giovedì 8 febbraio 2018

I primi 30 anni di Slow Food



Slow Food, il cibo buono, equo e giusto, arrivato ai 30 anni di vita traccia un bilancio della sua attività che è avvenuta i primi anni sotto la direzione del fondatore, Carlo Petrini. L’obiettivo di acquistare cibo dai Paesi terzi, il Sud del mondo, per aiutarli ad emanciparsi e venderli qui attraverso un circuito di cooperative e poi pian piano anche attraverso la grande distribuzione – soprattutto caffè, the e cioccolato – ha dato i suoi frutti ma solo in parte. Un’economia veramente solidale in pratica non esiste. Europa ricca con orti in città e resto del mondo con le sue monocolture non reggono l’impatto: adesso abbiamo Paesi poveri i cui abitanti mangiano hamburger ed esportano i cibi che noi consideriamo buoni ed equi a prezzi elevatissimi e non solo per il consumatore finale ma anche a prezzi sociali che significano drenare e inquinare acqua della foresta amazzonica. E rendere “ricchi” i Paesi del sud est asiatico soltanto nel risvolto peggiore della postmodernità e cioè inquinamento di aria, acqua e drenaggio di tutte le risorse disponibili per inviare qui da noi prodotti esotici e anche quelli che noi chiamiamo nutraceutici ma lavorati a caro prezzo. 

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