rafforzare la posizione delle organizzazioni di produttori, come le cooperative, all'interno della catena del valore, in modo da permettere loro di fronteggiare il costante aumento della domanda di cibo. Per questo, riteniamo che le regole europee sulla concorrenza debbano essere adattate alla necessità di permettere alle organizzazioni di produttori di crescere in termini di dimensioni e massa critica”.
“E' fondamentale - ha concluso Bruni - tramandare alle generazioni future un'agricoltura europea che sia efficiente, dinamica e competitiva, oltre che pronta a garantire sia la sicurezza alimentare, che una produzione adeguata ai nuovi e crescenti bisogni della popolazione mondiale. Per tutte queste ragioni, è necessario vi sia un adeguato stanziamento di bilancio per la politica agricola comunitaria post 2013 e ci appelliamo alle istituzioni perché tengano presente tale necessità”.

giovedì 6 ottobre 2011

16 ottobre giorno di semina collettiva

In Lombardia e Toscana i posti sono già esauriti, ma in altre aziende agricole biologiche dal Piemonte alla Puglia (l’elenco completo è su www.seminareilfuturo.it) ci si può ancora iscrivere gratuitamente per partecipare alla giornata di semina di cereali di domenica 16 ottobre. Ogni partecipante riceverà una misura di grano da seminare a mano insieme a decine di altre persone. La semente è biologica e biodinamica, frutto di una selezione che rinuncia all’uso degli ibridi e alla manipolazione genetica per ottenere piante sane, robuste e riseminabili. L’iniziativa arriva per la prima volta in Italia grazie a EcorNaturaSì. L’evento è nato in Svizzera grazie a Peter Kunz e oggi, giunto alla sesta edizione, è proposto in 13 Paesi del mondo. Nelle aziende agricole partecipanti, le famiglie che spargeranno a mano i semi potranno veder crescere nel tempo il frutto del loro lavoro: un messaggio per un avvenire senza Ogm e a sostegno della sovranità alimentare.   

mercoledì 5 ottobre 2011

Il senso (perverso) della gastronomia

Il vero lusso oggi è? “La fame”, ha risposto a D La Repubblica delle Donne Will Self, uno scrittore e giornalista inglese. “Perché, senza, - ha spiegato - il cibo sa di merda, ragion per cui nell’Occidente ricco la gastronomia è una perversione”. Gastronomia la cui ultima trovata in ordine di tempo è la realizzazione di due panini firmati da Gualtiero Marchesi per McDonald’s . Il “grande vecchio” della cucina italiana ha dichiarato di averlo fatto per portare l’alta gastronomia ai giovani. I quali, evidentemente, se hanno fame, non gli resta che sfamarsi al fast food. Marchesi ha anche detto: “Se non è rivoluzione questa!”. Rivoluzione?