venerdì 29 aprile 2016

I nostri spumanti in Italia e nel mondo

E sempre in tema di spumanti, riceviamo e volentieri pubblichiamo due commenti di Giampietro Comolli, direttore Osve, Osservatorio vini spumanti.
1.      “Negli ultimi 5 anni l’Asti ha perso il 21% del mercato, mentre il Prosecco Doc è cresciuto mediamente del 21% annuo più che raddoppiando la quota, diventando il primo landbrand al mondo per le bollicine superando anche il generico Sekt. L’Italia quindi primo paese produttore con il 20,8% del totale (2,5 mld/bottiglie) e primo paese esportatore di vini effervescenti al mondo con una quota del 33% su 1,1 mld/bottiglie. Un settore che ha bisogno di una politica unitaria globale all’estero”.

2.      “Molti ancora gli spazi di crescita in volumi e in valore. L’Italia del vino è assente in Africa. La Francia è prima in tutti i paesi africani più ricchi, dove ha iniziato a investire da 10 anni. Seppur con burocrazia molto elevata, Nigeria, Kenya, Angola, Tanzania, Madagascar chiedono vini di fascia alta, compreso bollicine. Inoltre occorre una strategia diversificata per paese in base alle potenzialità e stile di vita: gli spumanti sono una tipologia abbinata alla festa nel mondo. Appannaggio di un mondo con buone disponibilità di spesa. Ma anche molte regioni europee e italiane reclamano bollicine. Ovse sollecita da anni una revisione dell’Ocm-Vino verso la promo-commercializzazione anche sui mercati interni non come aiuto di Stato, ma per favorire l’elasticità della domanda e per far crescere i consumi interni”

Nuova veste per Valdo, il prosecco Marca Oro

Il Prosecco Valdo Marca Oro Valdobbiadene ha l’obiettivo di raggiungere entro il 2020, venti milioni di bottiglie vendute nel mondo. Anche per questo ha proceduto ad un restyling di bottiglia ed etichetta attuata da Sga Corporate e packaging design. L’etichetta è stata rivista in chiave moderna con attenzione al legame tra la denominazione e il territorio, per una più completa individuazione sullo scaffale.

Dieta e "acque potenziate"

Due nuovi trend in fatto di alimentazione sono sulle pagine dei giornali. La pasta artigianale di alta qualità, apprezzata e scelta dagli chef, e le acque potenziate, benefiche per la salute. Cocco, carciofo, cetriolo, ma anche betulla e limone. L’ultima tendenza in fatto di benessere sono le acque potenziate, vere e proprie bibite che si apprestano a sostituire soda e succhi di frutta.  Ogni bevanda si ottiene per infusione a freddo dei frutti o degli ortaggi scelti per il proprio trattamento di bellezza; l’acqua che si ottiene contiene molti dei loro sali e delle vitamine, che andrebbero invece perse in cottura. Le migliori? Il carciofo, che agisce sulla colecisti velocizzando la disintossicazione, oppure il cetriolo, rinfrescante e rimineralizzante.

giovedì 28 aprile 2016

L'Italia sulle tavole straniere

Cosa si mangia di italiano nelle capitali europee? Per esempio a Londra, Berlino, Bruxelles, Budapest e da Bucarest a Lubiana? Se lo è chiesto la Coldiretti, formando con i Nas una task force incaricata di scovare le imitazioni dei nostri prodotti alimentari in giro per l’Europa. Al suo interno anche il ministro delle politiche agricole Martina e il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo insieme al ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti. Dal loro lavoro e dal lavoro di alcuni professori è scaturito il “Dossier sul Made in Italy sulle tavole straniere ad un anno da Expo”. Che non mancherà di riservarci sorprese.  

mercoledì 27 aprile 2016

L'Italia è ancora un posto al sole?

Ma noi in Italia, mangiamo bene o mangiamo male? Il nostro pomodoro in scatola, che poi va a finire sulla pizza e al ristorante, è italiano o cinese? Le arance sono al 100% siciliane o anche queste provengono dalla Cina? E l’olio extravergine proviene dalla Riviera Ligure e dal lago di Garda e dalla Puglia o dalla Tunisia e dalla Spagna? Il glifosato, pesante erbicida chimico usato ancora nelle campagne, è presente nel grano con cui si fa la pasta, che tra l’altro non è solo di produzione italiana, ma anch’esso importato (l’Aidepi, Associazione industrie pastarie e dolciarie si difende dicendo che non è vero, basta leggere le etichette). Giusto, le etichette, su quanti e quali prodotti sono obbligatorie (lo impone la Ue) e su quanti no? Il latte, dopo la soppressione delle quote, è ancora in produzione eccedente e se ne deve buttare, mentre una mozzarella su due non sarebbe italiana? Le nostre strutture ricettive sono ancora concorrenziali o soffriamo di carenti infrastrutture? Le OTA, on line travel agency, hanno fatto una concorrenza sleale alle strutture turistiche con la parity rate ( se una struttura turistica ha un suo sito non può vendere le camere a un prezzo inferiore a quello proposto su un sito di prenotazioni come booking o airbnb)? I nostri borghi, molti dei quali martoriati dal terremoto, sono rinati o versano ancora in cattive condizioni? Le coste più belle, sono appannaggio di figure dal dubbio conto con la giustizia in fatto di tasse, o possono venire visitate anche da chi troppi soldi non ne ha? In definitiva, se la qualità, anche quella in tavola, con gli chef a una, due o tre stelle, si paga, fin troppo, la classe media che chance ha di stare al passo?

I "cibi intelligenti" che allungano la vita


Per me è impossibile elencarli tutti ma una lista completa si trova in queste settimane sui femminili e sulle riviste di cucina. Sono tratti da un vademecum per la salute e sono gli “smart food” per una dieta intelligente che aiuta a vivere sani. Tra questi  la frutta fresca, la frutta in guscio, i legumi, i cereali, la verdura fresca, l’olio extravergine, l’uva e le prugne nere, l’aglio, le arance rosse, i frutti di bosco, il cioccolato fondente, i cavoli rossi e molti altri. Chi ha lavorato a questo volume edito da Rizzoli, mette in guardia anche da alimenti da assumere a dosi minime e la dieta ideale per proteggersi dalle malattie. Ringraziamo dunque Eliana Liotta, Pier Giuseppe Pelicci e Lucilla Titta, autori dei risultati sugli ultimi studi sulla relazione tra cibo e geni e le caratteristiche dei cibi per una vita più lunga e sana.

venerdì 22 aprile 2016

Ma la fame nel mondo è stata sconfitta?

La fame nel mondo, dal 1970 ad oggi, non sarebbe stata vinta. E' la tesi di Martìn Caparròs in un suo libro recensito oggi dal Venerdì di Repubblica. Bella scoperta, e le guerre in Africa, le migrazioni, che altro sarebbero se non la ricerca di un mondo dove non si muore di fame? Secondo l'autore la fame sconfitta sarebbe una bugia statistica, perché invece è cresciuta. Concordiamo pienamente.

giovedì 21 aprile 2016

La Giornata Mondiale della Terra

Domani, 22 aprile, si celebra la Giornata Mondiale della Terra. Si farà il punto al Palazzo di Vetro tra i 165 Paesi partecipanti sull'impegno preso nel 2001 di ridurre del 20% le emissioni del gas serra  nei 20 Paesi che inquinano di più, tra i quali in prima fila c'è oggi la Cina, entro il 2020. Il climate change, cioè la piega che ha preso l'industrializzazione di massa sull'atmosfera e sul clima, cioè l'effetto serra, è un problema importante quasi come l'abuso di pesticidi nelle coltivazioni. E lo scioglimento dei ghiacci polari, il riscaldamento del mare, così come questi lunghi inverni soleggiati e caldi (il 2015 e il 2016 sono stati gli inverni più caldi da quando esistono le rilevazioni cioè dal 1880) portano ad un rivolgimento che incide anche sulle coltivazioni. Non è un caso infatti che ultimamente si possano coltivare vigne anche in Inghilterra e che Paesi come la Cina, che ha il problema di sfamare una popolazione enorme, abbia iniziato a comperare terre in Africa per coltivarle, rendendo ancora più povero, affamato e malato un continente già sfortunato, per le tante guerre ed emigrazioni.

La crescita della ristorazione e l'allarme sui cibi di importazione


Da una ricerca Ipsos ripresa da molti giornali, cresce  il cibo etnico, ma a anche biologico e sostenibile. Questo perché sono aumentati i vegetariani o i vegani, ma a anche perché tra le motivazioni dell’acquisto sono preponderanti la freschezza e il prezzo, il gusto e la tracciabilità delle materie prime. Nell’ultimo decennio si sono così affermati del +60% il cibo etnico, i piatti pronti (+34%) e i prodotti di alta gamma (26%). Tra le altre tendenze cresce la propensione a mangiare fuori casa (ma non c’era la crisi?) e l’Italia è il terzo mercato europeo nella ristorazione con una spesa di circa 3.000 miliardi di euro.

Ma non è tutto oro quello che luccica e l’Efsa l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare ha scoperto una lista, pubblicata da molti giornali, di alimenti provenienti dall’estero e pesantemente contaminati da agenti chimici: si va dai broccoli cinesi, al prezzemolo vietnamita, basilico indiano, fragole e arance egiziane, peperoncino thailandese, meloni domenicani e piselli kenioti. La denuncia su questi dati viene da Coldiretti, che accusa anche la nostra pasta di non essere fatta tutta con grano italiano, ma di importazione, e il latte e le mozzarelle vendute da Coop, essere straniere.

martedì 19 aprile 2016

Cucina degli avanzi: la zuppa regina

Ed ecco un'altra ricetta dell'Artusi che coniuga il salutismo (si fa uso delle mandorle che con noci e nocciole fano bene alla salute) con la cucina degli avanzi, adesso che siamo ancora dentro la crisi. E' una zuppa e si chiama zuppa regina, ammettendo lo stesso Artusi che il nome pare esagerato.
Si fa colle carni bianche del pollo arrosto pulite della pelle e dei tendini. Si tritano bene con la lunetta e si pestano in un mortaio con 5 o 6 mandorle dolci sbuccia e con una midolla di pane inzuppato nel latte o nel brodo, in proporzione di un quinto o un sesto della quantità della carne. Quando il composto sarà pestato ben bene, passatelo al setaccio, ponetelo nella zuppiera e scioglietelo con una ramaiolo di brodo caldo. Tagliate il pane a dadini, friggitelo nel burro e gettate anche questo nella zuppiera. Dopo versateci il brodo bollente, mescolate e mandate la zuppa in tavola con il parmigiano  a parte. Questa minestra può venire opportuna, quando, dopo un pranzo, rimangono avanzi di pollo arrosto, o lessi, benché sia migliore quando è fatta di tutto arrosto. Le mandorle servono per dare un aspetto latteo, ma il liquido non deve riuscire troppo denso. Alcuni vi stemperano qualche rosso d'uovo.
La zuppa regina, precisa Artusi, era prevista nella "distinta" del mese di agosto. Delle sue infinite varianti ci sono sia la zuppa alla rena (farina) bianca, sia il purè di pollo.

lunedì 18 aprile 2016

Smart food e ortoressia

Ricercatori, dottori, scienziati dell' alimentazione, nutrizionisti. Sono tutti alla ricerca del modo migliore di mangiare. E i consigli si sprecano, in libri che hanno un grande successo editoriale visto che la cucina è il must del momento. Le raccomandazioni sono tra le più svariate, dal consumare frutta e verdura dei cinque colori (esistono anche patate e carote viola, prugne blu, nere e rosse), al preferire quelli senza glutine e lattosio (per gli allergici). Arance, ciliegie e fragole sono ricche di antocianine che attivano il metabolismo, cavoli e cipolle proteggono dal cancro, la curcuma riduce lo stato infiammatorio dei tessuti. Tra le mele da preferire le Granny Smith, più nutrienti rispetto alle Gold, e tra i pomodori i ciliegini. Attenzione particolare devono poi essere messe in pratica nel modo con cui conservare e cucinare gli alimenti perché non perdano le loro proprietà nutritive (le verdure dovrebbero essere consumate subito e cotte poco). Importante poi non rinunciare alla carne che  fornisce un apporto nutritivo importante soprattutto in tenera età. E consumare ogni tanto il cioccolato che favorisce il sonno e abbassa la pressione. Tutti questi sarebbero "smart food", cibo intelligente, ed è stato pubblicato un libro che si intitola proprio così. Ma si mette anche in guardia contro l'ortoressia che sarebbe l'ossessione per i cibi sani, una vera e propria mania contro i cibi che sarebbero nocivi. Ma in natura non ce ne sono. Esistono piuttosto le allergie provocate dalla chimica, dalla quale si deve stare in guardia.     

domenica 17 aprile 2016

La comunicazione del vino

Il vino, una produzione preziosa per il Paese, che non aspetta altro che di essere comunicato meglio. Questo in sintesi il quadro del cinquantesimo Vinitaly di Verona. Dopo lo scandalo del vino al metanolo e con le produzioni oggi sempre più raffinate (leggi Doc) che si vendono anche al super, il mercato del vino vale 14 miliardi. Che non è poco. In più, grazie al turismo lo conoscono, lo apprezzano e vorrebbero berlo anche a casa loro Paesi di altre tradizioni, come la birra o il sakè, il derivato del riso. Certo noi abbiamo la concorrenza dei cugini francesi. Ma considerato che un nostro Prosecco ha acquisito meriti e notorietà un po' dappertutto e costa molto meno dello champagne, spazio ce ne dovrebbe essere. Tramite il web e i social. Bisognerebbe cercare il nome di un vino in rete e far rimbalzare al colosso cinese dell' e commerce tutti i commenti sulle sue caratteristiche e già un bel passo sarebbe fatto.

venerdì 15 aprile 2016

Aperto il mega centro di Arese

120mila mq, 25 ristoranti, una miriade di negozi di abbigliamento, profumeria, elettronica e quant'altro. Questo il centro commerciale più grande d'Italia costruito ad Arese da Marco Brunelli, il patron della grande I di Ipercoop, l'ipermercato trainante l'intera struttura. Folle di giovani e famiglie lo occupavano già ieri sera, prima giornata di apertura, a caccia di affari. Per la giornata erano previsti nei vari negozi sconti anche del 50% al raggiungimento di 100 euro di spesa. 6.000 i posti auto, e tutti occupati già alle 6 di sera. Si mangia anche alla Wienerhouse: cibi di origine tirolese, birra e megapiatti per una spesa contenuta. Il resto sono i soliti Ristò, Burger King etc. Insomma un'operazione mirata a ridare fiato agli acquisti in una zona carente di negozi, ma che, per gli oneri di urbanizzazione pagati da Brunelli per avere la concessione, è riuscita a rivoluzionare (in peggio) la circolazione di auto, biciclette e bus all'interno del centro abitato. Poi bisogna fare i conti con la crisi che non molla dal 2008 e con il vicino centro commerciale di Esselunga, con un Caprotti coscritto di Brunelli e a quanto pare deciso a dargli filo da torcere, anche per la clientela già abituata e affezionata alla sua offerta che non manca di appeal. Insomma, vedremo come andrà a finire.  

giovedì 14 aprile 2016

La dieta delle star (e la mia)

Che dieta del cavolo. Con questo titolo Periscopio su Panorama di oggi, ripreso dalla newsletter del Club Papillon di Marco Gatti e Paolo Massobrio, gli inventori di Golosaria, mette in scena le manie dietetiche delle star hollywoodiane. Jake Gyllenhall predilige verza e integratori; Jennifer Aniston segue la Bulletproof coffee diet con caffè burro e olio di cocco; Reese Witherspoon è devota alla Baby food diet a base di omogeneizzati; Madonna segue la regola di un giorno di digiuno mensile; Beyoncé punta sul limone (ne beve fino a nove bicchieri al giorno). Io che non sono una star e ultimamente non sono nemmeno una silfide, la mattina bevo un  bicchiere di acqua tiepida con limone e zenzero in polvere, poi un caffè e solo dopo un po' mangio un crostino imburrato. Altro caffè alle 11 e uno alle 15 e a pranzo solo un primo e a cena solo un secondo, cercando di seguire una dieta molto variata, riso, pasta, pomodori, insalata, frutta e verdura di stagione, legumi, yogurt, latte, talvolta la sera un bicchiere. Adesso ho più di 50 chili. Vi dirò quando sarò tornata ai 49, mio peso forma, se la dieta ha fatto effetto. Ma l'avevo già provata anni fa e ci ero riuscita.

mercoledì 13 aprile 2016

Il successo del Vinitaly

Che dire sul Vinitaly di Verona di quest'anno? Soprattutto che sta avendo un grande successo. Lo hanno già visitato, esortando ad esportare di più, sia il presidente Mattarella, sia il premier Renzi. I vini italiani hanno conquistato in questi ultimi anni preziosi riconoscimenti in Italia e all'estero e molte sono le iniziative legate alla visita in cantina. Gli uomini prediligono la Barbera, vino dell'anno, mentre giovani e donne dimostrano di preferire le bollicine di Franciacorta. Inoltre si è chiusa la querelle sul fatto che la denominazione di un vino sia una questione di zona o di vitigno a favore dei produttori. Di bottiglie, secondo Assoenologi, ne sono state prodotte 3 milioni e molte vanno all'estero, favorite in Cina, grande consumatore, dal fenomeno dell'acquisto online sul sito Alibaba.

martedì 12 aprile 2016

Zuppa con le cipolle alla francese

Le cipolle hanno molti usi e non solo culinari. Dalla stratificazione delle sue bucce, per esempio, si può predire il tempo che farà. Artusi, che era sì l'uomo che ha unificato l'Italia a tavola, non disdegnava qualche "uscita dai confini".
Questa zuppa, dice, si può fare con il brodo o con il latte, e le seguenti dosi sono sufficienti per 5 persone (le famiglie del tempo, fine Ottocento, erano numerose).

Ingredienti:
250 g di pane bianco
80 g gruviera grattugiato
50 g burro
40 g parmigiano grattato
3 uova frullate
2 cipolle bianche grosse
1 litro e mezzo di brodo o latte

Preparazione:
Tagliate a fette sottilissime le cipolle e mettetele al fuoco col burro; quando iniziano a prendere colore tiratele a molta cottura con brodo, o con il latte, se la fate con questo, per poterle passare bene dal setaccio, poi mescolate il passato nel restante liquido per bagnare la zuppa. Il pane, tagliato a fette o  a dadini, arrostitelo e collocatelo a strati nella zuppiera, conditelo via via con le uova, il gruviera e il parmigiano. Per ultimo versate bollente il brodo o il latte e mandatela in tavola.

Le ricette francesi che Artusi avrebbe consultato richiedevano una cucchiaiata di farina dopo la frittura delle cipolle e non comportavano né l'uovo frullato né il latte. E pensare che oggi esiste in Italia una corrente di pensiero che non apprezza la carbonara alla francese perché c'è la panna. 

venerdì 8 aprile 2016

Fossile di sarde in saor


Ed ecco come un grande chef, Leandro Luppi, una stella Michelin al ristorante Vecchia Malcesine, sa interpretare ingredienti e sapori d’altri tempi, come la polenta bianca e il “saor”. Questa sarà una delle ricette da gustare a Fish&Chef, la rassegna del 16 e 17 aprile sul Lago di Garda, famosa per i suoi 6 chef stellati e per i tanti ristoranti che vi partecipano in un trionfo di sapori, in uno degli angoli più belli della nostra Penisola, il Benaco.  

 Sarde in saor   2.0

 Ingredienti

per 4 persone:

 20 sarde

4 cipolle bianche

farina bianca qb
 
 
 
100 g aceto di mele
100 g di vino bianco
20 g pinoli
20 g uvetta
2 foglie di alloro
sale e pepe q.b.
 
Per la polenta bianca:
 
500 g acqua salata
125 g farina da polenta biancoperla
portare a bollore l’acqua salata , versare a pioggia la farina e cuocere per circa 40 minuti .
 
Per il saor:
 
Tagliare a fette la cipolla  e
Tagliare a fette la cipolla  e stufarla in padella con l’alloro, bagnare con vino bianco, aceto, aggiungere l’uvetta e i pinoli, salare e pepare .
 
 
Pulire e sfilettare le sarde, infarinare leggermente e friggere in olio caldo. Asciugare con carta assorbente  e disporre in una teglia capace . Versare sopra le sarde  il saor  e lasciare marinare per almeno 24 ore .
 
Servire con polenta bianca calda e le sarde a temperatura ambiente .
 
Per la versione  “ fossile “ essiccare i filetti di sarda fino a una consistenza croccante .
 

 
 
 
 

giovedì 7 aprile 2016

Althea for kids

L’idea  di creare un laboratorio aperto ai bambini con lo scopo di unire l’attività ludica legata all’uso della massa di zucchero al raggiungimento di obiettivi formativi e riabilitativi è l'idea che guida il workshop che si terrà a Napoli il 16 aprile, in concomitanza con la Walk of Life di Telethon. Il progetto, che vede questa sperimentazione per la prima volta in Italia, è promosso da Villa Althea (http://www.villa-althea.com/ - Ponte Volturno-Bellona- Caserta), una delle più importanti location del Sud Italia per grandi eventi. Il laboratorio sarà replicato domenica 17 aprile a Villa Althea in occasione della Festa di Primavera.








 
 

Vecchi rimedi e nuove proposte

Ed eccoci qua, io che rispolvero le vecchie ricette della nonna, e dell'Artusi, e gli Italiani pronti a riscoprire i rimedi della nonna. Ne sono convinti Claudio Molinari e Francesca Uberti,  che hanno dato avvio alla start-up NoiVita che sta già lavorando per grandi aziende. “Gli antichi - spiegano Molinari e Uberti - usavano pratiche apparentemente magiche, che in realtà hanno un fondamento scientifico”. Ma oltre ai rimedi tradizionali nei laboratori di noiVita hanno fatto capolino alcune novità, a partire dallo Zebrafish, il pesciolino con le cui uova vengono prodotte creme che promettono di ringiovanire la pelle, e passando per il tessuto dedicato agli sportivi, che i ricercatori stanno potenziando per massimizzare l’effetto di compressione volto a diminuire l’acido lattico nei muscoli. Mentre, sempre a partire da una notizia letta sulla newsletter di Club Papillon, i grandi chef non ci danno tregua con le loro scoperte. Adesso tocca al caffè con cui preparare manicaretti prelibati.

mercoledì 6 aprile 2016

Cooking for dummies: ricette

E cominciamo dall'inizio: spaghetti al pomodoro e verdure miste stufate. Due ottimi piatti per una dieta leggera, vegetariana, anzi, vegana, con poco sale e poco zucchero, che comunque non fanno tutto quel male che si dice, ovviamente se utilizzati con moderazione.
Il sugo di pomodoro io lo faccio con i pomodori freschi, i perini, spellati dopo averli immersi in acqua bollente, tagliati in piccoli pezzi e portati a cottura in poco olio extravergine di oliva e uno spicchio di aglio. Ma ci si può mettere piuttosto la cipolla tagliata sottile. In una pentola alta metto a bollire l'acqua per la pasta e ci metto 70 grammi a testa di spaghetti da far cuocere per circa 15 minuti. Poi scolo l'acqua, condisco nella pentola del sugo, metto nei piatti, spolvero di parmigiano e ci taglio due foglioline di basilico.
Le verdure che io consiglio di stufare in poco olio extravergine di oliva e uno spicchio d'aglio, naturalmente salando, sono quelle avanzate dal giorno prima, e di stagione, tipo adesso cavolfiori, zucchine, carote e patate. Consumando solo questi due piatti durante un pranzo vi alzerete leggeri e potrete dire di essere vegani, che adesso va tanto di moda, ma anche no, perché ci sono tante preparazioni in cucina facili da realizzare anche con uova, formaggio e carne, preferibilmente bianca e preferibilmente da consumare solo due volte la settimana. Così facendo vi sentirete in perfetta forma. Naturalmente senza indulgere troppo ai fuori pasto. 

Cooking for dummies

E dire che io mi sono alzata stamattina con la stessa idea: scrivere sul mio blog delle ricette facilissime, oltre a quelle dell'Artusi, per principianti, e intitolare questa serie "Cooking for dummies", cucina per chi per la prima volta si mette ai fornelli. Poi sfogliando le mail che mi arrivano, trovo questo: “Simplissime, le livre de cuisine + facile du monde” (Lett. Semplicissimo. Il libro di cucina più facile del mondo), che è il libro dell’ex cuoco Jean Francois Mallet. In Francia, con 250mila copie vendute, è già il fenomeno editoriale dell’anno. La chiave del successo? La semplicità. “In un Paese di buongustai, ma dove pochi cucinano a casa e la sera preferiscono passare da Picard (catena francese di supermercati dedicati esclusivamente ai surgelati n.d.r), e da noi da Lidl o da Penny, prendersi un piatto pronto e cuocerlo nel microonde.” Questa notizia è apparsa su Italia Oggi, quotidiano con cui ogni tanto collaboro, e la prendo come ulteriore spinta a concretizzare il mio progetto.

martedì 5 aprile 2016

Iper della grande I versus Esselunga

Scontro tra titani della grande distribuzione di ... novant'anni. Brunelli ha appena issato oggi la sua insegna della grande I sull'iper e centro commerciale di Arese (dicono sia il più grande d'Europa) e per tutta risposta Caprotti, altro arzillo novantenne, anzi novantino direbbe l'ispettore Fazio di Camilleri, patron di Esselunga, stringe accordi con Amazon per implementare il suo servizio di consegna della spesa a casa.Si chiama Martin Angioni, chiarisce il magazine Distribuzione Moderna, ed è stato il country manager di Amazon in Italia dal 2011 allo scorso anno. Ora è stato chiamato in Esselunga per sviluppare l’attività di spesa online.  Chi la spunterà? In condizioni di mercato normali se ne potrebbe parlare, ma adesso che siamo in crisi dal 2008 è più difficile prevedere come si distribuiranno i consumatori. Certo è che le grandissime superfici moderne puntano più sulla moda, sul fashion, in risposta alla concorrenza dei cinesi, che sull'alimentare, dove Esselunga rimane molto forte. E se poi, come si è sentito dire, di fianco al nuovo centro commerciale ci venisse anche un'Ikea?

La Repubblica delle api

La Repubblica più democratica è quella delle api, ha scritto il Club Papillon, che sono protagoniste di corsi di apicoltura urbana e al centro anche di GreenCity, l’evento milanese che il 13 maggio porterà alla scoperta della loro utilità sfatando alcune paure infondate. Il miele poi che le api fabbricano nelle loro cellette è un dolcificante naturale molto meno calorico dello zucchero. Da non sottovalutare poi la cera d'api per lucidare il legno e la pappa reale, ottimo riscostituente per fisici debilitati, da metterne qualche goccia sotto la lingua.

Patate al Polo Nord

Con i cambiamenti climatici che in pochi dimostrano però di prendere sul serio, molte cose cambiano sul nostro pianeta. Per esempio, le patate sono arrivate anche al Polo Nord. A causa del riscaldamento globale le popolazioni della Groenlandia hanno cambiato abitudini alimentari e iniziato a coltivare i tuberi. 

La riabilitazione del sovrappeso

Evviva Evviva, ecco una notizia che piacerà a molti, a parte me che nell'ultimo anno ho messo su una decina di chili.Per vivere più a lungo basta essere un po’ sovrappeso. Lo scrive il professor Vittorio Sironi, che su Avvenire sfata il mito dell’eccessiva magrezza e annuncia: “Più che il numero dei chili conta l’efficienza fisica del corpo”. E allora ecco il mio suggerimento, che con me ha sempre funzionato: una dieta variata, tanta frutta e verdura, pane integrale, acqua a volontà, qualche mezzo bicchiere di vino rosso, che contiene gli utili antociani, e poi due passeggiate al giorno anche per solo un quarto d'ora l'una, una volta la settimana in piscina e una volta la settimana in bicicletta. E per il resto godetevi a tavola tutto quello che vi piace!  

Primavera, tempo di asparagi

Ed ecco un'altra ricetta vegetariana, non vegana, perché ci sono formaggio e uova, per gli amanti del genere. Ma anche per tutti coloro che amano le verdure e soprattutto le primizie. La prima delle quali, in primavera, sono gli asparagi.
Per dare agli asparagi un aspetto più bello, spiega l'Artusi, prima di cuocerli raschiate con un coltello la parte bianca e pareggiate le estremità del gambo; poi legateli con uno spago non troppo grosso e perché restino verdi, salate l'acqua, immergendoli quando bolle forte e facendo vento onde il bollore riprenda subito. Il giusto grado di cottura è raggiunto quando gli asparagi, che Artusi chiama sparagi, cominciano a piegare il capo; ma accertatevi meglio con le dita se cedono a una giusta pressione essendo bene che siano piuttosto poco che troppo cotti. Quando li scolate, gettateli nell'acqua fresca, ma poi levateli subito per servirli caldi.
Questo ortaggio, prezioso per le sue qualità diuretiche e digestive, ma anche per l'alto prezzo a cui si vende, una volta lessato si può preparare in  molti modi. Artusi suggerisce di condire gli asparagi con olio, aceto o agro di limone. Oppure, dopo averli lessati a metà  metterli a soffriggere con la parte verde nel burro e dopo averli conditi con sale, pepe e un pizzico di parmigiano, versatevi sopra il burro.
Con il burro e il parmigiano si possono anche fare degli strati come per le lasagne e servirli caldi. Se avete sugo di carne, lessateli a metà e tirateli a cottura con quello, aggiungendo un poco di burro e di parmigiano. In un fritto misto potete anche servirvi delle punte verdi in pastella (100 g di farina, un cucchiaio di olio, un cucchiaio di acquavite, un uovo, sale qb, acqua fredda qb: mescolate la farina con il rosso d'uovo e gli altri ingredienti versando l'acqua poco per volta per farne una pasta non troppo liquida: lavoratela bene  e lasciatela riposare per diverse ore. Aggiungete la chiara montata a neve). Passate gli asparagi nella pastella e friggiteli nell'olio di oliva o di semi di arachide ben caldo.   

lunedì 4 aprile 2016

Il cous cous di Artusi

Il buon Pellegrino Artusi, già nel 1882, conosceva il cous cous, che lui toscaneggiante, chiamava Cuscussù e lo descriveva come un piatto di origine araba che Mosè e Giacobbe portarono in giro per il mondo, con chissà quante e quali modificazioni.
Ingredienti per 6 o 7 porzioni:
750 g di spicchio di petto di vitella
150 g di vitella magra senz'osso
300 g di semolino di grana grossa
un fegatino di pollo
un uovo sodo
un rosso d'uovo
erbaggi di qualità diverse come cipolla, cavolo verzotto, sedano, carota, spinaci, bietola o altro.
Preparazione;
Mettete il semolino in un vaso di terra piatto e molto largo, oppure in una teglia di rame stagnata, conditelo con un pizzico di sale e una presa di pepe e, versandogli sopra a goccioline per volta due dita (di bicchiere) scarse di acqua, macinatelo con la palma della mano fino a farlo diventar gonfio, granelloso e sciolto. Finita l'acqua versategli sopra, a poco per volta, una cucchiaiata d'olio e seguitate a manipolarlo nella stessa maniera, durando fra la prima e seconda operazione, più di mezz'ora. Condizionato il semolino in tal modo, mettetelo in una scodella da minestra e copritelo con un panno, il sopravanzo de quale, passandolo al di sotto, legherete stretto con uno spago.
Mettete al fuoco lo spicchio di petto con tre litri d'acqua per fare il brodo e dopo schiumata la pentola copritene la bocca con la scodella, già preparata, in modo che il brodo resti a qualche distanza; ma badate che i due vasi combacino insieme e non lascino uscir fumo. lasciato così il semolino per un'ora e un quarto onde abbia il tempo di cuocere a vapore, aprite l'involto a mezza cottura per mescolarlo e poi rimetterlo com'era prima.
Tritate i 150 g  di carne magra, unite alla medesima un pezzo di midolla di pane sminuzzata, conditela con sale e pepe, fatene tante polpettine grosse poco più di una nocciola e friggitele nell'olio.
Tritate le erbe dell'orto e mettete per prima la cipolla a soffriggere nell'olio e quando avrà preso colore unitevi le altre, sale e pepe, mescolate spesso e lasciate che ritirino l'acqua che fanno. Ridotti quasi all'asciutto, bagnatele con sugo di carne, oppure con brodo e sugo di pomodoro in conserva, per tirarle a cottura insieme con il fegatino di pollo tagliato a pezzetti e colle polpettine.
Levate il semolino dall'involto, mettetelo al fuoco in una casseruola e senza farlo bollire scioglieteli dentro il rosso d'uovo, versate nel medesimo una parte del detto intingolo, mescolate e versatelo in un vassoio, ma quasi asciutto onde presenti la colma (appaia colmo), la quale fiorirete con l'uovo sodo tagliato a piccoli spicchi. Il resto dell'intingolo mescolatelo nel brodo della pentola e questo brodo portatelo in tavola diviso in tante tazze quanti sono i commensali, accompagnate dal vassoio del semolino. Lo spicchio di petto si serve dopo per lesso.
Lo stesso Artusi "fatta questa lunga descrizione" si fa due domande; perché tutto quell'olio e sempre olio per condimento? E poi il gioco (la lunga preparazione) vale la candela? A suo parere non è un piatto "da fargli grandi feste, ma può piacere anche a chi non ha il palato avvezzo a tali vivande, massime se manipolato con attenzione".
Si aggiunga poi che la versione moderna del cous cous non richiede le polpettine di carne, ma solo erbe e ortaggi, risultando così un piatto vegano.     

venerdì 1 aprile 2016

La cucina degli avanzi 2: patate e funghi

Mi sono ritrovata con una terrina di funghi champignon fatti al funghetto, ovvero con olio, sale, aglio e prezzemolo e, non bastandone neanche per una porzione, ho pensato di cuocere delle patate e di unirle  ai funghi. Le patate le ho bollite con la buccia, poi fatte raffreddare e sbucciate, tagliate e schiacciate. Nella stessa padella dei funghi le ho scaldate ben bene e sopra all' ultimo ci ho messo due fette di prosciutto cotto. E mi è venuta una cena per due.