venerdì 11 novembre 2022

La bomba atomica e lo squilibrio che arriva da Est

Se ad avere la bomba H, l’atomica, sono due superpotenze mondiali che sull’argomento si sono confrontate per decenni, una sorta di tacito equilibrio dovrebbe essere in qualche modo stato stabilito. Come ci è stato spiegato in questi giorni proprio da Henri Kissinger, stratega della guerra fredda. Ma se lo stesso ordigno, per una qualche svolta storica che noi tutti ci siamo persi, cade nelle mani di un piccolo dittatore (quello della Corea del Nord) dalle grandi ambizioni, allora le cose cambiano radicalmente. Forse non le avrà a grande gittata, ma uno sconquasso nei Paesi satelliti, compreso il Giappone che nel 1945 si arrese alla forze dell’Alleanza Atlantica proprio perché bombardato con l’atomica, lo farà di sicuro. E nel Vietnam che dopo aver vinto la guerra contro gli Usa spostò la sua capitale dal sud (Saigon) ad Hanoi (il Nord della resistenza ad ogni costo). L’Asia è così sballottata al suo interno ed i Talebani (per chi non lo sapesse i tagliatori di teste di donne che non portano il velo) si stanno prendendo la loro rivincita. La Russia allora non vuole stare a guardare e dichiara guerra all’Ucraina che confina con l’Italia attraverso un pugno di Stati: Lituania, Bielorussia, Polonia, Romania, Slovenia, Moldova, Repubblica Ceca, Georgia, Turchia, Siria, Cairo, Iraq, Giordania. Ed ecco che nella pacifica Europa cade la sinistra ombra di una guerra non voluta da nessuno ma invocata da tutti come l’ultimo grande braccio di ferro tra fascisti e comunisti. E non sarà un caso che nello stesso tempo nella piccola nostra Penisola le libere elezioni che la Costituzione ci assicura vengano vinte da un personaggio che democratico non è, anzi anche se ha capo una donna, è dichiaratamente di destra. Così navighiamo come un vascello alla deriva.

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