giovedì 23 novembre 2017

Lo sciopero delle vendite online nel giorno del Black Friday



Anche quest’anno arriva Natale con la novità, già da circa 5 anni ormai, del Black Friday, il “venerdì nero” (domani) degli acquisti, in cui si  compra tutto a prezzi scontati, anche online ormai, con Amazon, saldamente radicato in Italia anche se paga le tasse in Irlanda o in Olanda. L’usanza arriva dagli Usa, come il resto, anche Halloween (Tutti i Santi celebrati con la zucca intagliata e con il “dolcetto o scherzetto” dei bambini che bussano alle porte di casa per avere dei dolci).

Sperando di non importare anche la liberalizzazione delle licenze per le armi, anche se si sa che abbiamo una centrale nucleare a Ghedi (Brescia) e F35 pronti al decollo, voluti dall’allora socialistissimo Craxi. Con dall'altra parte del mondo la prova di forza di due nazioni che hanno il nucleare, Usa e Corea del Nord. Ma tornando al Black Friday l’ecommerce vive adesso un momento di rivolta. I suoi lavoratori sono in sciopero proprio questo venerdì che è il giorno dopo il Thanksgiving Day, il giorno del Ringraziamento con tanto di tacchino ripieno.

Si sa infatti che i lavoratori di colossi come Amazon e la cinese Airbnb sono sottoposti a ritmi di lavoro stressanti e che la fortuna di cui godono queste istituzioni si deve al profilo dei consumatori stilata (per una vendita taylor made) dal giovane Zuckeberg, l’inventore di Facebook, che paga anch’esso le tasse nei paradisi fiscali, e con i dati personali che si raccolgono da tutti i social che sono venuti dopo.

Così i  governi stanno pensando adesso a istituire una web tax. Il mondo sta diventando  una pentola a pressione pronta ad esplodere e noi parliamo di pentole ai fornelli tutti i giorni, su tutti i giornali, le riviste e le tv. Una moda peggio del gossip cui mi sono dovuta adeguare anch’io con il mio blog, pena non aver nessun lettore.
Allora, dopo questa divagazione, con il prossimo post vi darò dei suggerimenti per la tavola e i cibi natalizi. Viviamo in un mondo non post moderno ma ipermoderno, ma dobbiamo ricordarci che tutto deriva comunque dalla terra senza la quale non avremmo i prodotti di cui ci cibiamo. Con buona pace di Oscar Farinetti, l’inventore di Eataly, che ha creato i templi delle più svariate leccornie dop, doc e igp (in Italia, uno a Milano nell’ex sede di Expo 2015 dedicata proprio al tema dell’alimentazione e l’altro a Bologna, Fico: Fabbrica italiana contadini) nei quali però una famiglia media a farci la spesa non ce la fa. Difatti ci vanno i ricchi di altri Paesi (cinesi soprattutto) che si vogliono portar via qualche souvenir. 

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