martedì 30 novembre 2021

Salute, prezzo e sostenibilità: i consumi alimentari in tempi di pandemia

Come si nutrono gli italiani in tempi di pandemia? Secondo uno studio dell’istituto di ricerca e marketing Deloitte sono più attenti a scegliere prodotti salutari e sostenibili. Il prezzo continua a essere determinante per il 70% dei consumatori, soprattutto con l’inflazione galoppante, ma cresce il numero di persone disposte a pagare di più se l’articolo è sostenibile, cioè se fa bene all’ambiente. Raccolto il parere di oltre 17.000 consumatori in 15 Paesi europei, la salute risulta un criterio di scelta per l’86% dei consumatori e la sostenibilità per il 70%. In particolare, dallo studio emerge un maggiore impegno a mangiare più verdura (64%) e meno carne (51%), prediligendo prodotti locali (64%). A questo si aggiunge anche la maggiore propensione alla preparazione dei pasti a casa (54%) e l’attenzione per la riduzione del packaging (47%). Il prezzo non risulta abbastanza rilevante da superare la salute, che è più importante per l’80% dei consumatori italiani e più importante della sostenibilità secondo il 91%. Un altro dato, però, segnala la crescita dell’attenzione verso la sostenibilità: nonostante il 61% dei consumatori dichiari che il prezzo li influenzi di più della sostenibilità, il 78% degli intervistati italiani afferma di essere disposto a pagare almeno il 5% in più per alimenti sostenibili, ma anche per generi alimentari locali (79%), biologici e prodotti del commercio equo e solidale (entrambi 76%). Ma come fanno gli italiani a informarsi sui prodotti alimentari? Secondo la ricerca si affidano soprattutto agli esperti di settore e al web. I supermercati, invece, vengono considerati punto di riferimento solo dall’11% degli italiani. Inoltre, i consumatori italiani si aspettano che i supermercati forniscano un’informazione più accurata (66%) e che escludano dalla vendita i prodotti che non fanno bene alla salute (51%).

Zuppa di cipolle

Ed ecco una minestra bella calda da sfruttare in questi giorni quasi invernali.Sbucciate tre cipolle di media grandezza e tagliatele a fette. Fatele cuocere nel brodo e a cottura quasi raggiunta aggiungetevi della panna. Servite caldo su dei crostoni di pane abbrustoliti.

Ricette per la sera della Vigilia Natalizia

Come antipasto vi propongo la torta salata (quiche lorraine, dal nome del Paese in cui nacque) fatta con pasta sfoglia (un cumulo di farina 00 cui introdurre due uova e impastare finché non risulti morbida). Stendere con il mattarello su una spianatoia ricoperta di farina ed ottenere una sfoglia ovale da riempire con ricotta, spinaci, pezzetti di prosciutto. Introdurre la pasta così ottenuta in una teglia rotonda alzandone i bordi. Cuocere per 45 minuti in forno a 150°C e una volta tolta dal forno e raffreddata, ricavarne delle fette da servire tiepide ai commensali. Come primo piatto degli straccetti in brodo. Mettere in una pentola alta dell'acqua con il dado. Farla bollire e una volta calda versarvi delle strisce formate da farina e uova, gli straccetti appunto, ed attendere che risalgano in superficie. Servire caldo. Come secondo, il baccalà mantecato. Mettere a mollo in acqua per 36 ore del baccalà. Una volta tolto dall'acqua togliervi le spine. Cuocerlo in acqua bollente e scolarlo. Passarlo nel frullatore con latte e sale fino ad ottenere una pasta omogenea. Servire freddo su crostoni di pane abbrustolito. Come dolce ogni regione italiana, si sa, ha le sue usanze. Io preferisco il classico pandoro e panettone. Magari farciti con crema pasticcera. Che si fa con pochissima farina, uova, zucchero, latte e una bacchetta di vaniglia. Mescolare in un pentolino finché il composto non si rassodi, far raffredare e farcirne il panettone o pandoro, a scelta. Come si sa, anche qui c'è chi ne preferisce uno, chi l'altro. Buon appetito.

lunedì 29 novembre 2021

Miscellanea prenatalizia

Manca un mese ma mancherà anche tanto altro. Causa Covid questo Natale si presenta magro. Vi parrà strano ma sono pochi, per esempio, i vetri, (il vetro soffiato è una specialità della penisola di Burano nella laguna veneta) per gli spiriti (spumanti e superalcolici) e ne soffrirà anche il vino italiano (meno il Prosecco che ha ripreso la sua corsa verso i mercati internazionali). Mancano canditi, burro e finanche la carta per il panettone. In compenso potremo consolarci con latti vegetali alternativi al latte vaccino la cui produzione e distribuzione è in crescita (ma perché poi che il latte vaccino intero è così buono: va beh, ci sono gli intolleranti ...) e con i fritti, finalmente sdoganati da eminenti dietologi e se ne parla oggi sui giornali. Sarebbero digestivi, depurativi e diuretici. Ma est modus in rebus. Andateci comunque piano. Non si sa inoltre cosa sia questa variante omicron, di cui illustri giornaliste televisive imbastiscono trasmissioni intere non basandosi su dati epidemiologi ma sulla vexata quaestio del perché dopo la variante delta, secondo l'alfabeto del greco antico, il virus debba chiamarsi omicron, che ne è la penultima lettera prima dell'omega, e non gamma, che viene dopo la delta. Molto, davvero molto interessante, con le centinaia di migliaia di persone che lottano tra la vita e la morte per soffocamento. Ma gli epidemiologi, tranne quello dell'Ospedale Sacco di Milano, di cui mi si scuserà ma adesso mi sfugge il nome, ci stanno e discettano anche loro (che poi tutti questi epidemiologi da televisione hanno una fondazione e io mi chiedo chissà perché? Cosa sono queste fondazioni? Da chi ricevono denaro? Come lo impiegano?). Ultima, finalmente buona, notizia: la crescita della raccolta viveri per il Banco Alimentare. Siamo un Paese di persone molto anziane, con pochi nuovi nati, che vivono in condizioni disagiate in casette di montagna a rischio geologico (pensate all'Appennino) spesso sole senza nessuno che le aiuti nelle faccende di tutti i giorni. Avere delle persone che portano loro delle cassette di alimenti raccolte fuori dai supermercati e un sorriso è un modo per dire e ricevere: Buon Natale. Anche a voi che mi leggete.

martedì 23 novembre 2021

Adottiamo un albero

E dagli animali per l'alimentazione umana, passiamo alle donne dell'ortofrutta, altro vanto della nostra industria agroalimentare. Messe di fronte anche loro alla necessità di difendere una produzione tanto importante per l'alimentazione umana hanno lanciato una campagna che si può riassumere in due parole: adotta un albero (kiwi, pero, melo, fico ecc.). Con questa iniziativa, per aderire alla quale ci si può rivolgere ad Alessandra Ravaioli su facebook, si mantiene in vita e sana la produzione ortofrutticola italiana.

La COP26 ignora l’urgenza della difesa degli animali

Qualche giorno fa si è conclusa a Glasgow la COP26, la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che ha visto la partecipazione dei grandi della terra i quali, come purtroppo ci si aspettava, hanno ignorato l’urgenza di mettere in discussione l’attuale modello di produzione alimentare. Non è bastato ricordare loro che l'industria zootecnica è da sola responsabile del 14,5% di tutte le emissioni di gas serra a livello globale, che gli allevamenti intensivi sono la tra le maggiori cause dirette di perdita di biodiversità, deforestazione, estinzione di specie selvatiche, scarsità d'acqua, inquinamento e desertificazione. Non è bastato mostrare loro, ancora una volta, come la scienza confermi che questo modello è insostenibile per tutti gli esseri viventi che chiamano casa questo pianeta e che il tempo stringe, mentre il rischio aumenta, giorno dopo giorno. Ma la loro indifferenza non riuscirà ad avere su di noi l’effetto disarmante che sperano. Perché la nostra battaglia è giusta ed è veramente globale, perché è finalizzata a difendere tutti, nessuno escluso! Questa battaglia è tanto vitale quanto ambiziosa perché sfida poteri molto più grandi di noi. Per questo, per continuare a combatterla, abbiamo bisogno dell’ aiuto di tutti! E io mi faccio portavoce da queste pagine per sensibilizzare i miei lettori sull'argomento.

La Colletta Alimentare non si ferma

Non si ferma invece la Colletta Alimentare, che dopo la soluzione dello scorso anno dovuta alla pandemia - con la formula delle gift card - sabato 27 novembre torna in presenza con i volontari che raccoglieranno le donazioni alle casse dei supermercati di tutta Italia. L’approfondimento di Marta Ghezzi su #buonenotizie del Corriere della Sera.

Niente dopo Scala causa Covid

ll timore del Covid mette in pausa anche la cena dei vip del dopo-Scala. Ad annunciarlo il sindaco di Milano Giuseppe Sala, che a margine dell’incontro con il Cda del Piermarini, ieri pomeriggio si è sbottonato ribadendo l’intenzione di sospendere l’appuntamento di gala del 7 dicembre in nome della prudenza. Così scrivono Paolo Massobrio e Carlo Gatti sul Notiziario del Club Papillon.

Crollo prenotazioni per le prossime Feste

In vista delle prossime Feste, si registra uno stop alle prenotazioni di cenoni e sciate. Il caos sulle nuove misure del Governo per prevenire una nuova ondata del virus è causa di quello che gli albergatori chiamano “effetto freezer” che già da una decina di giorni viene sentito al mare alla montagna e alle città d’arte. L’appello di sul Corriere della Sera di Federalberghi: “Era atteso il pienone. Servono da subito regole chiare”.

Nutriscore nel mirino dell'Antitrust

Il NutriScore, la già contestata etichetta a semaforo, rossa per gli alimenti troppo grassi, gialla per quelli a metà e verde per quelli ammessi nella dieta alimentare, è finita, come si legge oggi su alcuni giornali, nel mirino dell’Antitrust. L’Autorità per la concorrenza ha aperto 5 istruttorie sul suo utilizzo, già contestato da molti, da parte di Gs, Carrefour Italia, Pescanova Italia e Valsoia, Regime Dukan, DietLab e Weetabix. Il timore è che “In assenza di adeguate avvertenze, venga erroneamente percepita come valutazione assoluta sulla salubrità di un determinato prodotto, a prescindere dalle esigenze complessive di un individuo”. E in tema di Antitrust sono state multate Amazon e Apple per concorrenza sleale ai loro consimilari.

venerdì 19 novembre 2021

Intervista sul benessere animale ad Annamaria Pisapia di CIWF

Intervista ad Annamaria Pisapia, Direttrice di CIWF (Compassion in World Farming) Italia Onlus, che da anni si batte per la protezione degli animali allevati a fini alimentari. D)Scriveva in tempi non sospetti Michael Pollan ne Il dilemma dell’onnivoro: “la vita breve e infelice di un manzo ingrassato a furia di mais in un allevamento intensivo rappresenta il trionfo supremo della logica industriale rispetto a quella evolutiva.” E io vorrei aggiungere: lo Spillover, passaggio di una grave malattia infettiva da animale a uomo, rappresenta la fine della nostra evoluzione. R) E’ ormai noto che l’agricoltura e l’allevamento intensivi siano fra le cause dello Spillover. Quest’ultimo in realtà è solo una degli impatti devastanti dell’allevamento intensivo, che impoverisce il suolo, inquina l’acqua e l’aria e contribuisce alla perdita di biodiversità. Di fatto, ci stiamo mangiando la possibilità di produrre cibo per noi e per le prossime generazioni. Un cambio di rotta è urgente e necessario. D) Dal vostro punto di vista, abbiamo passato il segno? Tutto quello che avete fatto per mettere in guardia l’uomo di non trattare gli animali da “bestie” è stato fatto invano? O siete riuscite a mettere a segno qualche successo? R) E’ vero, quella che stiamo vivendo è una vera e propria emergenza, che richiede azioni urgenti. Eppure la sensibilità globale sugli argomenti che riguardano il benessere degli animali e la sostenibilità è in continuo aumento. Ne sono la testimonianza gli 1,4 milioni di firme di cittadini europei che hanno firmato la Iniziativa dei Cittadini Europei End The Cage. A seguito di questa nostra imponente campagna la Commissione Europea si è impegnata ad approvare una legge che vieti l’uso delle gabbie in Europa entro il 2027. D) Dopo il G20 tenutosi a Roma sotto la regia di Mario Draghi, la Cop26 ha riunito quasi tutti i Paesi del mondo per dire basta ai gas serra e alla deforestazione che fanno aumentare la temperatura del globo terracqueo con conseguenze disastrose, come l’innalzamento dei mari e l’infertilità di larghe plaghe del mondo non sviluppato. Ma anche di quello occidentale per il quale un 1,5 grado in più di temperatura scatenerebbe una catena infinita di eventi disastrosi. Non ultimo l’estrema virulenza del Sars Cov2 (siamo già alla quarta variante e alla necessità della vaccinazione permanente). R) Per questo si impone la riduzione del consumo di carne, soprattutto nei paesi ricchi del pianeta. E questa è una necessità dimostrata dalla scienza. Infatti sappiamo che se il consumo di prodotti di origine animale continuerà con gli aumenti attuali, le sole emissioni provenienti da questa produzione impediranno di mantenere il riscaldamento globale sotto 1,5 gradi. D) Cosa mi dite rispetto alla strategia Farm to Fork? R) La strategia Farm to Fork ha il potenziale di diventare uno strumento potente per avviare la transizione a sistemi alimentari più sostenibili. La sua conversione in legge è ancora in fieri. Noi stiamo monitorando le attività politiche facendo pressione attraverso le nostre campagne affinché i suoi obiettivi (dalla fattoria alla tavola) restino i più ambiziosi possibili.

giovedì 18 novembre 2021

Ricetta di risotto di salsiccia

Ecco una ricetta della mia infanzia, che ricordo sempre con piacere, anche se adesso non faccio più. Comunque proverò a ricordarmela. Le dosi per 4 persone dovrebbero essere 500 g di riso Arborio o Vialone Nano, 1 cipolla bianca, olio extravergine, vino bianco per sfumare, brodo, 2 etti di salsiccia, burro e parmigiano. Mettete in una casseruola l'olio e il burro con la cipolla tritata finemente. Fate rosolare senza bruciare. Aggiungete la salsiccia tagliata grossolanamente e mescolate. Sfumate con il vino bianco (ma va bene anche il rosso) e continuate la cottura versando una parte del brodo. Continuate a versarvi il brodo sempre mescolando per non fare attaccare. Finite la cottura all'onda con un po' di burro e parmigiano.

Covid e vaccini

Il Covid lascia dietro di sé una scia infinita di mali. Intanto la paura di prenderselo e la necessità di una vaccinazione che si preannuncia permanente (da farsi tutti gli anni, come quella per la normale influenza). Poi la paura di venire infettati da quei fuori di testa che dicono che il Covid non esiste e manifestano contro il vaccino in piazza, come è capitato nei giorni scorsi proprio nella mia amata città dove sono nata, Trieste (non ho parole ...). Infine, last but not least, la non disponibilità del vaccino per i Paesi del Sud del mondo, dove i bambini muoiono. Due secoli fa, quando inventarono il vaccino contro la poliomelite, Sabin e Pasteur lo resero gratuito a tutte le nazioni del mondo. Salvando centinaia di migliaia di vite. Un tempo, quando c'era Mao, si diceva: La Cina è vicina. Adesso con l'accordo fatto da XiIngPin con Biden lo è davvero. E da quella parte del mondo non arriverà nessun aiuto.

Etichetta Nutriscore

Una parte dell'Unione Europea, quella per intenderci che paga le tasse nei paradisi fiscali,vuole imporre a tutti noi Paesi aderenti l'etichetta a semaforo per i prodotti alimentari: il cosidetto Nutriscore. Rosso per gli alimenti con molti grassi, arancione con meno, verde con pochi. Senza tenere conto però delle proprietà nutritive degli stessi e delle loro modalità di consumo. Chiaro che una fetta di parmigiano reggiano contiene molto grasso, ma non se ne mangia mica a palate. Così dicasi per il grana padano, piuttosto che per il prosciutto crudo di Parma o il San Daniele del Friuli. E' una questione di corretta alimentazione. E la nostra dieta, quella mediterranea, che privilegia l'ortofrutta, il pane, la pasta, il pesce e il formaggio e poca carne, magari bianca, è più che corretta. Il Nutriscore non fa che mettere nell'angolo le nostre produzioni migliori a favore delle patatine fritte (quelle sì che sono da semaforo rosso).

mercoledì 17 novembre 2021

Covid, inflazione, i grandi supermercati arrancano

Sempre sui giornali di oggi si parla anche di cattive notizie in casa Carrefour. Il calo di clienti e di fatturato, causato dall’inflazione determinata dal Covid, ha spinto il colosso francese della grande distribuzione organizzata a lanciare il suo piano tagli, riducendo la presenza in 9 regioni italiane. Il bilancio: 770 dipendenti lasciati a casa e 106 punti vendita chiusi definitivamente.

I secondi mercatini di Natale con il Covid

Si parla del Natale anche sul Corriere di Torino, informano Paolo Massobrio e Marco Gatti sul loro Notiziario del Club Papillon, che annuncia uno stop ai mercatini e il via libera ad eventi diffusi. “Un’emergenza non ancora terminata che ha portato l’amministrazione comunale ad ipotizzare un albero green in piazza Vittorio ed eventi per le feste ancora in via di definizione, ma con un orientamento che sembra ormai definito. Senza capodanno in piazza”.

Il secondo Natale con il Covid

Ci stiamo avvicinando a Natale e già ci si chiede quali e quante saranno le restrizioni Covid. I virologi dicono la loro sul fatidico cenone, e scatta l’incubo del numero dei commensali alla stessa tavola. Si accende il dibattito sui farvi partecipare anche gli anziani. E gli esperti nella maggior parte dei casi predicano prudenza suggerendo al massimo 6-8 persone allo stesso desco, un utilizzo consapevole delle mascherine e attenzione nei contatti tra bambini non vaccinati e persone fragili. Solo Massimo Bassetti, ha da eccepire: “Non ci sono limitazioni su quanti stare a tavola: eventuali restrizioni come il lockdown dovranno valere solo per i non vaccinati”.

martedì 16 novembre 2021

Dopo il Prosek, continuano le disavventure del Prosecco

Dopo il caso del Prosek, continuano le disavventure del Consorzio Conegliano e Valdobbiadene. A poche ore di distanza dall’elezione del nuovo direttore Matteo Tommasi, il quotidiano francese Le Monde, ha pubblicato un articolo contro le bollicine trevigiane intitolato “Prosecco, bollicine non così leggere per l’ambiente”. Partendo dalle parole del vescovo Corrado Pizziolo, il giornalista d’Oltralpe Jérome Gautheret ha concluso che la crescita globale del Prosecco, contabilizzata in milioni, non migliaia, di bottiglie vendute, genera “Un’agricoltura che sconvolge il paesaggio” per tener dietro a una domanda in crescita esponenziale, tra pesticidi ed evocazioni del caporalato. Anche questa volta, dopo il cartone animato di 15 anni fa sui critici e recensori di ristoranti, sono i francesi che ci mettono in guardia dalle nostre intemperanze. Siamo incorreggibili, anche se abbiamo il Paese, e la lingua, più belle del mondo.

Vino bio e benessere

Il vino “verde” contribuisce al benessere della comunità. La storica realtà umbra del vino Arnaldo Caprai, ha pubblicato il suo primo bilancio di sostenibilità. Tra i dati spicca il 62% in meno di consumo idrico (reso possibile dal recupero delle acque piovane) e il dimezzamento dei fitofarmaci. “Ci sentiamo custodi di un territorio”, ha detto il titolare.

Bombe d’acqua al Sud e caldo fuori stagione al Nord

"In un solo giorno si sono abbattute sul sud della Sardegna otto bombe d'acqua con terreni sott'acqua, coltivazioni distrutte, interi raccolti di carciofi perduti, frane e smottamenti con strade rurali inagibili". È quanto emerge dal bilancio della Coldiretti sui dati dell'osservatorio meteo di questi giorni. Mentre a Milano le persone soffrono per il caldo fuori stagione e il virus che provocano malumori gravi anche a livello neurologico.

Peste suina, anche da qui parte lo Spillover

ll Commissario europeo alla Salute e alla sicurezza alimentare accolga le richieste dell’Italia e della Sardegna sulla modifica delle attuali regole Ue riguardanti la Psa (peste suina) nell’Isola, autorizzando la commercializzazione dei suini e dei loro prodotti. Anche se è difficile sostenere tali asserzioni in un momento, come questo, di Spillover, cioè di passaggio di malattie, come il virus contro il quale stiamo adesso combattendo, dagli animali agli uomini.

martedì 9 novembre 2021

Via Francigena, patrimonio Unesco

La Via Francigena Italia è candidata a patrimonio Unesco alla 46° Sessione mondiale del 2023. I 70 km e le 3 tappe della “Tratta Piacenza” fanno parte della “via maestra” nazionale. Il Comitato scientifico culturale “Tratta Piacenza”, primo in Italia, intende sostenere le istituzioni nazionali e regionali, ma soprattutto agisce per definire una forte identità “patrimoniale” di Piacenza, castrum fondata nel III secolo a.C. dalle Legioni Romane sul fiume Po. E’ da 2250 anni un crocevia di strade antiche. Grazie alla invidiabile posizione geografica – storico- militare - commerciale. Una delle prime Diocesi Vescovili del IV sec d. C. Oggi la destinazione fra pianura - Appennino ha una impronta di paesaggio culturale, una biodiversità botanica e faunistica espressa in più valli fluviali, una attrazione per il turismo lento e la vita in campagna, un riconoscimento della autenticità salutare del buon mangiare e buon bere.

venerdì 5 novembre 2021

Il vino di coca e la nascita della Coca Cola

Siamo da 21 anni nel Ventunesimo secolo e le scoperte scientifiche dell’ultimo periodo non si contano più. Dalle macchine elettriche ai droni (i minivelivoli che si alzano in verticale e rivelano la nostra posizione); dai Gps, sistemi di monitoraggio stradale che ci indicano la via meglio dei vecchi stradari, agli orologi contapassi per chi fa sport o camminate; fino agli ortaggi nutraceutici (cioè i prodotti alimentari che hanno virtù, oltre alle classiche proprietà nutrizionali, anche quelle farmaceutiche asseverate dalla moderna medicina e non da un ciarlatano qualunque). Da storica devo così osservare che le scoperte scientifiche non hanno lo stesso andamento nel tempo: fino al XIX secolo, 1800, sono state minori come numero e di minore portata di oggi. Nel XX, 1900, dopo le due guerre mondiali hanno riguardato soprattutto le costruzioni, le strade (gru, cemento armato, catrame) e l’industria cinematografica (premi Oscar di Cannes, Orso di Berlino, Biennale di Venezia) e lo sport (sci di plastica anziché di legno, quelli su cui sciava Zeno Colò; protesi per chi aveva subito un brutto incidente in gara ecc.). Oggi invece si assiste ad un’improvvisa accelerata e il panorama ne rimane sconvolto. Su internet si trova di tutto e non si sa a chi credere. Stavolta ho trovato, sempre per quanto riguarda l’Ottocento, l’invenzione di un vino di coca: sì proprio quella che le popolazioni del Sudamerica masticavano per sopportare le grandi altitudini. Il vin Mariani è nato nel 1863 grazie al chimico francese Angelo Mariani. Foglie di coca lasciate a marinare nel vino rosso Bordeaux per dieci ore. Ma per risalire a questa invenzione bisogna fare un passo indietro e cioè fino a quando Paolo Mantegazza, il medico italiano del secondo Novecento popolarissimo divulgatore, il quale come antropologo lavorando in Sudamerica conobbe la coca lavorando tra i nativi, la studiò clinicamente. Ma quando si parla di liquori e di elisir compare sempre un farmacista e fu proprio uno di loro, il già citato Mariani a trarne il vino di cui abbiamo parlato. Il Vin Tonique Mariani (à la coca du Pérou). Fu la fine degli ippocrassi, i vini medicali di medievale memoria. Divenuto celeberrimo su entrambe le sponde dell’Atlantico aveva una concentrazione minima di cocaina fissata per litro, ma viveva della sinergia con l’alcool. Il Mariani comunque aveva anche una avveniristica e notevole propensione al marketing e il prodotto venne pubblicizzato con tutti i sistemi dell’epoca. Tanti furono gli epigoni che crearono e vendettero il loro vino alla coca. E tale John Pemberton commercializzò un French Wine Coca in Georgia. Ma proprio in Georgia, tra i primi Stati Americani, si proibì l’uso dell’alcol nel 1886. Caso o fortuna, o perseveranza (l’ingrediente principale delle vittorie commerciali ed economiche degli statunitensi), Pemberton non si prese d’animo e cambiò la ricetta a base di foglie di coca e noci di coca come fonte di caffeina, più soda dolcificata e acido citrico, creando l’universalmente nota Coca Cola. Ed eccovi così svelata la sua ricetta che la casa che adesso la produce ha sempre tenuto nascosta.

giovedì 4 novembre 2021

Post pandemia: siamo più poveri?

Gli italiani, post pandemia, con il numero più alto di vaccinati in Europa e con il green pass per entrare a consumare nell' horeca, hotel, bar ristoranti, agriturismi, si sentono più poveri. E come dar loro torto? Tutte le commodity alimentari (pasta, riso, pane, farina, fette biscottate, latte, e adesso anche polli e uova). Nonché le produzioni più pregiate quali parmigiano, grana, prosciuto crudo di Parma, prosciutto crudo San Daniele di Trieste, per non parlare del vino che oltre ai costi in cantina edeve fare i conti con il sughero, quello vero, dei tappi, il vetro, quello scuro che lo protegge, e la carta delle etichette (anch'essa fa la differenza tra una bottiglia e l'altra), sono rincarati. Causa non solo le crescenti strozzature a livello logistico, cioè quello dei trasporti nei container da un mare ed un oceano all'altro. Ma anche di come hanno rincarato i loro prodotti sullo scaffale le insegne della Gdo (grande distribuzione organizzata: per citare le prime insegne che ci vengono in mente nell'ordine di importanza: Conad, Selex, Coop, Esselunga). Fare la spesa adesso è uno slalom tra un'offerta e l'altra e stare attenti a quanto pesa un dato articolo rispetto al suo prezzo. L'ultima notizia, ma ve l'avevo già segnalata, è che aumenta anche il panettone e che il Paese verdeoro, il Brasile, ha iniziato a produrlo, facendoci concorrenza nell'ambito dell'italian sounding,: i prodotti tricolori spacciati per provenienti dall'Italia e che in realtà non lo sono. Pare che il loro giro di affari sia stimabile in oltre 400 mln di euro. Così adesso, soprattutto le famiglie numerose e gli anziani soli, sono ridotti a casa a preparare da mangiare con il poco che hanno e che possono acquistare. Ma poi si va all'Ortomercato della Stazione Centrale di Milano e ci si trova in un tourbillon di persone vestite all'ultimissima moda che acquistano prodotti esclusivi e che si siedono al ristorante non proprio a buon mercato. Insomma la solita Italia divisa in due: fino ad ora tra Nord e Sud, e adesso, indifferentemente dal punto di vista geografico, tra chi può permettersi qualcosa in più e chi no. Anche se ci sarebbe un modo per risparmiare: riciclare vecchi oggetti facendoli diventare nuove cose utili. L'online serve anche a questo e ci viene incontro con numerose app all'uopo. Anche se si deve stare attenti al fenomeno del pishing, truffe in rete.

Carciofi: ricette

Stiamo entrando nella stagione più fredda dell'anno, l'inverno, e con essa arrivano anche i carciofi, ortaggi alleati della salute per il loro contenuto di minerali come il ferro e potassio e per le loro proprierà diuretiche. Ne esistono diverse varietà: le mammole romane, i violetti sardi e liguri e quelli più normali, caratterizzati da foglie più piccole delle mammole e più grandi dei violetti. Le mammole si cuociono in acqua, sale, prezzemolo e olio a testa in giù. I violetti sono ottimi anche crudi, tagliati a fettine sottilissime da intingere nel pinzimonio, olio, sale e aceto. La ricetta cui sono più legata e che mi sembra la pià buona è la seguente: pulite i carciofi delle foglie più esterne e tagliatene via il gambo. Metteli in una scodella con acqua e limone perché non anneriscano. A parte preparate un trito di pangrattato (preferite grattuggiare il pane secco avanzato che avete in casa), aglio e prezzemolo. Togliete i carciofi dalla scodella e poneteli in piedi su un tagliere di legno o plastica. Allargatene l'estremità superiore entro la quale introdurrete il trito. Finite con un filo di olio extravergine. Ora poneteli in piedi in una casseruola con acqua e un po' di olio. L'acqua non deve superare la metà dell'altezza dei carciofi. Fate cuocere e a cottura ultimata servite tiepidi e mangiateli sfogliandoli foglia a foglia e tenendo ferma l'estremità più alta della stessa con la forchetta mentre con il coltello ne ricavate la parte più morbida. Finite tutte le foglie, vi rimarrà la parte più buona, il cuore, da assaporare insieme al ripieno che sarà avanzato dallo sfogliamento.

martedì 2 novembre 2021

Non sempre vegano è salutare

Non sempre vegano è salutare, Anzi: “Certi hamburger, formaggi, panne, salse e salumi vegani - spiega la  nutrizionista Chiara Manzirisultano più grassi e salati dei corrispettivi tradizionali. E possono quindi nuocere, in particolare a chi deve limitare nella dieta il quantitativo di questi elementi”. 

Mangeremo polli da importazione?

Non che i nostri polli siano sempre allevati bene, ma adesso soffrono anche della concorrenza di quelli stranieri. A rischio così tutta la filiera del pollo italiano. Un mercato autosufficiente che ora soffre del rincaro dei prezzi della materia per l'agricoltura e rischia di essere “infiltrato” da carni provenienti da altri Paesi dove i controlli sono meno severi. A lanciare l’allarme il numero uno del gruppo Amadori, Francesco Berti.

Pizza e pm10

Anche la pizza, nel Milanese, concorre a far salire il pm10, le famigerate polveri sottili che si vorrebbero ridurre, diminuendo dell'1,5 i gradi della temperatura terrestre causata dalle emissioni di carbone fossile.  La provincia conta 3mila forni. Che assieme alle strutture private valgono il 45% delle polveri. Il censimento è in corso e secondo l’esperto Alessandro Azzoni: “Esistono regole rigide per le case, ma non per i locali”.

Prosecco o Prosek?

Tutelato dalla denominazione di origine, il Prosecco e Prosek proviene dalla stessa località che si trova poco a ovest di Trieste ed è solo da qui che parte l’unico collegamento storicamente confermato. Lo afferma il presidente del Veneto, Luca Zaia rendendo noti i risultati di una ricerca storica che dovrebbe chiudere una volta per tutte il dibattito nato attorno alla legittimità o meno da parte della Croazia di una richiesta all’Unione Europea di protezione della menzione “Prosek” riferita a un vino locale. 

Diciamo no agli allevamenti intensivi

 L’animale è stato allevato in gabbiaSempre al chiusoAll’aperto? Con accesso al pascolo? Sono informazioni che devono essere accessibili ai consumatori, per permettere loro di scegliere ed evitare prodotti da allevamenti intensivi, favorendo così sistemi di allevamento più rispettosi degli animali. Questo è un momento critico e continueremo a fare pressione perché le bugie in etichetta non diventino la norma. Lbugie, che mentono su come vivono gli animali negli allevamenti, le vogliono mettere in etichetta! I ministeri delle Politiche agricole e della Salute vogliono introdurre una certificazione che consentirebbe di mettere il bollino “Benessere Animale” anche su prodotti che provengono da allevamenti intensivi. Un simile bollino, che molti consumatori troverebbero rassicurante, farebbe buon gioco all’industria delle carne: di fatto molti consumatori, pensando di acquistare prodotti da allevamenti dove c’è benessere animale, si ritroverebbero invece a comprare sofferenza senza saperlo! CIWF dice che SIAMO ANCORA IN TEMPO: questo progetto di certificazione va fermato e dobbiamo essere in tanti a mandare un messaggio chiaro ai ministri. Partecipa alla protesta cliccando qui e aggiungete la vostra voce! 

La dieta del latte nell'età del bronzo

Ho letto settimana scorsa su una rivista scientifica alla quale sono abbonata, che gli Asiatici dell’età del bronzo, dal 3.400 al 600 a .C., dopo essere stati cacciatori  e raccoglitori, consumavano prodotti caseari.  A prova di ciò, ne sono state trovate tracce negli utensili e nei denti.