giovedì 31 gennaio 2019

I progetti antispreco di Ortofruit Italia


Forse non sempre salutare per me, salutare per il pianeta è possibile. Secondo l’ultimo rapporto Nielsen, l’80% dei consumatori negli Usa si sono convertiti ai prodotti nutraceutici, o superfood, come li si vuol chiamare, che siano essi vegani, vegetariani o anche semplicemente con meno grassi, meno lattosio, meno aromi chimici, e praticano la raccolta differenziata. Ma non sanno che vetro, plastica e persino carta hanno una vita molto lunga e non sono sempre facilmente convertibili in oggetti di riuso. Così finiscono in discarica e bruciati, inquinando l’ambiente circostante. In Italia il Comieco, Consorzio per il recupero, ha fatto la sua parte in tema di sensibilizzazione ambientale, ma non sempre con successo. Sempre secondo il rapporto Nielsen, i consumatori producono 4 chili di rifiuti a testa al giorno e questo evidentemente non è un bene per l’ambiente. In Italia, per l’intervento di Andrea Segrè, si è attuata una raccolta solidale dei cibi prossimi alla scadenza, anch’essi secondo un cattivo costume buttati nella spazzatura dalla maggior parte degli italiani, per donarli a persone in difficoltà economiche. Intanto in Italia ci si sta preparando per la Giornata nazionale di prevenzione allo spreco alimentare prevista per il 5 febbraio. In particolare Ortofruit Italia ha elaborato un progetto antispreco finanziato dall’Università di Torino e in collaborazione con il Mipaaf per i piccoli frutti. Un risultato che sarà  raggiunto utilizzando un sistema ad Atmosfera Modificata Passiva (MAP) realizzato con pallet-bag costituiti da film a permeabilità controllata. Nessun intervento diretto sulla frutta, ma un lavoro sul packaging, con una consistente riduzione degli scarti in magazzino che sarà individuata in un 1% massimo sul prodotto conferito. Inoltre, il sistema di conservazione in pallet-bag potrà anche essere “utilizzato in caso di trasporto del prodotto su lunghe distanze (es. Scandinavia e Regno Unito) mantenendo invariata la qualità del prodotto con scarti parti a zero”. L'iniziativa costituisce una tappa fondamentale nel percorso “green” di Ortofruit Italia che - già lo scorso anno, con il suo mirtillo “a zero emissioni” - è diventata una case history internazionale sul tema della sostenibilità per il modello di integrazione virtuosa tra la produzione, la trasformazione, la distribuzione e il consumo sano e consapevole.




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