venerdì 5 novembre 2021

Il vino di coca e la nascita della Coca Cola

Siamo da 21 anni nel Ventunesimo secolo e le scoperte scientifiche dell’ultimo periodo non si contano più. Dalle macchine elettriche ai droni (i minivelivoli che si alzano in verticale e rivelano la nostra posizione); dai Gps, sistemi di monitoraggio stradale che ci indicano la via meglio dei vecchi stradari, agli orologi contapassi per chi fa sport o camminate; fino agli ortaggi nutraceutici (cioè i prodotti alimentari che hanno virtù, oltre alle classiche proprietà nutrizionali, anche quelle farmaceutiche asseverate dalla moderna medicina e non da un ciarlatano qualunque). Da storica devo così osservare che le scoperte scientifiche non hanno lo stesso andamento nel tempo: fino al XIX secolo, 1800, sono state minori come numero e di minore portata di oggi. Nel XX, 1900, dopo le due guerre mondiali hanno riguardato soprattutto le costruzioni, le strade (gru, cemento armato, catrame) e l’industria cinematografica (premi Oscar di Cannes, Orso di Berlino, Biennale di Venezia) e lo sport (sci di plastica anziché di legno, quelli su cui sciava Zeno Colò; protesi per chi aveva subito un brutto incidente in gara ecc.). Oggi invece si assiste ad un’improvvisa accelerata e il panorama ne rimane sconvolto. Su internet si trova di tutto e non si sa a chi credere. Stavolta ho trovato, sempre per quanto riguarda l’Ottocento, l’invenzione di un vino di coca: sì proprio quella che le popolazioni del Sudamerica masticavano per sopportare le grandi altitudini. Il vin Mariani è nato nel 1863 grazie al chimico francese Angelo Mariani. Foglie di coca lasciate a marinare nel vino rosso Bordeaux per dieci ore. Ma per risalire a questa invenzione bisogna fare un passo indietro e cioè fino a quando Paolo Mantegazza, il medico italiano del secondo Novecento popolarissimo divulgatore, il quale come antropologo lavorando in Sudamerica conobbe la coca lavorando tra i nativi, la studiò clinicamente. Ma quando si parla di liquori e di elisir compare sempre un farmacista e fu proprio uno di loro, il già citato Mariani a trarne il vino di cui abbiamo parlato. Il Vin Tonique Mariani (à la coca du Pérou). Fu la fine degli ippocrassi, i vini medicali di medievale memoria. Divenuto celeberrimo su entrambe le sponde dell’Atlantico aveva una concentrazione minima di cocaina fissata per litro, ma viveva della sinergia con l’alcool. Il Mariani comunque aveva anche una avveniristica e notevole propensione al marketing e il prodotto venne pubblicizzato con tutti i sistemi dell’epoca. Tanti furono gli epigoni che crearono e vendettero il loro vino alla coca. E tale John Pemberton commercializzò un French Wine Coca in Georgia. Ma proprio in Georgia, tra i primi Stati Americani, si proibì l’uso dell’alcol nel 1886. Caso o fortuna, o perseveranza (l’ingrediente principale delle vittorie commerciali ed economiche degli statunitensi), Pemberton non si prese d’animo e cambiò la ricetta a base di foglie di coca e noci di coca come fonte di caffeina, più soda dolcificata e acido citrico, creando l’universalmente nota Coca Cola. Ed eccovi così svelata la sua ricetta che la casa che adesso la produce ha sempre tenuto nascosta.

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