Ci avete mai pensato a come
prodotti provenienti da molto lontano rispetto al luogo in cui vivete, possono
avere una “vita” così lunga nei canali distributivi, dall’ingrosso al
dettaglio? La shelf life, come si chiama nel gergo della grande distribuzione,
gli ipermercati, e la distribuzione organizzata, i dettaglianti associati,
viene in alcuni casi allungata con additivi alimentari che si trovano
soprattutto in carne, pollame e pesce. Sono sostanze chimiche e addirittura in
certi casi vengono adoperati l’aspirina C e l’alcol, come nel pane in cassetta.
Le etichette lo devono riportare, ma la lista di quanto la legge prevede sia scritto
è molto lunga e le persone si limitano a leggere la data di scadenza, e spesso
nemmeno quella. Inoltre in un mondo globalizzato come il nostro, dove
dappertutto ci sono centri commerciali, i nostri prodotti più tipici, come il
formaggio, sono da esportazione e recano così in etichetta il proprio nome
nelle lingue di quasi tutti i Paesi del mondo. Salvo poi accorgersi che sono
falsi, cioè non prodotti in Italia, ma imitazioni. Ci sono anche prodotti, come
i funghi, dei quali è iniziata adesso la stagione, che vengono coltivati in
Romania e venduti ai grossisti a 2 euro al chilo, e qui il loro prezzo al
dettaglio lievita a 35 euro.
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