mercoledì 7 febbraio 2024

Se il nostro cibo arriva dall'estero

Forse non tutti sanno che il nostro latte e i nostri formaggi sono stati oggetto, già negli anni Novanta del secolo scorso, di un’operazione di acquisto poco trasparente. Trattatasi della cessione del frutto del loro lavoro alla francese Lactalis, per un corrispettivo non adeguato. Ora il colosso francese dovrà incontrare l’ispettorato anti-frode per le violazioni riscontrate. Per la serie tutti i nodi vengono al pettine. Soprattutto adesso che contadini e allevatori sono impegnati in una dura lotta con la marcia dei trattori. Più piccoli si è, sotto i dieci ettari di superficie agraria coltivabile, più ci si trova sotto lo scacco delle grandi multinazionali dell’alimentare. Per questo alla fine i conti non tornano. Come già fatto notare in un altro mio post, la situazione sta degenerando per più d’uno dei generi alimentari per cui si fa la spesa al supermercato. Latte e cereali sono rincarati per primi, anche perché per il grano non siamo autosufficienti e dobbiamo importarlo dall’estero (Canada in primis) e anche la nostra frutta, come le arance, aumenta di 5 volte il prezzo nel passaggio dai campi agli scaffali. Così la “spesa intelligente” diventa quella fatta al discount, (supermercati dai prezzi scontatissimi), dove però l’ortofrutta arriva dall’estero, Spagna e Grecia incluso il Marocco.

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