Avrete di sicuro visto in tv la
pubblicità di una nota marca di biscotti che invita a sceglierli secondo la lista
di ingredienti. La palma va, secondo i consumatori, a quella marca perché contiene
la lista di ingredienti meno lunga, e difatti 50 anni fa erano, per non fare
nomi , i “biscotti della nonnina, zucchero, latte, fior di farina”. Ma anche se
la pubblicità è l’anima del commercio (o non piuttosto il “commercio delle
anime” J) è vero che negli alimenti ci sono spesso nutrienti
nascosti che fanno sforare le dosi giornaliere raccomandate secondo la piramide
alimentare stilata dall’Accademia Barilla, come ha scritto ieri l’inserto Cook
del Corriere della Sera. C’è lo zucchero presente con diciture diverse come l’ estratto
d’uva, purea di mele, succo di mora persino negli hamburger e nelle insalate di mare; l’estratto di lievito che in realtà è
sale, l’albume d’uovo nel petto di tacchino. Meglio quindi orientarsi sugli
alimenti che non hanno una lista di ingredienti molto lunga.
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