Ora,
a quanto mi risulta, avendo fatto anche uno stage ad Affari Italiani che
all’epoca era l’unico quotidiano solo online, e si occupava di economia, le
questioni sono due, anzi tre e poi se ne è aggiunta nel tempo un quarta. In
primis l’inflazione, l’aumento dei prezzi, che erode il potere d’acquisto dei
cittadini; la deflazione ossia il suo contrario, ma anche questa non giova
perché la merce viene in qualche modo “svenduta”; l’effetto traino costituito
dall’implementazione delle infrastrutture e dalla costruzione di nuovi
quartieri; e infine lo spread, il differenziale del tasso di sconto applicato
alle banche tra l’Italia e la Germania. Ora che tutto questo si è avverato
dobbiamo temere anche l’American First di Donald Trump, cioè la sua applicazione sui dazi all’importazione di
acciaio e alluminio, ma si spera non ai nostri prodotti alimentari tipici, la
cui imitazione in giro per il mondo ci penalizza già per 60 mld di euro di
falsi. Il mondo del vino, la cui produzione in Italia non è seconda a nessuno,
già se lo chiede e ha messo in piedi un nuovo modo di promuoversi sui social.
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