Oggi pomeriggio mi sono
impegnata in un lavoro che sembra semplice ma in realtà non lo è. E ci paghiamo
sopra anche una tassa, la tari, tassa sui rifiuti urbani. Sono scesa davanti ai
contenitori con una borsa grandissima, e dire che erano pochi giorni che la
riempivo, e ho dovuto diligentemente separare carta, plastica, alluminio,
vetro, secco, umido. E dire che Andrea Segré, oggi dottore in agro ecologia,
aveva tentato un esperimento di rigenerazione già in tempi non sospetti: mirare
al minor numero di imballaggi alimentari possibili con la riduzione di plastiche
e vetro (da riempire e poi portare indietro per riempire di nuovo) e con i sifoni
da cui far scendere la merce da riporre in buste di carta da portare a casa
riempire svuotare più volte. Risultato?
Oggi siamo pieni di rifiuti cui anche il Comieco che gestisce il ciclo e
riciclo di carta e cartone e il Conai, mille imprese impegnate nel riuso di vetro
e plastica, non riescono del tutto a dare nuova vita e li dobbiamo spedire
oltreconfine.
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