martedì 16 ottobre 2018

Giornata mondiale dell'alimentazione


Una volta si parlava di ecologia, ambientalismo, biodiversità, agricoltura biologica o biodinamica. Oggi “Giornata mondiale dell’alimentazione”, Slow Food rilancia, nell’ambito del suo programma “Food for change”, con l’agroecologia. Che è il punto nodale per arrestare un fenomeno che ci tocca da vicino tutti.

E che è il legame tra cibo e cambiamento climatico. Il riscaldamento globale, se non fermato con azioni drastiche, porterà un miliardo di persone a rimanere senza acqua e due miliardi a soffrire la fame, e la produzione di mais, riso e grano crollerebbe del 2% ogni 10 anni.

“La produzione di cibo, - dicono a Slow Food, - è responsabile di un quinto dei gas serra, mentre la produzione di mangimi occupa il 40% della produzione agricola mondiale. Da sempre sosteniamo e condividiamo i tre pilastri della Fao per il progetto #FameZero: contrastare lo spreco di cibo che ogni anno raggiunge 1,3 milioni di tonnellate nel mondo; favorire un approccio integrato in agricoltura, l’agroecologia che si basa sul rispetto delle biodiversità e sull’interazione tra colture, allevamento e suolo. Terzo elemento, alla base dell’attività di Slow Food: seguire una dieta sana e sostenibile.” Proprio a questo proposito Slow Food ha condotto una ricerca con Indaco2 (spin off dell’Università di Siena) analizzando l’impatto di una dieta sana e sostenibile con una che non lo è. Il risultato è che quest’ultima genera quasi il triplo dei gas serra.

Il consumo settimanale di prodotti non sostenibili comporta una produzione di gas serra pari a  37 kgCO2 eq, mentre con una sana siamo a 14 kg CO2eq. “Un anno di buone abitudini – conclude Petrini – ci farebbe risparmiare CO2 pari alle emissioni di un auto che percorre 3.300 km”.

Un interessante studio  ha analizzato l’impatto di singoli alimenti, dalle mele al latte, dalla carne al formaggio. Prendendo ad esempio le uova, si calcola che il risparmio realizzato da un allevamento all’aperto che rispetta ambiente e animali, rispetto a uno industriale, corrisponde al risparmio delle emissioni di un auto che percorre 30.200 km.

Chi nel Sud del Mondo, vive allevando capre, pecore e cammelli, è stato colpito, causa il cambiamento climatico, da siccità e inondazioni e trovare l’acqua per gli animali è la più grande sfida che deve affrontare.

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