“Fornire al consumatore strumenti
di valutazione e contrastare
la progressiva spinta al ribasso dei prezzi all’origine dei prodotti
alimentari. La stessa che siamo convinti abbia contribuito a generare
condizioni di lavoro nelle campagne sempre meno dignitose e a innescare
meccanismi in cui gli unici a guadagnarci sono i criminali più o meno
organizzati, che sul disperato bisogno di lavoro delle persone costruiscono le
loro fortune”. Questo l’appello di Slow Food durante la sua prima giornata
di apertura che vede il fondatore Carlo Petrini chiedere al ministro Gian Marco
Centinaio di far mettere ai produttori in etichetta il prezzo della materia prima
all’origine, per contrastare anche il fenomeno delle agromafie e del
caporalato. “Riteniamo – proseguono gli esponenti del Comitato esecutivo di
Slow Food - che questa iniziativa possa contribuire non solo a restituire
dignità e valore al lavoro agricolo, ma innanzitutto fornire strumenti di
valutazione al consumatore e contrastare la progressiva spinta al ribasso dei
prezzi all’origine dei prodotti alimentari. La stessa che siamo convinti abbia
contribuito a generare condizioni di lavoro nelle campagne sempre meno
dignitose e a innescare meccanismi in cui gli unici a guadagnarci sono i
criminali più o meno organizzati, che sul disperato bisogno di lavoro delle
persone costruiscono le loro fortune”.
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