"diario sul cibo per chi non crede che il cibo sia cultura ma nutrimento e garantirlo a tutti sarebbe già un bel passo avanti...esistono 'il pane e le rose'…assicuriamo il pane a tutti perché tutti possano avere anche le rose…"
giovedì 12 dicembre 2024
Quando si fa in fretta a passare dalle ferie estive a Natale
E dopo aver passato bene o male, le ferie estive, ci apprestiamo a festeggiare il Natale. Non so perché gli psi qualche cosa continuano a ripetere che durante le vacanze natalizie ci dovremmo sentire soli, tristi e abbandonati. A me invece piacciono con tutto il decoro di lustrini, alberi e luci. Certo, esiste sempre il pericolo che qualche nostro parente se la dia a gambe, ma non è detto. E anche che tra i mille pandori, panettoni e dolci, come gli struffoli napoletani, esista qualcosa di troppo che non soddisfa pienamente come quando il Natale era la Festa dei bambini che si affacciavano al caminetto dicendo, buttati è morbido. Intendendo che il morbido era il panettone. Poi è vero ci sono anche le streghe che a chi ha fatto il cattivo regala il carbone. Ma non si è mai vista una befana, seppur brutta, così maligna. Bisognerebbe quantunque riflettere su quanto e come il Natale è diventata una festa consumistica. Per esempio gli evangelici considerano Gesù nato una volta sola e morto anche. E non sarebbe nato d'inverno con il freddo, ma in una tiepida notte stellata di primavera. Adesso è tutto un trionfo di regali, di compere, di, e questo sarebbe il meno, di donazioni a vari enti benefici. Penso, che tranne qualche paio di regalini, mi asterrò da tutto questo trionfo del consumo. E porterò in tavola un tagliere di salumi, un risotto con i funghi, un'insalata con finocchi, arance e olive nere denocciolate e se siamo in più d'uno un paio di branzini al sale (si cuociono in forno tradizionale ricoperti di sale e con qualche rametto di rosmarino nei pressi della testa.Il difficile, dopo aver testato che la carne sia ben cotta, è disliscarlo: si comincia con il togliere la testa, per poi tagliarlo in due sul fianco fino ad arrivare alla lisca centrale che va tolta.Il resto possono vedere bene di toglierlo i commensali. Infine, la grande domanda: Panettone o Pandoro? Io preferisco il primo. Ma posso benissimo anche regalarmi una fetta di pandoro.
venerdì 22 novembre 2024
Followers ed heaters, sotto a chi tocca
Ho imparato a mie spese che tutte le agevolazioni, fiscali e non, riguardano una piccola platea di aventi diritto. Che si identificano con l'elettorato, gli impiegati statali, della maggiore forza politica del nostro Paese. E che è, lo si voglia o no, la Democrazia Cristiana. Con questo per dire che chi paga meno tasse sono sempre loro. E agli altri la fatica di vivere con i rimasugli e con il rimorso di non aver fatto bene in un'altra vita. Con internet, le cose si sono complicate invece di agevolare la vita dei lavoratori con basse retribuzioni e perciò con poca voglia di scendere in piazza. Perché ci sono sì i followers ma anche, con il proliferare dei social, gli heaters (odiatori). E con ciò non si riesce nemmeno a fare una spesa al supermercato in santa pace. Tanto è vero che le linee, indispensabili nello sport, sono tracciate anche nelle superfici di vendita, per non riuscire a fare quello che normalmente si sarebbe potuto e cioè una spesa normale senza l'assillo delle raccolte punti.
giovedì 7 novembre 2024
Internet per chattare o per il militare?
No, quello che mi rimprovero veramente è non aver divulgato subito una cosa che io sapevo da tempo. E cioè che Internet non è nata per i siti di incontro e per il porno, del quale sembra essersi accorta tardivamente la giornalista (o dovrei dire giornalaia, dal momento che ha legato subito la sua scalata al vertice del giornalismo al suo amico Giorgio Armani) Lilli Gruber. No, Internet è nato come Arpanet per le esigenze della difesa americana. E ha legato da subito il suo destino in Italia alle vicende della famiglia De Benedetti che aveva la più elevata dotazione di computer, l’IBM, capaci di giungere fino alla fine del nostro Continente e oltre. Arpanet aveva il compito di sorvegliare qualsiasi tipo di sollevazione da parte dell’Est, comprese ovviamente la Cina e la Russia, ed escluso il Giappone che aveva già avuto i suoi guai con la bomba atomica, come ben sa Dacia Maraini che ai tempi si trovava sul posto. E io stupida, invece di costruirci intorno un bel lavoro di ricerca, mi sono relegata in un angolino della geografia e della storia per parlare solo delle sue produzioni agricole tipiche che facevano filiera, come dicono quelli che si occupano di marketing.
Storia o geografia?
Se non sai la geografia non puoi nemmeno studiare la storia. Questa la lezione dei numerosi incontri del nostro presidente della Repubblica con esponenti di civiltà e popoli molto lontani dalla nostra piccola Italia. Italietta si diceva un tempo. Ed è questo che non sa o ha fatto orecchie da mercante per dimostrare di saperla molto più lunga la nostra presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Che forse non sa nemmeno che l’Ucraina esisteva dal 1425, quindi dal Medioevo, molto prima che la Russia se ne volesse impadronire. E in effetti se uno guarda la carta geografica vede che la Groenlandia, mitica terra dei ghiacci e degli igloo guarda da una parte al Canada, agli Stati Uniti per quelli che un tempo erano i cercatori d’oro, all’Europa e alla Russia. La Cina e il Giappone stanno più sotto e quest’ultimo non lo tocca più nessuno perché vi hanno fatto scoppiare la bomba atomica. E comunque sta di fronte all’Oceano Pacifico. Mentre noi quando vogliamo andare in America attraversiamo l’Atlantico. Adesso gira su Internet un appello di Amnesty International, l’ente che difende i diritti umani, a sottoscrivere appunto un appello a favore dei bambini ucraini che sono stati costretti dai Russi a iniziare la scuola prima e a studiare su testi russi che insegnano la lingua e la storia russa. Non sapendo, come non sa la nostra Meloni, che la mappa del tesoro, sulla quale ballavano i pirati bevendo un pinta di rum, si è spostata da lì da decenni.
Le spoglie del maggiore ospedale pubblico della Lombardia
Anche Sogei fa la sua parte nelle mazzette con quel po’ di agenti della finanza che si sono messi di mezzo per non rendere più sicuro il nostro diritto a essere curati nelle strutture pubbliche. Controllata dalla famiglia Agnelli, ha messo uno contro l’altro il sindaco di Milano Beppe Sala e il presidente della Regione Attilio Fontana nell’intento non troppo velato di dividersi le spoglie del maggiore ospedale pubblico della Lombardia. Nulla di nuovo sotto il sole.
Crisi dell'auto e della sanità pubblica
Crollo dell’economia dell’automotive. Per colpa di Stellantis, Musk, e il Fondo Black Rock. Ma cosa sono queste meteore che ci sono cadute addosso? Chi sono e cosa governano? Le banche, le assicurazioni, le telefonie fisse e mobili? Sembra proprio così. Ma non se ne capiscono bene le interconnessioni. A meno di non addossare a Marella Agnelli la colpa di aver affossato in un colpo solo Fiat, Alfa Romeo e la sanità pubblica italiana che ha trovato altri lidi in Paesi limitrofi al nostro. Altrimenti non si capirebbe questa fuga repentina di capitali e di cervelli. Certo c’è sempre Salvini che lotta contro Conte. Bersani che non riesce a far capire cosa vuole dire al popolino becero che preferisce le sagra di campagna, con relative tifoserie (sulle quali peraltro ci sarebbe da stendere un pietoso velo). E noi, noi che abbiamo lottato per un posticino adatto alle nostre piccole esigenze ci sentiamo sbalzati fuori come da un sellino di automotive, appunto.
Confessioni di una blogger
Questo è tutto quello che avevo da dirvi dopo delle vacanze passate non troppo bene. Certo, al fresco di un condizionatore, ma sempre comunque a casa. Adesso però mi vergogno di aver voluto troppo. Non sono stata madre e anche adesso da prozia non mi comporto troppo bene. Vedo in giro i bambini che avrei potuto avere io e non me ne capacito. Di come abbia fatto a non capire che il mio fidanzatino del liceo mi voleva veramente bene. Poi tutto è stato catapultato all’indietro per via di due amiche che troppo amiche non erano veramente. L’invidia, che io non ho, mi si è rovesciata addosso in un amen e ne sono rimasta intrappolata. Adesso devo curare mia madre che è malata di cuore. E non so se ce la farò. Che Dio mi aiuti.
Kamala e il suo Doppio
Capitolo elezioni americane. Certo non l’ha azzeccata Kamala Harris a farsi intervistare durante la campagna elettorale da una donna suo doppio. Questo uno dei tanti sbagli che le è costato la presidenza. E dire che il tema del doppio andava trattato un po’ meglio di come ha fato lei, prendendo esempio dal libro di Naomi Klein, intitolato appunto Doppio, dove la scrittrice si inventa un suo alter ego chiamato Noemi che si intitola tutti i bersagli centrati dalla un tempo famosa scrittrice di NO Logo. Che diventò un best seller negli anni Novanta prendendo di mira tutte le persone che si facevano belle di indossare capi di marca con appunto il Logo. Anche se confezionati dai più poveri del mondo in condizioni di fame, povertà e malattia. Doppio è un volume enorme, pieno zeppo di rimandi bibliografici e note, di non facile lettura. Ma ha il pregio di aprire gli occhi su chi si fa bello di avere una borsa, una cintura o un abito di marca. Kamala Harris non ho capito bene di cosa ridesse o cosa criticasse davanti al suo doppio ma fatto sta che non le è servito a nulla.
lunedì 14 ottobre 2024
Bio, bio e ancora bio
Nonostante l'inflazione, accompagnato molto spesso anche dalla riduzione dei grammi o dei decilitri di prodotto nella stessa confezione di prima del rincaro, gli italiani comperano molto biologico. O anche prodotti alternativi come la soia o il seitan. Che sono molto energetici ma non costano poco. Ma gli italiani, si sa, sono un popolo di furbacchioni. O vivono a stento lavorando il più possibile anche non vedendo all' orizzonte la possibilità di avere una pensione adeguata in tempi non giurassici, o sono ricchissimi, nascondono i loro soldi nei paradisi fiscali e comprano di tutto di più. Così negli ultimi tempi il biologico si è ritagliato un posto di tutto rispetto. Niente chimica e impollinazione naturale, come natura comanda. Ci si nutre meglio e si aiuta la biodiversità, il mantra di questi ultimi 24 anni del nuovo secolo.
mercoledì 25 settembre 2024
Buco nell'ozono, dove è sparito?
Buco nell’ozono. E chi se ne ricordava più. Ma comportò la messa al bando dei refrigeratori e delle bombolette spray. Perché a poco a poco avrebbe comportato quello che stiamo vivendo adesso. La scomparsa di Polo Nord e Polo Sud. L’idrogeno non si è rivelato una soluzione migliore, perché è una molecola di ossigeno addizionata di un’altra molecola. Quindi peggio ancora.
Gli Albanesi amati da Meloni e lo scippo del Tavoliere delle Puglie
Siccità al Sud, alluvioni al Centro Nord infieriscono sui raccolti e il premier Meloni non ha altro che dire di assicurarsi, come fosse semplice. Le assicurazioni, come le banche ad esempio, ti offrono l’ombrello quando c’è il sole e te lo tolgono appena piove. E poi ha pensato bene di accordarsi con gli Albanesi che ci hanno, appena arrivati, tolto il bene del Tavoliere delle Puglie, il maggior produttore di grano del nostro Paese. Edi Rama ha di che essere contento, finalmente lo sbarco di tanti anni fa, anni Novanta, sulle nostre coste sta dando i suoi frutti.
La misoginia di Slavoj Zizek e le ultime fatali avversità in questa povera terra
Se in un romanzo ad un certo punto compare una pistola, prima o poi questa sparerà. Se un uomo con il fucile ne incontra uno con il revolver, il secondo non avrà scampo. Questi pochi miei ricordi di quando studiavo da critica cinematografica, e ho ancora una libreria piena davvero di volumi in argomento, compreso un compendio di cinema e psichiatria in cui si spiega anche come è che nei film i medici in genere non ci facciano una bella figura. Ma sono ricordi ormai lontani e per un po’ della settima arte ho anche scritto ma in un newsmagazine in cui la cultura si condivideva senza monetizzare alcunché. Bene, di cose interessanti ne ho fatte, ma la vecchiaia incombe e non è bella. A parte procurarsi un bozzo in testa e rompermi un femore, stavo già male senza queste altre due preoccupazioni. Ma tant’è, la vita dà e la vita toglie. Ci sono persone più fortunate e altre meno. E altre ancora che hanno messo a frutto gli insegnamenti di genitori e professori in gamba e altri poco. Ma non per colpa loro, proprio per madri e padri e professori. A me non poteva capitare di peggio. In entrambi i casi. Per questo quando tra le mie peregrinazioni nei libri e articoli di giornale ho incontrato la firma di Slavoji Zizek mi si è aperto un mondo. Lui dei suoi genitori non voleva nemmeno sentir parlare. Capitolo chiuso. E dire che mio padre era buono e me l’aveva insegnato che la terra, che gira su se stessa in un movimento di rotazione da ovest a est e di rivoluzione intorno al sole (le 24 ore di un giorno e una notte), avrebbe potuto subire prima o poi uno scostamento. Lo zenit diventare nadir? Possibile. Poco probabile, ma possibile. I ghiacciai del Polo Nord che si sciolgono? Possibile. Anzi, già fatto. Il Polo Sud che diventa rovente? Possibile, anzi già fatto. Impossibile non intenerirsi per i piccoli canguri che saltano nel marsupio della mamma per scappare dalle fiamme. Come era già stato fatto prima per i panda che mangiavano canne di bambù incuranti della loro brutta fine, tra un mare di plastica che invade le nostre coste, ottomila chilometri, per l’esattezza. Al peggio non c’è mai fine, questo me l’aveva insegnato il mio analista. E aveva ragione. Solo che io ai tempi prendevo sottogamba i suoi insegnamenti e mal me ne incolse. Ma ero giovane, avevo appena trovato un uomo che faceva davvero per me, come mio marito, venuto prima, del resto. E anche il mio fidanzatino del liceo che avrei dovuto tenermi ben stretto. Ma chi capisce poco le lezioni della vita, ne paga il fio. Adesso che sto per diventare prozia - sia mai detto che avrei potuto diventare mamma, nonna o bisnonna, non mi è stato dato - ne avrei da insegnare, ma non sono un buon modello comunque.
La globalizzazione sta per fallire?
Una volta si diceva la Cina è vicina. Adesso lo è veramente. Sembra aver attaccato tutti i gangli nodali del nostro sistema di difesa ed è più attrezzata di noi nel voler attaccare e impadronirsi del mondo. Tra l’altro alleati ne ha, tra la Russia del vecchio compagno Trostzky e le nuove democrature del mondo. Che sono grandi Paesi ma non grandi democrazie. Piuttosto autocrazie dove comanda uno solo. Dal mio lato d’osservazione che è sempre stato parziale, troppo parziale, non mi sono accorta di due fatti essenziali della mia vita: la prematura morte di mio padre e il mio farmi portare in giro dai miei compagni di classe (al tempo facevo il ginnasio) in un Erasmus quando l’Erasmus non esisteva ancora. Per i pochi, pochissimi che non sanno ancora cosa sia sono viaggi di studio in un’altra città (ai miei tempi) o in un’altra nazione, ai tempi dei figli dei miei figli che peraltro non ho avuto il bene di avere. Così lontani da casa purtroppo non se la passano molto bene, ma da quando sono arrivati sulla scena face book, amazon e mask il mondo è cambiato. Adesso si compra tutto a noleggio e quando non vogliamo più una cosa che abbiamo comprato la rivendiamo e il gioco è fatto. In gergo si chiama leasing.Ma il mondo è diventato estremamente complicato e non tutti si possono permettere di comprare e vendere. Quanti saremo in tutti? Tra Americhe ed Europa oltre un miliardo di persone. Tra l’Est dei nuovi arrivati sulla scena del mondo, Cina, Russia (diventate nuovamente alleate), India, Corea, Indonesia, Oceania anche molti ma molti di più. E tutti ovviamente reclamano benessere. Quando per stare bene basterebbe avere un tetto sopra la testa, un mezzo con cui muoversi, anche la bicicletta, e quanto basta per una dieta sana. Ecco è forse quest’ultima cosa che manca a tante persone, nonostante gli appelli alla piramide alimentare che però non è sufficiente per tutti. Ma con la popolazione del Vecchio Mondo che invecchia e quella del Nuovo che non ha medicinali a sufficienza per curarsi né cibo per sfamarsi la globalizzazione sta per fallire.
Libri per l'estate
Nelle mie giornate di vacanza nullafacente per il troppo caldo ho riletto, oltre a molti altri, un libro degli anni Ottanta, Multigiornalismi”. Stupefacente rivedersi dopo trent’anni ancora a quei tempi. La tesi sostenutasi è la seguente. In Italia la lettura dei quotidiani e quindi la capacità di formarsi una coscienza prima ancora che politica, civile, è un atto ben lungi superato dal guardare la televisione e adesso dal chattare in internet. Insomma siamo un popolo di mattacchioni che invece di cercare di imparare qualcosa criticamente subiamo supinamente quel che passa la tv. Ed è su questo vulnus, sia detto per inciso, che ha fondato il suo impero mediatico Mediaset. Ma anche Riffeiser con Vista e Cairo con La7 non sono stati a guardare. Padroni delle industrie di quando il cinema muto era ancora muto che adesso siedono su imperi mediatici da milioni di milioni. L’editoria cartacea non ce la fa a stare dietro ed è stata anche accusata di farsi sovvenzionare l’acquisto della carta dallo Stato. Adesso arriva l’intelligenza artificiale della quale ai tempi di “Multigiornalismi” non si pensava nemmeno. Comunque la televisione e la radio, e quest’ultima compie cent’anni, privilegiano, come del resto il cinema, la comunicazione, mentre i quotidiani l’informazione. L’informazione è fatta di simboli discorsivi che richiedono una meditazione, mentre la comunicazione simboli rappresentativi a più alto coinvolgimento emozionale. E finché in Italia non si raggiunge un grado di istruzione adeguato difficile che la prima prevalga. Quattro i nodi da sciogliere che il libro si propone di fare: la problematicità della percezione sociale del giornalista; la cultura e la formazione degli operatori; l’impatto degli assetti proprietari; la crisi del prodotto generalista. Che poi, aggiungo io, non è mai stata vera crisi perché la televisione generalista è ancora la più guardata dagli italiani. Si intenderà generalista di un prodotto cartaceo che si occupa di moltissime problematiche, dalla politica, sempre in primo piano, alla cronaca, bianca e nera, all’economia, agli spettacoli, allo sport. Ma è curioso osservare come trent’anni fa si parlava già di multigiornalismi, termine che trent’anni dopo scivolerà nella parola multiverso. Cercare di spiegare cosa sia il multiverso è compito arduo. Ma immaginate una rete, in questo caso internet, che collega una miriade di punti nodali dai quali si può entrare e uscire a piacimento ingollando una pillola rossa o un pillola verde. Il protagonista di questa vicenda si chiama Neo e il suo alveo è naturalmente un film, o un libro, fate voi. Solo che ad un certo punto questa vicenda diventa realtà ed è come se fossero connessi una miriade di computer dai quali trarre la propria storia personale. C’è di che spaventarsi, ma è tutto vero. Viviamo ormai nella rete delle reti. E anche un apparente innocuo lago artificiale tira su una miriade di pesci, sì, ma tutti morti. Il multiverso comunque comporta una cosa non molto facile da realizzare, essendo l’Italia composta da circa ottomila comuni e quasi tutti sul mare. E cioè la digitalizzazione dei comuni stessi con la stesura dei cavi che trasportano internet nelle case. E con la connessione di questi cavi in punti nodali dove si smistano le consegne. Con l’elefantiasi della nostra burocrazia un compito improbo.
Ferragosto, politico mio non ti conosco
Non so quanti di voi sono stati in vacanza con i prezzi di questa estate. E cmq la permanenza si è notevolmente ridotta. Gente che va, gente che torna. Le vacanze già da qualche anno si sono ridotte a pochi giorni ed è stato per esse coniato il verbo “mordi e fuggi”. Di solito questo accadeva per le città d’arte, riempite in poco tempo da una marea di gente impossibile da gestire. E che coincidevano con le capitali d’Italia, nell’ordine: Torino, Firenze, Roma, Napoli, Palermo queste ultime due invase dai Mori. O con le quattro Repubbliche Marinare: Genova, Pisa, Amalfi, Venezia. Quest’ultima a difendere la civiltà cattolica dell’Occidente dai Templari. Adesso tutta Italia, e soprattutto i “riscoperti” borghi sono le mete preferite. Si respira aria di campagna e si mangia molto bene. Per capire meglio il fenomeno lo si può approfondire sul sito di Isvra o scaricare l’app Aibrnb. Ma bisogna anche notare che gli italiani viaggiano dappertutto. E dappertutto dove ci sia qualcosa da fotografare e postare. Tutto il mondo è Paese e per fare ciò ci si munisce di passaporto e biglietto aereo. Sembra facile no? No perché non tutto funziona come dovrebbe. Per esempio per avere un passaporto la trafila è lunghissima e consta di una serie di passaggi in internet che non tutti sanno gestire. E nella stazione più grande del Paese dopo quella di Roma, che sia detto per inciso si è fatta soffiare la candidatura alle Olimpiadi invernali del 2026 aggiudicati a Torino e Cervinia, la Centrale di Milano è rimasta ferma per una sacco di tempo causa lavori di ripristino sulla rete ferroviaria. E fuori i taxi non si trovano. Possibile? Non ci si poteva pensare prima? I lavori in piena stagione? Ma i turisti sono spesso gente maleducata che non pensa a quanto male faccia al sistema marino gettare la plastica sulle spiagge. Sull’Adriatico per esempio è tornata la mucillagine ed è impossibile bagnarsi. Intanto ogni politico ha la sua passerella e il suo quarto d’ora, come insegnava Andy Wharol, di pubblicità. Ci sono i redivivi democristiani, gli appena eletti 5Stelle, i socialisti, i socialdemocratici, i repubblicani, i forza italioti, il Pd, e i Verdi. Adesso anche i fascisti della Meloni. Insomma ancora tutti lì, come se un secolo non fosse passato. E chi si preoccupa ancora del buco nell’ozono? L’idrogeno avrebbe dovuto dare vita ad una forma di agente propellente pulito, senza i cascami del petrolio e della nafta. Ma poi la questione fu chiusa perché l’idrogeno non sarebbe stato così pulito anch’esso. Di questo mi sembra di avervi già parlato; piuttosto ciò che ci dovrebbe preoccupare di più è il riscaldamento globale che anche di un solo grado e mezzo di innalzamento della temperatura ha provocato una crisi epocale. Mari che si alzano, ghiacciai che si inabissano. Ossa di dinosauri che riemergono. Ma davvero vogliamo vivere in un mondo così senza preoccuparcene? I fortunali sono forse l’ultimo segnale di avviso che ci dà un clima così scombussolato. Una volta erano appannaggio solo dell’emisfero meridionale. Adesso fanno capolino anche da noi. Vedi la tromba d’aria abbattutasi sul Canale di Sicilia proprio due giorni fa. Qualche morto, alcuni scomparsi e nessuno che si capaciti di come possa essere successo. Eppure meteorologi del calibro di Mario Tozzi e Gianluca Mercalli ci avevano messi in guardia: temperature che si alzano e mondo che va alla deriva. Ma c’è chi preferisce credere al Mondo all’Incontrario del generale Vannacci. Di mezzo c’è stata la pandemia che ha portato alla ricerca frenetica del vaccino che è stato anche trovato e in poco tempo. Ma ha cambiato la geopolitica del mondo in cui viviamo. Senza contare quanti decessi si sono avuti anche qui da noi. Adesso sono Cinesi, Russi, Filippini, Coreani che si contendono la supremazia globale, mettendo in un angolo l’Occidente civilizzato. Qui si confrontano ancora due teorie politico economiche: la liberalsocialista e la liberal liberale. L’una ispirata alle teorie di John Maynard Keynes e l’altra a quelle di Adam Smith. La prima sostiene che i profitti ricavati dalle attività economiche vadano reinvestiti in benessere sociale e l’altra che il profitto del commerciante è di sua pertinenza e la mano invisibile del mercato fa la sua parte nel redistribuirlo. Con la guerra in Medio Oriente, la maggior parte dei traffici marittimi anche con il loro portato di vite umanenere, circumnaviga l’Africa. E’ passato un secolo, cento anni, eppure i tedeschi sono ancora lì a reclamare la loro potenza sul mondo. E si portano adesso con sé tutte le altre latitudini. Per un approfondimento sul tema rimando a un libro appena stampato di Federico Rampini “Il nuovo Impero Arabo”. Cosa succederà in Medio Oriente e come cambierà per sempre le nostre vite. Non è un caso che prolifichino alle periferie delle nostre città le baby gang e che Roma, sorta sui sette colli, ne sia un preclaro esempio. Se una volta qualcuno cantava “Solo una sana e consapevole libidine salva il giovane dallo stress e dall’azione cattolica”, adesso il Papa ci vuole tutti in piazza a difendere i bambini. Come se non fossero mai stati insidiati dagli stessi cattolici, come se la piazza non fosse la stessa dove si erge la stele di Rosetta, dalla quale gli archeologi avevano tratto lo studio dei caratteri del Medio Oriente, le rune, e come se il Papa non si fosse lasciato recentemente sfuggire una frase come vedo troppa “frociaggine” in giro. Amen.
venerdì 19 luglio 2024
Ma è davvero bio?
Nel 2021 è entrato in vigore un nuovo sistema di controllo delle coltivazioni biologiche all’interno dell’Unione Europea. Questo prevede un rafforzamento dei modelli di produzione per rendere uniforme il sistema. Con un monitoraggio del protocollo di certificazione che la renda trasparente. Sia per i prodotti coltivati al suo interno sia per quelli importati. Il bollino è, come si sa, una spiga di grano entro un campo verde. E garantisce sia che si siano adottate tutti le regole per una agricoltura pulita e nel rispetto del benessere animale. Si esclude inoltre il Nutriscore che è un marchio che confonde il consumatore calcolando più l’apporto energetico dei singoli componenti di un alimento che la sua natura di essere stato coltivato senza pesticidi.
mercoledì 17 luglio 2024
Ma quanto costa vivere green?
Lo avevo già scritto, ma stamane l'ho letto su Panorama. Che mette in guardia su due fronti.L'Agricoltura che versa in serie difficoltà per il cambiamento climatico. E le case green. Inondazioni al centro e siccità al Sud, con punte di 40 gradi, ne minano i presupposti. Lasciando sul campo grano tenero, con cui si fa la farina e le pizze che i turisti reclamano a gran voce. E grano duro, necessario per la pasta, la nostra pasta amata in tutto i mondo. Il terreno arido fa il contadino rude, recita un vecchio adagio. E così ci si ripara all’ombra delle importazioni. Ma si spende più del dovuto per l’aumento dei tassi di interesse che gravano sul nostro intero bilancio non riuscendo noi a mettere in campo un’alternativa credibile ai grandi Paesi asiatici, ora in prima linea a riscuotere il loro credito nei nostri confronti. Inoltre l’economia green (ambientalista) è un lusso per pochi. Perché non molti si possono permettere pannelli fotovoltaici, vivere vicino alle pale eoliche, avere un orto coltivato biologicamente, senza pesticidi, coibentare le case e comprare vestiti frutto del riciclo di siti come compro subito.Per ricordare un altro vecchio adagio, la democrazia non è gratis.
giovedì 4 luglio 2024
Errata corrige sull'idroponica
Mi correggo sull'agricoltura idroponica che me l'aveva spiegata meglio mio nipote. Non è solo coltivare in serra. Ma un metodo che si basa sulla coesistenza di prodotti della terra e della pesca. Così si spiega anche perchè il granchio blu ha fatto in questi ultimi due anni tanti danni, mangiando tutto ciò che gli si trovava attorno compresi i prodotti orticoli.
Allluvioni e siccità mettono in ginocchio l'agricoltura
Le condizioni climatiche peggiorano. E dato che non siamo nell’occhio del ciclone, che è il punto migliore quando si scatena l’inferno, ne siamo ai lati e così aumentano nelle nostre regioni alluvioni o siccità. Avete notato come dagli schermi delle nostre tv siano scomparsi Luca Mercalli e Luca Tozzi, i meteorologi che puntualmente ci mettevano in guardia dal riscaldamento globale? Esistono cose che non ci vogliono far sapere? L’Italia è un piccolo Paese con piccole imprese, anche agricole, che raramente ricorrono alle assicurazioni contro gli eventi atmosferici giudicandole troppo dispendiose. Così si attendono ex post gli interventi del governo che si fanno aspettare troppo o semplicemente non arrivano. Siamo appena ora arrivati al punto che sono stati messi in campo degli stanziamenti, come potete leggere sulla newsletter del Sole24 Ore, Agrisole. Ma che poi arrivino veramente è un mistero chiuso nelle stanze del nuovo governo.
martedì 2 luglio 2024
L' AI entra nel mondo del vino
Archiviata l’agricoltura idroponica, che altro non è se non la coltivazione in serra di cui è pieno il mondo, si affaccia una nuova era per i campi. Quella dell’intelligenza artificiale. Ne hanno già parlato a sufficienza i quotidiani. Ma mi vi ci vorrei in poche parole soffermare anch’io. Non so se tutti sanno cosa sia una start up. Si tratta di un gruppo di persone che cercano soldi per finanziarsi. Chi glieli dà fa un’analisi delle prospettive di business e se vede che in pochi anni ha una forte possibilità di guadagno li finanzia. Questo accade anche in agricoltura e in particolare in vigna. Come si è visto all’ultimo Vinitaly, il Salone del settore dove si incontrano venditori e compratori. E’ nato così, sotto l’abile supervisione di Giampietro Comolli, direttore di Osve Ceves, Osservatorio vini spumanti, il racconto di Federico Unnia, vinitor sapiens. Storia di uomini, vigne e bottiglie e cosa accade dietro i calici: progetti e sacrifici spesso sconosciuti. Il tempo, inteso come meteorologia, cambia, scrive Unnia, drammaticamente. E con esso l’agricoltura alla continua ricerca di altitudini migliori per coltivare la vigna. Una battaglia che si rivela assai complessa e di difficile riuscita. Ma l’intelligenza artificiale potrebbe diventare una potente alleata. Gli occhi sono puntati sull’acqua da gestire con oculatezza. Ed è proprio in questo che entra in gioco l’AI. Come spiega Alfredo Bini, alla guida di All about water, start up italiana prima nel mondo ad aver sviluppato un algoritmo proprietario per la gestione del water management e del water scarcity in ambito della produzione di cibo, la situazione del clima attuale richiama l’importanza di un’agricoltura intensiva responsabile nella gestione delle risorse idriche. L’AI è quindi usata da AAWW per evidenziare la correlazione tra le variabili, siccità o alluvioni, che influenzano i processi produttivi. E offrire differenti scenari per la loro gestione e ottimizzazione. Fino ad arrivare al consumatore per individuare cosa sceglie e perché. Quali sono le sue preferenze organolettiche e come si combinano con l’offerta.
martedì 25 giugno 2024
Assange è libero?
Abbandonando per un pò l'argomento cucina, spostiamoci su un'altra vittoria dei movimenti di liberazione. E cioè quello di Julienne Assange che è stato estradato dal governo britannico e potrà vivere una vita da libero cittadino in Australia. Iniziata la sua Odissea nel 2019 era stato imprigionato in Gran Bretagna per il suo impegno attivista contro le dittature di tutto il mondo. Fondando una sua "enciclopedia libera", Wikileaks, dove segnare tutte le intemperanze del mondo cosiddetto libero. E questo gli aveva valso la prigione proprio nella patria delle libertà. Adesso dovrà avere già compiuto il suo volo verso l'Australia dove potrà vivere libero. Ma ha già allertato i suoi familiari che ne seguano la liberazione forse non credendoci veramente...
Crostata della mamma
La crostata appare semplice, soprattutto perché adesso sono in commercio paste frolle già pronte e non si deve passare il tempo a impastare burro e farina, spesso con scarsi risultati. Quindi acquistate una frolla pronta e dopo averla stesa con il mattarello e messa in una teglia da forno con il bordo mediamente alto dove la piegherete, bucherellatela con una forchetta perché nella cottura del forno non si alzi. Una volta estratta dal forno cospargetela di uno strato di cioccolato fuso, uno strato di crema, uno strato di marmellata di mirtilli. Lasciate freddare e servite.
Polpette della nonna
Le polpette della nonna fanno andare in solluchero i bambini. Armatevi di pazienza e di un macinato di polpa di manzo non troppo magro. Un po’ di grasso ci sta. Ponetelo in una ciotola dove vi romperete due uova intere, maggiorana e sale. Ricavatene delle polpettine piccole da passare nella farina o nel pangrattato, secondo il vostro gusto. Friggete in poco olio bollente e scolate su carta. A parte avrete preparato una salsa con pomodori tagliati grossolanamente, cipolle, sedano e prezzemolo olio e sale grosso. Quando è cotta questa salsa va passata nel passaverdure per toglierne le bucce e averne solo il sugo. Preparate un piatto di polpettine e cospargetelo della salsa.
Le vittorie degli animali da allevamento
E sono state infine ottenute grandi vittorie per gli animali da allevamento, in tutto il mondo, grazie a chi ha saputo supportare il lavoto di CIWF, Compassion in Wordl Farming.
🐮 L'anno scorso, insieme a due associazioni partner, l'organizzazione ha consegnato ai membri del Parlamento europeo una petizione firmata da 900.000 persone, chiedendo la fine del crudele trasporto di animali a lunga distanza.
🐑 La Gran Bretagna ha annunciato il divieto di esportazione di animali vivi per l'ingrasso e per il macello.
🐷 Ogni anno, oltre 2,5 miliardi di animali allevati hanno una vita migliore grazie al suo lavoro di collaborazione con le aziende alimentari.
giovedì 20 giugno 2024
Branzino in forno
Branzino al sale. Tutti sembrano preferire le orate, ma la vera prelibatezza tra i pesci è il branzino. Che va dapprima pulito di tutte le interiora, salato all’interno e infarcito con dei rametti di rosmarino, e poi immerso in una teglia da forno cosparsa di olio e di sale. Si copre di sale anche lo stesso branzino e lo si inforna a 180 gradi per una mezzora. Prima di finire la cottura assicuratevi che non ci sia al suo interno nemmeno un filo di sangue e togliete dal forno. Per servirlo si taglia a metà la parte superiore a partire dalla testa e quest’ultima si toglie. Le due metà aperte fanno arrivare alla lisca centrale che va tolta. Con un minimo di perizia vanno tolte anche tutte le piccole lische che stanno intorno. E si servono le quattro parti pulite così ottenute.
Brodetto di cicale (di mare)
Cicale di mare in brodetto. Lo so, fa male il cuore, ma le cicale per essere fresche devono essere ancora vive. Inoltre gli si devono tagliare le zampette. Poi si prepara il sugo di olio, cipolle e pomodoro e vi si cuociono dentro. E’ un brodetto di pesce che stupirà per la dolcezza delle cicale che vanno mangiate anche con le mani aprendone il guscio lateralmente e succhiandone la polpa.
mercoledì 12 giugno 2024
40 mln di dosi di vaccino prepandemico e l'Italia che fa?
Prima mossa della nuova Commissione europea e prima mossa del nostro governo. L’Italia non aderirà allo stanziamento di 665mila dosi di vaccino contro l’influenza aviaria che come ormai si sa può trasmettersi all’uomo. 15 i Paesi che vi hanno aderito sottoscrivendo l’opzione per 40 milioni di dosi dalla farmaceutica britannica Seqirus. Hera, l’Autorità per l’emergenze sanitarie della Commissione ha firmato infatti un accordo quadro di aggiudicazione congiunta per la fornitura di un massimo di 665mila dosi di vaccino pre pandemico, come si legge su Agrisole, la newsletter online delle pagine di agricoltura del Sole 24Ore. L’Italia è fuori.
Le emergenze del nuovo Millennio
Tre le emergenze cui sono chiamati i capi di Stato e di Governo in questa seconda decade del nuovo Millennio. I migranti, le pandemie, la natalità. Come si comporta l’Italia? Lo abbiamo sotto gli occhi di tutti. Da una parte c’è l’accordo con l’Albania, dall’altra il diritto al lusso d Sumahoro. Da una parte le zoonosi, dall’altra la scarsa propensione di adottare vaccini per tutti e di vaccinare tutti. Da una parte l’allarme per la scarsità delle nascite, dall’altra pochi o nulli asili nido pubblici e scuole comunali in cui non si debbano pagare rette da capogiro. Allora?
Sui Tir viaggiano gli animali o i migranti?
Certo, risponderò alla mia amica di CIWF Italia, Compassione in the World Farming, amica degli animali da cortile. Ho viaggiato uno di questi ultimi giorni su un’autostrada un giorno festivo in cui i Tir non dovrebbero esserci. E mi sono chiesta se trasportassero animali vivi al macello. Ma mi è stato fatto notare come forse fosse uno di quei trasporti come il latte e derivati che non possono interrompere la catena del freddo. E comunque dai pianali dei Tir è più facile oggi vedere ad un certo punto saltare fuori dei migranti che i nostri amici a quattro o due zampe.
Bollicine di Franciacorta sbarcano negli Usa
Ho letto con piacere lunedì sull’inserto Economia del Corriere della Sera un articolo sui vini di Franciacorta. Che sbarcano, avendo ottenuto le Stelle Michelin e il premio sommelier delle edizioni statunitensi, in quel grande Paese. Ne venderanno parecchie bottiglie essendo l’unico spumante ottenuto tramite rifermentazione in bottiglia invece che nelle botti e proponendo anche un ottimo vino bianco fermo, che ho avuto occasione di assaggiare recentemente. La Franciacorta è anche terra di ottima gastronomia. In particolare raccomando il risotto al vino rosato con cuore di mozzarella, il raviolo aperto con ripieno di formaggio e il guanciale di vitello con salsina di senape.
martedì 11 giugno 2024
Gelato, pizza e prima colazione
Sigep, il Salone del gelato sponsorizzato da Amarena Fabbri si apre a pasticceria, panificazione, caffetteria, dolciario. Il comparto della pizza vale nel mondo 153 mld di lire e se ne sfornano ormai da tempo delle più svariate. Il pane in Italia è un alimento di cui si conoscono tante varianti almeno quanto si contano le Regioni e in alcuni casi anche di più. Tanto è vero che una famosa azienda del dolciario lo ha abbinato in una sua pubblicità televisiva con la crema spalmabile di cui è produttrice. Mentre la sua più diretta concorrente di prodotti per la prima colazione soffre di una sperato momentaneo calo delle vendite causa, pare, un parziale abbandono della Dieta mediterranea. Ma il nutrizionista Calabrese avverte quanto sia importante un regime alimentare corretto. Secondo la Fao, l’Organismo internazionale contro la fame nel mondo, i prodotti per la prima colazione, cereali e latticini calano oggi di prezzo del - 9%. Mentre nel 2022 le quotazioni erano più in discesa (-25%), ma si era in pandemia. Cala anche lo zucchero (-7%). Quindi sarebbe il momento giusto per tornare ad alimentarsi la mattina a prima colazione con un giusto mix di prodotti ad essa dedicati.
Erogazioni agli agricoltori
E chissà cosa succederà ora con il nuovo Parlamento europeo quando si auspicava fino a ieri di aumentare le erogazioni de minimis agli agricoltori da 25mila a 37mila euro senza notifica alla Ue per via dell’inflazione. Sono misure che verranno mantenute? Azzardiamo un sì, anche perché le recenti elezioni non hanno cambiato molto gli assetti se a governare in Italia è sempre Meloni e chi è stato votato alle Europee in Europa non ci va.
venerdì 7 giugno 2024
Gnocchi alle prugne
Cuocete 500 gr di patate per 4 persone. Scolatele, pelatele e schiacciatele nel passapatate. Formatene una fontana su una superficie infarinata e inseritevi due tuorli d’uova. Impastate con la farina fino ad ottenere una pasta liscia come per gli gnocchi di patate. Spianate la pasta, dopo averla fatta riposare per un’ora, e ottenetevi due o tre cordoni dai quali taglierete degli gnocchi come per gli gnocchi di patate. Ma questa volta più grandi perché andranno riempiti ognuno con una prugna secca denocciolata. Passate in acqua bollente salata per pochi minuti fino a che non emergono da soli in superficie. Toglieteli dalla pentola con una schiumarola e, una volta nei piatti, condite con pane grattugiato passato nel burro e zucchero.
Gnocchi di spinaci
Cuocete in poca acqua bollente salata 500 gr di spinaci, anche surgelati, per 4 persone. Scolate e strizzateli bene. Sminuzzateli su un tagliere e preparate una tavola infarinata. Ponetevi sopra la fontana di spinaci e impastate con due tuorli d’uova e incorporandovi la farina quanta ne prendono. Alla fine dell’impasto non dovranno rimanervi attaccate alle dita gli spinaci. Formate degli gnocchi a forma di losanga e passateli brevemente in acqua bollente. Toglieteli dalla pentola con una schiumarola e poneteli nei piatti quando sono ancora ben caldi. Si possono condire sia con burro fuso e formaggio grattugiato sia con sugo di arrosto di vitello.
giovedì 6 giugno 2024
Siamo secondi nei vini, liquori e aceti
L'Italia è il secondo produttore al mondo di vini, liquori e aceti. Il primato, ca va sans dire, spetta alla Francia. Che è molto più estesa di noi andando dal mare Mediterraneo alle coste della Normandia. Noi siamo piccoli ma siamo cresciuti, grazie al lavoro di molti produttori, barman, ristoratori, chef e di tutto l'indotto che vi circola. Penso a Fiere come Expo 2015, ma anche a Cibus e a Tuttofood, grandi organi di promozione.
Centri commerciali e "l'isola che non c'è"
In Italia chiudono 100mila imprese di ristorazione e di vendita al dettaglio l'anno. Non più attrattive per i giovani che vengono sottopagati. E per i più anziani per le ore da passare in piedi alla ricerca di un cliente che non c'è. Sono stati tutti surclassati dai grandi centri commerciali delle periferie che offrono, oltre ad occasioni di shopping, anche quelle di svago. Ma secondo il filosofo Zygmunt Bauman sarebbero dei "non luoghi", ossia piazze in cui non sorgono veri e propri rapporti sociali.
martedì 4 giugno 2024
Smart Meet, vera o ologramma?
Di crisi della mangimistica zootecnica ho già parlato in un mio precedente post. Adesso pare che le tecnologie digitali, come scrive Agronotizie, la newsletter online sull’ agricoltura del Sole24 Ore, possano favorire la sostenibilità delle carni. Il progetto si chiama Smart Meet 2030 ed è stato appena presentato in Senato. Come l’attuale maggioranza sia saltata in massa sul carro del vincitore per presentare progetti che la cosiddetta superiorità morale e culturale della sinistra aveva già varato è un mistero … Ma si sa come la vita, in barba ai progetti di ognuno di noi, prenda via spesso traverse rispetto ai nostri piani. L’unica via di uscita secondo me è continuare a lavorare e non perdere di vista i nostri affetti.
Ciliegie che si spaccano
Della crisi del raccolto delle ciliegie vi ho già parlato. Ma pare che sia una cosa da prendere sul serio in quanto la maggior parte di quelle raccolte e che non restano sugli alberi si spaccano e diventano così immangiabili.
Zucchero, grezzo o raffinato?
Aumenta la produzione di zucchero ma le scorte restano basse. Crolla così il prezzo a scaffale e non si sa se sia meglio acquistare quello raffinato o quello grezzo. Cosa che comunque dipende anche dai gusti.
Pomodoro, ma è made in Italy?
Disputa sul pomodoro, atto secondo. Agronotizie, cui potete abbonarvi anche voi, dà conto di una polemica anni Novanta. E cioè se il pomodoro, che arriva dalle Americhe, con la crisi del Canale di Suez per la Guerra del Golfo, sia il concentrato cinese o, come dice Anicav, l’industria degli inscatolamenti sotto vuoto, sugli scaffali italiani vi sia solo il prodotto 100percento made in Italy … Quello del made in Italy è comunque un ritornello che sentiremo spesso con il nuovo Governo.
lunedì 3 giugno 2024
Da Sud a Nord, causa clima estremo le colture che soffrono
Come si legge sul sito dell'Ismea (l'Istituto dei mercati agricoli) Ruminantia.it, mais, soia e orzo soffrono di un eccesso di offerta che ne fa scendere il prezzo. Provenienti dal Sud del mondo e destinati perlopiù all'alimentazione animale sono interessanti da noi per non buttare via il latte, come hanno fatto in passato i produttori di grana e parmigiano perché non adeguatamente remunerati. Intanto, si apprende da vari siti che l'alimentazione mediterranea, formata dalla famosa Piramide che invita a preferire frutta e verdura di stagione invece della carne e dei grassi saturi, non sarebbe più molto apprezzata. Causa alluvioni in Italia, soffrono le colture di mais, ciliegie e nocciole. E in effetti sui banchi delle rivendite sono in netto aumento come prezzo.
martedì 28 maggio 2024
La versatilità dell'aceto Balsamico
I due Consorzi di tutela, rispettivamente della Dop e della Igt, dell'aceto Balsamico tradizionale di Modena si sono uniti. Presidente quello dell'attuale Dop e vicepresidente quella dell'Igt. Lavoreranno insieme, come si legge sul loro sito al quale vi rimando, per la sostenibilità sociale di impresa e la transizione ecologica. Senza dimenticare temi come la presenza sui principali mercati e l'internazionalizzazione delle vendite. L'aceto Balsamico, lo dice il nome, è raffinato in botti che ne esaltano il sapore dolceamarognolo e ne fanno il condimento ideale non solo sulle insalate, ma anche su fragole e gelato alla crema.
Alluvioni e siccità, ma quando arrivano gli aiuti agli agricoltori?
Al Nord si contano i danni della alluvione dell’anno scorso, al Sud quelli della persistente siccità. A rischio i raccolti di mais, soia e patate. Che difatti nelle rivendite scarseggiano e hanno prezzi superiori alla media del periodo. La grande distribuzione si affida alle importazioni degli altri Paesi Mediterranei con evidente rincaro di costi e prezzi finali. E non si è ancora capito, da quello che si legge sui giornali e si sente alla televisione, se il nostro presidente del Consiglio (o la nostra?) ha intenzione di mettere a disposizione i ristori invocati dalle popolazioni più colpite dal maltempo. Mentre oggi è sulla bocca di tutti il saluto che ha rivolto al governatore della Campania De Luca, come non sapesse di trovarsi di fronte a un nodo nevralgico (nervo scoperto) della storia recente e passata della nostra travagliata Repubblica. Non vorrei essere troppo didascalica e predicatoria, peccati capitali per un giornalista, ma non si capisce veramente cosa sia andata a fare Meloni in Albania e perché abbia lasciato morire ad un passo dalla costa le vittime tutte di colore di Caivano. Non ci ricordiamo più (ma si sa, gli italiani hanno la memoria corta) quando gli Albanesi scesero in massa da una nave stracolma e fecero di tutto pur di restare da noi. Ci vedevano come l’America per gli Italiani di inizio secolo e per un po’ anche lo fummo, al netto della delinquenza che sempre si annida in sbarchi di questo genere. Adesso la questione meridionale (chi ricorda lo Svimez o la Cassa del Mezzogiorno?) sembra non essere una questione dirimente, tanto lo scopo è far lavorare di più e a pedate nel sedere tutti quei fannulloni che intralciano “le mirabili sorti e progressive” del governo, magari come stagisti pagati a 5 euro al giorno. E pazienza se hanno studiato per una vita.
lunedì 27 maggio 2024
Il gelato artigianale, secondo la Mostra internazionale del gelato artigianale di Longarone Fiere (Bl), entra a pieno diritto nell'antipasto. Già calcolato come un pasto a tutto tondo, adesso in versione gourmet, esce definitavamente dall'ambito del dessert per entrare in quello di pranzo o cena dall'aperitivo fino al secondo. Il mio consiglio? Seguire in internet, sul sito di Mig, le evoluzioni di Luca Rizzardini, discendente di una famiglia di gelatieri attivi fin dal 1891.
Con la Brexit, barriere all'ingresso della nostra ortofrutta
E con la recente Brexit, uscita della Gran Bretagna dall'Europa Unita, l'ortofrutta italiana perde un bel mercato di esportazione. Oltre che di pasta e passate di pomodoro. La situazione si è aggravata con l'elezione a Primo Ministro britannico di un ex colono dell'Impero proprio quando moriva la Regina Elisabetta. Adesso le nostre merci devono essere sdoganate con tanto, come è ovvio, di pagamenti di dazi. Che incidono sul prezzo finale. Tutti i protocolli fitosanitari alla frontiera inglese sono entrati in vigore il 30 aprile. Inoltre c'è da rilevare, secondo Agrisole, che le tariffe doganali potrebbero essere interamente a carico del venditore.
mercoledì 22 maggio 2024
Cibi processati, quali sono e perché evitarli
Nel leggere le etichette dei prodotti alimentari ( ma spesso non basta neppure questo) ci si dovrebbe accorgere se i cibi contenutevi sono, non dico naturali, ma almeno non troppo processati. Per cibi processati si intendono quelli in cui si interviene per allungarne la scadenza e per migliorarne l’aspetto. In quest’ ultimo caso qualora avessero un colore che si discosta da quello che noi intendiamo per cibo buono da mangiare. Questi sono innanzitutto bevande gassate e zuccherate, merendine, snack, creme spalmabili, cereali da prima colazione, piatti surgelati precotti, yogurt aromatizzati, wurstel, hamburger, piadine, hamburger vegani. E’ soprattutto la quantità di grassi, zuccheri e sale a fare di un alimento un cibo da mangiare tranquillamente o da evitare. Ed è sempre il vecchio detto latino in medio stat virtus a doverci dirigere nelle nostre scelte a scaffale. Anche bere tanta semplice acqua come alcuni raccomandano può essere una scelta sbagliata. L’elenco completo di cibi processati e ultra processati è in rete sulla pagina di Nova, che ne ha scritto, e che ho condiviso su Facebook. I cibi non processati sono invece verdura, frutta, legumi, frutta secca ma non zuccherata. E il muscolo della carne, le cui proteine sono un prezioso alleato della nostra salute. Le proteine della carne sono infatti ricche di amminoacidi essenziali per lo sviluppo e il tono della nostra struttura, muscolare e scheletrica. Ed è pertanto necessario mantenerla nelle nostre diete dopo lo svezzamento e poi. Questo, come va da sé, non c’entra nulla con le inutili sofferenze inferte alle bestie da macello, la cui integrità andrebbe conservata fino a e anche quando sarà necessario abbatterle. Per i formaggi andrebbe fatto un discorso a parte, perché nella loro produzione interviene la cagliata che è una parte dell’intestino degli animali. E perché il lattosio può essere causa di intolleranze e allergie. Come certamente saprete le intolleranze sono la semplice indigeribilità anche di prodotti semplici e sani come caseari, latte e burro. Mentre le allergie possono causare guai seri alla salute. Ma nessuno finora sembra mai morto per aver addentato una mozzarella, un pezzetto di grana padano o parmigiano reggiano. Soppesare con la giusta calma e con l’informazione ai guai causati da una dieta sbagliata è importante. Per non rischiare anemia, diabete mellito, gotta, obesità, pressione alta e altre malattie cardiache.
venerdì 17 maggio 2024
Proteine sostenibili e carne di pitone, cosa ci insegnano Innocenzi e Codignola
Quando alla Fiera di Rho (Mi), nel 2015, venne anche il presidente Obama con la moglie, che si batteva per menu più sani nelle mense scolastiche, si parlava già di insetti nel piatto. Un’alternativa alla carne di manzo il cui allevamento in cattività produceva combustibile fossile. Insieme al gas delle automobili, responsabile della crisi climatica cui stiamo assistendo. E alla crisi ambientale in ogni angolo del mondo per cui è stato creato il nome di “Antropocene”, da anèr, andròs (Uomo in greco classico) e ocene, era geologica.
Poi la pandemia ci tenne con il respiro tirato e la ricerca del vaccino più adatto alle nostre esigenze. Senza le nefaste conseguenze di cui alcuni lamentavano l’insorgenza (crisi trombotiche al cervello). La rapidità con cui il virus si diffuse diede luogo ad un altro nuovo nome: “Spillover”, salto dagli animali all’uomo. Davvero un animale allevato in cattività e perciò in cattive condizioni igieniche e ambientali poteva attaccarci il virus?
Fiumi di inchiostro sono stati versati su tali questioni. E se ne versano ancora. Peccato che gli italiani leggano meno di un libro all’anno. Ma se ne parla alla televisione e alla radio e tanto sembra bastare. Di alternative alla carne di maiale, pollo e manzo nella dieta degli italiani sembrano non esserci. Anche perché siamo un popolo poco propenso alle novità e molto condizionabile dai nostri passati, intesi come usi e costumi.
I responsabili degli allevamenti intensivi, come del resto anche quelli dell’agricoltura “industriale” (soia al posto del mais e del grano; seitan al posto del latte e così via), non arretrano. Salvo chiedere migliori condizioni di lavoro e moratorie sui debiti pregressi e su quelli dell’ultimo anno causati dall’alluvione in Romagna, l’orto d’Italia. Come le Puglie ne sono il granaio, Calabria e Sicilia gli agrumeti e Sardegna e Isola d’Elba troppo impervie se non per allevare capre da lana e da latte.
Nonostante tutto ciò, anche in Italia spuntano novità in merito alla ristorazione (Per un elenco completo cfr. i siti internet di Cibus e di Tuttofood). Del resto sono decenni che gli addetti al settore parlano di qualità come di unione tra tradizione e innovazione.
E’ in questo senso che va letta su Lucy de La Lettura di maggio 2024, la provocazione di Agnese Codignola che ne ha scritto un libro per Feltrinelli. Dove spiega come per salvare il mondo le proteine del futuro dovranno essere diversificate, flessibili e sostenibili. Facendo l’esempio della carne di pitone, venduta a Hong Kong da Pizza Hut, la catena statunitense presente 110 Paesi del Mondo. Ma noi italiani dovremo abbattere i nostri pregiudizi culturali. Come fu per l’idea di mangiare larve di insetti, per me l’archivieremo nel libro dei sogni, o degli incubi. Voi la mangereste? Se mi scrivete apriamo il dibattito.
E se vi interessa come cibarvi di carne che non abbia sofferto inutili sofferenze, che non provochi inquinamento ambientale e atmosferico, che non riempia le tasche dei soliti noti ma venga incontro alla richiesta di salute di noi cittadini che consumando carne da allevamenti intensivi sviluppiamo resistenza agli antibiotici vi consiglio un film.
Si tratta di Food for Profit, girato dalla giornalista Giulia Innocenzi con il suo regista Pablo D’Ambrosi in tutta Europa per denunciare e smascherare i falsi green washing e le sofferenze cui sono inutilmente sottoposti gli animali da allevamento.
La Pac, politica agricola comunitaria, stanzia 400 mld di euro l’anno per sovvenzionare gli allevamenti intensivi. Perché e da chi sono investiti tanti soldi che vanno contro gli interessi di noi comuni cittadini? In rete ci sono tutti i cinema dove questo film viene proiettato, con la possibilità di prenotare una visione. Ma io non lo faccio perché non sopporto immagini di questo tipo così forti. A voi la scelta.
mercoledì 15 maggio 2024
Pavia: riso innovato ma non Ogm
Leggo sulla newsletter del Club Papillo che Il riso innovato a Pavia in 28 mq come coltivazione sperimentale sarà modificato secondo una tecnica di coltivazione a tecnologia di evoluzione assistita. Nel suo genoma si attivano geni collegati a determinate patologie ma senza uso di materiale estraneo. Per questo non si può parlare di Ogm.
Capsule Nespresso amiche dell'ambiente
Nespresso con Gaia (Gestione ambientale integrata dell'astigiano) ha messo a punto un sistema di riciclo delle capsule delle macchinette del caffé. Delle 85mila caspule recuperate si usa l'alluminio come si fa per la raccolta insieme alla palstica e l'interno della capsula si usa come compost per l'agricoltura.
Ue: stop al Prosek
Sul Corriere di Verona si legge del regolamento appena adottato dall'Unione Europea di mettere uno stop alle Ig (indicazione di origine) che evocano il nome di un altro Stato membro della Ue come menzione tradizionale territoriale. Clamoroso il caso del Prosek, nome che adottarono in Germania per un loro vino frizzante che poteva venire scambiato per il nostro Prosecco. Peccato che le uve e il sistema di vinificazione non fossero gli stessi e che perdipiù fosse venduto in lattina. Altro caso "storico" fu qualche anno fa quello del Tokaj, denominazione che ci fu "scippata" dagli ungheresi che ci obbligarono a chiamare il nostro Tokaj genericamente Friulano.
Sovranità alimentare: i nostri formaggi nei menu dei ristoranti
Sotto la pressione del Misa, Ministero dell'agricoltura e della sovranità alimentare, come si chiama adesso il vecchio Mipaaf, è stato concluso un accordo tra Afidop, l'associazione di categoria dei prodotti caseari italiani a denominazione di origine protetta (dop) e la Fipe, Federazione italiana dei pubblici esercizi. L'accordo prevede che i ristoranti mettano in carta i formaggi. La presenza in menu, per adesso di un ristorante su 10, riguarda 21 delle 55 Dop e Igp (indicazione di orgine protetta). Le linee guida di questo provvedimento prevedono inoltre di indicare il nome corretto e per esteso del formaggio e si raccomandano di adottare la temperatura ambiente ideale in cui presentarlo.
lunedì 13 maggio 2024
Elezioni europee, perché non si parla di Pac?
La Pac, Politica agricola comunitaria, è un organo europeo che si occupa di stabilizzare i mercati al nostro interno, di difenderlo nei confronti delle economie esterne, di produrre reddito e innovazione per i nostri agricoltori. L’ultimo rappresentante italiano all’interno di questo collegio è stato Paolo De Castro. L’8 e 9 giugno prossimi si vota per l’Europa. Candidati in campo una miriade di sigle e loghi di partititi e partitini che da soli non fanno il 4% (soglia sotto la quale c’è lo sbarramento all’entrata). Ma la vera sfida è tra Meloni di Fratelli di Italia ed Elly Schlein del Pd. Entrambe hanno già detto che se una delle due verrà eletta non andrà in Europa. E allora, perché votarle? E’ il solito gioco: ci si misura sull’elettorato prendendolo in giro. Ma oltre al metodo di questa campagna elettorale, mi interesserebbe conoscere qualcosa sul merito. Per esempio, adesso che la cucina italiana è candidata a diventare patrimonio culturale dell’Umanità a cura dell’Unesco. Adesso che non c’è programma in televisione in cui non si parli delle bontà dei nostri prodotti della terra e dei modi di portarli in tavola, cosa faranno i nostri rappresentanti in seno alla Commissione europea per difenderne qualità e prezzo? E’ noto per esempio che tanti anni fa gli agricoltori buttavano via le arance perché il prezzo al quale dovevano venderle era sottocosto. La stessa cosa accadde per il latte. Per le stesse ragioni, e per la mancanza dei ristori nelle zone più coltivate della Penisola dopo la siccità e le alluvioni degli ultimi due anni, i trattori sono scesi in piazza. La Pac, dovendo rendere conto a 27 Paesi difende maggiormente le colture di patate e grano, i due maggiori prodotti dell’agricoltura capaci di sfamare le genti. Ma noi abbiamo anche il riso, di cui si ciba quasi tutta la terra, che quest’anno secondo l’Ente Nazionale Risi avrebbe avuto bisogno di aiuti. E poi prodotti orticoli, olio, vini, frutta, agrumi, latticini (il 38% del nostro Pil). Per non parlare dei prodotti ittici che allevati o della pesca sono un’altra parte importante del nostro reddito nazionale. Ma anche qui bisognerebbe, come per la carne, affrontare il discorso della salute degli animali. Che sono maltrattati nelle fasi di allevamento e del trasporto. Per spingere l’acceleratore sulla loro capacità di produrre reddito. Un reddito che sporca le mani di sangue. Se volete approfondire le questioni sollevate dalla Pac, comprese quelle sull'etichettatura degli alimenti che preoccupa noi italiani quando dobbiamo scegliere tra un prodotto italiano o estero o sapere cosa contiene, vi rimando al sito euronews che è ricco di ogni tipo di notizie in merito.
giovedì 9 maggio 2024
Reti wireless 5g per l'agricoltura
“Il decreto legge sull’agricoltura di questo governo approva lo stanziamento di 209 mld destinati a sostegno di misure contro le fitopatie, fotovoltaico, pratiche sleali, lo stato di emergenza contro la siccità in Sicilia e la nomina di un commissario per le zoonosi nel Mezzogiorno.” Cfr. Agronotizie. Ma non saprei se sia stato utile agli agricoltori discutere in Parlamento, come si è fatto oggi 9 maggio 2024, di etichettatura di origine, falso made in Italy, bilanci delle importazioni ed esportazioni di prodotti ortofrutticoli. Tanto più che all’interrogazione parlamentare mancava un voce di opposizione. Leggo infatti su Agronotizie, la newsletter del Sole 24Ore sull’agricoltura, un lunghissimo articolo sui problemi del cablaggio delle reti di informazione tra i vari territori coltivati con la potenza, ultima in ordine di tempo, del 5 gigabyte. La promozione delle nostre dop è certo importante ma non quanto lo fosse già 25 anni fa, quando di un prodotto alimentare si diceva che per venderlo bisognava attenersi alle regole delle 4 “P”, prezzo, promozione, packaging, pubblicità. Nel frattempo il mondo è cambiato e siamo tutti collegati in rete, più o meno wireless (senza fili). Guglielmo Marconi, ma il suo primato fu subito conteso da Bell negli Stati Uniti, è stato certo importante nel collegare i vari Continenti con un sistema di cavi. Non meno di quanto lo fosse stato, sempre nel secolo appena passato, Enrico Mattei nell’aver trovato giacimenti di petrolio sotto il mare di nostra giurisdizione (ed ecco perché alla Meloni piace tanto parlare di piano Mattei). Ma il petrolio di oggi, quello che governa il mondo, è la ricerca scientifica finalizzata alle strutture di intelligenza artificiale. Senza essere quella dei robottini, buona per i film e i romanzi distopici. Qui si tratta di rendere all’agricoltura il primato della connessione ultrarapida anche nelle zone collinari e montuose che in Italia abbondano, “dalle Alpi alle Piramidi, dal Manzanarre al Reno”, per citare Manzoni. Perché rendere produttivo un terreno, anche quando bisogna uscire da condizioni climatiche avverse come le alluvioni e la siccità delle due ultime estati, oggi lo si fa non piegandosi sulla terra a raccoglierne i frutti (quello semmai lo fanno gli immigrati) e nemmeno saltando sulla prima macchina agricola di passaggio e con le sementi di una volta. Tutto è studiato minuziosamente in Rete con i moderni device. E il passo successivo sarebbe quello di rendere queste informazioni utili a tutti i nostri coltivatori, se non fosse per il piede di traverso che ci mette Elon Musk, sicuro di poterci portare, con queste potenze avveniristiche, a nutrirci nello spazio.
Utilitalia dice la sua sull'agrivoltaico
Secondo Giovanni Colarullo, presidente di Utilitalia, agenzia di servizi alle amministrazioni, l'accordo raggiunto sull'agrifotovoltaico è sbagliato. Affidando le sue considerazioni ad Ansa agricoltura spiega perché. I pannelli solari potrebbero benissimo essere installati, con benefici per l'ambiente e la transizione energetica, su i tanti fondi agricoli non utilizzati, né arati né seminati. Mettendo così d'accordo le parti in causa senza provocare danni chi la terra la coltiva ancora, ma rendendo ambientalmente non dipendenti dalle fonti energetiche fossili larghe parti del nostro Paese inutilizzate per le coltivazioni.
mercoledì 8 maggio 2024
Agrifotovoltaico, accordo trovato
E alla fine ho letto stamane sulle rassegne stampa che un accordo è stato trovato. Sulla base di un sistema di interdipendeza tra salute delle piante e responsabilità ambientale. Per sapere come questo vada fatto nella pratica dovrò sentire le Donne dell'Ortofrutta che si riuniscono ogni anno al Macfrut di Rimini. La Fiera delle sementi, dei prodotti contro i parassiti e delle macchine agricole. Comunque potete farlo anche voi navigando sul loro sito. Io posso portare qualche elemento in più con interviste.
Agevolare l'agricoltura o l'indipendenza energetica?
Agricoltura e tutela dell'ambiente possono coesistere? In Italia il dibattito è aperto. Poprio ieri sera in Consiglio dei ministri (Cdm) non si era ancora raggiunto un accordo tra i due ministeri competenti in materia. La questione è stata rimandata a stamattina e attendiamo nuove. Sarà Meloni a decidere? Intanto come si legge gratuitamente sul sito della maggiore agenzia di stampa italiana, l'Ansa (Ansa.it, agricoltura), il nodo della questione sono i pannelli fotovoltaici. Che in Italia, nella bulimia forse un po' inconsapevole degli ultimi vari governi, sono fioriti per ogni dove. Come le pale eoliche, ma quest'ultime da sempre additate come nemiche del bellissimo ambiente di cui la natura ha dotato l'Italia. In pratica, si tratta di come spendere i soldi del Pnnr e a cosa destinarli. Per il Ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e del Made in Italy (come si chiama oggi il vecchio Mipaaf) i pannelli fotovoltaici non possono e non devono essere posizionati nei pressi dei campi agricoli a terra, ma su una altura più decentrata di come si è fatto finora. Per agevolare il lavoro degli agricoltori sotto. Il Ministero dell'ambiente e della sostenibilità (Mase) invece spinge su provvedimenti atti a raggiungere l'indipendenza energetica per la difesa del territorio.
martedì 7 maggio 2024
Celle all'idrogeno, un'utopia sfumata in 15 anni
Idrogeno, una possibile energia sostituibile al petrolio che non si è concretizzata. Vediamo perché. L’idrogeno è il primo elemento della tavola periodica. Secondo lo studioso statunitense Jeremy Rifkin, potrebbe essere usato nelle celle o pile a combustibile come alternativa al petrolio. E’ il principale costituente delle masse stellari e del sole. Per questo fu usato nell’Apollo 12 dagli americani nella loro prima spedizione spaziale sulla luna. Mi ricordo ancora, adesso ho superato il mezzo secolo di vita, quando la mia prof di filosofia al liceo chiese uno per uno a tutta la classe cosa fosse per noi ciò che attivava i nostri elettrodomestici o le nostre automobili, sebbene in quegli anni si andasse più in motorino che in auto, almeno fino ad una certa età. In pratica ci chiese cosa fosse l’energia. Adesso, con le parole di Rifkin, saprei rispondere, ma quella volta rimasi interdetta. L’elettricità, certo, ma l’elettricità non derivava anche allora dal petrolio? Solo molto tempo dopo si iniziò a presumere che il petrolio forse, in certi contesti e con certe avvertenze, potrebbe essere sostituito dall’idrogeno. E proprio adesso molti si sono messi a ristrutturare casa con i pannelli fotovoltaici sul tetto. Spinti dal superbonus statale del 110%. I pratica la banca ti dà 100 e il resto ce lo mette il governo. Quindi stop al petrolio e celle elettriche a combustibile non fossile che possono anche essere installate sui tetti delle case rifatte.
I combustibili fossili infatti sono tra le principali preoccupazioni di molti governi perché gravano tutti sulle spalle di lavoratori che devono scendere nelle miniere spesso senza adeguata protezione. Come dimostrano oggi i troppi terribili incidenti sul lavoro, ultimo proprio ieri, con i decessi degli operai coinvolti. Al tempo di Economia all’idrogeno, il libro pubblicato per le edizioni Mondadori nel 2002, Rifkin dava per scontato che ci fossero già in Occidente cooperative di consumatori impegnate o perlomeno interessate a sviluppare reti, un po’ come Internet agli inizi, libere e gratuite di celle all’idrogeno. Per scaldare casa, per fare rifornimento alle macchine elettriche etc., cosa di cui si discute proprio oggi. Purtroppo questo non è accaduto, per una serie molteplice di motivi. Intanto è stato dimostrato come l’idrogeno sia troppo costoso e troppo difficile da produrre, stoccare, distribuire e rendere inoffensivo. Un suo sottoprodotto, l’idrogeno solforico, che si origina tramite una reazione chimica che potrebbe insorgere in uno dei passaggi della sua lunga filiera, se soltanto inalato è letteralmente micidiale. Inoltre a quel che si sa in Italia, i pannelli fotovoltaici installati a livello terra nei campi agricoli hanno finito per far seccare le drupe di molti prodotti dell’orto e delle piante. E non si sa quando verranno espiantati. Il nostro governo sembra avere al momento altre preoccupazioni. Ma anche l’Unione Europea pare non aver emanato direttive dirimenti in proposito. Piuttosto sarebbe utile sapere cosa ne è della coltura idroponica, di cui ho già parlato su queste pagine, che potrebbe anche diminuire l’uso di pesticidi in agricoltura.
Le coltivazioni in acquaponica interessano 150 specie di ortaggi, tra cui zucchine, pomodori, meloni, cocomeri e cetrioli. Le loro radici vengono immerse in particolari spugne staccate dal terreno che non abbisognano di pesticidi. In Italia il demanio detiene ancora 500mila ettari di terreni incolti che si possono affittare tramite i crediti Ismea (L’istituto per lo sviluppo dei mercati agricoli). E che potrebbero essere convertiti a questo tipo di coltivazione.
La popolazione mondiale cresce a ritmi insostenibili e a breve sarà impossibile, anche mettendo a frutto l’intera terra disponibile, sfamarla tutta. Con questo nuovo metodo, la resa è doppia rispetto alla coltivazione sul terreno, senza emissioni di CO2 e senza bisogno della chimica. Da 30 anni utilizzata, secondo una ricerca della rivista scientifica Pnas, in Usa, in Australia e nelle aree semidesertiche, per allevare pesci e crostacei, la sua conoscenza risale a 600 anni fa, ad opera degli Atzechi.
A Dubai negli Emirati Arabi, terra desertica per eccellenza, è stato costruito il più grande impianto idroponico del mondo con una quantità d’acqua che non si dovrà cambiare per un anno. Con consumi energetici molto bassi ed energie rinnovabili per una produzione continua tutto l’anno.
Tutto ciò che so sull’idroponica lo devo a mio nipote, un ragazzino di buona famiglia e di ottime intenzioni scolastiche (studiava per diventare geometra) che me l’ha spiegata pur essendo rimasto traumatizzato da un episodio avvenuto in un supermercato dell’hinterland milanese, di cui per amor di patria non citerò l’insegna, quando, accusato di aver rubato delle merendine ha dovuto svuotare le tasche per far vedere che non era vero.
Ma si può? “Tu stai dalla parte di chi ruba nei supermercati, o di chi li ha costruiti rubando?” cantava negli anni Settanta un profetico Francesco De Gregori.
giovedì 2 maggio 2024
Dal Sigep le novità sul gelato artigianale
Osservatorio Sigep presenta anche quest'anno le tendenze del gelato artigianale per la prossima estate. La prima novità è il gelato nei coni e coppette alla carota, mandarino e limone di Eugenio Morrone maestro gelatiere a Roma, un evidente richiamo alle vittorie del giovane Sinner nei tornei di tennis. Cioccolato bianco e sparagi, erbe aromatiche, poco zucchero e tiramisu le altre novità. Il comparto è in crescita del +16% in generale e del +12% nelle città d'arte, prese d'assalto in questo ultimo lasso di tempo dai turisti stranieri. I maggiori Paesi europei, Italia, Spagna, Germania, Francia, Regno Unito segnano un aumento del +4,4% secondo dati Crest-Circana. Il nostroa Paese è il primo per produzione e consumo con il 28% delle porzioni servite sul totale europeo. Secondo Giancarlo Timballo, presidente di Fiapet di Udine, si lavora sui prodotti locali e sul territorio. Tra le sue proposte il gelato al lampone e rosmarino. Secondo Domenico Belmonte, maestro gelatiere di Santa Maria di Castellabate tornano i grandi clasici come la crema ma c'è anche un boom della frutta esotica tra cui mango e frutto della passione. I gusti classici come torroncino, vaniglia e cioccolato comunque resistono anche se la tendenza è quella di ridurre il contenuto di grassi e di zucchero.
martedì 30 aprile 2024
Gelato a Milano: ti posso mangiare?
Inimmaginabile a cosa può portare la lotta tra sindaci e governatori di Regione quando ci sarebbero ben altre necessità, tipo la scuola e la sanità. A Milano, per esempio, il sindaco aveva proibito i coni e le coppette la sera dopo una certa ora. Ma adesso si ricrede e lascia il via libera. Come se il gelato fosse un de cuius della movida, che ha ben altre radici nella città metropolitana.
Prowein di Dusserdorlf, male per i vini italiani
E mentre a Bruxelles si discute sul Nutriscore, l'etichetta che deve contenere tutte le informazioni sui prodotti alimentari, ma che così facendo penalizzerebbe le nostre Dop, arrivano nuove sul vino. Il Prowein di Dussedordolf che doveva dare tante soddisfazioni ai venditori sembra non aver prodotto i risultati sperati. Pochi infatti, secondo l'analista di questi consumi Giampietro Comolli, i visitatori con gli occhi a mandorla che si erano dimostrati in questa apertura di nuovo secolo i maggiori consumatori. E vanno male gli espositori italiani che sempre secondo Comolli si meritano appena un 6+. Intanto si prospettano nuovi mercati per i vini dealcolati che veri vini non sono ma che andrebbero incontro alla domanda di giovani e donne.
giovedì 18 aprile 2024
Enoturismo in Italia, è boom
In grande espansione il settore del vino in Italia. Al Vinitaly di Verona sono cresciuti quest'anno il numero di visitatori da molte parti del mondo. Oltre 6 milioni sono state le notti trascorse tra le vigne nel 2023. Il settore enoturismo vale così 2,9 miliardi di euro, in crescita del 16%, con forti richieste di americani e tedeschi. Il vino da noi è occasione di socialità tra i giovani e i più vecchietti che si ritrovano, i giovani a berne un bicchiere e non di più, nelle enoteche più alla moda, mentre gli anziani lo bevono in casa accompagnato da una buona cenetta. Anche per questo sono fioccate in televisione i programmi che illustrano ricette e i loro abbinamenti.
giovedì 11 aprile 2024
Il diritto alla protezione del clima
Allora avevo ragione io a non costringere mia madre ad accompagnarmi dalla fisioterapista dalle 15 alle 17 nel marzo più caldo della storia. La sentenza della Corte europea per i Diritti dell’Uomo (Cedu) ha in questi giorni giuridicamente sancito il legame tra cambiamento climatico, rispetto degli obblighi sul clima da parte di uno Stato (in questo caso la Federazione elvetica) e riconoscimento di un diritto personale, in questo caso il diritto alla salute, come leggerete nel dettaglio nell’articolo del Corriere della Sera online qui sotto. Ma più del peso storico e morale, questa decisione ha un valore diverso, e molto più concreto: farà giurisprudenza, per i 47 Paesi che aderiscono Consiglio d’Europa.
"Le donne avevano ragione a protestare quando sostenevano che le ondate di caldo impedivano loro di uscire di casa, limitandone la vita, e soprattutto aumentavano il rischio di mortalità per le fasce di età più avanzata, e che la responsabilità per non avere adottato politiche dirette a contenere l’aumento della temperatura è, per l’appunto, una responsabilità del governo dello Stato in cui le attiviste vivono. Per la prima volta, quindi, un tribunale transnazionale specializzato in diritti umani sostiene esplicitamente il diritto alla protezione del clima. La prima, probabilmente, di molte altre: fare giurisprudenza significa questo. Che altre associazioni che avanzeranno la stessa richiesta, a parità di condizioni – evidentemente facili da replicare, nella situazione in cui ci troviamo, con il mese di marzo decimo mese consecutivo più caldo di sempre – si vedranno assegnare la vittoria. Il che naturalmente (come in molti altri casi che hanno riguardato altrove in passato forme di class action analoghe) spalanca le porte a un’azione politica in forma giudiziaria di cui i governi dovranno cominciare a tenere conto molto rapidamente."
Salumi e Covid: si poteva fare di più
Adesso che l’ex primo ministro Giuseppe Conte (quello su cui è gravata, per intenderci, la mannaia del Covid e delle misure da adottare per il suo contenimento) si batte contro il “campo largo” con il Partito Democratico, ricordiamo brevemente cosa aveva fatto durante la pandemia, un evento su scala mondiale che raramente si ripete nella storia. Mentre su tutt’altro fronte si combatteva per il benessere animale, contro le scrofe in gestazione nelle gabbie, Assica, l’Associazione confindustriale della carne e dei salumi chiedeva interventi più incisivi a sostegno della produzione di salumi e di tutta la loro filiera. Difficoltà nell’export, per tutto il 2019, e necessità di importazione di carni suine dalla Cina (il focolaio di coronavirus) per la carenza delle stesse in Europa, avevano messo a dura prova il comparto. Con perdite di fatturato stimate in 250 mln di euro al mese. Si chiedeva pertanto un’attenzione particolare per far ripartire la produzione, i consumi interni e l’export che tenesse conto anche dei costi che le aziende si sobbarcavano per la certificazione di origine. Importantissima per salumi quali ad esempio il prosciutto crudo di Parma, la mortadella di Bologna e il prosciutto crudo di San Daniele del Friuli. Secondo Antonio Levoni, l'allora presidente Assica, bisognava favorire la piena occupazione nel settore. Senza contare però che questa avrebbe comportato un aggravio per le piccole imprese di cui è costellata la nostra bella Italia senza venire incontro alle richieste di una giusta retribuzione agli occupati o occupandi. Inoltre le consistenti risorse, 500 mln di euro dedicate ad azioni di aiuto strutturale per tutte le filiere alimentari, sono diventate solo un mero sgravio fiscale per il settore primario. In sintesi, secondo Levoni, “Bene le misure di sostanziale aiuto per la produzione primaria nazionale di suini; ma rammarico per la mancanza di fondi dedicati alle filiere nel loro complesso. I 90 mln di euro per la zootecnia intervengono soprattutto a vantaggio della prima. Ma la filiera è composta da tanti anelli.”
Altre ricette con gli asparagi
Totanetti con asparagi e menta
Ingredienti: 700 g totanetti o calamari
300 g di asparagi
2 cucchiai di olio extravergine di oliva
1 rametto di menta fresca
Preparazione: Cuocere brevemente gli asparagi a vapore. Spadellare i totanetti nei 2 cucchiai di olio extra vergine, aggiungere solo le punte degli asparagi e bagnare con vino bianco secco, sfumare e aggiungere sale quanto basta e le foglioline di menta. Servire caldo.
Risotto con fragole e asparagi:
Ingredienti: 100 g di riso venere
100 g di asparagi
200 g di fragole
1/2 scalogno
1 tazzina di champagne
20 g di burro
Sale e pepe
Cuocere il riso venere in una pentola con abbondante acqua salata per 35/40 minuti.
Nel frattempo pulire gli asparagi e lessarli in acqua bollente per 5 minuti, poi pulire le fragole e tagliare tutto a pezzettini. Fare soffriggere lo scalogno finemente tritato con una noce di burro, aggiungere gli asparagi tagliati a pezzetti. Dopo un paio di minuti unire le fragole, salate, pepate e sfumate con lo champagne. Scolare il riso venere e aggiungerlo in padella con il condimento. Poi saltare il tutto ancora per qualche minuto, spegnere la fiamma e servire il riso venere con asparagi e fragole aiutandovi con un anello taglia pasta per ottenere una forma perfetta. Decorare il piatto con una punta di asparago, un pezzetto di fragola e servire.
Soufflé di asparagi e prosciutto
Ingredienti:
500 g di prosciutto cotto
5 cucchiai di besciamella
100 g di formaggio grattugiato
5 tuorli d’uovo
7 albumi d’uovo
200 g di punte di asparagi
Burro
Preparazione: tritare finemente con un mixer il magro del prosciutto tagliato a pezzi, quindi, poco alla volta, incorporarvi 3 cucchiaiate di besciamella fredda. Passare il composto al setaccio, raccogliere la purea in un tegame e aggiungervi le restanti 2 cucchiaiate di besciamella, il Parmigiano grattugiato, i tuorli d’uovo e, per ultimi, con molta cura, gli albumi montati a neve ferma. Imburrare uno stampo monoporzione e mettervi a strati alternati il composto per il soufflé e le punte d’asparagi, fino ad esaurimento degli ingredienti, iniziando e terminando con uno strato di composto. Lisciare la superficie e cuocere a bagnomaria in forno preriscaldato a 175° C. per circa 30/35 minuti. Servire immediatamente.
martedì 9 aprile 2024
Polpi in allevamento intensivo
Ciwf lo dichiara da sempre: l’allevamento intensivo degli animali destinati all'alimentazione umana non solo è crudele ma anche insostenibile, per noi umani e per il nostro prezioso ambiente. Ci siamo cibati fino ad ora di ogni genere di flora e fauna commestibile senza pensare ai danni che commettevamo a detrimento della nostra preziosa Terra. E adesso che un visonario come Elon Musk vuole portarci negli spazi intergalattici è tutto un tirare i remi in barca. Per fare un altro esempio, le dive, i cantanti e gli attori di cinema e teatro fanno marcia indietro sulle loro ambizioni da Oscar o premio Donatello o Grammy Awards. Quasi avessero, con le loro opere e le loro aspirazioni al di sopra di ogni carriera modesta ma pur sempre onorevole, disonorato ogni categoria del loro genere. La frase che più si sente ripetere in questo ultimo anno è: "Non penso al passato e nemmeno al futuro, il presente è già troppo impegnativo." Ebbene, non lo era anche prima? Non lo sapevamo anche prima del superecobonus 110% che era impossibile vivere al di sopra delle nostre capacità? Mio nonno, con la sua terza elementare e un vissuto da oste sotto le bombe della seconda guerra mondiale sapeva già che in una casa era importante non entrassero né avvocati né medici.
Per tornare all'impari lotta di Ciwf contro le carneficine ha trovato un altro fronte su cui combattere: un documento pubblicato di recente ha rivelato come il progetto dell’azienda Nueva Pescanova di aprire alle Isole Canarie il primo allevamento commerciale di polpi non è solo un piano crudele, ma comporta rischi ben più ampi. "L'azienda di prodotti ittici vuole sfruttare e rinchiudere circa un milione di polpi in un allevamento intensivo, ignorando le gravi preoccupazioni per il benessere di queste creature senzienti."
"Ma non è tutto: le evidenze rivelano che Nueva Pescanova, nonostante dichiari sul suo sito web di impegnarsi a proteggere l'ecosistema e a ridurre al minimo il suo impatto ambientale, non ha considerato nemmeno i rischi per la fauna selvatica, per la salute pubblica e per l'ambiente. Non possiamo permettere che aziende come Nueva Pescanova antepongano i loro profitti al benessere degli animali, alla salute pubblica e al nostro prezioso ambiente." Chi ha voce in capitolo denunci il piano di Nueva Pescanova ed esortare l'azienda a fermarsi! O perlomeno boicotti i suoi prodotti a scaffale.
lunedì 8 aprile 2024
Verdure, è tempo di asparagi
E' tempo di asparagi e i migliori, ma ce ne sono di ottimi anche bianchi,sono quelli verdi della provincia di Bologna. Il Consorzio dell’Asparago Verde di Altedo IGP, in collaborazione con CSO (Consorzio servizi ortofrutticoli) Italy, ha intrapreso già da tempo un’iniziativa per far conoscere le caratteristiche e le potenzialità del prodotto sia dal punto di vista produttivo che commerciale. Dalla qualità al legame col territorio, dalla tradizione alle attività del prossimo futuro, molti i temi trattati tra cui la storia del consorzio, nato nel 2003, la produzione, la commercializzazione e la valorizzazione. I consumi interni sono in netta crescita negli ultimi due anni, circa 24mila tonnellate e le esportazioni sono salite da circa 1.000 tonnellate nei primi anni Duemila. "La produzione dell’asparago interessa molte regioni italiane – ha affermato Tomas Bosi di Cso – ma esiste un riconoscimento della qualità legato alla forte vocazione del territorio, che vede l’Emilia-Romagna, insieme al Veneto, ai primi posti. La produzione di asparago in Italia è molto concentrata sulla tipologia verde che peraltro è in crescita.” I punti salienti della modifica al Disciplinare di produzione riguardano l’aggiornamento delle varietà e aspetti legati al confezionamento e alla presentazione del prodotto. Una gestione razionale dell’uso dell’acqua è importante per abbassare il costo della manodopera e per prolungare la vita dell’asparagiaia. Importante è anche l’innovazione varietale. Ma solo il 40% delle famiglie italiane acquistano asparago, con un consumo medio annuo di 2,3 kg: ci sono quindi ampi spazi di miglioramento.
Asparago, una varietà di verdure dalle molteplici qualità organolettiche, quella diuretica principalmente. Ma solo il 40% delle famiglie italiane lo acquistano, con un consumo medio annuo di 2,3 kg. La produzione è molto concentrata sulla varietà verde la cui modifica del disciplinare di produzione riguarda l’aggiornamento della varietà e aspetti legati al confezionamento e alla presentazione del prodotto. Quello bianco è più pregiato e forse anche per questo meno presente sulle tavole degli italiani. Due le ricette classiche per gustarli al meglio. Intinti nel rosso d’uovo delle uova al tegamino oppure conditi con formaggio grattugiato e burro fuso e magari una spolverata di tartufo, visto che siamo in stagione. Ma si possono anche condire con maionese oppure olio di oliva extravergine, oppure olio e uova sode tritate.
Un'altra ricette vede gli asparagi cotti in brodo e un po' di olio e poi infarciti in un panino tagliato a metà con dentro il tonno.
Le raccomandazioni dei dietologi e i bambini in povertà
Il panettone lo scorso Natale costava carissimo. Adesso colombe e uova di Pasqua te le tiravano dietro. Sono il sali e scendi dell'inflazione che colpisce i ceti meno ricchi rispetto a chi si può permettere di più (e come non ricordare a questo proposito le vicende che hanno visto in prima fila la ministra Santanché e i suoi sodali: vedi Sallusti e la miriade di nuovi fascisti che si tirano dietro). Tanto è vero che comprare una colomba per la prima colazione al posto dei biscotti può essere più conveniente. Al netto di queste considerazioni che paiono anche a me un po' semplicistiche, resta il fatto che una (piccola) parte delle guerre commerciali sul food (il cibo), tirata in secca l'ultima grande nave che batteva bandiera italiana tra l'Egitto e il Cairo (a pro di Salvini) con il suo carico di grandi e piccoli pesci (intendo gli squali della finanza), si fanno da tempo sulla prima colazione. C'è che beve solo un caffé, che si è sentito raccomandato di mangiare tanto (pane, marmellata, biscotti fino ad arrivare alla famosa Madeleine di Proust, il cui solo profumo rievocava mondi favolosi: ma alzi la mano chi a parte la Strada di Swann abbia letta l'intera opera). E chi rimane a bocca asciutta. Ricordiamo, e non solo per inciso, che in Italia ci sono 4 milioni di bambini in povertà assoluta. Intanto, e lo avrete visto anche voi alla televisione, la Santanché, che fa affari con Visibilia senza pagare un euro le cooperative di cui si serve, imbandisce tavole extragalattiche. Possibile che in Italia si sia arrivati tanto in fondo? Comunque una via di uscita dall'ennesimo dibattito di cui si discute su alimentazione e salute, possiamo lasciare tranquillamente smettere di seguire quello che ci dice tal dottor Berrino che si è fatto una fama sui prodotti Matt che assicurerebbero un dimagrimento assoluto e garantito, anche di mille taglie, e seguire piuttosto le indicazioni di cui si sono fatti sottoscrittori scienziati veri, come l'ultimo premio italiano per la fisica Parini e il direttore dell'Istituto Mario Negri di Milano Garattini. Entrambi sono in ottima salute nonostante l'età, sfiorano i duecento anni in due e sanno che mangiare poco è un ottimo viatico per la salute e l'integrità fisica, nonché mentale. Garattini, per esempio, non mangia mai a pranzo, ma solo mattina e sera. Parini lo si è visto sfiorare i mari lunari senza soffrire di mali vari nonostante la pressione della gravità nei viaggi spaziali. E la raccomandazione migliore è quella delle nostre nonne che spazzavano le aie tenendo da parte le uova delle galline che vi razzolavano felici invece di stare in gabbia, e ottenendo dell'ottimo olio dalle prime spremiture. Olio che oggi sugli scaffali è difficile trovare esclusivamente italiano perché è spesso un mix di greci e spagnoli (e va beh, siamo tutti da lì che arriviamo). Ma ci sono anche gli oli marocchini e questo è un po' più difficile da spiegare (vero Salvini?). Chiudo questa lunga digressione continuo dicendo che le nostre nonne sapevano bene come per friggere sia migliore l'olio di semi di arachide, che ha un pnto di fumo molto maggiore, piuttosto che il tanto decantato olio di oliva extravergine (evo per gli amici) che va bene invece per condire a freddo.
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mercoledì 3 aprile 2024
Aprile, di tutti i mesi il più crudele
Non so davvero che dire sul conflitto in corso. Adesso ascolto alla radio una trsmissione che sta dicendo che i valori non possono essere solo di parte, pena perdere la nostra umanità e diventare tutti più poveri. Poveri di ideali, poveri di umanità, poveri di pietà. Anche le ambasciate sono impotenti. A distanza di circa mille anni, abbiamo un Papa che si rifà nel nome a quello dei poverelli, ma tacendo su quello che di male ha fatto anche la Chiesa con la mortificazione della sessualità umana. Che unita ad un sano concetto dell'amore è una fonte di vita e di umanità. Lo so ne parlavano ieri sera anche in televisione. Ripeto non so che agggiungere. Ho già scritto che esiste un passato passato, un passato presente e un passato futuro. Rimuginare sul passato non serve a nulla. Bisogna guardare avanti senza vergognarsi. Le colpe esistono, eccome, ma sono di entrambe le parti in gioco. Aprile di tutti i mesi è il più crudele, diceva il poeta. Non facciamolo diventare veramente, tristemente tale. E ricordiamoci cosa vuol dire per noi italiani il 25 di questo mese.
lunedì 25 marzo 2024
Olio in Salento e strani magheggi
Ai tempi in cui in Puglia si svolgevano i fatti balzati ora agli onori della cronaca, sul sindaco De Caro, io ero una collaboratrice freelance del quotidiano economico Italia Oggi, scritto da professionisti per professionisti. E stavo svolgendo un'inchiesta sul tema di mia competenza e cioè l'agroalimentare, che in Puglia significa soprattutto olio. Interrogato via mail sulla questione l'allora sindaco De Caro all'inizio riuscii ad "agganciarlo", ma subito dopo mi arrivò una lettera del suo assessore credo proprio all'agricoltura firmata Cosimo Borracino che mi diceva di non poter rispondere. Ricordo che allora il mio caposervizio Luigi Chiarello mi disse: "Ma non può rispondere o non vuole rispondere?"La risposta credo sia arrivata oggi ...Consigliere regionale in Puglia dal 2013 nella circoscrizione di Bari, De Caro ha lavorato a progetti innovativi come il pluralismo dell’informazione, la mobilità ciclabile, l’attività ricettiva del albergo diffuso, l’istituzione dell’anagrafe pubblica degli eletti e la trasparenza dell’informazione. Primo eletto alle parlamentarie del Pd nella componente maschile, nel marzo 2013 viene eletto Deputato. Dal primo gennaio 2015 è nominato vice presidente Anci (Associazione nazionale comuni italiani) con delega “mezzogiorno e politiche per la coesione territoriale” e componente del comitato delle regioni organo consultivo dell’Unione europea con sede a Bruxelles che dà voce agli enti regionali e locali. Adesso arriva l’ipotesi dello scioglimento del Comune. A chi dà fastidio?
giovedì 14 marzo 2024
I "doppi" e le loro incognite
Mentre conducevo un’inchiesta su Naomi Klein e Naomi Wolf sul tema del doppio. La Wolf inseguiva la Klein sui social appannandone il brand che la prima si era costruita con la pubblicazione di No Logo, a sua volta una critica dei brand della moda, mi sono imbattuta, su Internet, in un’interminabile sequela di doppi in letteratura che mi hanno accompagnato durante tutta la mia formazione scolastica e anche dopo. Fino a capire troppo tardi che lo sdoppiamento era mio. Il mio doppi ero io. E che le persone che vedevo doppie sono arrivate fino all’evento clou di questi giorni. La morte di Navalny in Siberia da me scambiato per Julien Assange. Per la cui causa era l’unica perla quale avessi firmato. Ma faute. E non l’unica. Navalny era molto più in pericolo di vita, stretto oppositore politico di un regime dispotico, quello russo, mandato a scontare la sua pena in Siberia, nel Gulag. Visto che si faceva beffe del potere la sua fine è stata tragica, barbaramente assassinato e il suo corpo negato alla sepoltura da parte di sua madre. Assange è invece un giornalista australiano fondatore di Wikileaks, sito online di diffusione e denuncia di apparati non trasparenti e non democratici, le democrature, che gli è valsa la negazione dell’estradizione negli Usa. E qui si pratica ancora la pena di morte con torture come l’affogamento nel carcere di Guantanamo. Due vite apparentemente parallele se non fosse che Assange è vivo, mentre Navalny ha pagato il suo dissenso con la morte. Una morte che fa discutere come nella tradizione della migliore letteratura. “Hanno ammazzato Pablo e Pablo è vivo” (F. De Gregori, se non le consideriamo solo canzonette). Il creatore di Wikileaks, colpevole, per chi lo cerca, di aver divulgato segreti circa le operazioni dei marines in zone di guerra come l’Iran e l’Afghanistan rischia di essere estradato negli Usa dove non gli perdonerebbero le invasioni nel campo delle guerre “giuste” a loro giudizio e dove, come detto, esiste ancora la pena di morte, applicata con metodi di tortura nella prigione di Guantanamo.
venerdì 8 marzo 2024
Un modo elegante e appetitoso di servire i wurstel
I wurstel di solito si mangiano con la senape o con la radice di cren. Ma esiste in modo più sfizioso di portarli in tavola. Tagliate longitudinalmente in due parti un wurstel grosso e tenetele per cinque minuti a bagno in acqua bollente (con il fuoco spento). Prendete un piatto da portata tondo piuttosto largo e sistematevi le due parti del wurstel all’esterno, una di fronte all’altra. Al centro disponetevi della lattuga lavata e tagliata a mano (l’insalata non va mai tagliata con il coltello). Ai due lati di questa non interessati dal wurstel piazzate delle fette di pane bianco in cassetta leggermente dorato e tagliato a triangoli (disponete in triangoli come si trattasse di un panettone salato). Cospargete l’insalata di olive nere denocciolate e coronate il tutto con fettine di uova sode. Tempo di preparazione i cinque minuti del bagno del wurstel, i dieci delle uova sode, i tre della tostatura del pane bianco e quello necessario a lavare la lattuga a seconda se l’avete comprata in busta già lavata o nel sacchetto di plastica (che presto andrà in pensione) da lavare e centrifugare (10 minuti). Preparazione: facile. Costo: contenuto.
mercoledì 6 marzo 2024
Russia: di nuovo padrona del mondo?
La Russia vuole diventare padrona del mondo? La sua estensione in effetti va dall’America all’Europa dell’Est ed è lì che si giocano le sorti del conflitto contro l’Ucraina, perché l’Europa non ha una difesa comune e una diplomazia comune che serva da deterrente alle sue mire espansionistiche. Ma c’è una data più lontana nel tempo che serve per capire come sono andate le cose, come spiega Domenico Quirico uno dei nostri inviati sul posto. “Tra il 1932 e il 1933, milioni di ucraini morirono di fame. Stalin, l’allora capo dell’Unione Sovietica (la caduta del muro di Berlino che dichiarò finita questa brutta parentesi della storia che ora si rinnova risale al 1989), decise di prendere tutte le terre: /al proposito si potrebbe dire che tutte le guerre hanno un inizio e una fine per motivi economici, ndr/ i contadini non ricevettero più uno stipendio ma una quota dei beni prodotti. Molti si opposero a questa decisione e vennero ammazzati: chiunque fosse stato trovato a nascondere qualcosa da mangiare, anche solo delle bucce di patata, sarebbe stato fucilato. Altri morirono di fame. Ancora oggi questa tragedia è una delle ragioni del risentimento degli ucraini verso i russi. Nel Donbass furono realizzati grandi insediamenti siderurgici che hanno attratto la popolazione russa. Gran parte della popolazione del Donbass non ha mai nascosto una certa insofferenza verso Kiev, ritenendo che dal 1991 (anno in cui l'Ucraina dichiarò l'indipendenza dall'Urss) le condizioni di vita siano peggiorate.”Si può dire quindi con Quirico che il punto più grave è stato raggiunto in questi mesi /dal 22 febbraio, ndr/ ma è dal 2014 che nella regione del Donbass c’è un conflitto in corso. Nel 2014, a Kiev, c’è stata una rivolta contro il presidente Janukovyč, amico dei russi. La popolazione fece una battaglia per chiedere l’adesione all’Unione Europea con manifestazioni nella piazza Maidan. Si crearono degli scontri, ci furono dei morti e il presidente venne cacciato. La guerra continua ancora ed è Putin che fornisce denaro e armi.
martedì 5 marzo 2024
Pesci e allevamenti ittici, sappiamo davvero quello che mangiamo?
Nel fare il punto su febbraio, CIWF, ribadisce il suo impegno, insieme ad altre Associazioni europee di difesa degli animali destinati all'alimentazione umana, nella lotta contro le gabbie, i viaggi troppo lunghi stipati sui Tir, la macellazione senza prima senza prima stordirli. Questa volta il suo faro è puntato sui pesci contro la pesca a strascico che oltre a ributtare pesci considerati non pregiati in mare o a renderli utili solo per farne altro mangime, farina o olio di pesce, per pesci, diventando così carnivori di se stessi, vengono ammassati negli alllevamenti ittici. Tra gli allevati e no, sono un totale di 2,2 trilioni i pesci che fanno una brutta fine, secondo uno studio di un autorevole ricercatore, Phil Brooke. Salmone, tonno e trota che sono allevati, sono costretti a passare la vita nuotando in cerchio in acque putride. CIWF chiede alla Ue di prendere posizione.
8 marzo, quante sono le donne più ricche?
E questa settimana, venerdì 8, cade il giorno della Festa della Donna. Acquisto di mimose e festini con spogliarelli maschili a parte, che non se ne può più già da molto tempo, vediamo invece la classifica delle donne più ricche del mondo. In testa, una francese. Francoise Bettencourt Meyer, imprenditrice e filantropa che vanta un patrimonio di 90,2 miliardi di dollari. Al secondo posto Alice Walton, ereditiera della catena americana di grandi magazzini WalMart, seguita da Julia Koch e Jacqueline Mars. La classifica è redatta da Forbes. Le donne più ricche per ciascun Paese vede gli Stati Uniti al primo posto con 97 donne miliardarie, seguiti dalla Cina con 42 e dalla Germania con 22. L’Italia però è quarta nel mondo e seconda in Europa con ben 19 donne miliardarie. Bisognerebbe però sapere quante di queste ultime si sono fatte da sole e quante hanno ereditato o beneficiato da ricchi imprenditori.
Stop alla plastica monouso, ma da quando?
Se ne parla da molto tempo ma solo dal 2030, saranno vietati dalla Ue alcuni formati di imballaggi in plastica monouso, come quelli della frutta e verdura fresca non trasformata (si salva invece l’insalata imbustata), gli imballaggi per alimenti e bevande consumati nei bar e ristoranti, le porzioni individuali (come condimenti, salse, panna, zucchero) e i prodotti in miniatura per l’uso nei servizi igienici degli alberghi. Il riuso degli imballaggi per bevande dovrà essere di almeno il 10%.
La Cina, l'AI e le auto elettriche
La Cina, è al centro del dibattito economico mondiale. Da sempre il suo sistema industriale e commerciale si basa sulle sovvenzioni statali che vogliono vedere il Paese diventare un campione globale. La stessa cosa non può dirsi per l’Unione europea dei 27, la cui economia è basata sui principi del liberismo. Ma di fronte alla prospettiva di un conflitto mondiale questa’ultima ha già messo in atto delle barriere su prodotti cinesi come alluminio, acciaio e pannelli solari. Automobili, treni e dispositivi medici godono invece ancora del libero scambio, per timore di ritorsioni da parte del gigante asiatico. E’ nato così il boom delle esportazioni cinesi di automobili. “Si deve pagare IVA e dazi su qualsiasi importazione dalla Cina e dai paesi extra UE, anche su spedizioni con valore inferiore a 22 Euro. L'unica esenzione prevista sarà per spedizioni sotto i 150 Euro di valore dichiarato, in questi casi si deve pagare solo l'IVA. La spedizione ha un costo compreso tra 5 e 12 dollari, è tracciabile e viene gestita da SDA (per conto di Poste Italiane) una volta arrivata in Italia. Tempi di consegna di circa 1 settimana” si legge su Verità e Affari, giornale online diretto da Maurizio Belpietro. Dal Giappone gli scambi commerciali sono più concentrati sui prodotti farmaceutici e sugli articoli di abbigliamento, compresi quelli in pelle che nel Paese inquinano molto per via delle concerie. Quanto all’alimentare, il Paese è noto per la carne di Kobe, una vera specialità, carne di manzo massaggiata lungamente a mano e tagliata con coltelli simili a scimitarre su un bancone di fronte ai clienti. Ma non se ne riscontrano importazioni massicce in Italia.
mercoledì 28 febbraio 2024
Abbiamo creato un sistema che minaccia il futuro dei nostri figli solo per nutrirli oggi
Non sono io che lo dico, anche se lo sottoscrivo, ma una famosa scrittrice canadese che se volete seguire dovete andare sul suo sito: naomiklein.org. A distanza di tempo dal suo best sellers NoLogo, in cui denunciava lo sfruttamento dei Paesi poveri nel creare capi di abbigliamento di marca che poi nella grande distribuzione venivano venduti a cento volte tanto quanto era costato il lavoro di bambini sfruttati del Terzo Mondo, pubblica oggi Doppleganger, Mondo Specchio. Una riflessione sul tema del sosia, caro a tanti scrittori, non ultimo Dostojieski che al proposito ha scritto un libro così intitolato, in cui il doppio di un povero piccolo impiegato diventa più famoso e più amato dell’originale stesso. La Klein in pratica ci avverte: “Passare a un'economia in equilibrio con i limiti della terra /quello che si cerca di fare seguendo i principi della responsabilità sociale di impresa ndt/, significa anche espandere i settori della nostra economia che sono già a basse emissioni di carbonio: l'assistenza medica, l'insegnamento, il lavoro sociale, le arti e i media di interesse pubblico. Seguendo l'esempio del Quebec, un programma nazionale di assistenza all'infanzia è atteso da tempo. Tutto questo lavoro, in gran parte svolto da donne, è il collante che costruisce comunità umane e resilienti – e avremo bisogno che le nostre comunità siano il più forti possibile di fronte al futuro difficile in cui ci siamo già bloccati.
Dal momento che gran parte del lavoro di cura – sia delle persone che del pianeta – non è attualmente retribuito, chiediamo un vigoroso dibattito sull'introduzione di un reddito annuale di base universale. Sperimentata per la prima volta in Manitoba negli anni '70, questa solida rete di sicurezza potrebbe aiutare a garantire che nessuno sia costretto ad accettare un lavoro che minacci il domani dei propri figli, solo per nutrirli oggi.
Dichiariamo che l' ‘austerità’ – che ha sistematicamente attaccato i settori a basse emissioni di carbonio come l'istruzione e la sanità, affamando il trasporto pubblico e costringendo a privatizzazioni energetiche sconsiderate /come accade adesso in Italia con il governo Meloni, ndt/ – è una forma di pensiero fossilizzata che è diventata una minaccia per la vita sulla terra.”
Avvertenza di chi scrive: non confondete Naomi Klein con Naomi Wolf, il suo doppio che ha largamente attinto alle tesi dell'autrice per veicolare messaggi antiteci al suo pensiero, avvalorando teorie complottiste sulla medicina dei vaccini come se fossero responsabili di malattie contratte dopo averli assunti e sparando a zero su quell che lei chiama "big pharma", l'industria dei preparati farmaceutici. Un pò come fa adesso in Italia il generale Vannacci inducendoci a credere alle sue teorie sul genere (maschile/femminile) non avvalorate da nessunissimo scienziato.
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venerdì 23 febbraio 2024
Cibo di risulta, pappa con il pomodoro e zuppa di cipolle
Se avete accumulato del pane secco, non buttatelo. Potete ricavarne almeno due ottime ricette. La responsabilità verso il clima e l'ambiente inzia da qui. Nel conservare il cibo che si ha in casa.
Pappa con il pomodoro. Mettete in una ciotola il pane avanzato e lavoratelo con quanta acqua vi prende fino a diventare una pappa molle e salate a vostro gusto. In una casseruola di media grandezza fate soffriggere tre cucchiai di olio di oliva extravergine con uno scalogno tritato. A doratura raggiunta, versatevi una scatola di pomodori pelati, o mezza, a seconda di quanto pane avete. Io mi regolo sempre ad occhio. Aggiungetevi il pane e fate cuocere per un quarto d'ora. C'è chi lo fa anche con l'aglio, ma è meno digeribile.
Zuppa di cipolle. Versate tre cucchiai di olio in una una casseruola di media grandezza. E adagiatevi tre fette di pane. Tagliate a pezzi grossolani tre cipolle e adagiatele sul pane. Fate dorare per pochi minuti e poi versatevi sopra del brodo. Anche questo tutto ad occhio. A questo punto non vi resta che versarvi sopra una e due uova che si cuoceranno in camicia. La zuppa è pronta quando il brodo si è ristretto e la cipolla bella dorata.
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