domenica 30 ottobre 2011

“Coproduttori” o cittadini attivi?

Stop al consumo di territorio: un altro successo del marketing? Marx l’aveva (pre)detto: il capitalismo sarà sempre più capace di assorbire e disinnescare la portata dei movimenti di rivolta, come ha fatto anche con il Sessantotto, quando i giovani che volevano la fantasia al potere sono diventati non solo soggetto di nuovi consumi (i jeans, la musica rock ecc.) sui quali il capitalismo ha continuato a incamerare profitti, ma anche un oggetto stesso di consumo (per i cinquantenni d’oggi la parola d’ordine è essere forever young, per piacere di più). E’ così anche oggi quando ogni antagonismo, ogni lotta, ogni protesta, ogni movimento cerca la sua vetrina mediatica che risponde alle regole dello spettacolo e, appunto, del marketing. In questo caso il marketing dei "professionisti" dell’ ecologia. Come è successo con l’Assemblea di ieri durante il Forum Salviamo il Paesaggio Difendiamo i Territori. Il consumo di suolo è in continuo aumento (più 50.000 ha all’anno per una superficie cementificata di 2.350.000 ha, il 7,6% del territorio nazionale (teniamo presente che la nostra Penisola è formata da numerosi rilievi non edificabili). Ok, questo è un problema, anzi è forse, visti gli interessi in gioco, “il problema italiano”. Riduttivo (ma forse è proprio questo che si vuole fare, ridurre, limitare)  e anche inutile però, come ha fatto ieri Carlo Petrini a Cassinetta di Lugagnano, sostenere che i giovani debbano tornare a coltivare la terra, inutile invitare ai consumatori a diventare coproduttori per sottrarre il cibo al destino della commodity, cioè di merce talmente di base che ormai non costa quasi più nulla, per restituirgli il valore che merita in quanto “cibo buono, pulito e giusto” come recita lo slogan di Slow Food. Chi deciderà quando un cibo è veramente buono, che è pulito, che è giusto? Questi sono giudizi soggettivi. Per Petrini magari è buono il cibo dei suoi Mercati della Terra, presenti anche ieri a Cassinetta di Lugagnano, mentre non erano previsti banchetti degli agricoltori del Parco Sud Milano, i veri interessati al consumo di suolo fertile della zona. Il valore, inoltre, è e sarà sempre quello di mercato, cioè la risultante dei rapporti tra domanda e offerta e dei rapporti di forza tra capitale e forza lavoro. Più utile invece eleggere - è con il voto che un cittadino partecipa alla democrazia rappresentativa - amministratori seri che, come sta facendo con successo Domenico Finiguerra, rinuncino agli oneri di urbanizzazione a favore di un uso più razionale del territorio, opponendosi con forza a interessi estranei non solo alla buona gestione del Comune ma anche all’economia stessa. Sono i cittadini, e non i consumatori, pagando anche di più di tasca propria (eventuali altre tasse a compensazione degli oneri cui si rinuncia pur di non far cementificare ancora), i soggetti attivi della convivenza civile, lasciando che i produttori facciano la loro parte secondo le regole dell’impresa.     

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