venerdì 18 novembre 2022

Il ruolo del genere sessuale in medicina

Mai come durante l’attuale pandemia da virus abbiamo ascoltato e visto in tv immunologi ed epidemiologi che ci hanno raccontato il loro punto di vista su come quanto e dove vaccinarci.Tutto giusto, per carità, se ci siamo salvati in tanti da quella che all’inizio sembrava una morte certa per chi non aveva guanti, disinfettanti, mascherine e respiratori a disposizione, è anche merito delle loro indicazioni. Ma in questa congerie di direttive a me ha colpito soprattutto l’intervento di un’immunologa, Antonella Viola, il cui video gira in rete, professoressa ordinaria di Patologia generale presso il dipartimento di Scienze biomediche dell’Università di Padova, dove insegna anche al general course “Generi, saperi e giustizia sociale”. Direttrice scientifica dell’Istituto di ricerca pediatrica (IRP-Città della Speranza), parte del comitato scientifico della Fondazione ONDA (Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere) e del consiglio direttivo del Centro Elena Cornaro per gli studi di genere dell’Università di Padova. Con Feltrinelli ha pubblicato anche Danzare nella tempesta (2020). Ma il suo libro che più mi ha interessato è Il sesso è (quasi) tutto. No, non è pruderie di bassa lega, come potreste pensare, ma un discorso molto serio su come le donne vengano curate diversamente e per patologie diverse dagli uomini e come medicinali che funzionano negli uomini possano venire detoxificati diversamente nelle donne, e quindi siano più pericolosi per queste ultime. “Viviamo in un mondo di maschi e di femmine (l’altra metà del cielo). Difficile immaginare qualcosa di più naturale. Ma sappiamo davvero in cosa sono diversi? Cos’è il sesso in biologia? E il genere? Come funziona l’orientamento sessuale? Il mondo è davvero binario?” Si chiede Viola. “La visione che lo separa sulla base dei due sessi è semplice e ovvia quanto l’idea che fosse il Sole a girare intorno a noi, prima della rivoluzione copernicana. Maschio e femmina sono distinti nella sostanza e nei ruoli. Eppure, questa visione non corrisponde alla realtà.” continua. “Per un tempo troppo lungo abbiamo trovato differenze dove non ce ne sono e le abbiamo trasformate in dogmi. Abbiamo invece ignorato le differenze davvero importanti. La nostra cultura ha strumentalizzato le differenze legate a sesso e genere e le ha esasperate. Al contrario, la scienza le ha ignorate troppo a lungo. Il corpo femminile è stato poco studiato, poco considerato e, di conseguenza, curato male. Per secoli la medicina è stata una medicina dei maschi bianchi per i maschi bianchi. Continuare a ignorare questo gravissimo squilibrio significa ridurre la nostra capacità di curare. Perché, per esempio, siamo più abili a trattare le malattie cardiovascolari negli uomini e la depressione nelle donne? In biologia il sesso è nato come opportunità di adattamento a un ambiente che cambia in fretta. Oggi è diventato la nostra gabbia, perché viviamo in un mondo rigidamente binario. Senza vedere le differenze che contano. Perché esiste il sesso? Che differenza c’è fra sesso e genere? Maschi e femmine sono diversi? E in cosa? Li stiamo curando nel modo giusto?Una rivoluzione nella scienza, nelle nostre abitudini e nelle parole che usiamo è urgente. Può cominciare con la medicina di genere. Antonella Viola ci guida alla scoperta di una medicina giusta, finalmente attenta alle differenze fisiologiche legate al sesso ma anche alle conseguenze che le disparità di genere esercitano sulla salute. “Fare la rivoluzione,” scrive Viola, “significa avere occhi nuovi per guardare noi stessi e il resto del mondo. Occhi nuovi per riconoscere le differenze che contano. E per dare loro valore.” Per esempio, se chiediamo a qualcuno in che cosa sono più diversi gli uomini dalle donne quasi tutti risponderete: il cervello. Le donne pensano diversamente dagli uomini, hanno una sensibilità diversa, desiderano altre cose. Invece non è così. Per troppo tempo ci siamo adagiati su stereotipi di questo genere e abbiamo sottovalutato il fatto che le donne hanno bisogno di fare attività fisica, magari un po’ meno pesante, ma come gli uomini (mens sana in corpore sano). Che non sono soggette a depressione più degli uomini (se seguite le vicende dei più grandi musicisti del secolo passato imparerete che erano quasi tutti soggetti a depressione, soprattutto quelli che avevano partecipato alla grande guerra). Non solo gli uomini sono soggetti maggiormente a malattie cardiovascolari, queste colpiscono anche le donne. Alla luce di tutte queste considerazioni della professoressa Viola, mi chiedo perché per tanto tempo non si siano fatti degli studi seri su come per le varie medicine, soprattutto quelle per le malattie mentali, i due generi abbiano modi diversi di detossinarle e renderle innocue, salvaguardando solo ciò che veramente cura.

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