Forse non sempre salutare per
me, salutare per il pianeta è possibile. Secondo l’ultimo rapporto Nielsen, l’80%
dei consumatori negli Usa si sono convertiti ai prodotti nutraceutici, o
superfood, come li si vuol chiamare, che siano essi vegani, vegetariani o anche
semplicemente con meno grassi, meno lattosio, meno aromi chimici, e praticano
la raccolta differenziata. Ma non sanno che vetro, plastica e persino carta
hanno una vita molto lunga e non sono sempre facilmente convertibili in oggetti
di riuso. Così finiscono in discarica e bruciati, inquinando l’ambiente
circostante. In Italia il Comieco, Consorzio per il recupero, ha fatto la sua
parte in tema di sensibilizzazione ambientale, ma non sempre con successo. Sempre
secondo il rapporto Nielsen, i consumatori producono 4 chili di rifiuti a testa
al giorno e questo evidentemente non è un bene per l’ambiente. In Italia, per l’intervento
di Andrea Segrè, si è attuata una raccolta solidale dei cibi prossimi alla
scadenza, anch’essi secondo un cattivo costume buttati nella spazzatura dalla
maggior parte degli italiani, per donarli a persone in difficoltà economiche. Intanto
in Italia ci si sta preparando per la Giornata nazionale di prevenzione allo
spreco alimentare prevista per il 5 febbraio. In particolare Ortofruit Italia
ha elaborato un progetto antispreco finanziato dall’Università di Torino e in collaborazione
con il Mipaaf per i piccoli frutti. Un risultato che sarà raggiunto utilizzando un sistema ad Atmosfera Modificata
Passiva (MAP) realizzato
con pallet-bag costituiti da film a permeabilità controllata. Nessun intervento
diretto sulla frutta, ma un lavoro sul packaging, con una consistente riduzione degli scarti in magazzino che sarà
individuata in un 1% massimo sul prodotto conferito. Inoltre, il sistema di
conservazione in pallet-bag potrà anche essere “utilizzato in caso di trasporto
del prodotto su lunghe distanze (es. Scandinavia e Regno Unito) mantenendo
invariata la qualità del prodotto con scarti parti a zero”. L'iniziativa
costituisce una tappa fondamentale nel percorso “green” di Ortofruit Italia che
- già lo scorso anno, con il suo mirtillo
“a zero emissioni” - è diventata una case history internazionale sul
tema della
sostenibilità per il modello di integrazione virtuosa tra
la produzione, la trasformazione, la distribuzione e il consumo sano e
consapevole.
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