venerdì 3 agosto 2018

Chiusura estiva


Continua a temperature sopra la media questa estate rovente con ripercussioni importanti sull’agricoltura, i cui prodotti devono fare i conti con la desertificazione e la mancanza di acqua anche per gli animali che spesso vengono sacrificati. Gli esperti del marketing comunque assicurano che con una buona dieta e le ore di riposo trascorse negli iper, super, superette e centri commerciali, che tengono l’aria condizionata al massimo dovendo mantenere la temperatura adeguata per conservare i cibi, si potrà far fronte adeguatamente alla particolare afa. Con questo auspicio e con l’augurio ai miei lettori di trascorrere buone vacanze, chiudo le pubblicazioni sul mio blog per ferie fino a settembre. Arrivederci quindi a quella data. E come lettura per l’estate vi propongo questi due racconti brevi. 
Letti disfatti 

La follia è una gioia esaltata. Essere ipercinetici non è un male in sé, ma può trasformarsi in perdita di senno. Allora fai cose di cui non sei nemmeno consapevole e rechi male a te stesso e agli altri che ti stanno intorno. Ma se l’essenziale è invisibile agli occhi,  l’inconscio, inesauribile, è colmo di cose che servono. Essenziali, appunto. Essenziali perché libere dal conformismo che quando degenera in maldicenza può rovinarci. Che servono perché ti mettono a tu per tu con la tua parte sana. Parte sana che devi, nonostante tutto, coltivare, con pazienza, con intelligenza (che ai folli non manca), con amore per le cose che ti fanno stare bene. Il bello del futuro è che arriva un giorno alla volta. E un giorno per volta puoi essere ancora felice di esistere, di avere intorno a te persone che ti vogliono bene, di lavorare per il bene tuo e degli altri. Anche se hai subito un trauma cerebrale per il quale sei stato in coma e quando ti sei svegliato non eri più tu e non ricordavi più nulla. Poi mano a mano il tempo stempera le passioni e ci insegna ad essere più fatalisti e a godere di piccole cose, come scriveva Voltaire nel suo Candide, come per esempio coltivare un tuo giardino. Un senso va sempre cercato, soprattutto quando non c’è. E poi esiste un ‘altra massima che recita: fai ciò che puoi e avrai fatto ciò che devi. Chi di più non può non deve arrendersi ma nemmeno pigiare sull’acceleratore, cosa che lo renderebbe ancora più fragile. Ma la fragilità non è debolezza. Come la paura non è vigliaccheria. La vita ci mette davanti a prove certe volte insormontabili e bisogna prenderla come va. Ma è vero che siamo predestinati, e allora a nulla valgono le domande chi siamo, dove andiamo, da dove veniamo? Oppure secondo il protestante Martin Lutero circa 500 anni fa, ognuno è libero di leggere la Bibbia a modo suo? O come diceva ancor prima Sant’Agostino: “Ama e fa’ ciò che vuoi”? Noi che siamo state molestate fin dall’adolescenza non crediamo più in niente. Ma vi chiedo, come faceva a non sapere una laureata che a piazzale Loreto a Milano era il luogo dove fu appeso Mussolini, che sotto il Castello Sforzesco sempre a Milano c’era una Pietà attribuibile a Michelangelo che Van Ghog dipingeva ad Amsterdam e Gauguin in qualche isola del Pacifico?  

 
L’enigma degli autistici
E’ arrivata in Italia su Raiuno una serie americana, The Good’s Doctor, che parla della speciale abilità di un ragazzo di operare chirurgicamente, ma non sa far altro, nemmeno parlare con le altre persone. Un autistico, insomma. Una volta si sarebbe detto idiot savant (idiota sapiente). Fuori dalla medicina, questo standard si può applicare a molti altri casi (anche trasposti dalla realtà) come quel matematico che sapeva risolvere ogni tipo di operazione, come le equazioni e oltre, ma non andava molto d’accordo con la realtà. Ed era una storia vera. Oggi fortunatamente esistono psicologi e psichiatri che se ne occupano, anche senza capire molto nemmeno loro. Ma se un autistico è un autistico come fa a interagire con gli altri, anche con i medici? Il punto piuttosto è che felice chi è diverso essendo egli diverso, ma infelice chi è diverso chi invece è comune. Come ha scritto Alessandro D’Avenia sul “Corriere della Sera”, essere fragili non vuol dire essere deboli. Semplicemente essere diversi. Una diversità che andrebbe capita e accettata. Ma è sempre più difficile amare e costruire, molto più facile odiare e distruggere. Assenza più acuta presenza. Il bene è meglio dell’ottimo. Togliere anziché mettere. O anche, come ha scritto David Foster Wallace come titolo di un suo libro: “Una cosa divertente che non farò mai più”. La paura non è vigliaccheria, ma un segnale di allarme. Il contrario dell’orgoglio è l’umiltà (che è una virtù). Può darsi che non vi sentiate responsabili della situazione in cui vi trovate, ma presto lo sarete (M.L. King). Avevo vent’anni e non permetterò mai a nessuno di dire che quella è l’età più bella della vita (Paul Verlain). Odi et amo (Catullo), Né sine te né tecum vivere possum (Ovidio). Buona estate.

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