martedì 30 giugno 2015

Fame in Italia: l'Expo tra chi mangia e chi no


14 famiglie su 100 non mangiano un pasto sufficientemente proteico ogni due giorni. 1,3 mln di bambini non hanno cibo a sufficienza. Sono i dati del Banco Alimentare diffusi oggi a Expo. Le Regioni più colpite Lombardia, Basilicata e Umbria. L’Enciclica Papale ne sottolinea la profonda ingiustizia. Ma se la Chiesa è la prima a non pagare l’Imu sui vari immobili accatastati come luoghi non di culto, chi è che dovrebbe fare la predica? Come si diceva una volta, “chi è senza peccato scagli la prima pietra”.

Certo è che tutto il nostro sistema di Stato e di governo che ha delle falle gigantesche, prima fra tutte la corruzione. Inutile parlare di cultura e cibo di qualità come fanno i pochi eletti stranieri che se lo possono permettere qui ad Expo e in Patria se le diseguaglianze con le “magnifiche sorti e progressive” continuano ad aumentare. Ad Expo c’è anche il Padiglione "Cibus è Italia", sponsorizzato da Federalimentare, l'Associazione della moderna distribuzione che ogni due anni organizza la Fiera Cibus a Parma per gli addetti ai lavori (i produttori alimentari). Ma anche al supermercato ormai c’è molta disparità tra chi dall’ultima crisi compra solo prodotti scontati e chi si può permettere di tutto. Un discorso troppo da “compagna, anni Settanta”?   
Dipende: io sarò anche un po' retrò, ma perché la nostra economia non funziona? Secondo una ricerca di Assolombarda, 54 industriali su 100 ritengono poco efficaci le misure contro le infiltrazioni mafiose nell’economia. I legami ci sono da sempre ma ora derivano prevalentemente dalla crisi e servirebbe più dialogo con l’autorità giudiziaria. Ci sono voluti 6 anni per attivare uno sportello per l’impresa. Ora si attende chi vi si vorrà rivolgere.   

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