martedì 30 giugno 2015

Fame in Italia: l'Expo tra chi mangia e chi no


14 famiglie su 100 non mangiano un pasto sufficientemente proteico ogni due giorni. 1,3 mln di bambini non hanno cibo a sufficienza. Sono i dati del Banco Alimentare diffusi oggi a Expo. Le Regioni più colpite Lombardia, Basilicata e Umbria. L’Enciclica Papale ne sottolinea la profonda ingiustizia. Ma se la Chiesa è la prima a non pagare l’Imu sui vari immobili accatastati come luoghi non di culto, chi è che dovrebbe fare la predica? Come si diceva una volta, “chi è senza peccato scagli la prima pietra”.

Certo è che tutto il nostro sistema di Stato e di governo che ha delle falle gigantesche, prima fra tutte la corruzione. Inutile parlare di cultura e cibo di qualità come fanno i pochi eletti stranieri che se lo possono permettere qui ad Expo e in Patria se le diseguaglianze con le “magnifiche sorti e progressive” continuano ad aumentare. Ad Expo c’è anche il Padiglione "Cibus è Italia", sponsorizzato da Federalimentare, l'Associazione della moderna distribuzione che ogni due anni organizza la Fiera Cibus a Parma per gli addetti ai lavori (i produttori alimentari). Ma anche al supermercato ormai c’è molta disparità tra chi dall’ultima crisi compra solo prodotti scontati e chi si può permettere di tutto. Un discorso troppo da “compagna, anni Settanta”?   
Dipende: io sarò anche un po' retrò, ma perché la nostra economia non funziona? Secondo una ricerca di Assolombarda, 54 industriali su 100 ritengono poco efficaci le misure contro le infiltrazioni mafiose nell’economia. I legami ci sono da sempre ma ora derivano prevalentemente dalla crisi e servirebbe più dialogo con l’autorità giudiziaria. Ci sono voluti 6 anni per attivare uno sportello per l’impresa. Ora si attende chi vi si vorrà rivolgere.   

lunedì 29 giugno 2015

Formaggi, li mangeremo senza latte?

E' notizia di ieri, La Repubblica, che la Ue ha inviato una diffida all'Italia per il divieto di produrre formaggi senza latte, cioè con polveri e derivati. E' ovvio che questo non può far piacere ai produttori e Coldiretti ha protestato duramente. L'unico modo per evitare che i nostri prodotti non siano fabbricati secondo le norme dei disciplinari sarebbe quello di introdurre in etichetta l'origine per tutti.
Ma adesso che tra poco dovremmo essere invasi dai prodotti americani, secondo gli accordi TTip, cosa ne sarà di tutte le regole che l'Unione Europea aveva emesso per proteggere il consumatore?

Piace il padiglione della Corea

L'avevo già sentito, anche se non so il perché dato che non l' ho visto, ma pare piaccia molto il padiglione della Corea. Forse per i cibi insoliti che presenta. E anche quello del Giappone, ma questo non stupisce perché la cultura giapponese, e il cibo, sushi e sashimi, sono molto amati qui da noi. Per il resto, notano tutti i commentatori, c'è molta attenzione e stupore per il Padiglione Italia, dove si cammina su un pavimento di vetro, e l'Albero della Vita, definito Amazing, stupefacente.
Per il resto adesso danno due biglietti omaggio a chi parcheggia subito fuori, ma il parcheggio è costosissimo. Quindi si preferiscono i mezzi pubblici.
Intanto, secondo una ricerca Nielsen, crescono gli investimenti pubblicitari delle aziende presenti, soprattutto in tv, giornali, web e radio. Ma non si sa ad ora quanti incontri d'affari si siano conclusi, pur con tutto il nostro sforzo per pubblicizzare e diffondere nei Paesi emergenti, il famoso Bric, Brasile, India e Cina, il made in Italy.
 
 

sabato 27 giugno 2015

Expo per i giovani

Se siete giovani e andate all'Expo sappiate che all'entrata non vi danno una mappa, il Decumano è piuttosto lungo e ricco di padiglioni, ma c'è un'app per capire cosa visitare fatta molto bene. Vi consigliamo poi di andarci, magari con i mezzi, di sera: il biglietto costa solo 5 euro, si entra alle 19 e i padiglioni chiudono alle 21 ma la visita continua perché ci sono i posti dove andare a mangiare: Terrazza Martini, Sapòrem, Identità Golose, i ristoranti regionali di Eataly, il padiglione di Slow Food. Certo in questi ristoranti per i giovani è tutto molto caro, ma in alcuni casi come il padiglione dell'Austria qualcosa si può spiluzzicare a poco prezzo. Sapòrem è l'angolo de nostri prodotti Dop e Igp, grana padano, mortadella di Bologna, Prosciutto di San Daniele del Friuli e Prosecco di Conegliano Valdobbiadene, in Veneto. E' meno di una cena, ma più di un aperitivo, insomma un apericena, non sappiamo quanto costa ma ci sentiamo in grado di segnalarvelo. Al padiglione della Germania dopo le 21 suonano. Non perdetevi il Padiglione Italia e poi alle 22 fate un salto all'Albero della Vita, 15 minuti di luci e suoni veramente emozionanti. La sera poi non ci sono le scolaresche, c'è meno gente, fa più fresco ed è tutto più godibile. Ci sono anche degli angoli piscina con le sedie e la possibilità di mettere i piedi a mollo. La sera il sole non c'è più, ma munitevi di crema solare per il periodo dalle 19 alle 20.
Poi per quanto riguarda le critiche l'hanno già detto alla televisione. I lavori sono costati molto ma causa ritardi i "soliti noti" si rifaranno anche presso la Cassa Depositi e Prestiti che è delle Poste e quindi sono soldi nostri, in pratica lo paghiamo due volte. Le solite cose fatte all'italiana. Poi c'è il problema delle sponsorizzazioni che sono delle grandi multinazionali che certo non possono andare d'accordo con chi combatte il land grabbing, le deforestazioni, le grandi monocolture e l'allevamento intensivo di animali che depauperano il sistema ambientale a grave danno di uomini e specie animali. Ma questo ha deciso il Bie tanti anni fa, governo Prodi, e questo doveva essere "Nutrire il pianeta, energia per la vita", mentre noi lo roviniamo e i poveri del Sud del mondo lottano per una vita decente.    

venerdì 26 giugno 2015

Dop e Igp cosa sono veramente?

D'accordo, Dop e Igp, ne abbiamo più di tutti gli altri Paesi d'Europa compresa la Francia, circa 260, ma cosa sono veramente? E  davvero concorrono alla diffusione del vero made in Italy nel mondo? Ho sentito in tv una giornalista davvero brava parlarne in occasione di Expo. In realtà, ha spiegato, le Dop e Igp non sempre sono garanzia della vera origine territoriale di un prodotto perché esistono, come in tanti campi in Italia, varie deroghe. Per esempio per tanti prodotti, che vanno dai salumi ai formaggi, possono essere di denominazione di origine protetta o di indicazione geografica protetta, questo vogliono dire le due sigle, anche prodotti che sono solo trasformati in loco, ma la materia prima proviene da fuori. Adesso poi, con gli accordi TTIP che intervengono in maniera più o meno segreta tra Europa e Stati Uniti d'America, potremmo essere invasi da una marea di prodotti alimentari d'Oltreoceano non conformi alle tante regole imposte dall'Unione Europea. Insomma, un bel pasticcio, in epoca di Expo 2015 di cui non si parla e che comunque non ci fa onore. Convincendomi sempre più che Expo è una Fiera come un'altra, una vetrina per la bella mostra dei capi di Stato, ma contenuti veri, pochini. Anche se alcuni padiglioni, per me che l'ho visitata, sono davvero scenografici. Ma sotto il vestito niente si diceva una volta. E poi una volta calato il sipario, rimarranno come sempre la globalizzazione e l'affacciarsi sul mercato di nuovi grandi Paesi anche non democratici, come la Cina, a dettare legge. Con tanti saluti ai contadini del Sud del mondo e al loro bisogno di microcredito. Che poi, anche il microcredito che si fa a loro costa a noi del Nord del mondo che non siamo ricchi in termini di maggiori prezzi sui prodotti perché i prodotti del commercio, come si chiamava fino a ieri, equo e solidale, sono piuttosto elevati. Insomma le solite guerre tra poveri. Mentre il mondo ricco è corrotto. E quello che sta a metà non si salva dalle tasse e dagli studi di settore.   

giovedì 25 giugno 2015

Grano Armando fa rivivere la filiera del grano duro italiano

Continuo con la mia comparazione tra piatti di stagione creativi e quelli della mia cucina che essendo una cucina che deriva dal mio essere una baby boomer, risente fortemente degli insegnamenti di mamme e nonne che hanno fatto la guerra e che non sprecavano nulla ma cucinavano con poco.
Adesso il paradosso è che fioriscono le ricette più disparate dei cuochi che si fanno chiamare chef ma chi sta a casa se la cava con i surgelati e i piatti pronti del supermercato perché non ha tempo di stare in cucina e nemmeno gli piace . Ma con la crisi si cominciano a rivalutare i piccoli negozi di vicinato e una spesa contenuta ma di qualità.
 
 
 
Certo adesso è il momento di Expo e di tutte le iniziative come i temporary shop in città, di cui uno è quello che rimarrà aperto fino al 30 giugno di Grano Armando, la pasta 100% italiana.  
Protagonista a Expo, la pasta è l'alimento che più ci caratterizza  e batte tutti i record di esportazione agroalimentare nel mondo. Con la vicinanza tra il Molino  e l'industria, i 1.000 coltivatori coinvolti, il pastificio De Matteis di Flumeri (Av), si fregia di una pasta con più glutine e quindi con più sapore e resa in cottura. Trafilata al bronzo, essiccata lentamente, è disponibile in 15 formati. Tra cui questo fusillone di cui vi diamo una ricetta tricolore, proposta a Expo.
Ricetta di Lina Fischetti, chef del ristorante “Oasis Sapori Antichi” di Vallesaccarda (AV)



Ingredienti per 4 persone

400 gr di Fusilloni

200 gr di broccolo aprilatico di

Paternopoli (Presidio Slow Food)

30 pomodorini datterini

150 gr di burrata

olio extravergine di oliva, qualità

Ogliarola

1 spicchio di aglio

peperoncino quanto basta

sale quanto basta

40 gr di zucchero di canna

un pizzico di origano

1/2 mezzo bicchiere di crema di

latte

 

 

Preparazione

In un tegame basso con olio extravergine, far imbiondire l´aglio precedentemente privato dell´anima, dopo qualche minuto rimuoverlo e aggiungere i broccoli già montati. Scottarli per qualche minuto lasciandoli croccanti e dal colore verde brillante. In una piccola teglia adagiare i pomodorini tagliati a metà, aggiungere un pizzico di sale, zucchero di canna, un pezzetto di aglio, un pizzico di origano e un filo di olio extravergine. Cuocerli ad una temperatura di 95° per 2 ore e mezza. Con i broccoli preparare una salsa emulsionando la verdura con un po’ di olio extravergine; stesso procedimento per i pomodorini. Frullare una minima quantità di burrata, aggiungendo un po’ di crema di latte. A questo punto cuocere i Fusilloni Grano Armando in acqua salata, padellare il tutto con broccoli, qualche pomodorino e qualche ciuffetto di burrata. Disporre nel piatto in maniera ordinata, completando con ciuffetti di buratta fresca, pomodorini, broccoli, giusto qualche goccia delle salse, e terminare il tutto con un filo di olio extravergine di oliva a crudo.

La mia ricetta estiva è invece quella delle penne con zucchine e speck.
Ingredienti per 4 persone
3 zucchine medie
100 g di speck
1 cucchiaio di olio extravergine di oliva
mezza cipolla
250 g di penne
Preparazione
Sbucciare e tritare finemente la cipolla. Farla imbiondire nell'olio. Tagliare le zucchine a fettine sottili e passarle nell'olio e cipolla fino a che diventano cotte. Aggiungere lo speck tagliato grossolanamente e terminare la cottura. Una volta nel piatto oltre al parmigiano, si possono aggiungere delle fettine di scamorza e lasciarle fondere sul sugo caldo.


 
 
 
 
 

 

 
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
“FUSILLONE TRICOLORE” GRANO ARMANDO

 

mercoledì 24 giugno 2015

Ingrediente Parma: risotto alla parmigiana

La mia è una cucina tradizionale, ispirata alle ricette pubblicate nella Cucina Triestina pubblicata nel 1928. Niente a che vedere con i piatti degli chef stellati che si sono imposti grazie ai media e all'editoria di settore in questi ultimi anni. Ma se una cucina più sobria deve essere, come si dice anche a Expo, magari fatta con gli avanzi oppure con gli ingredienti di stagione che si trovano al mercato piuttosto che nei più costosi supermercati, anche se di quartiere, magari far sapere alle nuove generazioni come si cucinava una volta potrebbe essere un'opera meritoria. Della quale non mi fregio soltanto io, ci mancherebbe, ma vedo che negli altri blog si fa a gara con le ricette più insolite. A proposito delle quali, dal 19 al 21 giugno, la seconda edizione di Ingrediente Parma con i Consorzi dei prodotti tipici della zona, ne ha presentato una serie che ha veramente dell'incredibile:
Fabio Barbaglini – Milano
Uovo con purea di zucchine in scapece, Parmigiano Reggiano, porri e pane
Massimo Spigaroli - Antica Corte Pallavicina, Polesine Parmense (PR)
Il carpione di gallina fidentina con verdure marinate, piccole insalate, Culatello di Zibello ed extravergine di Torchiara
Luca Collami - Baldin, Genova
Bottoni di Baccalà con Spuma di Parmigiano Reggiano... Sale di Culatello e Nocciole
Alberto Bettini - Amerigo 1934, Savigno (BO)
Pancotto, Parmigiano Reggiano e Prosciutto di Parma
Paolo Teverini - La Cucina di Paolo Teverini, Bagno di Romagna (FC)
Sformato di Parmigiano Reggiano con croccante di Prosciutto di Parma
Giuliano Zerbini - La Porta a Viarolo, Viarolo (PR)
Mousse di Zucca con salsa di Prosciutto di Parma caramellato

Senza voler essere polemica, anzi, piuttosto incuriosita, ho tentato di farmi mandare una o due di queste ricette con relative foto, ma non è stato possibile. Per questo mi limito a pubblicare il mio risotto alla parmigiana che so ogni casalinga sa fare alla perfezione. Ma le casalinghe oggi non preferiscono forse i surgelati?




 

Risotto alla parmigiana
un pezzetto di burro
un cucchiaio di olio extravergine di oliva
1 cipolla o un cipollotto bianco (meglio)
una tazzina di riso Arborio per ogni commensale più una per la pentola
brodo vegetale
un'abbondante spruzzata di parmigiano reggiano

Far soffriggere il riso nella cipolla imbiondita nell'olio e nel burro. Versare il brodo e farlo asciugare fino a cottura ultimata. Spegnere il fuoco e mantecare con un pezzettino di burro e parmigiano reggiano. Mettere nel piatto e cospargere ancora di parmigiano. Nelle foto il mio risotto lo vedrete rosso anziché bianco perché ho usato la cipolla rossa di Tropea, ma in realtà andrebbe usato il cipollotto bianco che è più dolce, si sposa meglio con i sapori e rende il colore del piatto omogeneo e in linea con il suo ingrediente principale. 

lunedì 22 giugno 2015

Enologia sempre più green: 3 nuovi vini senza allergeni


Tre nuovi vini laziali senza allergeni arricchiscono una produzione, il bio (+10% in dieci anni, 1.300 le cantine), che ha investito anche il comparto enologico, con l’introduzione dei vini senza solfiti, una sostanza, oggi dimostratasi superflua, che ne impediva l’ossidazione. La ricerca in questo campo continua e un euro speso a suo favore ne crea dieci di valore aggiunto. L’Università della Tuscia ha così recentemente deciso di sperimentare, tramite un finanziamento di 62mila euro del PSR della Regione Lazio (al 60% fondi comunitari), un progetto dell’associazione ProBio. La vinificazione senza allergeni di tre vini, il Macchia Sacra della cantina Castello di Torre in Pietra (4mila bottiglie), il 496 Frascati Doc dell’azienda biologica De Sanctis, e il Don Franco, della cooperativa Capodarco di Grottaferrata (che insieme producono 2mila bottiglie). Nel 2013, i vigneti biologici sono più che triplicati (311mila ha) e in Italia hanno avuto un tasso di penetrazione esponenziale: dal 2% al 16,80% del 2015; l’export si attesta al 29,3%, anche se al primo posto c’è la Francia con il 33,7% (dati Winemonitor Nomisma). Nella Ue ci sono 258mila ha di vitigni bio di cui 215mila tra Italia, Francia e Spagna.

Oasi verdi tra i capannoni


Un’ oasi al posto dei rifiuti. Il protocollo di Kyoto (-20% di sostanze inquinanti nel 20% dell’atmosfera entro 20 anni) sta cominciando a dare i suoi frutti non solo nelle aree “storiche” della deforestazione, come l’America Latina, dove il Costa Rica  è diventato il Paese più green del mondo, ma anche qui con la creazione delle oasi delle biodiversità  nelle ex discariche. Il via ai lavori è stato dato il 16 giugno scorso con la firma del Protocollo dei “Parchi per Kyoto in Comune”, presente Piero Fassino, presidente dell’Anci. Ma a Mole di Maiolati Spontini, nelle Marche, i lavori per impiantare alberi, cespugli e arbusti in un’area precedentemente adibita a discarica, “La Cornacchia”, sono già finiti. E’ così nata una delle prime oasi italiane delle biodiversità per le quali a livello nazionale si cercano sponsorizzazioni. I piccoli polmoni verdi ridanno vita ai terreni e sono realizzati per sgombrare i cieli dalla pesante cappa grigia che negli anni dell’industrializzazione ha pesato sulle città e sulla salute dei suoi abitanti. Adesso che nelle fabbriche sono al lavoro i robot, si punta all’energia pulita e c’è la crisi, un mondo più green è alle porte tra i tanti grandi magazzini e capannoni dismessi di cui è disseminata la provincia del BelPaese.

giovedì 18 giugno 2015

Michelle Obama a Expo

Oggi è il giorno a Expo di Michelle Obama, con le sue figlie e la mamma, in visita al padiglione degli Stati Uniti. Prima donna a lanciare il tema della lotta contro l'obesità infantile, Michelle ha impiantato un orto nei giardini della Casa Bianca, imposto regole ferree all'alimentazione delle sue bambine e portato nelle scuole il programma "Let's Move". I bambini americani sono tra i più obesi al mondo. Ingurgitano patatine fritte nel tanto contestato olio di palma, per ricavare il quale si deforestano ampie zone dell'America Centrale mettendo a rischio il clima, e che farebbe male ma è presente in tanti prodotti industriali tra cui la Nutella, messa sul banco degli imputati da Segolène Royal. Michelle sarà accompagnata da Agnese Renzi, che però si è sentita in dovere di difendere la Nutella, prodotto nazionale tra i più conosciuti al mondo. Insomma giornata delle donne per le donne che insegnino ai loro figli come alimentarsi e come fare attività fisica. Anche se un certo tasso di obesità ad una certa età, quella prima dello sviluppo, può anche essere normale, dopo le cose vanno a posto e basta continuare a frequentare la palestra senza troppi sacrifici a tavola dato che l'alimentazione migliore è quella variata.

sabato 13 giugno 2015

5.000 contadini nel centro di Milano, mah ...

Cinquemila contadini del mondo, da 170 Paesi, che guadagnano 40 euro al mese e vengono a Milano, invitati da Slow Food in occasione di Expo per tre giorni dal 3 al 6 ottobre, a cucinare per i senzatetto della città che oggi vuol dire soprattutto tanti migranti che stazionano in Stazione Centrale e altre parti della città, perlopiù nei centri di raccordo, per raggiungere la Germania. Senza trascurare le mense per i clochard o i nuovi poveri che a quanto pare in città sono molto cresciuti negli ultimi anni.
Questo quadretto idilliaco peccato sembri tanto uno spot pubblicitario per i Presìdi Slow Food, i cibi tipici e quelli salvati dall'estinzione, che si vendono a peso d'oro, e per i personaggi illustri che hanno già dato la loro disponibilità a ospitare qualcuno di questi contadini: i soliti noti. Eppoi tre giorni non sono troppo pochi? Per la logistica, dico. Far fare a questi contadini il viaggio dal loro Paese di origine, spesso molto lontano, per poi farli star qui 72 ore? E metterli nel centro di Milano, anziché ad Expo, per poi al ritorno da loro, fargli rimpiangere per non esserci potuti rimanere, perché Milano è molto bella soprattutto adesso con le vie d'acqua aperte e la Darsena. Insomma non so, ma io ho molti dubbi. Mi sembra tanto un'operazione di facciata che i giornali amplificano ampiamente, oggi c'era un articolo su Terra Madre Giovani, dopo che io ne avevo già scritto sul blog ieri, su quasi tutti i maggiori quotidiani, senza chiedersi nulla e senza chiedere nulla a Petrini (come farà per esempio a raccogliere questi fondi, sì d'accordo c'è il sito dove raccogliere donazioni e il supporto di Cariplo e San Paolo, però ... in Italia una raccolta fondi non si nega a nessuno, soprattutto a chi ce li ha).

venerdì 12 giugno 2015

Terra Madre Giovani: l'agricoltura familiare a Milano

In questi giorni di Expo, continua l'impegno di Slow Food a mettere in campo iniziative per i giovani e dai giovani al fine di cambiare il paradigma dell'agricoltura dominante e dare una mano all'agricoltura familiare. Quella de piccoli contadini del Sud del mondo che coltivano la loro terra in modo disagiato, poco ne ricavano e sono sfruttati dalle multinazionali. Dal 3 al 6 ottobre ci sarà a Milano Terra Madre Giovani, organizzata da Slow Food per dare valore all'agricoltura familiare. Sono i piccoli contadini del mondo che sfamano il pianeta e a questi bisogna dare una possibilità. Petrini invita a contribuire su www.terramadre.it e invita anche alcune personalità di Milano a sostenere questa iniziativa durante la quale saranno i giovani che cucineranno con gli avanzi, con il cibo che non va sprecato, per chi non ha nulla. « L’agricoltura familiare è quella che sfama la maggior parte dei viventi e per questo va sostenuta, non può permettersi di abbandonare la saggezza dei vecchi, di estromettere le donne o di non avere il futuro dei giovani. Che Milano si prepari a vedere la generosità di questi ragazzi: durante l’evento saranno loro a cucinare per i senzatetto della città utilizzando solamente gli scarti, i più poveri insegneranno a noi a essere generosi». Terra Madre Giovani non si limiterà a Expo ma invaderà il centro di Milano.  «Quando parliamo di ospitalità, non indichiamo solo una location, ma parliamo di collaborazione, di condivisione. E sono già molti gli amici che hanno dato la loro disponibilità: da Claudia Mori e Adriano Celentano a Philippe Daverio, Ermanno Olmi e Dario Fo. Questa è l’anima di Milano che comprende tutti voi: capirete davvero come brillano i loro occhi quando parlano della loro terra. Questi giovani torneranno a casa con il valore più importante, l’autostima, con cui davvero si cambia il mondo». Ma Petrini non si ferma qui: « E vorrei concludere ringraziando i nostri compagni di viaggio, il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, la Compagnia di San Paolo, la Fondazione Cariplo e la Diocesi di Milano».
 Ma cosa succederà esattamente durante i tre giorni dell’evento? «Momenti di scambio, incontro, confronto e divertimento, Eat-In e Disco Soups, per far sì che questi ragazzi tornino a casa carichi di entusiasmo e nuove idee, che porteremo anche a Expo nella giornata conclusiva di Terra Madre Giovani», racconta Joris Lohman, rappresentante della Rete Giovani di Slow Food.
"E Milano merita di essere il centro di una nuova tradizione che nasce. Vorrei la nostra città diventasse un presepe laico, che celebra l’arrivo di qualcosa di nuovo che riguarda il cibo e la sostenibilità. Sono qui per chiedervi di aiutarli a viaggiare, così come viaggeranno i contadini verso Milano. Aiutateci a realizzare questo sogno».

martedì 9 giugno 2015

"Sfida (impossibile) Fame Zero"


Il Ministro Martina è instancabile. In questi giorni è a Expo per proporre la “Sfida Fame Zero” insieme a 400 delegati internazionali provenienti da tutti i Continenti per il Forum internazionale sull’Agricoltura che ha preso il via il 4 giugno, giovedì scorso. Mi si permetta di essere scettica su queste iniziative che vedono muoversi intere delegazioni con tutte le relative spese e che concludono ben poco. A questo proposito vi invito a leggere la Carta di Milano che è in rete per chi la volesse sottoscrivere e per rendervi conto di quanto sia vuota di contenuti applicabili. Da quando esistono le organizzazioni internazionali che certamente hanno avuto il ruolo di portare la pace in Occidente, queste si autoalimentano raccogliendo fondi che in gran parte servono a pagare le loro stesse spese. Infatti 1 mld di persone nel mondo muore ancora di fame e per i migranti che fuggono dall’Isis non si trova soluzione. Ma è davvero tanto difficile attivare soluzioni di microcredito, favorire la pace in Oriente, se non ci fossero dietro gli interessi delle grandi multinazionali, dei rivenditori di armi di tutti coloro che speculano  a scapito del diritto del cittadino di non essere solo un consumatore? “Sfida Fame Zero” sono belle parole adesso che abbiamo una vetrina internazionale come quella di Expo che però per quanto scenografica possa essere secondo me quando vi si saranno chiusi i riflettori lascerà ben pochi segni. Dire che il cibo buono deve essere accessibile e non caro è una banalità. Ma provate ad entrare in un negozio biologico …

sabato 6 giugno 2015

Exponiamoci: Food Tour verso Expo


Oltre ad UnPOperExpo, l’iniziativa di portare turisti lungo il fiume Po ideata da Giampietro Comolli, un altro progetto, su più piccola scala, è quello che ha partecipato al bando EXPONIAMOCI II della FCNM (Fondazione Comunitaria Nord Milano). E che  ha permesso a una fondazione senza fini di lucro del territorio Nord Ovest Milano, Pandora di Rho, di ottenere un finanziamento di 9.750 euro che saranno erogati dopo essere stati spesi. Ma il fund raising, pur sostenuto anche da Ail e F.T.v.E. (Food Tour verso Expo), altre due associazioni senza scopo di lucro, non ha dato per ora i successi sperati. Con questi soldi si volevano portare i visitatori di Expo nelle città di Arese, Baranzate, Bollate, Cesate, Cornaredo, Garbagnate Milanese, Lainate, Novate Milanese, Pero, Pogliano Milanese, Pregnana Milanese, Rho, Senago, Settimo Milanese, Solaro e Vanzago. Per pensare non solo al prima e durante ma anche al dopo Expo. Promosso dall'Associazione Imprenditori Lombardi, il progetto, portato avanti dal suo ideatore e portavoce Giovanangelo Buccelloni, si propone di tutelate il territorio in oggetto attraverso una serie di percorsi turistici tra le sue bellezze artistiche tra cui la Villa a Lainate e varie Chiese; e paesaggistiche, dalle visite alle ville di delizia, cascine, fornaci, e a tutti i luoghi artistici, museali, monumentali ed ambientali che caratterizzano questa parte della provincia di Milano. Con un’attenzione particolare alla mobilità sostenibile e all’accoglienza allargata alle fasce di popolazione più svantaggiate: un turismo etico rivolto a tutti. Ma soprattutto ai giovani che adesso con così tanta disoccupazione si facciano interpreti degli antichi mestieri e, attraverso la rivalutazione e l'attenzione data da Expo 2015 all'alimentazione, possano conoscere la tradizione gastronomica lombarda con l'assaggio e la riproposizione dei suoi piatti tipici. 

 

venerdì 5 giugno 2015

Una visita a Expo


Tra tutte le notizie che circolano nelle newsletter e nei comunicati stampa, sembra che a Expo domini Slow Food con i suoi orti di Terra Madre. E certamente sarà il progetto più importante quanto a dare cibo per il prossimo futuro in Africa con il suo programma di coltivarne le terre con 10.000 orti per i contadini che le abitano, terre riprodotte anche nello stand, ma per arrivarci, deve essere in fondo al Decumano, lungo 1,5 km, si è obbligati a camminare molto e intanto si incontrano molti altri padiglioni interessanti. Come quello degli Emirati Arabi Uniti costruito a forma di grande duna del deserto dai Cinesi e che attende dentro i visitatori con uno spettacolo in sourround davvero stupefacente. Tra l’altro il prossimo Expo del 2020 sarà ospitato proprio da questo Paese. Per il resto la visita si snoda tra padiglioni di sicuro valore architettonico all’esterno, ma spesso deludenti all’interno. Fa eccezione il padiglione Italia che è costato 93 milioni e che oltre ad essere di grande impatto anche da fuori, fa una grande scena al secondo piano dove, camminando su un piano di vetro, si vedono scorrere le montagne, i mari e i laghi del paesaggio italiano. Bello anche lo stand di Israele che le sue pareti rivestite di orti e quello austriaco, una foresta irrorata da spruzzi d’acqua. I ristoranti oltre ad alcuni punti ristoro piuttosto anonimi, sono quelli di Identità Golose, con gli chef stellati che offrono 3 piatti a 76 euro, quelli regionali di Eataly, lo Spazio Bollicine Ferrari, la Terrazza Martini, Sapòrem con Mortadella Igp, Grana Padano, Prosciutto San Daniele e Prosecco Conegliano Valdobbiadene da assaggiare a mò di aperitivo. Da qualche parte mi pare di aver capito che si possano assaporare anche piatti esotici di culture molto lontane dalle nostre come le alghe e gli insetti fritti, ma non abbiamo visto dove. Adesso con il caldo meglio andarci di sera, costo del biglietto 5 euro (il biglietto giornaliero varia dai 34 ai 36 euro); si entra alle 19 e alle 21 i padiglioni chiudono ma si aspetta fino alle 22 che venga scuro per godersi lo spettacolo di luci e suoni dell’Albero della Vita, con la sommità che assomiglia a quella che Michelangelo disegnò per il Campidoglio.