giovedì 28 settembre 2017

Il banco alimentare di Bottura



Spiace aver dimenticato qualche tempo fa l’investitura del modenese Massimo Bottura quale miglior cuoco del mondo secondo la classifica stilata da 50 Best Restaurant sponsorizzato da acqua San Pellegrino e ideata da Paolo Marchi, esperto di gastronomia di Identità Golose. E spiace non tanto e non solo per gli ottimi piatti che vi si possono gustare, i soli dolci dello chef patissier Franco Aliberti valgono la cena, ma perché Bottura si è battuto contro lo spreco alimentare fino a inventarsi il corrispettivo nell’horeca di quello fatto da Andrea Segré nel retail, cioè il banco alimentare: gli avanzi, ma di vaglia, della sua tavola per i bisognosi. Siano i rom delle periferie della città metropolitana di Milano (cioè l’ex provincia) sia i senza tetto. Le tagliatelle al ragù emiliano, lo chef tre stelle Michelin, è di Modena, per esempio sono state un banco di prova per superare sua madre: vitello e manzo a pezzettoni, niente aglio, niente aromi a parte due foglie di alloro e un ramoscello di basilico. E niente pomodoro per non distogliere il palato dal sapore ricco della carne. Al ristorante il piatto è servito a 50 euro, sottolineava Il Corriere ai tempi. E certo con un prezzo in carta così quanti clienti facoltosi ci vogliono per sfamare i bisognosi?

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