Spiace
aver dimenticato qualche tempo fa l’investitura del modenese Massimo Bottura quale
miglior cuoco del mondo secondo la classifica stilata da 50 Best Restaurant
sponsorizzato da acqua San Pellegrino e ideata da Paolo Marchi, esperto di
gastronomia di Identità Golose. E spiace non tanto e non solo per gli ottimi
piatti che vi si possono gustare, i soli dolci dello chef patissier Franco
Aliberti valgono la cena, ma perché Bottura si è battuto contro lo spreco
alimentare fino a inventarsi il corrispettivo nell’horeca di quello fatto da
Andrea Segré nel retail, cioè il banco alimentare: gli avanzi, ma di vaglia,
della sua tavola per i bisognosi. Siano i rom delle periferie della città metropolitana di Milano (cioè l’ex provincia) sia i senza tetto. Le tagliatelle
al ragù emiliano, lo chef tre stelle Michelin, è di Modena, per esempio sono
state un banco di prova per superare sua madre: vitello e manzo a pezzettoni,
niente aglio, niente aromi a parte due foglie di alloro e un ramoscello di
basilico. E niente pomodoro per non distogliere il palato dal sapore ricco
della carne. Al ristorante il piatto è servito a 50 euro, sottolineava Il Corriere ai tempi. E certo con un
prezzo in carta così quanti clienti facoltosi ci vogliono per sfamare i
bisognosi?
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