lunedì 31 dicembre 2018

L'anno che verrà

Questo che oggi ci lasciamo alle spalle è stato davvero un annus horribilis, funestato da tante morti di personaggi famosi, attori, registi, scrittori, e da tanta mala politica. Va beh, direte voi, gli anni per i personaggi c'erano, erano tutti nati i primi del Novecento, ma con questo noi baby boomers stiamo preparandoci a dire addio, per chi non lo avesse già fatto, ai nostri genitori, anch'essi dei primi del secolo scorso. Poi c'è la politica e l'economia. Negli Usa pur di non eleggere un presidente donna, la Clinton, hanno preferito un Trump impresentabile che con il suo "American first" sta danneggiando l'economia di tutto il mondo, a cominciare dal confinante Messico da dove non vuole più che entrino dei profughi che ne avrebbero tutto il diritto, anche perché il Cartello di Medellin (quello della coca) è stato sconfitto. Stessa cosa accade nel cuore del Mediterraneo, dove dimentichi di tutta la cultura che ci ha portato l'Arabia nel Medioevo, il governo sovranista giallo verde, di fatto guidato da Salvini più che da Conte e Di Maio, ha intimato a tutte le organizzazioni non governative che si occupano dei barconi del Nord Africa di non farne entrare più nemmeno uno. Intanto l'Europa dell'Est non è più soltanto Austria e Germania e Paesi Scandinavi, ma si è divisa in tanti staterelli a cominciare da Lettonia, Lituania, Estonia, Bielorussia, Moldova, Polonia, Ucraina, Repubblica Checa, Slovacchia, Romania, Bulgaria, Albania. Da dove arrivano le badanti che hanno cura dei nostri vecchi (l'Italia con il Giappone è il Paese più anziano del mondo) in un momento in cui non si fanno più figli. Questo è l'anno di denatalità più elevata dall'Unità d'Italia. Poi mettiamoci pure che la Turchia di Erdogan vuole entrare in Europa, dopo aver sterminato gli Armeni e che con la Siria, Israele, l'Iraq e la Giordania, l'Iran, l'Afghanistan e il Pakistan è il "teatro di guerre senza fine", come titolava negli anni Novanta un libro profetico di Michael T. Klare. Metteteci pure che nei confinanti di questi ultimi Paesi citati ci sono l'Arabia Saudita, lo Yemen e l'Oman dove i diritti delle donne sono negati, tranne che per guidare la macchina in Arabia (potere del petrolio), e abbiamo il quadro di un mondo allo sfascio. In Africa i bambini muoiono come le mosche, i nostri giornalisti vengono rapiti in cambio di riscatto, ma poi spesso torturati e uccisi. La giustizia in Italia, vedi il caso Cucchi, è lentissima e ingiusta. Per tornare ancora in Italia l'economia langue, il cuneo fiscale è troppo alto, l'unico settore al quale ci si può aggrappare è l'enogastronomia e il turismo gastronomico, ammesso che tanti studenti abbiano voglia di intraprendere questa strada, che difatti spesso è il ripiego di persone in età adulta che cercano di rifarsi una vita, lasciate le professioni troppo tassate, dedicandosi alla cura della terra e del mare con i loro prodotti. Infine c'è tutto il capitolo delle frodi alimentari che i cinesi che si sono riversati in massa nel nostro Paese fanno uscire i Nas per controlli ripetuti su partite di cibo avariato. Per tornare alla nostra politica interna, nemmeno il ministro dell'economia Tria e soprattutto Savona che aveva un piano keynesiano (grandi opere per mettere al sicuro il territorio e far lavorare gli operai) ed è stato messo da parte, sembrano poter incidere sulle sorti del presente governo. Con la flat tax non ci guadagna nessuno perché ci saranno più condoni che altro. L'Imu, l'imposta sugli immobili di proprietà sale e ci sono in vista multe per chi non fa in maniera corretta la raccolta differenziata. In più si mette l'Ires non solo sulle aziende ma anche sulle associazioni no profit che dividono i loro utili solo per reinvestirli senza guadagnarci. Se siete avvezzi alla cultura di internet, fatevi un giro in rete: ne leggerete delle belle. Per conto mio, un anno peggiore di questo non l'avevo mai vissuto, ho anche perso il lavoro a causa di una malattia, e vivo di una pensione minima. Se dovessi chiedere qualcosa all'anno che verrà (come cantava Lucio Dalla) è quella di riavere un lavoro (sono una giornalista enogastronomica) e  che ne trovi uno anche mia nipote, una dei millennials ai quali  vengono offerti solo stage senza stipendio. E c'ero passata anch'io con uno stage ad Affari Italiani, il primo giornale soltanto online, di tre mesi e non pagato. Poi certo, ho lavorato per un foglio di enogastronomia e pubblicato articoli firmati su Agricoltura Oggi di Italia Oggi. Ma oggi sono una giovane pensionata con l'hobby della scrittura. Difatti continuo a scrivere su questo blog sperando in un futuro migliore. Happy New Year a tutti.

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