martedì 15 novembre 2022

L' economia agricola intelligente

Un modo intelligente di rendere l’economia agricola intelligente (digitale), circolare, ecosostenibile e responsabile non solo verso gli stakeholder (azionisti che pretendono gli utili) ma anche gli shareholder (chi contribuisce a renderla tale), che nelle aziende con oltre i 30 ettari conviene, è quello di farla diventare veramente verde, cioè biologica. Esempi di questa sua conversione in Italia già esistono. Ma non sono sufficienti. Dovremmo giungere alla conversione dei suoi sottoprodotti, una forma di sviluppo industriale ecosostenibile in accordo con i programmi di Kyoto (Giappone).Dal momento che siamo all’avanguardia nella raccolta differenziata dei rifiuti, soprattutto della carta. Ma se ne fanno biomasse anche dal digestato dei sottoprodotti delle vigne, del caseario, di pomodori e delle mele. Nell’ormai lontano 2010 una sola azienda ha lavorato su una dozzina di commesse di questo tipo e avviato otto centrali a biomasse. Ad oggi il suo portafoglio conta su 25 progetti. I sussidi agricoli della Ue, ovvero la Pac (Politica agricola comunitaria), si assommano adesso al Recovery Found e al Pnnr: tutti provvedimenti presi a livello europeo per contrastare il deperimento delle sue economia anche causa Covid: una pioggia di danari pronta ad arrivare in Italia per finanziare progetti di sostenibilità. Ecologica, biologica,vaccinale, perl’istruzione, la mobilità, la nuova edilizia, le famiglie con figli a carico, i migranti. Ma se adesso a parlare a Bruxelles a Ursula Von Der Layen e in Belgio con Metzola ci va una donna che ha vinto urlando “sono una donna, sono una mamma, sono italiana” nel Regno di re Filippo I ma dove comandava prima un tale che si chiamava Francisco Franco, qualche preoccupazione dovrebbe sorgere. E infatti adesso Olanda e Belgio vorrebbero imporci la loro etichetta Nutriscore sui prodotti alimentari, un sistema a semaforo in cui stiano scritti, oltre alla naturale data di scadenza, i contenuti di grassi, zuccheri, lattosio, calorie, sale.Con la conseguenza che le nostre specialità alimentari ne vengono penalizzate. Perché noi scriviamo Dop (denominazione di origine protetta, doc denominazione di origine controllata, docg, denominazione di origine controllata e garantita, igp, indicazione geografica protetta, stg, specialità tradizionale garantita). Tutte diciture volte a stabilire un forte legame tra il prodotto e la sua terra di origine, città, provincia o regione che sia. Intanto nel Nordeuropa, la Brexit, l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, ha prodotto danni per le nostre esportazioni ma anche per la filiera dell’approvvigionamento alimentare in quel Paese, dove gli scaffali dei supermercati cominciano ad essere quasi vuoti. Ma qui bisogna dare atto a Re Carlo III di aver saputo sviluppare, a partire dalla cura del giardino dl Buckingam Palace, un’economia agricola verde, fatti di orti, anche urbani, e appezzamenti di terreno biologici. Ma, uscendo dall’Europa, si è sottratto al vincolo che lega i Paesi Nato alla difesa comune. E con l’incombere di Putin alle nostre frontiere, non sembra proprio una buona idea.

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