venerdì 19 novembre 2021

Intervista sul benessere animale ad Annamaria Pisapia di CIWF

Intervista ad Annamaria Pisapia, Direttrice di CIWF (Compassion in World Farming) Italia Onlus, che da anni si batte per la protezione degli animali allevati a fini alimentari. D)Scriveva in tempi non sospetti Michael Pollan ne Il dilemma dell’onnivoro: “la vita breve e infelice di un manzo ingrassato a furia di mais in un allevamento intensivo rappresenta il trionfo supremo della logica industriale rispetto a quella evolutiva.” E io vorrei aggiungere: lo Spillover, passaggio di una grave malattia infettiva da animale a uomo, rappresenta la fine della nostra evoluzione. R) E’ ormai noto che l’agricoltura e l’allevamento intensivi siano fra le cause dello Spillover. Quest’ultimo in realtà è solo una degli impatti devastanti dell’allevamento intensivo, che impoverisce il suolo, inquina l’acqua e l’aria e contribuisce alla perdita di biodiversità. Di fatto, ci stiamo mangiando la possibilità di produrre cibo per noi e per le prossime generazioni. Un cambio di rotta è urgente e necessario. D) Dal vostro punto di vista, abbiamo passato il segno? Tutto quello che avete fatto per mettere in guardia l’uomo di non trattare gli animali da “bestie” è stato fatto invano? O siete riuscite a mettere a segno qualche successo? R) E’ vero, quella che stiamo vivendo è una vera e propria emergenza, che richiede azioni urgenti. Eppure la sensibilità globale sugli argomenti che riguardano il benessere degli animali e la sostenibilità è in continuo aumento. Ne sono la testimonianza gli 1,4 milioni di firme di cittadini europei che hanno firmato la Iniziativa dei Cittadini Europei End The Cage. A seguito di questa nostra imponente campagna la Commissione Europea si è impegnata ad approvare una legge che vieti l’uso delle gabbie in Europa entro il 2027. D) Dopo il G20 tenutosi a Roma sotto la regia di Mario Draghi, la Cop26 ha riunito quasi tutti i Paesi del mondo per dire basta ai gas serra e alla deforestazione che fanno aumentare la temperatura del globo terracqueo con conseguenze disastrose, come l’innalzamento dei mari e l’infertilità di larghe plaghe del mondo non sviluppato. Ma anche di quello occidentale per il quale un 1,5 grado in più di temperatura scatenerebbe una catena infinita di eventi disastrosi. Non ultimo l’estrema virulenza del Sars Cov2 (siamo già alla quarta variante e alla necessità della vaccinazione permanente). R) Per questo si impone la riduzione del consumo di carne, soprattutto nei paesi ricchi del pianeta. E questa è una necessità dimostrata dalla scienza. Infatti sappiamo che se il consumo di prodotti di origine animale continuerà con gli aumenti attuali, le sole emissioni provenienti da questa produzione impediranno di mantenere il riscaldamento globale sotto 1,5 gradi. D) Cosa mi dite rispetto alla strategia Farm to Fork? R) La strategia Farm to Fork ha il potenziale di diventare uno strumento potente per avviare la transizione a sistemi alimentari più sostenibili. La sua conversione in legge è ancora in fieri. Noi stiamo monitorando le attività politiche facendo pressione attraverso le nostre campagne affinché i suoi obiettivi (dalla fattoria alla tavola) restino i più ambiziosi possibili.

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